è stata sospesa il 10/11 su consiglio del medico di base per rischi complicanze renali

Salve

da circa 40 giorni mio padre, persona molto attiva di 60 anni accusa forti dolori al risveglio nella parte post della gamba sin; avendo storia pregressa di lombosciatlgia il medico di base ha prescritto cura con iniezioni di Voltaren e Muscoril; dopo 15 gg. con dolore crescente è stata ripetuta RM lombo sacrale che evidenzia la seg diagnosi: alterazioni artrosiche intersomatiche di modesto grado con sviluppo di lievi reazioni osteofitarie somatomarginali del tratto lombare inferiore. Segni disisidratazione e degenerazione L4/L5 ed L5/S1 che appaiono ridotti in spessore; ad entrambi i livelli si ev. protrusioni discali ad ampio raggio che determinano moderate impronte sul sacco durale ma che impegnano anche gli spazi preforaminali, soprattutto a sx.
L'esame è stato effettuato il 15/10; poi ha iniziato un ciclo di fisioterapia con esercizi di scarico della colonna vertebrale; a seguito di una intesificazione del dolore mattutino (che comunque, previa assunzione di paracetamolo andava calando nel corso della giornata) è stata consigliata effettuazione di un blocco antalgico, avvenuta il 4/11; il 6/11 la situazione mattutina è apparsa insostenibile e dopo iniezione intramuscolare di betametasone e assunzione orale di paracetamolo senza miglioramento è seguito ricovero al locale P.S.; prescritte iniezioni I.M. di lixidol e voltaren con frequenza di 12 hh: tale terapia ha attenuato il dolore mattutino ma, essendo mio padre cardiopatico (storia di ipertensione arteriosa e 2 episodi gravi di fibrillazione atriale) è stata sospesa il 10/11 su consiglio del medico di base per rischi complicanze renali. Ieri effettuato nuovo blocco antalgico; da oggi dolore di nuovo fuori controllo anche nel corso della giornata, nonostante l'assunzione di paracetamolo e iniezione I.M. di bentelan

A suo parere è necessario effettuare ulteriori esami (es. visita neurochirurgica, elettromiografia) per individuare più precisamente la fonte del dolore?
Una terapia non farmacologica (es. radar, ozono), potrebbe aiutare nella sedazione del dolore o è da ritenersi inutile (vista l'inefficacia di quelle farmacologiche)?
La decisione di intervento chirurgico è, a suo parere, da valutare con un neurochirurgo o piuttosto con un ortopedico (alcuni medici ci hanno consigliato l'ortopedico, altri il neurochirurgo)?
Dalla lettura del risultato della RM il medico di base ha evidenziato una situazione a suo giudizio NON PARTICOLARMENTE COMPLESSA; è d'accordo? ritiene che l'intervento chirurgico potrebbe essere risolutivo?

La ringrazio fin d'ora per l'attenzione che vorrà dedicarmi
[#1]
Dr. Marco Mannino Neurochirurgo 604 21 5
Gentile signore,
completerei la diagnostica con la TC lombo-sacrale (esame complementare che meglio definisce le problematiche compressive di natura ossea, come avviene nelle gravi artrosi) e con l'EMG arti inferiori.
Quindi (sebbene possa sembrare di parte...) mi rivolgerei ad un neurochirurgo per un esame clinico.
Cordialità

Dr. Marco Mannino
Neurochirurgo
http://www.studiomannino.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
La ringrazio vivamente dott. Mannino, per la cortesia e la risposta celere.

Ieri sera, su consiglio del medico di base, ho somministrato del betametasone per I.M. che ha permesso al paziente di dormire tranquillo; stamattina il dolore và di nuovo intensificandosi, nonostante l'assunzione di paracetamolo; avendo mio padre problemi di ipertensione e storia di diverticolite, con quale frequenza giornaliera posso ripetere le I.M. di betametasone per cercare di tenere sotto controllo il dolore?

Grazie nuovamente per l'attenzione

Parlerò dei suoi consigli con il medico di base e, se non disturbo, le farò sapere in merito all'evolversi della situazione

Cordiali saluti
[#3]
Dr. Marco Mannino Neurochirurgo 604 21 5
Dunque,
il betametasone non è un antidolorifico ma lo steroide a maggior azione sul sistema nervoso. Pertanto va assunto cronicamente tenendo conto degli effetti collaterali (ipertensione, iperglicemia, ecc.) e della situazione clinica del singolo paziente. E' consigliabile, pertanto, che chieda questa stessa cosa al suo medico curante che conosce le altre problematiche di suo papà.
Saluti
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L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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