Ernia disco cervicale

il 15/4/2004 eseguo:
RX RACHIDE CERVICALE+ DORSALE:
Rx rachide cervicale in AP-LL-OBL:si segnala una condizione di uncoartrosi su C4-C5-C6 a destra.Regolare l'ampiezza degli spazi intersomatici.Nelle proiezioni oblique lieve disformismo dei forami di coniugazione destri compresi fra C4-C5-C6, in relazione all'uncoartrosi.
RX rachide dorsale in AP-LL: iniziali osteofiti marginali si rilevano su alcuni corpi vertebrali medio prossimali da modesta spondilosi.
Il 17/02/2005 eseguo:
RISONANZA MAGNETICA DEL RACHIDE CERVICALE:
l’indagine ha evidenziato la presenza, in C5-C6, di una formazione erniaria di dimensioni contenute, localizzata in sede mediana, con porzione migrata in senso caudale,che induce un’impronta sul profilo anteriore del sacco durale;l’anello fibroso protrude all’interno dei forami di coniugazione, specie a destra, riducendone in parte l’ampiezza. La struttura presenta ipointensità di segnale in T2 e modica riduzione di spessore, per fenomeni degenerativi, con disidratazione del nucleo. In C4-C5 si osserva un’analoga condizione di discopatia , con ridotto spessore e ipointensità di segnale in T2 della struttura e una modesta protrusione ad ampio raggio dell’anello fibroso, che induce una minima impronta sul profilo anteriore del sacco durale e si estende in parte ai recessi laterali. Si rilevano segni di spondiloartrosi, caratterizzati da osteofiti marginali anteriori e posteriori dei corpi vertebrali e alcune irregolarità del profilo delle limitanti somatiche. Nel contesto del parenchima midollare si osservano alcune aree di aumentata intensità di segnale in t2, da riferire in prima ipotesi ad artefatti da movimento, meno verosimilmente ad aree di sofferenza mielica.
RISONANZA MAGNETICA DEL RACHIDE LOMBO-SACRALE:
E’ presente un’ernia discale a livello di L5-S1 in sede mediana, la quale induce un’impronta di modesta entità sul profilo anteriore del sacco durale, senza estendersi ai forami di coniugazione. In L4-L5 si osserva una modesta protrusione ad ampio raggio dell’anello fibroso discale, che induce una modica impronta sul profilo anteriore del sacco durale. E si estendein parte hai forami di coniugazione bilateralmente. Le strutture discali suddette mostrano ipointensità di segnale in t2, per aspetti degenerativi legati alla disidratazione del nucleo. Nelle limitanti D12,L1, L2 e L3 si osservano alcune irregolarità del profilo, per piccole ernie intraspoginose di shmorl. Nella norma l’ampiezza del canale neurale, la morfologia e l’intensità di segnale del cono midollare e della cauda.

Premetto che ho sempre sofferto anche se in maniera lieve di problemi sia alla zona lombare che cervicale, ma li ho sempre attribuiti all'intensa attività fisica che ho sempre fatto(giocavo a tennis).
Smessa l'attività sportiva, hanno iniziato a presentarsi con più insistenza dei fastidi cervicali che mi hanno portato a eseguire gli esami di cui sopra.
sono quindi andato da un'osteopata che ha eseguito delle manipolazioni e da allora la situazione è peggiorata.
A parte l'indolenzimento costante, ci sono periodi in cui le braccia soprattutto quella sx sembra come appesa al corpo e la notte le mani si intropidiscono e a volte si addormentano del tutto.
Soffro inoltre di rettocolite ulcerosa.
HO molta confusione sul da farsi il mio ortopedico dice che comunque non risolverei il problema perchè quello che da fastidio non sono le ernie ma gli osteofiti, mentre un neorochirurgo della mia zona(sassari) mi ha prospettato l'intervento alle ernie.
Vorrei sapere il vostro parere e sapere se è necessario fare ulteriori accertamenti e se si quAli.Oltrettutto so che le tecniche di intervento sono molteplici e nessuna garantisce la risoluzione del problema in maniera definitiva, anzi spesso si presentano complicanze invalidanti.
Sapreste poi indicarmi una clinica o un medico particolarmente esperto a cui affidare il mo caso?Sono disposto ad andare ovunque pur di risolvere il problema.
vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Caro signore,
innanzi tutto non si faccia mai toccare il collo da osteopati e similari, ma neanche da un Fisioterapista se si è fatta diagnosi di ernie o comunque patologia artrosica cervicale: è molto rischioso oltre a non portare alcun beneficio.
Detto questo devo aggiungere che l'ortopedico consultato, probabilmente perchè si dedica ad altre patologie e non a quelle della colonna,non ha tenuto in considerazzione dovuta che l'evenuale osteofita può avere la stessa funzione compressiva/irritativa sulle radici del plesso brachiale di un'ernia del disco e a volte in modo più serio.
L'intervento chirurgico, in mani esperte, si propone di risolvere la causa dei sintomi rimuovendo, oltre all'ernia del disco, anche l'eventuale osteofita.
L'intervento se indicato e se condotto a regola d'arte è risolutivo e, al di là del comune rischio operatorio, non vi sono complicanze invalidanti.
L'intervento viene effettuato per via anteriore,praticando una piccola incisione al collo. La degenza è di due giorni, con un periodo di convalescenza di circa tre settimane.
Per quanto riguarda la Sua ultima domanda,in Italia vi sono molti medici esperti in questa chirurgia.
Se crede può inviarmi per posta le radiografie (che poi ovviamente restituirò) per avere più chiara la Sua situazione.
Può anche telefonarmi per darmi maggiori ragguagli sui sintomi.

Cordialità

Dr. GIOVANNI MIGLIACCIO
Specialista in Neurochirurgia
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli
C.so di Porta Nuova,23 - MILANO (MI)
Tel.: 3356320940
giovannimigliaccio@medicitalia.it
https://www.medicitalia.it/giovannimigliaccio/
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Dr. Diego Garbossa Neurochirurgo, Microchirurgo 57 1
Caro utente,
previa presa visione delle lastre e dopo un attento esame clinico, se vi è corrispondenza tra sintomi ed ernia cervicale è possibile in una alta percentuale di casi risolvere il problema. Spesso utilizzando come ha già risposto il collega un approccio per via anteriore. Quindi l'intervento è possibile, non molto invasivo, con rischi contenuti e con una buona possibilità di risolvere i sintomi a patto che vi sia l'indicazione all'intervento che si pone solo dopo attento esame clinico radiologico. Sepsso gli interventi che non risolvono i sintomi sono interventi che non dovevano essere eseguiti.

Dr. D. Garbossa,Specialista in Neurochirurgia A.O. Città della Salute e della Scienza,"Molinette", Torino
Università di Torino

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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Al sig. Mario per chiarezza e per estrema correttezza vorrei dire alcuni punti importanti, già noti " agli addetti ai lavori ".
Sia da Chirurgo Ortopedico che da Fisiatra, ma interpretando certamente il pensiero di tutti i colleghi ortopedici e fisiatri, lo ribadisco per l'ennesima volta!!!
Certe asserzioni generiche e generalizzate del Collega Migliaccio non trovano riscontro alcuno nella letteratura specialistica e pertanto sono infondate!
Sono ben precise e chiarissime infatti in tutta la letteratura specialistica di Ortopedia-Traumatologia, ma sopratutto di Fisiochinesioterapia e Medicina fisica e riabilitazione: le indicazioni e le controindicazioni, ed i limiti dei suddetti presìdi di fisiochinesiterapia e/o medicina manuale.
Senza preclusione o pregiudizio alcuno, è necessario fare attente e specifiche differenze :
Se vi è l'ernia del disco cervicale, come nel suo caso, allora si, certamente è totalmente controindicata qualsiasi manovra forzata, qualsiasi terapia meccanica del rachide cervicale: trazioni cervicali, meccanoterapia, manipolazioni vertebrali; Ma l'artrosi cervicale è un'altra cosa, ma proprio un'altra patologia rispetto all'ernia discale ! l'ARTROSI NON SEMPRE HA OSTEOFITI, RARAMENTE TALI OSTEOFITI SONO A CONTATTO CON IL MIDOLLO O RADICI NERVOSE, E SE LO SONO NON SEMPRE HANNO un'AZIONE COMPRESSIVA, da richiedere un'intervento chirurgico.
E poi va chiarito che : per qualsiasi trazione cervicale o manipolazione vertebrale, come per qualunque tecnica di Fisiochinesiterapia lo specialista responsabile è il Fisiatra e ogni trattamente deve esssere eseguito " manu medica", in uno studio o Centro di FISIOCHINESITERAPIA, quindi non dal fisioterapista.
Inoltre lo specialista specifico di ogni patologia chirurgica o non chirurgica, artrosi, artriti, frattura, distorsioni, rachialgie e quant'altro è l'ortopedico - traumatologo e non credo proprio che il collega ortopedico che l'ha visitato, sig. Mario, si ....dedichi ad altre patologie e non a quelle del rachide, o non sappia o sconosca il rachide, ma che ortopedico sarebbe!
Ma anche se fosse da trattare chirurgicamente, il collega Migliaccio deve sapere, ma certamente lo sa, perchè nel sito di ortopedia lo afferma tante volte, che l'intervento viene normalmente eseguito da chirurghi ortopedici, che facciano chirurgia vertebrale, ma certamente un intervento chirurgico di ernia discale cervicale può essere eseguito anche da un neurochirurgo, che lo faccia e lo sappia eseguire, è ovvio.
Nel suo caso clinico specifico invece sig. Mario,stando al referto della rmn, sono d'accordo con il collega Migliaccio che la mette in guardia dall'esecuzione di improprie e controindicate terapie di cui sopra, anche se eseguite da persone qualificate.
Nel suo caso clinico, infatti non solo hanno la assoluta controindicazione le terapie meccaniche e forzate: sia manuali che strumentali, ma poi penso proprio che sia ragionevole l'intervento chirurgico, magari facendo prima un'esame di elettromiografia agli arti superiori per evidenziare lo stato eventuale di denervazione esistente.
Quindi si può affidare al collega ortopedico ed al collega neurochirurgo che lo hanno già valutato o ad altri!!
Per la modalità dell'approccio chirurgico (via anteriore,tecnica microchirurgica) sono d'accordo con il collega Migliaccio, mentre per i risultati ed i tempi di recupero, mi trovo più d'accordo con il Collega Garbossa, molto più cauto e realista, quando dice saggiamente : " Quindi l'intervento è possibile, non molto invasivo, con rischi contenuti e con UNA BUONA POSSIBILITA' DI RISOLVERE i sintomi a patto che vi sia l'indicazione all'intervento che si pone solo dopo attento esame clinico radiologico. Spesso gli interventi che non risolvono i sintomi sono interventi che non dovevano essere eseguiti ".
Ma l'intervento chirurgico e sopratutto al rachide cervicale è un atto che si impone, necessario, non è una pura opzione ".
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedico-Traumatologo//Fisiatra
Messina

Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
...mi pare che il prof. Caruso sia d'accordo con me! confermo però che l'osteofita sintomatico ha una indicazione chirurgica ben precisa