Panangiografia cerebrale per via trans-femorale destra in narcosi

Buongiorno, Dottori, vorrei gentilmente sapere:
Il paziente mio padre 60 anni
07/10/13 Tipo Esame
Angiografia Cerebrale Diagnostica, Arteriografia selettiva tronchi sopraortici (1Vaso).
Tecnica d'esame
Panangiografia cerebrale per via trans-femorale destra in narcosi
Reperti
Si rileva la presenza di una placca ateromasica parietale al terzo prossimale della carotide interna destra,con riduzione del calibro vasale di circa il 50%
in corrispondenza del tratto sopraclinoideo della carotide interna destra,in prossimità della origine della corioidea nateriore,si rileva la presenza di una estroflessione sacculare della parete posterolaterale del diametro di circa 2mm e larga base d'impianto,con rapporto sacca/colletto di circa 1.
Tra le altre cose si presume anche un'Emorragia subaracnoidea.
11/10/13 viene sottoposto a risonanza magnetica più credo che sia l'esame dell'ecodoppler che non ha dato esito in quanto la carotide ostruiva il passaggio del sondino.
Oggi è in cura con un anticoagulante credo a base di nipodimina.
Dottori io vi ringrazio anticipatamente per il tempo che ci dedicate e mi chiedo cosa mi aspetta?
[#1]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile ragazzo,
non è ben comprensibile ciò che ha riportato nè la domanda che ci pone.

Pertanto gliene faccio io quailcuna.
Perchè Suo padre è stato sottoposto ad angiografia cerebrale?
Per una emorragia subaracnoidea? L'e.s.a. si vede alla RM, perchè Lei dice <si presume>?
La RM è stata eseguita dopo l'angiografia? Mi sembra alquanto strano!
In ogni caso la RM del 11/10 ha mostrato o no il sanguinamento?

Che vuol dire che la carotide ostruiva il passaggio del sondino dell'ecodoppler ?
L'ecodoppler non è un esame invasivo quindi non si usa alcun sondino.
Forse si riferisce al "sondino" dell'angiografia?
Allora perchè sarebbe stato ostruito il passaggio se l'esame ha messo in evidenza sia la relativa ostruzione della carotide che l'aneurisma cerebrale?

Se vi è stata l'emorragia e mediante il cateterismo femorale non si è riusciti a embolizzare la sacca aneurismatica (in effetti molto piccola), perchè non è stato preso in considerazione l'intervento chirurgico?

Con cordialità e auguri per Suo padre.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dottore,

vorrei ringraziarla per la risposta e scusarmi perché ho fatto un po’ di confusione nel riportare i fatti realmente occorsi rendendo tutto poco comprensibile.

Faccio un passo indietro e le racconto cosa è successo.

Mio padre il sei ottobre si trovava in bici quando all’improvviso ha accusato un forte mal di testa alla basa della nuca lato destro, fortunatamente è riuscito a percorrere un altro tratto di strada ed arrivare a casa di mio fratello.

Una volta sdraiatosi ha cominciato a vomitare ed a perdere le forze.

Data l’anomalia della situazione è stato avvisato il 118 e con ambulanza trasportato d’urgenza al P.S.

Sottoposto a tac gli viene riscontrata una emorragia cerebrale ed il giorno successivo, data la gravità, viene eseguita una panangiografia in narcosi perché mio padre era agitato.

L’esame rileva “la presenza di una placca ateromasica parietale al terzo prossimale della carotide interna destra, con riduzione del calibro vasale di circa il 50%. In corrispondenza del tratto sopraclinoideo della carotide interna destra, in prossimità della origine della corioidea nateriore, si rileva la presenza di una estroflessione sacculare della parete posterolaterale del diametro di circa 2mm e larga base d'impianto, con rapporto sacca/colletto di circa 1”.

I dottori ci spiegano che c’è la presenza di tanto sangue e che l’unica cosa che riescono a vedere è questa malformazione dell’arteria di 2mm, ma non essendo sicuri che l’emorragia è stata causata da questa piccola malformazione vogliono fare ulteriori esami.

Allo stesso tempo ci informano che mio padre non si può considerare fuori pericolo perché c’è la probabilità di un ulteriore sanguinamento che potrebbe essere peggio del primo e causare il decesso, che alla carotide ha un altro problema, anch’esso importante ma secondario all’emorragia.

Giorno 09/10/13 pensano di sottoporlo a RM ma, considerato il fatto che avrebbero dovuto intubarlo perché mio padre non collabora, programmano la RM ed una II panangiografia per la giornata dell’11/10/13 in modo da anestetizzarlo una volta sola.

Arrivati alla carotide con il sondino, preoccupati di ostruire il passaggio del sangue a causa della placca e di sottoporre mio padre ad ulteriori rischi, pensano di soffermarsi giusto il tempo per visionare ed escono immediatamente.

Ci hanno spiegato che se avessero avuto la certezza della causa del sanguinamento sarebbero intervenuti nella carotide per favorire il passaggio e poi avrebbero eliminato la causa mettendo uno catetere (non so se questo è il termine giusto) nell’arteria che presenta la malformazione.

Quindi per non esporlo a rischi hanno preferito fermarsi e fare un ulteriore consulto.

Nel frattempo, nella stessa giornata dell’11/10/13 iniziano una terapia farmacologica per eliminare il vasospasmo di un’arteria.

Il 14/10/13 ci informano che è troppo rischioso intervenire con la tecnica meno invasiva (catetere) perché l’ostruzione della carotide è al 70% e che comunque mio padre deve essere operato altrimenti rischia di morire per un secondo sanguinamento.

Decidono dunque che l’unica strada da percorrere è l’intervento chirurgico.

La data sarà stabilità solo dopo un’altra RM che avverrà o giovedì o venerdì e dopo la cura del vasospasmo.

Attualmente mio padre si muove, parla, ragiona, non ha perso la conoscenza, lamenta comunque mal di testa e dolore all’orecchio destro che vanno e vengono, alla gamba sinistra ed alla schiena (è fermo a letto dal giorno del ricovero perché non vogliono che cammini).

I dottori dicono che sono i sintomi dell’emorragia e che svaniranno non appena il sangue si sarà riassorbito.

Domande:

può una malformazione di 2mm generare tanto sangue (considerato che quella di mio padre è una emorragia “profonda” anche se non ho capito bene cosa significhi) ?

e se non dovesse essere quella che ha generato l’emorragia ed è stato invece un sanguinamento spontaneo, l’intervento chirurgico è comunque necessario ?

quali sono i rischi cui va incontro mio padre se si espone ad intervento chirurgico e si scopre che non è stata questa malformazione di 2mm (che chiamano aneurisma) a generare l’emorragia ?

i dottori dicono che mio padre si può considerare fuori pericolo solo dopo che trascorrono ca. 15 gg. dall’evento. Trascorsi questi è comunque necessario intervenire ?

Grazie
[#3]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile ragazzo,
adesso la Sua esposizione è molto più chiara!

Se l'esame TC ha evidenziato una ESA e l'angiografia un aneurisma, è quasi fuori dubbio che sia stato l'aneurisma a sanguinare e, quand'anche il sanguinamento provenisse da altra causa (che comunque non è stata evidenziata), l'aneurisma va operato.

Per quanto riguarda la seconda angiografia, mi par di capire che si è tentato di chiudere l'aneurisma per via non invasiva, ma ci si è fermati sia per il vasospasmo che per la parziale ostruzione della carotide che rendeva difficoltoso il passaggio dell'apposito catetere con le cosiddette spore metalliche da inserire all'interno della sacca, per provocare così la chiusura (embolizzazione) dell'aneurisma.

Il vasospasmo solitamente si osserva dopo il 4° giorno dal sanguinamento ed è per questo che si preferisce intervenire chirurgicamente entro 48-72 ore.
Se per motivi vari e giustificabili ciò non è possibile, bisogna attendere almeno 12-15 giorni per intervenire.
E' chiaro che l'attesa ha i suoi rischi in quanto si potrebbe, nel frattempo, verificare un nuovo sanguinamento anche più consistente e grave, ma non vi sono altre possibilità.
Suo padre si potrà considerare fuori pericolo solo dopo esser stato sottoposto all'intervento chirurgico, fermo restando i rischi ad esso connessi.

Il riposo assoluto, la terapia opportuna e il monitoraggio dei parametri clinici sono le procedure necessarie in questa fase.

Cordialità e auguri
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dottore,
grazie per aver risposto alle mie domande.
A questo punto mi chiedo perché ancora non sono intervenuti chirurgicamente?
Mio padre in questo momento si trova al policlinico universitario di Messina, e poiché io vivo a Milano, secondo lei è trasportabile? in quale struttura?
[#5]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Credo che aspettino almeno il 15° giorno dal sanguinamento. Ormai giustamente!
Non credo sia opportuno il trasferimento a Milano che farebbe perdere ulteriore tempo e aumentare il rischio.