Sciatalgia da ernia discale

Buonasera, nel 2007 ho avuto un grave episodio di lombosciatalgia che mi ha bloccato per quattro mesi.
Da risonanza magnetica effettuata si evidenziava una discopatia a livello di l5 s1 intraforaminale. Consultando un ortopedico mi sottopose per mesi a mesoterapia localizzata ai punti dolenti (Schiena e soprattutto gamba destra) e sinartech una puntura ogni 15 gg. Mi spiegò che con il tempo l'ernia tende ad essiccarsi e quindi mi sconsigliava l'intervento chirurgico emi consigliava riposo assoluto. Mi sono rivolto pure da un neurochirurgo che vista la situazione acuta mi prescrisse delle iniezioni cortisoniche e mi disse che qualora ci fisse stato miglioramento non era necessario intervenire chirurgicamente. Ci vollero quattro mesi ma la situazione tornò alla normalità. In tutti questi anni non ho più avuto episodi acuti ma devo dire che la mia schiena è comunque sempre rimasta la mia zona debole (gamba a volte intormentita, piede con formicolii, e doloretti vari).
Alcuni giorni fa ho avuto un problema intestinale, soffro di stitichezza e mi sono bloccato, infatti dopo una decina di giorni che non evacuavo mi ha iniziato a far male la schiena. Risolto il problema intestinale, mi è iniziato nuovamente il dolore alla gamba (Sciatalgia) che si attenua stando a sedere ma in piedi si acutizza al gluteo e al polpaccio della gamba. Secondo Voi cosa può essere successo? e soprattutto meglio l'ortopedico o il neurochirurgo? e quanto a questo punto può essere presa in considerazione la possibilità di un eventuale intervento chirurgico?
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Dopo tanti anni direi che si impone un'altra rmn lombare.
Poi, bisognerà che Lei venga vista in ambito neurochirurgico.
Orientativamente, se si confermerà la compressione in L5-S1 e risulterà una corrispondenza fra disturbi clinici ed immagini rmn, è da ritenere che vi possa essere indicazione chirurgica.
Se ha piacere, dia ulteriori notizie.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
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Egregio Dottore la ringrazio per la risposta e per l'attenzione dedicatami, nei prossimi giorni mi recherò sicuramente dal mio medico curante al fine di effettuare una nuova risonanza magnetica.
La risonanza del 2007 così recitava: "I dischi intermetamerici L2-L3 ed L5-S1 mostrano fenomeni di disidratazione del nucleo polposo e presentano protusioni anulari posteriori; la protusione discale L5-S1 è più accentuata ed appare focalizzata a sede postero laterale destra dove si configura formazione erniana mediana paramediana e parzialmente intracanalare destra".
All'epoca fui visitato da un primo ortopedico il quale mi consigliò subito l'intervento chirurgico in quanto secondo lo stesso questa ernia mi avrebbe sempre creato problemi, il secondo ortopedico invece mi consigliò di curarla con riposo, mesoterapia ed iniezioni cortisoniche, inoltre aggiunse che dopo circa cinque anni non vi sarebbe stata alcuna differenza tra una schiena operata e una schiena non operata in quanto l'ernia tende ad essiccarsi col tempo, l'operazione in subordine avrebbe potuto creare aderenze e eventuali cicatrici che avrebbero potuto creare problemi alla radice, risolvendo quindi il problema in parte. Il percorso di miglioramento fù lungo, circa quattro mesi, nei quali vi furono piccole ricadute, proprio a seguito di una di esse consultai un neurochirurgo che visitandomi mi spiegò che se vi fosse stato miglioramento con le iniezioni cortisoniche, sarebbe stato opportuno non intervenire chirurgicamente. Il miglioramento anche se lentamente si verificò e così ripresi a lavorare, facendo attenzione a tutto ciò che potesse arrecare danno alla schiena. Il mio lavoro però consiste nel dover passare diverse ore in auto e spesse volte devo affrontare lunghe camminate nei boschi in ambienti scoscesi e irregolari, in questi ultimi anni infatti di quando in quando vi sono state piccole ricadute, doloretti vari alla schiena e alla gamba. Devo sottolineare che ho dovuto smettere di praticare footing in quanto mi avevano assolutamente sconsigliato di correre e di praticare altri sport, insomma una vita controllata.
Adesso mi chiedo se allora mi fossi operato sarei stato meglio rispetto a come sono stato, oppure no? possibile che non ci sia la possibilità di tornare a condurre una vita normale? meglio contattare nuovamente il medico ortopedico che mi ha curato o consultare un neurochirurgo? La ringrazio
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Facciamo l'esame e poi ne riparliamo.
Cordialità
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Attivo dal 2009 al 2015
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Gentile Dottore, stamani ho ritirato l'esito della risonanza magnetica le scrivo in sintesi la risposta: " Il disco L5-S1, assottigliato, mostra protusione sul versante postero-laterale destro a delineare salienza erniaria ad ampio raggio che oblitera gli spazi premidollari anteriori ed impronta l'emergenza radicolare destra di S1; nella sede foraminale destra, l'irregolarità del profilo discale giunge altresì ad improntare lievemente la radice emergente di L-5.
Normale il segnale del cono midollare, allo studio diretto.
Rispetto al precedente studio dell'agosto 2007 sostanziale immodificazione della salienza erniaria descritta al disco L5-S1, comparsa dello scivolamento anteriore di L5 su S1. Ne è indicato il controllo evolutivo.
Mi immagino che sia difficile per Lei fare diagnosi o azzardare risposte ma Vorrei sapere un Suo consiglio su come "muovermi" e soprattutto, se, secondo Lei, è consigliabile un intervento chirurgico. Grazie
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Direi che sarebbe opportuna un'ulteriore valutazione neurochirurgica proprio per stabilire quel nesso, cui abbiamo fatto cenno, fra disturbi clinici obiettivabili ed immagini rmn.
Cordialità
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Guardi domani mattina devo farmi visitare da un neurochirurgo. La mia considerazione comunque, per la quale vorrei un Suo parere, è la seguente: Nel 2007 il primo ortopedico che mi visitò e prese visione dell'allora risonanza magnetica mi suggerì l'intervento chirurgico in quanto, essendo giovane, mi disse che in futuro questo tipo di ernia mi avrebbe comunque dato fastidio. Il secondo ortopedico mi suggerì la terapia conservativa e tale opinione fu confermata da un neurochirurgo il quale aggiunse che se con le cure antinfiammatorie vi era miglioramento non era necessario intervenire chirurgicamente. Dopo diversi mesi ho iniziato nuovamente a lavorare e a condurre una vita normale, ma sempre consapevole del problema. Mi spiego meglio, ho sempre percepito che qualora avessi intrapreso attività particolari, correre ad esempio o praticare alcuni sport tipo calcio, calcetto, che prima praticavo, avrei sicuramente avuto nuovi problemi. A lavoro il medico mi ha impartito alcune prescrizioni ben precise sui comportamenti da adottare, mi ha vietato a stare molto in piedi, il piede tende a darmi formicolii. Molti giorni ho mal di schiena, insomma pur stando attendo a condurre una vita limitata, il mio stato di salute non è più tornato perfetto come prima.
Ora avendo quarantacinque anni e non avendo pretese di giocare a rugby o a calcio o di fare particolari sport agonistici possibile che non possa condurre una vita normale?? il mio lavoro consiste nel dover passare molte ore nel bosco in ambienti scoscesi, possibile che non possa permettermi di camminare magari un paio d'ore nel bosco perché rischio di trovarmi nuovamente bloccato con la sciatalgia??. Dopo sette anni di sacrifici e di attenzioni mi è tornata la sciatalgia in quanto ho fatto delle durature camminate, percorrendo sentieri con salite e discese ma niente di più, io che amavo correre non ho più praticato tale attività in quanto mi era stata sconsigliata, mentre mi era stato detto che camminare non avrebbe creato problemi. Avendo sperimentato la cura conservativa adesso con tutta onestà, se mi fosse proposto un intervento chirurgico, l'affronterei senza problemi perché non sono rimasto affatto soddisfatto del decorso fino adesso seguito. La ringrazio
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Faccia pure conoscere, se lo desidera, il responso del Collega che la vedrà.
A presto ed auguri.
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dopo
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Egregi Dottori stamani sono stato visitato da un neurochirurgo.
Visionando la prima risonanza magnetica e confrontandola con quella effettuata alcuni giorni fa ha detto che, si è staccata una piccola ernia nuova che dà fastidio, l' ernia del 2007 risulta essiccata, visitandomi non ha riscontrati deficit alla gamba e quindi mi ha consigliato di aspettare.
Secondo lui trattandosi di una ernia più piccola rispetto alla precedente in 4 massimo 8 settimane dovrei recuperare. Per quanto riguarda il discorso e la considerazione che vi ho esternato nel mio precedente messaggio mi ha riferito che essendo difettoso il disco l'ernia quando decide di uscire esce, per tanto non è consigliabile, secondo lui, riguardarsi più del dovuto, a volte esce con uno starnuto. Chiedendomi il lavoro che svolgo e nonostante gli abbia riferito che trascorro parecchie ore in auto fuoristada e percorro tanti km a piedi mi ha detto che devo fare quello che mi sento di fare. Sicuramente non mi ha consigliato il riposo contrariamente a tutti gli specialisti fino adesso incontrati, anzi ha aggiunto che stando fermi a riposo l'ernia ci impiega più tempo a seccare. Mi ha consigliato di sospendere le iniezioni di cortisone, mi ha prescritto coefferalgan ogni 8 ore per 15 gg e mi ha prescritto delle vitamine da assumere per 40 gg per la radice. Se poi la sciatalgia non dovesse passare nel tempo da lui indicatomi devo richiamarlo.
Ora io sono molto confuso perché nel frattempo io trovo sollievo soltanto a sedere, in piedi dopo pochi secondi la gamba inizia a dolermi tanto da piegarmi, non so se rientrare a lavoro, se non devo stare fermo quanto mi posso muovere?? e soprattutto mi sembrava anche la volta precedente che il cortisone fosse l'unico farmaco che funzionava e invece lui l'ha escluso dicendo che è soltanto il tempo che guarisce.
Vi chiedo un consiglio perché veramente per questa patologia non mi sembra vi sia coesione di pareri e unità di intenti fra gli esperti del settore. Grazie
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Mi pare di capire che il Neurochirurgo Le ha detto di attendere due settimane in assenza di deficit.
Aspettiamo e se fra 15 giorni non si avranno miglioramenti sensibili, ancor di più se si registreranno deficit di forza, Le consiglio di sentire un altro Neurochirurgo riferendo anche il pensiero del primo (la mia sensazione, ora come ora, è che dovrebbe esserci un indicazione all'intervento, con quale tecnica è da valutare).
Cordialità
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Gent.mo Dottore La ringrazio per l'attenzione, sul referto effettuato dal Neurochirurgo a seguito dell'ultima visita effettuata emerge che a differenza della grossa ernia uscita nel 2007 si è aggiunta una ernia discale espulsa di dimensioni più piccola della precedente. Vorrei chiederLe che cosa comporta il fatto che sia espulsa? il medico che mi ha visitato ha detto che, il fatto che sia espulsa dovrebbe giocare a mio favore, cosa significa?? Mi sbaglio o il fatto che sia espulsa solitamente è un'aggravante? Lui sostiene che essendo il disco difettoso anche se si intervenisse chirurgicamente, la possibilità di recidive sarebbero concrete e che quindi se le mie condizioni migliorano col tempo è meglio aspettare ad intervenire. Io comunque continuo a chiedermi ma una volta asportata l'ernia chirurgicamente il disco viene suturato oppure no??? Mi scusi per le molteplici domande ma non riesco veramente a capire quale sia la strada più giusta da seguire grazie
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
Lei fa una serie di domande le cui risposte Le sarebbero di scarso aiuto.
Mi confermo nella sensazione dell'indicazione ad un intervento risolutivo.
Cordialità
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dopo
Attivo dal 2009 al 2015
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Gentili Medici, dopo circa un mese di malattia sul lavoro, avendo constatato dei leggeri miglioramenti, ho ripreso da una settimana il lavoro.
Successivamente alla visita neurochirurgica descritta nelle mie email precedenti, ho effettuato una visita dal Prof. ortopedico che mi aveva seguito nel 2007, il quale ha nutrito dei forti dubbi sul fatto che di possa trattare di una nuova piccola ernia espulsa come indicatomi dal neurochirurgo, mi ha detto che secondo lui, si è infiammato la radice e il nervo sciatico in conseguenza ad una mia torsione o movimento errato, mi ha sottoposto a due sedute di mesoterapia localizzata (schiena, gluteo, polpaccio e piede esterno) e una settimana fà ho ritenuto opportuno far rientro a lavoro avendo come già detto constatato del miglioramento. Il miglioramento intendo che stando in posizione eretta, riuscivo per più tempo a non avvertire dolore alla gamba ma dopo diversi minuti in piedi avvertivo solo un leggero fastidio alla gamba, abbastanza sopportabile.
Adesso dopo una settimana, siamo alle solite, a sedere non provo dolore soltanto in alcune posizioni, (cioè tenendo il bacino il più possibile a novanta gradi rispetto alla gambe) in piedi dopo pochi secondi torna il dolore acuto per tutta la gamba. Faccio notare che a lavoro non ho assolutamente effettuato movimenti o sforzi particolari, eccetto movimenti normalissimi quotidiani.
Scusatemi ma qui continuano a dirmi che l'intervento è da sconsigliarsi, che per le ernie discali l'intervento è previsto solo in casi particolari con presenza dei deficit all'arto. Io però nel frattempo continuo a non poter effettuare nessuna attività motoria, fuorchè attività da seduto. A distanza di un mese e mezzo dal primo evento cosa mi consigliate di fare??
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.8k 242 2
L'intervento risolutivo mi sembra ancora la soluzione migliore (forse unica).
Per quanto riguarda l'intervento in mininvasiva mi appare l'unica vera soluzione (minimi rischi, di sicuro inferiori a quelli che si corrono se non si opera, e miglior possibilità di successo).
Se ha piacere, rilegga gli articoli divulgativi che ho pubblicato, sull'argomento, sulla mia pagina blog.
Cordialità
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Mi permetto di aggiungere, nell'interesse dei pazienti e degli utenti in genere, che se c'è chi afferma che le ernie del disco si devono operare solo se si è verificato un deficit neurologico, non conoscono la patologia discale e della colonna vertebro-spinale.
Tale asserzione può indurre a sottovalutare la patologia discale con conseguenze anche molto gravi.