Stenosi lombari, ipertrofia in paziente già stabilizzata l5-s1

Buonasera,
sono una donna di 44 anni operata dopo molti anni di terapie al tratto L5-S1. Prima dell'intervento ho fatto di tutto, fisioterapia, posturale, tecar, ozonoterapia, nonché terapia farmacologiche tipo forti antidolorifici, cortisonici, miorilassanti etc. il tutto con risultati negativi fino al luglio 2011 quando fui operata di stabilizzazione L5-S1. Ripresa post operatoria veramente lenta, fisioterapia anche in acqua, nuove infiltrazioni e farmaci. Periodo di relativo benessere per circa sei mesi dopodiché nel febbraio 2013 fui coinvolta in un incidente stradale trasportata al PS ove TAC riferiva di un aggravamento della protusione già presente prima dell'intervento sul tratto L4-L5.
Per mesi sono stata malissimo nuova fisioterapia, farmaci etc. fin quando mi veniva suggerito di effettuare radiofrequenza, per la quale non ero propensa.
Così sono andata avanti mesi con farmaci, nuove infiltrazioni etc. ma a febbraio di quest'anno un dolore acutissimo al tratto lombare paralizzante con irradiazione coscia sx laterale, fino alla caviglia. Eseguita EMG: segni di sofferenza pluriradicolari L3-L4-L5 di sx e S1 bilaterale di tipo cronico. RM con MDC: Esiti di stabilizzazione a livello L5-S1 con viti peduncolari in buona posizione.
Scarsamente riconoscibile il disco intersomatico compreso fra L5 e S1 per verosimile presenza di distanziatore intervertebrale; il sacco durale a questo livello presenta discrete deformazioni da trazione in esiti fibrocicatriziali.
Stenosi del canale vertebrale livello L4-L5 per la presenza di protusione ad ampio raggio del disco intersomatico che impronta il sacco durale e le radici e ipertrofia dei legamenti gialli e dei processi articolari per artrosi interapofisaria.
Nei limiti della norma l'aspetto del cono midollare.
Non potenziamenti abnormi dopo perfusione di agente di contrasto paramagnetico.
Il Neurochirurgo con il quale sono in cura suggerisce intervento di distanziatore L4-L5 e radiofrequenza in corso di intervento.
Ho bisogno di un parere in quanto l'ansia di eseguire un nuovo intervento è molta e inoltre ormai sono mesi che non dormo la notte, i dolori sono sempre presenti, i formicolii e gli addormentamenti sono sempre maggiori, poco meno di un mese fa la mia gamba sx non si alzava più di 30°.
Ho chiesto un secondo parere nel quale è stato ipotizzata la stimolazione spinale e una pulizia del tessuto circatriziale.
Ora qual'è la strada da seguire per ritornare a una vita che non limiti più le mie possibilità di donna, madre e lavoratrice? In questi mesi sono veramente provata nella mia dignità in quanto dopo aver chiuso la mia strada di ballerina da anni non ho più il possesso del menage familiare, della quotidianità, battuta da dolori e limiti inaccettabili.
Inoltre sinceramente non posso e non voglio sottopormi ad un intervento inutile ma cerco una strada che mi aiuti veramente.
Ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Il Suo caso mi appare abbastanza complesso per la storia e per la descrizione delle immagini rmn così come da Lei riferito.

La sofferenza di uno spazio adiacente ad una stabilizzazione, come nel caso in esame, non è del tutto inusuale ed è fra effetti collaterali negativi del tipo d'interevento con stabilizzazione.
Mettere un distanziatore, fra L4-L5, mi sembra che sia un rincorrere con i medesimi/simili metodi una patologia che sfugge verso "l'alto" anche per i predetti metodi.

Bisognerebbe visitarLa, vedere le immagini e consigliarLa di conseguenza ma, in prima battuta, non mi pare che la soluzione recentemente propostaLe sia la migliore.

Cordialità

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore,
anzitutto La ringrazio per il riscontro. Purtroppo riassumere una storia lunga anni non è facile e capisco che per avere un reale indirizzo circa la strada da seguire difficile è che ciò possa avvenire tramite un consulto on line.
Tuttavia il fatto che Lei mi scriva che l'intervento "non sarebbe" forse la direzione corretta o quanto meno non risolutiva è già tanto.
È vero si la patologia sta sfuggendo verso "l'alto" ma cosa si può fare concretamente per fermarla? Sempre che ci sia qualcos'altro da fare oltre il già fatto.
Mi è stata proposta l'agopuntura ma temo che, come per le precedenti terapie, dopo qualche mese tutto ritorni come prima se non peggio perché, in effetti, mi rendo conto che ogni attacco è sempre più violento e più lungo.
La stimolazione spinale, potrebbe forse essere corretta? Conservativa? Quali sono gli effetti collaterali negativi?
Mi è stato detto: "Quella è l'ultima spiaggia... dopo il resto" e quindi le domande sorgono spontanee: "Perché prima si deve operare e non conservare la struttura ossea, legamenti etc. e poi pensare che forse è il caso di ricorrere a questa metodologia?".
Comprendo che dovrebbe effettuare una visita per rilasciare un parere completo ma alle domande sopra esposte riesce a rispondermi?
In quali casi si ricorrere a quella che è definita "L'ultima spiaggia?" e può l'agopuntura riuscire lì dove tutte le altre terapie farmacologiche e fisiche hanno fallito?
Attendo gentilmente un Suo riscontro e La ringrazio anticipatamente per la Sua attenzione.
Cordialmente.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Non ho fiducia nell'agopuntura e non la prenderei neppure in considerazione.
Per ultima spiaggia vi è tutta una serie di provvedimenti e questi possono avere buona efficacia solo temporaneamente e, sostanzialmente, quando ci si trova in presenza di una contenuta spettanza di vita per una grave patologia di base.
Cordialità
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dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore,
quindi anche l'agopuntura non è da valutare, Le chiedo in via pratica cosa suggerisce per una serie di provvedimenti che possono risultare di buona efficacia anche se solo temporaneamente?
A volte accade che tra li medico e il paziente manchi proprio quel rapporto di praticità... e i pazienti si trovano a non sapere ciò che è bene e ciò che è male e a spendere soldi inutilmente ma soprattutto a non trarre benefici.
Ovvia poi la sussistenza di indici di variabilità rapportati al tenore di vita ma sostanzialmente quali sono le regole e le vere terapie che potrebbero donare benefici.
Mi conceda qualche indicazione.
Attendo Sue ringraziandoLa anticipatamente.

Cordialmente.
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dopo
Utente
Utente
Buonasera,
sicuramente il dott. Della Corte è impegnato nelle ultime ore.
C'è un neurochirurgo di Roma o Pisa che può sostenermi?
Ringrazio anticipatamente, cordiali saluti.