Dolore persistente post intervento

Buongiorno... volevo chiedere gentilmente se sulla base di due interventi per ernia del disco e a seguito degli esami che riporto di seguito, il dolore è persistente e la diagnosi è lesione della radice e materiale cicatriziale non operabile...cosa e come potrei risolvere?
Eseguito il primo intervento di discectomia l3-l4, a breve distanza di tempo però risultato non risolutivo, il quale ha compromesso il mio stato di salute, mi ha portato a ripetere un secondo intervento di microdiscectomia a seguito di denervazione in atto della radice l3-l4, marcata ipotrofia muscolare del quadricipite femorale SN e di materiale erniario rimasto in sede.


Eseguito il secondo intervento di microdiscectomia l3-l4 a distanza di due mesi ho eseguito esame di risonanza magnetica la quale riporta: non si documentano compressioni sul sacco durale.


Esiti dei pregressi interventi di laminectomia e faccectomia in l3-l4 sn, con protusione discale forominale omolaterale.


Protusione discale l4-l5.


Al momento i sintomi sono rigidità muscolare, dolore lombare, ginocchio ovattato e dolore al quadricipite femorale sx... sto eseguendo fisioterapia con posturale Tecar laser yag ma rimane la persistenza del dolore... l elettromiografia riporta moderata sofferenza neurogena stabilizzata a distribuzione l3-l4 l4-l5.

P.

S.
Le problematiche sono sorte con il primo intervento, ed il secondo è stato eseguito per cercare di rimediare al primo.


Grazie in anticipo a chi mi darà una risposta!
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Sicuramente bisognerebbe vedere le immagini e visitarLa.
La mia impressione, a distanza, è che Lei abbisogni di una decompressione con tecnica mininvasiva raggiungendo la compressione radicolare per via postero-laterale, andando a lavorare sulla tasca radicolare senza ripercorrere la medesima strada già intrapresa durante i due precedenti interventi a cielo aperto. Le predette vie chirurgiche saranno piene di tenaci aderenze cicatriziali interne. Bisognerà entrare, con la mininvasiva, direttamente nel neuroforame e lavorare sia sul residuo erniario ancora in loco, che sulle aderenze in atto.
Presumo, altresì, che anche il livello L4-L5 vada esplorato e decompresso.
Non credo che i trattamenti conservativi (tecar, fkt...) possano riuscire particolarmente utili, considerato che la causa dei disturbi rimane in sede.
Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
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