Appena avverto laura

Soffro da una trentina d’anni (dalla fine dell’adolescenza) di una forma di emicrania. Essa si localizza, invariabilmente, nel lato sinistro della testa. Ormai ho imparato a riconoscerne le avvisaglie, la cosiddetta “aura”, e so di avere a che fare con una brutta bestia. Prima essa si manifestava all’incirca una volta al mese, ma da un po’ le sue… visite si sono fatte più frequenti. Il mio medico di famiglia mi consigliò un giorno delle compresse chiamate Cafergot 1 MG+100 MG, da prendere esclusivamente all’insorgere del problema, grazie alle quali ho potuto fermare moltissime volte la partenza del dolore inibendone la rincorsa. In pratica avviene questo: appena avverto l’aura (questo accade soprattutto di notte) devo ingurgitare subito qualcosa (un paio di fette di pane o altro) al fine di ingoiare la compressa con lo stomaco pieno. Nel 90% dei casi, se presa in tempo, la pillola raggiunge il suo scopo e il principio di emicrania regredisce fino a sparire del tutto. Mi rimane, purtroppo, un altro problema. Quello del disagio intestinale. Avverto, infatti, dei lievi bruciori nell’addome (non eccessivamente fastidiosi ma persistenti), accompagnati, ogni tanto, da un bisogno di defecare. Ritornando alla percentuale di successo della compressa di cui sopra, occorre dire cosa avviene nel restante 10% dei casi. L’emicrania mi esplode letteralmente in testa, scatenandosi per circa 40-45 ore. Il dolore parte dalla base del collo fino al centro della testa (parliamo sempre del lato sinistro del capo). E’ un crescendo che raggiunge il culmine fra la 12^ e la 36^ ora.
C’è da dire, inoltre, che, come l’argine di un fiume, attaccato dalla violenza di un nubifragio, che resiste al primo assalto, ad un secondo, ad una terzo, e così via, fino a quando non può più opporsi alla esondazione delle acque, anche la mia pillola deve cedere ai molteplici tentativi dell’emicrania, in quanto i suoi attacchi, passato un certo periodo di tempo dall’ultima crisi (circa 15-20 giorni) diventano sempre più frequenti, fino a quando risulta inefficace il contrasto tentato dal Cafergot, e ci si deve rassegnare a sopportarla stoicamente. Dopo di che arriva la bonaccia, leggasi il periodo durante il quale, non si manifesta più. Come se ciò bastasse ci sono altri elementi che concorrono ad attivare i sensori emicranici: le fredde correnti dei condizionatori d’aria e, addirittura, quelle provenienti dall’esterno mentre sono alla guida dell’automobile (devo stare attento a non abbassare il finestrino nemmeno d’estate!), i bruschi cambiamenti climatici (sovente mi capita di constatare come l’attacco sia avvenuto in corrispondenza di un repentino abbassamento della temperatura o, addirittura, di giornate particolarmente ventose, nonostante, si badi bene, io non sia ancora uscito di casa - meteoropatia? -) e, infine, una cena abbondante e varia, sovente innaffiata da un buon vino.
Ultimamente, causa l’insopportabilità del dolore, assumo un altro prodotto. Il suo nome è Maxalt Rizatriptan 10 MG. Ma lo prendo esclusivamente quando non posso realmente più resistere, facendo attenzione, però, ad assumerlo soltanto dopo che sono passate almeno 24 ore dall’assunzione del Cafergot, in quanto quest’ultimo è a base di ergotamina e i due prodotti sono incompatibili. Il Maxalt lo prendo una volta sola, come ultima ratio, qualunque sia il risultato. Devo dire che è efficace se preso nell’ultima fase del processo emicranico (diciamo tra la 30^ e la 40^ ora, se invece lo assumo nel mezzo del ciclone, mi dà una tregua di 6-8 ore e poi l’emicrania ritorna e me la devo sorbire ancora per alcune ore).
A questo punto io chiedo: quali conseguenze, alla lunga, può portare nel mio organismo l’uso di questi farmaci? Ci sono prodotti alternativi meno invasivi? Dovrei farmi delle radiografie allo stomaco per verificare se ho ulcere o gastriti? Oppure c’è il rischio della insorgenza di ischemie o problemi cardiaci? Fisicamente, fino ad ora, non ho mai avvertito nulla di rilevante. Posso ridurre la possibilità di avere emicrania facendo anche una adeguata terapia fisica, tipo massaggi al collo o altro?
Grazie dell’attenzione.
[#1]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

una domanda...è seguito da un neurologo o da un centro cefalee? Ha una diagnosi precisa del tipo di cefalea?
Consideri che il triptano (maxalt) potrebbe essere assunto, anzi è più razionale assumerlo, all'inizio dell'attacco. Quanti attacchi al mese si presentano?
Per "aura" intende quella classica con problemi di vista o sono soltanto sintomi premonitori?

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
Dr. Rosario Vecchio Neurologo 1.4k 32 22
Gentile Utente

il Cafergot è oramai un farmaco che viene considerato di seconda scelta nella terapia acuta dell'emicrania. Vengono preferiti i triptani di cui fa parte il Rizatriptan. I triptani per avere la massima efficacia vanno assunti immediatamente al manifestarsi dell'aura. I triptani sono farmaci abbastanza sicuri. Il consiglio che le dò è di rivolegersi ad un centro cefalee, dato che a quanto mi sembra di capire si è verificato un aumento della frequenza degli episodi e pertanto potrebbe essere indicata una adeguata terapia di prevenzione degli attacchi emicranici fatta con opportuni farmaci che sono differenti da quelli utilizzati nella terapia acuta dell'emicrania.

cordiali saluti

Dr. Rosario Vecchio

[#3]
dopo
Utente
Utente
Risposte per il Prof. Ferraloro e il prof. Vecchio. 1) Sono stato in un centro cefalee, ma sono rimasto deluso. In pratica avrei dovuto sostituire una semplice compressa (che peraltro assumo ogni tanto) con tutta una serie di altri farmaci da prendere in forma continuativa indipendentemente dall'emicrania!; 2)Riguardo agli attacchi dipende dal periodo. Può succedere che mi vengano per due o tre giorni consecutivi (e io li blocco col Cafergot, preservando la mia facoltà lavorativa). Poi spariscono per una decina di giorni, per ritornare successivamente. Io controbatto alla solita maniera e in questo modo posso evitare l'emicrania anche per una quarantina di giorni consecutivi. Ma gli attacchi, nel frattempo, possono essere stati anche 7 o 10; 3)Per "aura", in effetti, intendo i sintomi premonitori (molto chiari e molto veloci, perché devo assumere la compressa il più presto possibile).
Cordiali saluti.
[#4]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

evidentemente Le avranno prescritto una terapia di prevenzione, non per combattere l'attacco ma per non farlo scatenare. La sostituzione di cui Lei parla è senz'altro in questa ottica. Consideri che la terapia continuativa, per alcuni mesi, non è a base di antidolorifici ma di farmaci di classe diversa.
Le dirò che quando ci sono le condizioni e la terapia dà i benefici sperati è senz'altro da preferire la prevenzione.

Cordialmente
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