Perdita di forza muscolare al braccio destro

Buongiorno, vorrei sottoporre al Vs. giudizio un disturbo sortomi recentemente che mi preoccupa moltissimo: ho 60 anni, pensionato, passo molte ore al giorno al pc, sedentario, attività fisica o sportiva praticamente assente se non per qualche lavoretto domestico. Soffro da anni, ormai una ventina, di fastidio e rigidità cervicali (unitamente a quelli della spalla destra) che però fino ad alcuni giorni or sono non mi avevano fatto preoccupare più di tanto: sporadici dolori notturni o diurni, probabilmente per errata postura, e sovente, in questi ultimi mesi, risveglio al mattino con dolenzia al mignolo della mano destra e dito pollice addormentato con leggero formicolìo del braccio dx, ma tutto sommato dolori e fastidi accettabili; agli inizi di aprile 2013 durante una visita da parte del medico di base il medesimo mi riscontra una discreta iporeflessia del braccio destro e quindi mi prescrive una EMG di cui riporto il referto: "Quesito clinico: cervicobrachialgia dx. Studio delle conduzioni nei nervi mediano ed ulnare bilat con reperti nei limiti di norma sia sul versante motorio che sensitivo. Vedi tracce allegate. Derivazione con agoelettrodo da alcuni muscoli dell'arto superiore dx (deltoide, bicipite brachiale, tricipite, interosseo dorsale). Assente attività a riposo. Il RVM evoca un pattern in transizione ricca in tutti i muscoli esaminati con PUM di ampiezza aumentata; il quadro appare più impoverito nella muscolatura di spettanza C7 dx. CONCLUSIONI: Segni di sofferenza radicolare cronica C5-C6-C7 dx, senza segni di denervazione".
In seguito a tale esame eseguo a fine aprile RMN della colonna cervicale con seguente esito: "In C4-C5 C5-C6 e C6-C7 il canale vertebrale appare ristretto in parte per una protrusione dei dischi ed in parte per un appuntimento degli spigoli dei corpi vertebrati che deformano il profilo anteriore del canale vertebrale e la cui estensione laterale riduce l'ampiezza dei recessi laterali del canale vertebrale ed in particolare quello di sinistra in C5 e C6. Agli stessi livelli, poi, il canale vertebrale appare anche ristretto nel suo profilo posteriore per una ipertrofia degenerativa delle strutture della parete posteriore del canale che deformano lo spazio subaracnoideo posteriore. Il midollo cervicale appare deformato dai fenomeni degenerativi precedentemente descritti ma non dimostra alterazioni del suo segnale".
Questi i referti e ora vengo al dunque: pur avendo da anni tempo fastidi cervicali documentati dagli esami di cui sopra, da circa una settimana e praticamente da un giorno all'altro ho accusato e tutt'ora accuso una rilevante perdita di forza muscolare al braccio destro per cui ho estrema difficoltà a sollevare pesi anche modesti con riduzione del tono muscolare a bicipite, deltoide e tricipite che, se sotto sforzo, sono molto deboli e tremano partendo dalla spalla con leggera dolenzia sopratutto al bicipite e difficoltà anche nell'eseguire un semplice Mingazzini. Sono sintomi di sla oppure no? Grazie.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Gent.le utente,
"i suoi sono sintomi di deficit fi forza all'arto superiore destro"
nel senso che a parte la insorganza improvvisa e, se ho ben compreso, senza una causa apparente non vi sono altri elementi per per una ipotesi di diagnosi differenziale.
Sembrerebbe, così come è raccontato, un deficit centrale più che periferico, ma necessariamente la mia è una opinione a "basso speso specifico" poichè priva di riscontro clinico diretto. Pertanto:
-visita neurologica,
-ed eventuali esami strumentali che verosimilmente dovessere rivelarsi indicati.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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Utente
Utente
gent.le Dr. Poli, la ringrazio per la sua risposta che però fa aumentare ancor più la mia crescente preoccupazione quando Lei mi riferisce che pare essere piuttosto un disturbo di natura centrale: premetto che non ho fascicolazioni evidenti tolto qualche sporadicissima e lievissima "scossetta" per lo più in regione scapolare e la perdita di forza la sento circoscritta nella parte prossimale dell'arto, ossia tra la spalla e il gomito interessando perlopiù i tre muscoli che ho citato, muscoli che tra l'altro sono stati "testati" durante l' EMG di aprile di cui le ho detto il referto...secondo il quale non comparivano segni di attività a riposo nè di apparente denervazione ma una sofferenza cronica radicolare in c5-c6-c7 dx: ora le domando...è possibile che questa sofferenza cronica radicolare fosse già allora provocata dalle protrusioni rilevate alla RMN cervicale unitamente al restringimento del canale vertebrale dovuto anche al processo degenerativo riscontrato, con deformazione dello spazio subaracnoideo e deformazione del midollo cervicale?
Anche perchè, a dire il vero, circa 3-4 giorni prima di avvertire questa mancanza di forza avevo eseguito un lavoro (sostituzione di una serratura di sicurezza della porta di casa) dove avevo sottoposto il braccio a un notevole sforzo prolungato dovendo riavvitare a mano col solo cacciavite diverse lunghe viti di fissaggio che per scrupolo avevo avvitato talmente a fondo fino ad arrivare a sentire in effetti il braccio piuttosto provato avendo sollecitato a fondo e con massimo sforzo i muscoli del medesimo. Non potrebbe essere che tale sforzo abbia scatenato una maggior irritazione a distanza di quei 3-4 giorni nei muscoli interessati dalla sofferenza cronica ormai pluriennale dovuta alla compressione dei nervi medesimi nel tratto cervicale? Non ho deficit di forza nell'avambraccio e nella mano ma solo nel tratto tra la spalla e il gomito e siccome mi controllo ogni 5 minuti ad oggi non ho fastidi simili al braccio sinistro nè alle gambe e neppure fascicolazioni da nessuna parte; tra l'altro ho letto su diversi forum e pagine mediche online che talune compromissioni cervicali (e la mia pare essere comunque non da poco...) possono provocare oltre che dolore e parestesie anche, e non raramente, vere e proprie perdite di forza muscolare dell'arto interessato che possono durare anche a lungo nel tempo e dare un deficit muscolare periferico del tutto simile ad uno centrale...le dico questo nella speranza che l'ulteriore EMG che eseguirò mercoledì prossimo unitamente a nuova visita neurologica dia esito negativo. Dimenticavo anche di dirle che venerdì scorso, quindi tre giorni or sono, ho già affettuato una visita neurologica tramite la mia ASL dove il neurologo (che però non mi ha convinto...non sembrandomi molto "professionale") ha escluso categoricamente patologie di natura centrale ma visitandomi a mio parere in modo piuttosto superficiale (appena un Mingazzini, riflessi a braccia e gambe con martelletto, camminata su e giù, fermo a piedi uniti e occhi chiusi, indice su punta naso a occhi chiusi...e stop) rilevando solamente una iporeflessia già conosciuta al braccio destro (gambe no) e riconducendo il tutto, visionando gli esami pregressi, ad una radicolite periferiche di natura cervicobrachiale.
In ogni caso mercoledì effettuerò la nuova EMG e poi le farò sapere, per il momento la ringrazio per la sua grande cortesia, anche se......mi ha spaventato un pochino. Ancora grazie di cuore!
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Mi rincresce averla "spaventata un pochino". Le ho detto, mi pare, come "...la mia è una opinione a "basso speso specifico" poichè priva di riscontro clinico diretto..." giacchè trattasi di opinione "a distanza" indicandole visita neurologica ed eventuali esami strumentali.

Apprendo solamente da questo contatto come le sia già stato visitato venerdì scorso da un collega neurologo della ASL quando scrive "...ho già affettuato una visita neurologica tramite la mia ASL dove il neurologo (che però non mi ha convinto...non sembrandomi molto "professionale") ha escluso categoricamente patologie di natura centrale..." e come mercoledì prossimo abbia in programma una elettromioneuromiografia.

Non so veramente cosa dire.
Già visitato venerdì scorso, elettromioneurografia in programma per mercoledì prossimo.
Non comprendo.
Non comprendo nè il senso del quesito posto a distanza nè il comportamento di omettere la informazione circa il fatto che già avesse effettuato una visita neurologica da pochissimo ed avesse a breve in programma una elettromiografia.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
A ulteriore precisazione:
-chi le scrive si era espresso per una disturbo centrale più probabile rispetto ad uno periferico sulla sola base anamnestica del riferito esordio pressochè improvviso quando scrive "...praticamente da un giorno all'altro...";
-pertanto non deve convircere me che non lo sia giacchè fortunatamente ne è già convinto il collega che la visitata venerdì scorso...
-verso il quale, diciamo pure, non è stato così gentile giudicandolo da un punto di vista professionale quando scrive "...che però non mi ha convinto...non sembrandomi molto "professionale"...";
-così come non è stato gentile nei confronti di chi le scrive: sappia come questa attività è assolutamente complessa e difficile poichè "esprime pareri a distanza", naturalmente gratuita e su base volontaria, togliendo del tempo libero in nome della sola passione per la professione e del supporto che è possibile fornire ai pazienti.
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Utente
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Gent.mo Dr. Poli, ha ragione e me ne scuso, inoltre avevo ancora pochi caratteri a disposizione per scrivere il mio messaggio; poi, come Lei avrà ormai capito, sono anche un tipo molto ansioso, direi anche abbastanza "ipocondriaco" e l'attesa fino a mercoledì quando farò l'esame che le ho detto mi sembra lunghissima, e pur essendo stato visitato venerdì dal Neurologo che le ho detto sono rimasto sfavorevolmente colpito dalla sua, diciamo..."superficialità" nel visitarmi, non mi ha fatto neppure togliere la camicia (anche se mi rendo conto che potrebbe non essere indispensabile...) e se non me la fossi tolta io probabilmente mi avrebbe visitato con la giacca a vento addosso; so che non è bello criticare da profano dei medici che sicuramente hanno la competenza per esserlo a pieno titolo, inoltre appartenenti alla Sua categoria e specializzazione...ma le assicuro che la visita di venerdì è stata di un'approssimazione disarmante...e quindi in cuor mio diciamo che non ne tengo conto: il Neurologo che invece mi vedrà mercoledì e (spero) vorrà sottopormi a EMG visto che quella in mio possesso risale ad oltre 9 mesi fa, pare essere (anche per sentito dire da amici laureati in Medicina) uno Specialista molto quotato anche a livello regionale e responsabile da molti anni di reparti di Neurologia di famosi ospedali e cliniche private (anche dell'Ospedale Molinette di Torino) e quindi, almeno teoricamente (considerando anche il mio stato ansioso e fifone...) diciamo che mi "ispira più fiducia" anche se mi rendo conto che non si possono giudicare le qualità professionali o meno, sopratutto in campo medico, di chicchessia senza conoscerlo personalmente...(comunque il Suo collega di venerdì non riteneva neppure il caso di rifare la EMG...).
Scusandomi ancora per non averla messa subito al corrente della visita sostenuta venerdì le chiedo ancora gentilmente un suo parere, se, a Suo giudizio, un quadro di cervicobrachialgia come quello riportato possa, col tempo e magari acuito da uno sforzo muscolare dell' arto interessato come le ho spiegato, portare ad una diminuizione della forza muscolare pur in assenza di fascicolazioni e/o sofferenza di natura centrale, perchè come le dissi, ho letto su diversi articoli online che l'evenienza di una perdita di forza muscolare, anche in casi come il mio dove la sofferenza "dovrebbe" essere di natura periferica, è tutt'altro che rara e addirittura in certi casi potrebbe portare ad una quasi totale inabilità all'uso dell'arto interessato.
La ringrazio ancora per la Sua disponibilità pur a fronte della mia mancanza di cui mi scuso ancora.
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Buongiorno, a distanza di un paio di settimane dal mio primo post torno ad aggiornare la mia situazione alla luce dell'ultima RMN del 09/12 di cui il seguente referto:

- Si confermano multipli restringimenti acquisiti del canale vertebrale cervicale negli spazi C4-C5, C5-C6 e C6-C7 causati da osteofiti degli spigoli somatici posteriori e protrusioni discali ad ampio raggio. Le componenti osteofitarie prevalgono sul versante destro, in specie negli ultimi due spazi dove restringono gli aditi foraminali non escludendosi una conflittualità con le relative tasche radicolari. Nella regione mediana del canale provocano scollamento del legamento longitudinale posteriore ed impronta sul profilo ventrale del sacco durale con riduzione degli spazi subaracnoidei anteriori. In C6-C7 il restringimento canalare è accentuato da un' ipertrofia delle interapofisarie e dei legamenti gialli su base degenerativa.
Al controllo odierno si osserva tra C2-C3 ulteriore protrusione disco-osteofitosica che impronta il profilo ventrale del sacco durale ma determina minor restringimento dei recessi laterali rispetto a quelle più caudali. Nel tratto dorsale visualizzato si segnalano due restringimenti canalari del compartimento posteriore causati da ipertrofia degenerativa dei legamenti gialli e delle faccette articolari delle interapofisarie rispettivamente: in D2-D3 sul versante destro ed in D3-D4 sul versante sinistro; improntano e deformano i profili posterolaterali del sacco durale.
Con i limiti di cui sopra non si osservano patologiche alterazioni del segnale endomidollare.

Questo il referto: sarei grato se qualche medico potesse illuminarmi sul significato e sulla gravità anche in proiezione futura di tale quadro che, pur da profano, mi pare decisamente peggiorato rispetto all'analoga RMN dell'aprile scorso; sottolineo altresì che ultimamente la mancanza di forza al braccio destro, sopratutto al tricipite, permane ma, almeno mi pare, sembra essere leggermente meno marcata rispetto all'esordio mentre, viceversa, avverto ex-novo qualche fastidio ad entrambe le gambe sottoforma di piccoli dolori articolari e/o muscolari e una sensazione di minor stabilità sulle stesse con sensazione anche qui di "debolezza muscolare" di entrambe le gambe sopratutto nel camminare.
Ringraziando il medico che vorrà rispondermi Saluto cordialmente.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Sembrerebbe, sulla base degli esami strumentali citati nei contatti, una problematica riferibile ad una disco-atrosi che determina una stenosi del canale vertebrale ovvero il suo restringimento. La sofferenza delle radici spinali potrebbe essere la causa di debolezza all'arto superiore destro, la vesosimile sofferenza del midollo cervicale e dorsale (tratto superiore) potrebbe invece essere la causa delle fascicolazioni, della debolezza agli arti inferiori e del senso di instabilità.
Circa i quesiti che pone le consiglio di effettuare una visita presso un collega neurochirurgo portando con sè tutta la documentazione già acquisita.
Il collega saprà di persona prospettarle le possibili evoluzioni nel tempo e le varie opzioni terapautiche.
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Utente
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Gent.mo Dr. Poli, la ringrazio per la sua gentile risposta ai miei dubbi e alle mie paure; sicuramente, se dovessi notare un ulteriore peggioramento della sintomatologia provocata dai problemi vertebrali, verrà il momento che mi rivolgerò ad un neurochirurgo essendomi già stata prospettata tale eventualità nel corso dell'ultima visita neurologica sostenuta: l'unica cosa che mi frena, se pur il mio quadro patologico dovesse malauguratamente ed ulteriormente peggiorare, è il parere negativo del mio medico di base circa un eventuale intervento chirurgico in quanto egli sostiene, supportato a suo dire anche da casistiche non del tutto rassicuranti, che un intervento di quel tipo, alla colonna vertebrale e maggiormente alle vertebre superiori (più vicine al sistema nervoso centrale) se non eseguito alla perfezione potrebbe comportare, dovessero sorgere complicanze post intervento, anche a gravi danni motori non esclusa la paralisi irreversibile ad uno o più arti sia superiori che inferiori: Lei nel corso dei nostri contatti avrà ormai assodato che io sono un tipo piuttosto ansioso, "fifone" e pure ipocondriaco (cosa di cui mi accusano in primis mia moglie e mia figlia, da tempo...) ma sta di fatto che i disturbi di cui soffro sono reali e non frutto della mia fantasia, per cui le chiedo: sempre intesa come extrema ratio, statisticamente e clinicamente, sarebbe davvero "piuttosto rischioso" un intervento chirurgico volto a correggere i danni cervicali di cui soffro? Percentualmente i casi accertati di serie complicanze post operatorie sono diciamo "trascurabili" o impongono una ponderata valutazione intervenendo solo in casi di altissimo rischio di invalidità permanente dovuta all'evolversi rapido e irreversibile della patologia? Io non ho mai subito operazioni chirurgiche "interne" nel corso della mia vita e l'idea di farmi "aprire" e sopratutto di subire un' anestesia totale (di cui ho gran paura più che dell' intervento stesso) mi spaventa moltissimo; secondo Lei dovessi arrivare a questa soluzione, pur rivolgendomi ad un centro specializzato in interventi di questo tipo, potrei stare tranquillo o i rischi potrebbero essere maggiori del beneficio?
Ringraziandola ancora per il Suo gent.mo interessamento a queste mie domande Le porgo Sinceri Saluti.