Scosse arto superiore

I sintomi sono iniziati tre settimane fa. Da seduto, piegando la schiena in vanti, quindi appoggiando gli avambracci sulle gambe, avvertivo un formicolio alla punta del pollice sinistro. Tutto qui per un paio di giorni. Successivamente, tale sensazione si irradia, tipo corrente elettrica, a tutto il pollice (in senso palmare), a parte dell'avambraccio e, in modo sfumato, attorno al deltoide sinistro. Dopo dieci giorni dall'esordio,mi rivolgo presso uno specialista neurologo. Descrivo i sintomi. Effettua una visita neurologica che risulta negativa, così come una elettroneurografia: "normale la conduzione del mediano e del radiale di sinistra" (conclusioni: "esame nella norma"). I sintomi però non regrediscono, anzi, oltre a rievocarli riproducendo la postura descritta sopra (e talvolta, in tale posizione, ruotando il collo indietro), ora si manifestano anche in altre occasioni, come ad esempio alla guida. Il disturbo è simile a una graduale scossa di corrente (della durata di 10 secondi circa e più forte al pollice) che riesco a placare poggiando la schiena. Il senso di intorpidimento alla punta del pollice è quasi costante. Mi rivolgo nuovamente al neurologo per descrivere l'evoluzione dei sintomi e per chiedere se fosse il caso di completare l'indagine con una elettroneuromiografia. Egli non lo ritiene utile, stando all'esito della visita e del primo esame.
Aggiungo un elemento: circa cinque anni fa, per disturbi quali lievi parestesie, fascicolazioni e un senso soggettivo di instabilità posturale, mi rivolsi presso lo stesso specialista che effettuò un "test di stimolazione ripetitiva a 3 cicli al sec. per patologie di placca" risultato negativo e il "test di Kugelberg per tetania latente (s. da ipereccitabilità neuromuscolare)" risultato positivo, così come egli ipotizzava.
In questi anni, saltuariamente ma mai per molto tempo, sono comparsi disturbi lievi come formicolii che andavano via da soli. Ora, però, il disturbo mi sembra piuttosto marcato e molto fastidioso, oltretutto riproducibile in certe posizioni, e temo che non sia riconducibile al quadro già evidenziato in passato.
A cosa lascia pensare tale sintomatologia? Credete sia opportuno chiedere un parere diverso?
Molte grazie
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Ritengo di poter dire ed ipotizzare due cose:
-la elettromioneurografia è stata eseguita troppo presto rispetto allìesordio dei sintomi in quanto occorrono almento 3-4 settimane per rilevare segni neurofisiologici di una sofferenza radicolare;
-mi sembra indicata la ripetizione dell'intero esame ovvero Emg+Eng nonchè la effettuazione di una RM del rachide cervicale.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie per la risposta. Provvederò ad effettuare una nuova visita, richiedendo nuovi accertamenti. Emg ed Eng sono da effettuare sempre per mediano e radiale?
Sono piuttosto preoccupato. La gradualità nell'insorgenza del disturbo e la sua persistenza, così come ho letto in alcuni siti, può essere spia di qualcosa di grave, in quanto manifestazione periferica di una patologia "centrale"?
Ancora grazie
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Emg ed Eng (rispettivamente esame con ago-elettrodo e stimolatore elettrico di superficie) da eseguire per i muscoli degli arti superiori come da protocollo internazionale e nervi perifeferici (sempre da protocollo, quanto meno circonflesso, radiale mediano ed ulnare).

Mi sembra di aver compreso, o almeno nutro il dubbio, come la priva volta abbia eseguito solo la Eng con stimolatore elettrico di superficie.
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Utente
Utente
Esatto. La prima volta si è trattato solo di ENG, ritenendo il neurologo di non avere elementi tali da completare l'esame con l'EMG (con ago). Ha eseguito la visita e poi l'ENG (stimolazione elettrica). La seconda volta, su mia insistenza, ha sostenuto che, pur facendo l'EMG (con ago), non si troverebbe niente, consigliandomi solo di non polarizzare l'attenzione sul disturbo. Inutile dire che - visto il tempo trascorso - sono preoccupato. Ritiene che questi sintomi possano essere l'esordio di patologie serie?
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Ritengo, per iniziare, che dovrebbe sottoporsi ad un esame elettromioneurografico completo (emg+eng) rivolgendosi eventualmente ad altro neurologo per un "secondo parere".
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Utente
Utente
Gentile Dott. Poli,
come suggeritomi, mi sono tempestivamente rivolto ad un altro specialista neurologo (attualmente primario presso una struttura ospedaliera). Dalla descrizione dei sintomi, egli, ancor prima di effettuare la visita, propendeva per un coinvolgimento radicolare del tratto cervicale, considerato anche il trauma cranico subito quasi dodici anni fa a causa di un incidente stradale riferito in anamnesi.
Dopo accurata visita neurologica, egli propende - così come scrive - per una "radicolopatia cervicale spondilogenetica", avanzando il sospetto di un ernia del disco in C6-C7 e suggerendomi, per il momento, di sospendere l'attività sportiva con i carichi che svolgo da circa un anno.
Mi consiglia infine di eseguire una RMN del tratto cervicale per valutare l'entità della presumibile patologia.
Ho eseguito tale esame, di cui riporto di seguito il referto integralmente:
"Indagine eseguita con tecnica FSE con immagini nei piani sagittale e assiale pesate in T1 e T2.
Sono presenti artefatti da movimento.
Ridotta la fisiologica lordosi cervicale.
Note di spondilosi e fenomeni disidratativi discali in C5-C6 e C6-C7.
In C4-C5 protrusione discale posteriore mediana.
In C5-C6 ernia discale posteriore laterale e foraminale DX nell'ambito di un globale prolasso anulare con focalità in sede foraminale SN. Improntata la corrispondente parete anteriore del sacco durale.
In C6-C7 ernia discale posteriore mediana-paramediana.
Nei limiti il calibro del canale spinale.
Con i suddetti limiti non evidenti alterazioni morfologiche e di segnale a carico del midollo".
Dalla lettura del referto, evinco solo che oltre al problema ipotizzato dal neurologo vi sono altre criticità evidenziate dall'esame, specie quella - da quanto riesco a capire più importante - a livello di C5-C6.
Potrei avere - con i limiti di un consulto indiretto - un Suo parere, propedeutico al consulto che avrò a breve con lo specialista neurologo?
Molte grazie.
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Utente
Utente
Per completezza aggiungo che attualmente i sintomi sono rappresentati da parestesie (tipo formicolio o corrente elettrica) lungo il pollice e una porzione delimitata dell'avambraccio e del braccio sx, provocati da posture che richiedono l'estensione (anche minima) del collo. Al momento non avverto dolori, se non la mattina, al risveglio, sempre estendendo il collo.
Ancora grazie
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Perdoni ma ritengo di aver già espresso il mio parere di di aver re.indirizzato la problematica su binari più adeguati.
Il mio pare, ben più che propedeutico, lo ha già avuto.

Mi sembra come il collega stia finalmente iniziando a vedere la luce e ciò conferma il senso del così detto "secondo parere".

Cordialmente.
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Utente
Utente
Il suo consiglio è stato utile e infatti l'ho tradotto in pratica consultando un nuovo specialista.
Ora le chiedevo un nuovo parere alla luce del referto rmn. Le sembra che i sintomi da me descritti siano compatibili con le due ernie discali evidenziate?
La ringrazio nuovamente.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Mi sembrava di aver già risposto ma se non sono stato ben comprensibile la mia opinione in un caso "visto da qui" è: SI.
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Utente
Utente
Gentile dott. Poli, ci tenevo ad aggiornarla in merito al consulto avuto col neurologo questa mattina.
Ha visionato la risonanza cervicale e ha scritto: "Si prende visione della RMN che evidenzia EDD C5-C6 con impegno intraforaminale e sofferenza radicolare C6. Si rilevano altresì EDD C4-C5 e C6-C7 che non comprimono le radici spinali".
Prescrittami una terapia cortisonica unita ad un miorilassante per 15 giorni, mi ha poi consigliato in questa fase di sospendere qualsiasi attività fisica che comporti carico muscolare. Dovrò ritornare a visita tra 15-20 giorni.
Le pare un iter corretto? Ha delle perplessità/consigli/indicazioni a riguardo? In particolare vorrei capire se la terapia cortisonica è indicata anche in assenza - come nel mio caso - di sintomatologia dolorosa.
Molte grazie per la disponibilità.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Mi sembra un approccio corretto.
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Utente
Utente
Gentile dottore,
ritorno a scrivere per aggiornarla e avere un parere sull'attuale situazione.
Fatta la terapia prescrittami, ho notato da subito un lieve miglioramento dei sintomi. A fine terapia la situazione era decisamente migliorata e oggi - a distanza di un mese dalla fine della terapia - non accuso alcun sintomo legato all'ernia (che si manifestava con scossa/parestesia a pollice, avambraccio e braccio sx con il collo in estensione).
Il neurologo che mi segue sostiene che la terapia ha sortito l'effetto sperato: disidratare l'ernia ed eliminare la sofferenza radicolare. Ha detto che è una situazione da rivedere con Rmn tra 9-12 mesi e che posso riprendere ad allenarmi in palestra, ma con molta gradualità e senza carichi eccessivi.
Io però facevo questa riflessione: posto che i sintomi sono regrediti, l'ernia è sempre lì, esatto? Perciò mi chiedevo se sin d'ora sia opportuno chiedere una consulenza neurochirurgica per capire, cioè, se la situazione è suscettibile di intervento o meno. Sia il neurologo che il mio medico di base sostengono che per ora non c'è bisogno.
Due domande:
- è un atteggiamento corretto, in assenza di sintomi, lasciare un'ernia lì dov'è?
- riguardo l'allenamento: devo evitare di allenare alcuni muscoli o, come mi è stato detto, posso allenare tutti i comparti muscolari, basta usare carichi graduali, non eccessivi e guidati?
Molte grazie per il parere e per la disponibilità.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
"...è un atteggiamento corretto, in assenza di sintomi, lasciare un'ernia lì dov'è?..." in assenza di sintomi dolorosi e di segni di deficit di forza ritengo mi sento di concordare con il suo neurologo;
"...con molta gradualità e senza carichi eccessivi..." secondo le indicazioni ricevute in sede dell'ultima visita effettuata.
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Utente
Utente
Gentili medici, gentili componenti dello staff del pregevole sito medicitalia,
il 29 ottobre ho effettuato una richiesta di consulto intitolata "parestesia dorsale" rispettando rigorosamente i criteri posti dal regolamento: dati esaurienti, focalizzazione sintetica del problema, non ridondanza nel contenuto.
la richiesta è rimasta una settimana "in accettazione", poi - una volta vagliata dallo staff e accettata - è passata tra le questioni "in attesa di risposta". Sono trascorsi altri 10 giorni e oggi mi ritrovo col responso di "consulto eliminato".

Potrei conoscere, gentilmente, le ragioni "specifiche" di tale eliminazione?
Ringraziandovi, porgo cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Da sei mesi, avverto, in zona dorsale, a sinistra, all'altezza più o meno di D7-D9, una parestesia che potrei definire di "formicolio" o di "passaggio di corrente elettrica". Talvolta il sintomo si manifesta anche d'avanti, sul torace, più o meno alla stessa altezza (qui non come formicolio ma come una tenue sensazione tattile). La sintomatologia si manifesta in determinate posizioni (nel lavare i denti, nel fare la barba, seduto al pc con schiena in estensione: probabilmente quando il collo è in una data posizione?) e soprattutto quando prendo dei carichi contraendo il bicipite destro.
Allo stesso tempo avverto (sempre da sei mesi) una parestesia al viso, a sinistra, "migrante": a volte sullo zigomo, a volte più verso il labbro, a volte sulla guancia. E' come una sensazione di bagnato.
- Prima visita neurologica (giugno): negativa. Opta per problema posturale.
- Consulto ortopedico (luglio): zona probabilmente risentita a causa dell'allenamento con i carichi; consiglio di fare allungamenti; problema posturale.
- Visita posturologica (agosto): probabile compressione radicolare di natura posturale;
- Visita fisiatrica (settembre): stessa ipotesi del posturologo. Consglio di tecar terapia (eseguita per 6 giorni, ma senza risultati);
- Visita da un altro neurologo (primario) per altro parere (ottobre): visita (molto dettagliata) negativa; Indicazione di RMN dorsale e cervicale per radicolopatia.
Eseguo RMN:
- tratto cervicale: conferma del quadro già evidenziato un anno fa (cfr. consulto precedente)
- tratto dorsale: "non evidenti alterazioni erniarie a carico degli spazi discali a livello dorsale".
Ritorno a consulto dal neurologo: mi prescrive Flexiban per 20 gg.
Ad oggi non trovo miglioramenti. Ho riferito ciò e il medico sostiene di continuare ancora con il miorilassante, ma sono sfiduciato.
Circa la parestesia facciale sostiene di non darle importanza.
I sintomi descritti NON si manifestano a letto.
Dovrei approfondire o indagare in altri modi?

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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Questo è un consulto a distanza, manca di quasi tutti gli elementi propri del rapporto medico/paziente, e preliminarmente della valutazione clinica (visita medica) nonchè della possibilità di valutare direttamente gli esami eseguiti.

I colleghi che la hanno sottoposto a visita medica diretta ed hanno visionato la domuntazione sanitaria sono certamente più edotti di chi le sta scrivendo per fornire una opinione sul caso.

Ciò per spiegare perchè mi trovo nella condizione di non poter contraddire i medesimi.

Inoltre difficile immaginare come chi le scrive possa risolvere il suo problema a distanza quando ciò sembrerebbe non riuscire neanche a chi ha la possibilità di visitarla di persona.

Sono cerco che comprenderà la motivazione razionale alla base di quanto Le scrivo circa la quesione di merito.

Cordialmente.
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Utente
Utente
Gentilissimo dottor Poli, la ringrazio per avere preso in carico la mia richiesta di consulto.
Comprendo perfettamente l'impossibilità di fornire diagnosi a distanza. Scrivo solo per avere altri punti di osservazione su un caso che, alla luce delle cose raccontate, può suggerire altre strade o meno.
Lei, sicuramente, non dovrebbe "contraddire i suoi colleghi" e, ancor di più, non è tenuto in nessun modo a "risolvere il caso". Ci mancherebbe.
Solo che, sicuramente, un'idea se la sarà fatta, fosse solo quella di consultare un nuovo specialista. Così come, molto saggiamente (e la ringrazio ancora), fece nel consulto di più di un anno fa, grazie al quale - come scrisse Lei - cominciammo a "vedere la luce".
Molte grazie e cordiali saluti.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Qualche impressione:
-a fronte della pochezza dei disturbi mi sembra vi sia troppo allarme ma quasta è solo una impressione maturata da un "visto da qui" pertanto ciò ha lo scarso valore che merita;
-le "evidenze":
--una ernia discale cervicale C5-C6 come scrive nella richiesta di consulto di oltre un anno fa è comunque emersa alle RM ed è un fatto;
--"...I sintomi descritti NON si manifestano a letto..." qualcosa vorrà pur dire...forse i disturbi al rachide sono correlati ad un eccessivo carico funzionale e/o ad un carico posturalmente scorretto;
-circa la parestesia facciale certamente "visto da qui" non saprei proprio cosa dirle.

Non so da quanto stia assumento il Flexiban; se inneficace val la pena riparlarne con il collega che lo ha prescritto, se ritiene che sia trascorso poco tempo e debba essere protratto, se intende sostituirlo con altro farmaco ed in particolare quali siano le "aspettative riposte all'assunzione del farmaco, quale sia la motivazione razionale della prescrizione ed a fronte di quale ipotesi diagnostica".
Il rapporto con il proprio medico di riferimento va coltivato ed alimentato.

Sarebbe bello per tutti noi essere dotati di "poteri divinatori e taumaturgici" ma putroppo in quanto solamente esseri umani che eservitano la professione di medico le cose non stanno così...

Cordialmente.
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Utente
Utente
La ringrazio per le impressioni che ha voluto comunicarmi in maniera chiara.
I sintomi, è vero, non sono invalidanti, ma sono fastidiosi e soprattutto duraturi (anche se non costanti) e mi impensieriscono in modo evidente, influendo non poco, a questo punto, anche sul tono dell'umore.
Mi sembra di capire che il sintomo dorsale non è escluso che possa essere ricondotto alla situazione cervicale (come un disturbo "riflesso"): non Le nascondo che io stesso avanzai al neurologo una simile ipotesi, ma egli ritenne di escluderla - mi è sembrato di capire - data la distribuzione (dermatomerica?) della parestesia.
Riguardo l'uso del Flexiban, fatti 20 giorni senza apprezzare miglioramenti, sono tornato dal medico che mi segue, il quale sostiene, per il momento, di continuare un paio di settimane altre col miorilassante, di evitare i carichi e poi di risentirci.
Riguardo la parestesia facciale sx, sollecitato ancora una volta nell'ultimo incontro, egli ha ritenuto di sminuire il fenomeno con un "non ci pensare". Se non che il sintomo si ripresenta...proprio quando non ci penso (senza apparire correlato a particolari posture).
Ho replicato per completezza e soprattutto per ringraziarla nuovamente per la chiarezza e la cortesia.