Presincope

Salve, sono una ragazza di 18 anni e da 4 soffro di un senso di svenimento che mi è stato detto chiamarsi "presincope". Specialmente la mattina, un'oretta dopo essermi alzata, provo un senso di svenimento, sbandamento, pseudovertigine.
La sensazione aumenta nei luoghi chiusi e riscaldati, stringendo gli occhi e stando ferma con la testa alta.
Tutto è iniziato appunto 4 anni fa, era luglio e mi trovavo in vacanza in una colonia, al risveglio mi sono alzata tranquillamente ma dopo poco secondi sono letteralmente caduta dentro l'armadio. Mi sono stesa nuovamente e sono stata costretta tutto il giorno a letto in quanto non riuscivo nemmeno a star seduta.
Il giorno dopo la sensazione è migliorata, ero convinta che sarebbe passata del tutto, a poco a poco, ma così non è stato.
Ogni tanto ho ancora questi episodi in cui la sensazione di svenimento è fortissima e mi costringe a letto, ad esempio è successo ieri.
Il problema non è tanto il star seduti o sdraiati in sé, ho constato che riesco a tenere anche il corpo in posizione eretta a condizione che appoggi la testa su qualcosa.
Quando ho questi episodi ad ogni cambio di posizione della testa devo "abituarmi", quindi far passare qualche secondo, prima che la brutta sensazione sparisca quasi del tutto.
Ogni giorno ho questa sensazione di svenimento che mi accompagna e che non mi permette di sostenere un'interrogazione alla lavagna o comunque in piedi.
Ciò infastidisce parecchio i miei prof, che hanno sempre qualcosa al riguardo da dire perché credono che io inventi ogni cosa in quanto non ho una vera e propria diagnosi.
Ho fatto moltissimi esami, neurologici, del sangue, del cuore, endocrini, vestibolari, ma sembra essere tutto apposto.
Ho solo la massima della pressione un po' bassa da sdraiata (99-100) e un leggero rialzo degli ANA.
Vorrei risolvere il mio problema poiché mi limita veramente tanto. Sono sempre stata una persona attiva, sportiva, vivace, e il fatto che io non riesca più a condurre attività fisica mi deprime parecchio.
Ho sempre bisogno di qualcuno accanto a me che mi tenga a braccetto, è difficile anche uscire da sola ormai.
Ora che sono maggiorenne vorrei intraprendere dei viaggi all'estero ma so che non potrei mai affrontarli.
Mi è stato detto che potrebbe trattarsi di qualcosa di psicosomatico ma non soffro di ansia o panico generalmente.
Quando mi trovo da sola nella folla e il mio disturbo si fa sentire comincio a preoccuparmi un po' perché so che in caso di necessità non riuscirò a trovare un posto nel quale sedermi né qualcuno al quale reggermi.
Aggiungo che sono miope e alle volte mi capita di avere emicrania e annebbiamento all'occhio destro.
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Dr. Stefano Vollaro Neurologo 351 13
Buonasera,
Se il disturbo è stato ben studiato, escludendo cause neurologiche (tra cui neuropatie autonomiche, sindrome da furto della succlavia o altro tipo di anomalie vascolari, ecc.), cardiologiche, internistiche (anemia, cali di glicemia, problemi epatici, renali, infezioni, ecc.) e il problema è stabile nel tempo e non peggiora, non rimane che imparare a conviverci, magari adottando delle tecniche atte ad aumentare un po' la pressione o assumendo farmaci al bisogno. Il lieve rialzo degli ANA non ha di per sé significato patologico, purché sia stato ricontrollato ed escluse alterazioni di altri indici infiammatori e marcatori di patologie autoimmuni.

Per contrastare i cali pressori si possono adottare alcuni accorgimenti:
- Bere abbondantemente, in particolare d'estate e con il caldo
- Aggiungere sale alla dieta (nei limiti del buon senso)
- Alzarsi dal letto o dalla sedia lentamente e gradualmente, attendere qualche secondo prima di cominciare a camminare in modo da dare il tempo all'organismo di adattarsi alla nuova postura
- Fare alcuni esercizi di contrazione isometrica, come stringere con forza i pugni, incrociare con forza le braccia e/o le gambe, che aiutano la pressione a non scendere (è importante però non trattenere il respiro e chiudere la glottide durante questi esercizi, altrimenti si rischia di ottenere l'effetto opposto)
- Dietro consulto del medico e dopo averne accertato la compatibilità con le condizioni fisiche, assumere alcuni farmaci in grado di aumentare la pressione, cronicamente o al bisogno.

Dr. Stefano Vollaro

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L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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