Calazi

Salve,
ho 22 anni e da un paio di mesi ho un calazio piccolo, in realtà era più grande, poi con una cura di una settimana a base di Tobradex collirio si è rimpicciolito (ma non "estinto").. e due settimane fa me n'è spuntato un altro piccolo sempre vicinissimo al precedente (mi è venuto anche il sospetto che potesse essersi diviso in due ... ), sono tornata al pronto soccorso e mi hanno detto che sono talmente piccoli che l'intervento è insensato, inoltre non mi danno fastidio, da fuori non si vede niente (ma questo non vuol dire che non ci siano!). Ora mi è stato prescritto il Flarex (associato anche alla congiuntivite allergica, altra possibile causa dei calazi penso), e di fare impacchi di acqua calda (non mi ha detto quanti, anzi mi ha mandato via con un calcio nel sedere). Avrei qualche domanda da porre..1 - è la prima volta che mi vengono fuori, le cause non mi interessano più di tanto anche perchè so di non condurre una vita esattamente sana (fumo, alimentazione ricca di grassi e dolci e chi più ne ha più ne metta, insaccati e lavoro intenso da stress, troppe ore al computer, strano che non me ne siano venuti fuori prima!), vorrei capire come curarli (perchè non ci credo molto agli impacchi, nè al collirio che per altro credo sia efficace solo per la congiuntivite non per sciogliere calazi !! al limite potrà ridurre l'infiammazione), vorrei però evitare l'intervento: 1- perchè sono piccoli, 2- perchè non posso farlo. Se ne vanno prima o poi spontaneamente o me li devo tenere come fossero nei ? è possibile che si ingrossino ? (fino adesso son rimasti sempre cosi' o rimpiccioliti), se se ne vanno da soli piu o meno quanto tempo ci vuole ? C'è eventualmente un'alternativa che non lasci segni e tumefazioni di vario genere all'intervento ? come viene effettuata l' iniezione intralesionale di cortisone ? Scusate per la quantità immensa di domande, immagino anche da ignorante enciclopedica, ma al pronto soccorso mi hanno quasi guardata malissimo perchè mi sono presentata con due micropalline anzichè con due palle da rugby !!

Grazie infinite in anticipo!!
L.
[#1]
Oculista attivo dal 2007 al 2010
Oculista
Carissima,
Il calazio è una flogosi granulomatosa di una ghiandola di Meibomio, il cui dotto escretore risulta ostruito. Questo tipo di infiammazione è un processo cronico ed i sintomi sono incredibilmente lievi, se si esclude la sensazione di peso palpebrale o di fastidio per la presenza di “qualcosa” sull’occhio.
oltre quelli ovviamente estetici e quindi oggettivi.
IGIENE OCULARE
La prima efficace barriera difensiva dell’occhio è formata da
palpebre, ciglia e lacrime che “ lavano” la gran parte delle
sostanze o dei batteri che cercano di aggredire la superficie
oculare. Il lisozima contenuto nel film lacrimale è un potente
agente antibatterico.
Tuttavia è necessario adottare diverse norme igieniche per
ridurre il carico batterico locale e ,di conseguenza,il rischio di
infezione.
L’igiene oculare quotidiana: lavare accuratamente le mani
e lavare delicatamente la regione perioculare due volte al
giorno. Utilizzare,durante ogni patologia oculare in atto, garze
sterili medicate preconfezionate.
L'evoluzione del calazio è condizionata dalla possibilità della ghiandola di svuotarsi, se ciò avviene, può guarire spontaneamente; l' applicazione ripetuta nel corso della giornata di impacchi caldi agevola questo processo. Se si associa una blefarite significativa, può essere utile un antibioticoterapia topica.
Quando il trattamento conservativo fallisce si ricorre all' infiltrazione di 0.05-0.2 ml di Triamcinolone 5 mg/dL, che determina la guarigione delle lesioni entro 1 o 2 settimane, questo approccio terapeutico si è dimostrato più efficace rispetto al solo trattamento
conservativo.
In ultimo si può ricorrere al curettage transcongiuntivale del granuloma. Qualunque sia la scelta terapeutica è bene tenere presente
che la presenza di calazi a livello della palpebra superiore può determinare un transitorio appiattimento della porzione centrale della cornea con conseguente diminuzione del visus, peraltro reversibile a seguito della guarigione. I soggetti affetti da calaziosi vanno educati ad una accurata e giornaliera detersione della rima palpebrale per la possibilità che il fenomeno si ripresenti; oltre a questo provvedimento di base, deve essere messo in opera quanto necessario per la terapia della patologia di fondo (Dermatite seborroica,rosacea) quando presente.
Inoltre devono essere fatti esmi dell'apparato gastroenterico,perchè ci possono essere problematiche di alterato transito,colecistopatie etc.etc.Quindi è bene controllare funzionalità epatic,alterazioni della colecisti e dell'intestino e/o del colon!!
L'exeresi chirurgica dei calazi incistati ècomunque spesso il trattamento definitivo!
Essendo di Milano,vada pure dal nostro amico ,l'ottimo Prof.L.Marino,consulente di questo sito!
Un caro sluto
[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua risposta così precisa e dettagliata, e per il contatto del suo collega.
Penso che la causa di queste cisti nel mio caso, a questo punto, possa essere dovuta al morbo di Gilbert (da cui sono affetta), visto che riguarda strettamente il fegato. Presto andrò a fare un' altra visita, sto facendo gli impacchi (anche se mi sembra che lo facciano ingrandire e arrossare) e continuando la cura col collirio (penso inutile ma ci provo cmq). Per quanto riguarda la famosa soluzione definitiva via bisturi preferirei evitarla, cerco appunto un'alternativa all'operazione (non mi danno fastidio e sono in una posizione tranquilla rispetto alla cornea), quale potrebbe essere la stessa risoluzione spontanea ma appunto non mi è chiaro se questa prima o poi avviene o potrebbe non avvenire mai neanche tra 3 anni ...e per quanto riguarda la nuova tecnica in corso dal 2007 (l'infiltrazione tramite iniezioni), è efficace ?

Grazie ancora.
UN saluto.
L.
[#3]
Oculista attivo dal 2007 al 2010
Oculista
Carissima,
nella sindrome di Gilbert il fegato non capta adeguatamente la bilirubina a causa di un deficit di una proteina detta ligandina, che funge da proteina vettrice per l'entrata della bilirubina non coniugata all'interno nel fegato. La coniugazione della bilirubina la rende idrosolubile, dopodiché viene escreta nella bile in corrispondenza del duodeno. Nei pazienti affetti da sindrome di Gilbert la bilirubina rimane quindi parzialmente in circolo e non viene espulsa.
Ciò comporta livelli di bilirubina generalmente di poco sopra la norma che possono aumentare momentaneamente in condizioni quali: digiuno, semidigiuno, ingestione di alcol, stress, febbre, infezioni, aumento dell'attività fisica. Se la quantità di bilirubina è elevata (maggiore di 2.5 mg/dl), si può manifestare l'ittero (colorazione gialla) della pelle e delle sclere (la parte bianca degli occhi).
Siccome la bilirubina ha una grande affinità per le strutture lipidiche della cellula, tende ad accumularsi nel tessuto nervoso, dove queste sono presenti in grandi quantità. Essendo tossica, tuttavia, può determinare una parziale degenerazione delle cellule nervose con conseguente diminuzione delle prestazioni intellettuali.
Questa affinità per le strutture lipidiche può di fatto ingenerare un aumento della probabilità della presenza di CALAZIOSI.
Nel paziente con sindrome di Gilbert anche la produzione di insulina è leggermente superiore alla norma e non costante nell'arco della giornata. Ciò determina una carenza di nutrimento alle cellule nervose, contribuendo così a una depressione del tono neuro-umorale.
Pertanto se non lo ha fatto,studi anche il suo metabolismo GLICIDICO!
Un caro saluto.
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