Il 20 febbraio 2008 ho fatto le mie prime visite

buongiorno a tutti sono sergio ho 25 anni e sono un ragazzo di bari affetto da cheratocono all'occhio sinistro, ho scoperto questa malattia a febbraio del 2008, il 20 febbraio 2008 ho fatto le mie prime visite di pachimetria, topografia corneale ecc., il mio medico mi disse di aspettare per vedere come si evolveva la malattia perchè non avevo visite precedenti e mi rifisso di nuovo tutte le visite per il 28 ottobre 2008.
Il 28 ottobre mi recai di nuovo da lui per effettuare tutte le visite che mi aveva prescritto; vedendo i risultati delle nuove visite mi disse che per lui l'occhio era da trattare con la terapia del cross linking, rimanemmo daccordo cosi ed andai via.
Dopo una settimana circa mi chiama la segreteria e mi dice che il dottore vuole parlarmi e mi fissa un appuntamento, mi reco da lui e senza indugi mi dice che il mio cheratocono è in uno stadio troppo avanzato e non si può far nulla, mi prescrive un collirio che si chiama TIORETIN da mettere al bisogno, e mi rifissa di nuovo tutte le visite per ottobre 2009.
Io a questo punto sono rimasto sconcertato, la mia domanda è possibile che devo rifare le visite dopo un anno (cosi tanto) visto che il mio cheratocono è in uno stadio cosi avanzato?
Basta solo un collirio?
non ci sto capendo più niente vorrei un parere di un medico esperto in questo campo.

ringrazio anticipatamente tutti i medici che mi risponderanno

P.S. come faccio ad allegare i risultati delle visite che ho effettutato sia a febbraio che ottobre?
[#1]
Attivo dal 2007 al 2010
Oculista
Carissimo,
il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea che colpisce sia uomini sia le donne in giovane età e che porta ad un peggioramento costante e progressivo del visus.
Il problema sorge quando la parte centrale della cornea inizia ad assottigliarsi e si incurva progressivamente verso l'esterno deformandosi cosìa forma di cono. La curvatura irregolare che si viene a creare modifica il potere refrattivo della cornea, producendo di conseguenza distorsioni delle immagini ed una visione confusa sia da vicino sia da lontano. Spesso il cheratocono è bilaterale.
Cause
Questi cambiamenti producono, inoltre, il sovvertimento della normale disposizione delle lamelle che costituiscono lo "scheletro" della cornea (lo stroma), disposizione che permette loro di potere condurre gli stimoli luminosi senza ostacoli. alla lunga inoltre si possono formare delle cicatrici che distorgono ulteriormente le immagini ed in alcuni casi impediscono il passaggio della luce causando un senso di abbagliamento estremamente fastidioso.
Gli studi effettuati indicano che il cheratocono può insorgere per una o più delle seguenti cause:
1) Anomalia geneticamente trasmessa della cornea. Circa il 7% dei portatori di cheratocono ha una storia familiare di presenza di cheratocono.
2) Trauma oculare continuato nel tempo, ad esempio sfregarsi eccessivamente gli occhi oppure usare lenti a contatto per troppe ore consecutivamente e per troppi anni.
Diagnosi
La diagnosi precoce può essere effettuata mediante una visita oculistica che si avvalga dell'impiego di un topografo corneale. La mappa corneale computerizzata consente infatti di evidenziare difetti corneali anche in fase iniziale. In seguito le alterazioni corneali divengono evidenziabili con facilità anche con l'oftalmometro di Javal.
Terapia
Il cheratocono insorge, normalmente, durante la pubertà o poco dopo. Inizialmente il difetto di vista (astigmatismo miopico) viene corretto con gli occhiali. Però, in seguito, l'astigmatismo peggiora, e quindi si deve ripiegare su delle lenti a contatto speciali disegnate apposta per quella cornea. Questo al fine di potere ridurre la visione distorta ed avere una visione migliore.
Trovare una lente a contatto che sia sopportabile puòessere un esperienza estremamente difficile e frustrante. Comunque questo passo è cruciale perchè una lente a contatto non perfetta può danneggiare ulteriormente la cornea e rendere impossibile la tolleranza della lente stessa anche per tempi molto brevi.
In alcuni casi, il difetto tende a peggiorare lentamente fino a stabilizzarsi dopo alcuni anni da solo creando danni abbastanza limitati. Ma in una percentuale superiore al20 % dei casi la cornea diventa eccessivamente irregolare e con cicatrici tali da non tollerare più le lenti a contatto.
In questo caso i pazienti per avere una visione soddisfacente e per non avere eccessivo dolore agli occhi dovranno ricorrere ad un trapianto di cornea.
L'intervento di trapianto di cornea ha successo completo in una percentuale del 85% dei casi.
Le persone operate dovranno, quasi certamente, usare delle lenti a contatto per avere una visione adeguata. (Circa l'80% delle persone operate riesce a vedere 5/10 ed oltre grazie solo alle lenti a contatto)
Circa il 5-7% delle persone operate di trapianto di cornea subisce un rigetto acuto del trapianto e deve ripetere l'operazione e sperare in un risultato migliore. Ogni persona che ha avuto un rigetto della cornea trapiantata ha un rischio di un nuovo rigetto di molto superiore rispetto al primo intervento.
Un altro 5-7% delle persone operate di trapianto di cornea potrà avere un rigetto cronico del trapianto stesso con crisi acute che possono essere parzialmente controllate mediante l'uso di farmaci specifici anti rigetto.
Bisogna inoltre sollevare un ulteriore problema ossia la durata media di una cornea trapiantata.
Il lembo che è posto in sostituzione della cornea malata non ha una durata illimitata, perchè essendo stato prelevato da un soggetto donatore mediante un atto chirurgico, potrà aver subito dei danneggiamenti che ne limiteranno la vita. E' evidente quindi che diviene importante rinviare il trapianto di cornea il più a lungo possibile, sperando poi di avere al momento del trapianto una cornea proveniente da un soggetto di giovane età.
Possibili alternative chirurgiche sono rappresentate dai tagli radiali sulla cornea e dall'inserimento degli anelli intracorneali: si tratta di tecniche promettenti ma che ancora hanno un livello di sicurezza e di riuscita inferiore al trapianto di cornea.
COMUNQUE PER LA STADIAZIONE E RELATIVA TERAPIA POSSIAMO COSI SCHEMATIZZARE:
il cheratocono si presenta in quattro stadi di evoluzione.
Nel primo stadio siamo davanti ad una leggera deformazione della cornea e quindi è sufficiente un paio di occhiali per correggere la deformità della vista. Per il secondo e terzo stadio siamo davanti ad una deformazione più pronunciata; gli occhiali non sono più sufficienti e c’è bisogno di ricorrere a lenti a contatto oppure a interventi chirurgici “meno invasivi” come la “cheratoplastica lamellare” dove le lamelle superficiali malate della cornea vengono sostituite oppure si interviene con l’inserzione degli “anelli intrastromali”, elementi di materiale sintetico che regolarizzano la superficie della cornea e correggono così il difetto visivo. Nel quarto stadio siamo all’evoluzione finale della malattia e l’unica terapia efficace è il trapianto di cornea”.Attualmente la ricerca su nuove tecnologie di costruzione di lenti a contatto ha fatto un grande passo avanti grazie appunto all'aiuto dei topografi . Si è infatti potuto portare un innovazione alla ricerca di geometrie della superfice posteriore della lente, quella che appoggia sulla cornea, per rendere confortevole il porto della lente. Non dobbiamo dimenticarci che c'è sempre un periodo di adattamento che varia da soggetto a soggetto e che deve essere supportato sempre da una grande motivazione del paziente. L'importante è anche l'assistenza che il contattologo deve prestare come garanzia alla integrità della salute del paziente e il paziente deve seguire scrupolosamente le indicazioni del contattologo.
Questo riduce i rischi di patologie che possono compromettere il porto delle lenti a contatto, che per chi è affetto da cheratocono può essere estremamente debilitante.
Quindi a seconda dello stadio e quindi del tipo ci sono metodiche diverse:
-Terapia Cross - Linking per
Cheratocono di 1° e 2° grado
Ogni tecnica chirurgica ha delle precise indicazioni, che sono state formulate dagli ideatori stessi delle metodiche, forti della loro esperienza personale. Non esiste una metodica unica capace di dare sempre e comunque, risultati eccellenti per ogni tipo di cheratocono. Sarà compito del chirurgo essere a conoscenza di tutte le tecniche oggi a sua disposizione, e saper usare quella migliore per ogni paziente che si rivolgerà a lui al fine di risolvere il suo problema.
E' quindi assolutamente necessario sottoporsi ad un'accurata visita da parte di specialisti che abbiano una lunga esperienza nel settore della chirurgia refrattiva e del cheratocono.
Solo osservando tali precauzioni si potrà godere dei benefici di queste nuove tecniche.
- la M.A.R.K.:
Mini Cheratotomia Radiale Asimmetrica ( M.A.R.K.).
La M.A.R.K. ottiene l 'appiattimento della cornea sino a valori fisiologici e, di conseguenza, riduce i difetti visivi che si sono creati per conseguenza della deformazione della cornea stessa.
La Mark viene eseguita solamente nell'area colpita dal cheratocono e, sia l'appiattimento, sia il rinforzo strutturale conseguente, viene quindi portato nella zona deformata.
Il primo risultato dell'intervento è la possibilità di vivere una vita quotidiana in maniera assolutamente normale.

-Terapia parachirurgica, farmacologica, del cheratocono.

Recentemente la ricerca sul cheratocono ha prodotto una nuova terapia, molto promettente, che permetterebbe una stabilizzazione del cheratocono.

Tale terapia è stata chiamata Cross Linking corneale. Numerosi sinonimi sono stati coniati, a seconda della lingua originale degli autori delle diverse sperimentazioni eseguite in diverse parti del mondo.

Tali sinonimi sono: X-LINK, CCL, C3-R e Riboflavina associata a radiazioni ultra violette.

La tecnica risale, per i primi casi trattati, al 2000 ed è stata sperimentata in Germania, Svizzera, Stati Uniti d'America, Grecia ed, ultimamente, in Italia.

La metodica consiste, essenzialmente, nell'utilizzo di un collirio a base di Riboflavina ( vitamina B2). Tale collirio viene fatto penetrare in tutti gli strati corneali e nella camera anteriore dell'occhio. La camera anteriore dell'occhio è quello spazio compreso tra la faccia posteriore della cornea e la superficie anteriore del cristallino.

Una volta che tale collirio penetra in queste strutture, l'occhio viene esposto ad una ben precisa dose di radiazioni ultraviolette di tipo A ( U.V.A. ).

Le radiazioni ultra violette hanno il potere di scindere la molecola di riboflavina in diverse componenti. Una di queste componenti è costituita da atomi di ossigeno e tali atomi andranno a collocarsi in ben definite parti del collagene corneale, formando dei "ponti" tra diversi strati del collagene stesso. Il ripetersi di tali legami in diversi parti del collagene e nei diversi strati di fibre di collagene, porterà ad un netto incremento della robustezza della cornea. Questo incremento di robustezza porta ad un arrestarsi della progressione del cheratocono.

Tale tecnica aveva, inizialmente, come indicazione, cheratoconi in fase evolutiva, ma con spessore corneale e curvature corneali tali da potere essere definiti come cheratoconi iniziali od, al massimo, di I ° stadio , in quanto in tali situazioni si aveva la certezza di due risultati fondamentali: l'arrestarsi del progredire della patologia ed il mantenimento della acuità visiva in possesso al momento del trattamento.

I risultati ottenuti, superiori alle più ottimistiche previsioni, ha portato gli autori delle sperimentazioni ad utilizzare la metodica del Cross-Linking anche in casi più evoluti. In questi casi si è osservato l'arrestarsi dell'evoluzione del cheratocono, ma la capacità visiva, post trattamento, è risultata essere limitata dalla irregolarità della curvatura corneale presente al momento del trattamento.

Attualmente si sta sperimentando l'applicazione contemporanea del Cross-Linking e degli I.C.R al fine di potenziare l'efficacia dei singoli trattamenti.
Il connubio M.A.R.K. e Cross-Linking al fine di potere operare, in modo conservativo, cheratoconi. degli stadi predetti
Ovviamente poi esiste il più sfruttato degli interventi ovvero la cheratoplastica.
Il trapianto di cornea ( Innesto di cornea )
In una percentuale pari a circa il 24% di tutti i pazienti colpiti da cheratocono, la malattia evolve in modo progressivo e continuativo fino a portare al trapianto della cornea stessa.
Quando è che si deve ricorrere ad un innesto di cornea?
In caso di eccessivo assottigliamento dell'apice del cono od in caso di cicatrici opache centrali, tali da interferire con la visione, i pazienti, per migliorare la loro vista e per non avere più il dolore causato dalle lenti a contatto, dovranno ricorrere ad un innesto di cornea.
L'innesto può essere perforante oppure lamellare.
Il cosiddetto trapianto perforante consiste nella rimozione, completa ed a tutto spessore, della parte centrale della cornea del paziente e nella sua sostituzione con una cornea proveniente da un donatore.
L'intervento perforante di cornea ha successo in una percentuale dell' 85-90% dei casi. Infatti circa il 10-15% dei trapianti perforanti eseguiti, va incontro a rigetto.
In caso di innesto lamellare, non viene rimossa la cornea in tutto il suo spessore. Si pratica una separazione dei diversi strati della cornea ed andiamo a sostituire solamente gli strati superiori, più esterni, della cornea stessa lasciando quello più profondo al suo posto senza sostituirlo. In questo modo si vanno a ridurre sostanzialmente i rischi legati al rigetto.
La situazione comunque come vede è sottocontrollo anche nel senso innovativo delle metodiche chirurgiche e parachirurgiche e quindi sicuramente risolvibile.

Un caro saluto.
Disturbi della vista

Controllare regolarmente la salute degli occhi aiuta a diagnosticare e correggere in tempo i disturbi della vista: quando iniziare e ogni quanto fare le visite.

Leggi tutto