Corpo estraneo occhio destro - vitrectomia - lensectomia - criopessia

Buongiorno,
mio marito, artigiano edile di 25 anni, ha subito un infortunio sul lavoro.
Mentre utilizzava martello e scalpello una scheggia di ferro gli è penetrate nell’occhio destro.
Al momento del sinistro, lui non era sicuro che fosse entrato qualcosa nell’occhio, e per evadere ogni dubbio siamo andati da un oculista privatamente a fare una visita.
Ore 7 di mattina: questo “specialista” non vede la scheggia e ci dice che si tratta di una lesione corneale e ci prescrive dei colliri.
Il giorno successivo andiamo al pronto soccorso perché l’occhio non migliora e appare ancora più arrossato e qui dopo essere entrati alle 11 di mattina per una TAC veniamo trasferiti solo in serata in un ospedale specializzato perché dall’esame si vede la scheggia di ferro all’interno dell’occhio.
Qui prontamente iniziano una cura antibiotica e, visto che arriviamo alle 20 di sera, viene fissato l’intervento per il giorno successivo.
Così 4 ore di intervento in anestesia totale dove è stato fatto (leggo dalla cartella clinica): LENSECTOMIA, VITRECTOMIA, ASPORTAZIONE CORPO ESTRANEO ENDOBULBARE. Intervento sulla retina, sulla coroide e sulla camera posteriore. Rimozione del corpo vitreo che appare massivamente interessato da materiale settico DPV e vitrectomia centrale, rimozione del corpo estraneo dal segmento posteriore dell’occhio, facoemulsificazione ed aspirazione di cataratta, riparazione di distacco retinico mediante fotocoagulazione laser in diffuse aree ischemiche.
In seguito a quest’intervento è stato ricoverato x 11 gg per bloccare l’infezione. Durante questo ricovero gli è stata fatta anche un’iniezione nell’occhio di sostanze antibiotiche.
1 mese dopo circa è stato ricoverato nuovamente per un intervento di criopessia.
Recentemente ha subito un altro intervento sulla retina con laser.
I medici ci dicono che la situazione procede discretamente però, al momento, lui con quell’occhio percepisce solamente la luce.
Prima di Natale vorranno rioperarlo per rimuovere il silicone, fare un cerchiaggio e inserire una lente artificiale al posto del cristallino che è stato rimosso.
A questo proposito vi richiedo per cortesia un vostro parere, secondo voi c’è una responsabilità dell’oculista privato che non ha visto la scheggia durante la visita e non ci prescrive una TAC?
È l’ospedale che impiega 1 giorno per refertare una TAC e si conseguenza trasferire presso un centro specializzato il paziente?
Tardare 2 giorni ½ prima di rimuoverla questa scheggia ha peggiorato la situazione e il danno?
Secondo voi ci sono gli estremi per una causa?
Mio marito ha 25 anni… lavora in proprio e da 3 mesi è in infortunio…
Grazie a chi è disposto ad aiutarci.
[#1]
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
Gentile SIGNORA,
un parere medico legale in campo di responsabilità professionale è cosa seria ed andrebbero studiato attentamente le diagnosi , le cartelle cliniche i referti specialistici.
Per questo può recarsi a Torino dal bravo collega dottor Roberto DOSSI, a mio nome.
Rifletta invece un attimo su una cosa =
"se durante la sua attività lavorativa suo marito avesse indossato gli occhiali protettivi non avrebbe avuto alcun danno..."
In USA una campagna di sensibilizzazione sull'uso di occhiali protettivi durante il lavoro ed i lavoretti a casa ha ridotto dell '80 % i traumi oculari...
Auguri di pronta guarigione

LUIGI MARINO CHIRURGO OCULISTA
CASA di CURA “ LA MADONNINA “ via Quadronno n. 29 MILANO centralino tel 02 583951 / CUP 02 50030013

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno prof. Luigi Marino,
la ringrazio per la Sua tempestiva risposta.
Prenderò contatto oggi stesso con il dottor DOSSI.
Sicuramente avremmo voluto evitare tutto questo ma purtroppo mio marito ha subito serie conseguenze e per 2 giorni è stato curato per una lesione alla cornea.
Speriamo...
Grazie ancora!
[#3]
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale 17k 575 314
sio Signora
capisco il suo dispiacere e quello di suo marito, ma non posso affermare che ci sia stata una diagnosi intempestiva se non studio attentamente la documentazione clinica.
Mi saluti il dottor Roberto DOSSI
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