Ascesso causa dente non curato

Salve, vi ringrazio innanzitutto per le eventuali delucidazioni che saprete darmi. Vi espongo il mio problema, circa 4 mesi fa una carie del quale non sapevo l'esistenza ha comportato la rottura dell'ultimo dente dell'arcata inferiore dal lato sinistro (esattamente prima del dente del giudizio), il dente è stato scavato ed è stata posta una pasta protettiva provvisoria in attesa di intervenire meglio a rigurardo. A causa di diversi impegni che mi hanno impossibilitato ad essere in zona e data l'assenza di dolore (come anche prima della rottura) non ho proceduto con ulteriori cure. Circa un paio di settimane fa però il dente del giudizio esattamente dietro il dente malato ha cominciato a muoversi, tra l'altro non esattamente in linea con gli altri, in particolare, secondo una panoramica già effettuata risulta crescere verso l'esterno e non perfettamente in verticale. Dopo una giornata di dolore intenso e di gonfiore circoscritto alla parte della gengiva che copre il dente del giudizio (gonfiore non visibile all'esterno), il gonfiore interno si è dissipato lasciando invece posto ad un grande rigonfiamento esterno simile ad un ascesso, talmente grande da provocare un forte dolore alla guancia solo a volte accompagnato dal dolore dei denti. Il dentista reputa giustamente causa del rigonfiamento l'azione del dente del giudizio che ha prodotto l'infiammazione del dente malato. Seguono dunque 3 giorni di antibiotico Clavulin, che però non produce alcun effetto, il dolore alla guancia persiste ininterrottamente e il rigonfiamento diventa molto duro al tatto. Il dentista mi dice che intervenire con tale rigonfiamento per rimuovere la pasta che impedisce la fuoriscita del pus è abbastanza complicato, non riesco ad aprire abbastanza la bocca da permettergli l'utilizzo del trapano, in accordo con il medico mi consiglia di passare a delle più forti punture di Penicillina, seguono quindi altri 3 giorni di cura che in ugual modo non producono nessun effetto: il gonfiore rimane e non accenna ad ammorbidirsi, anzi sembra diventare più duro in corrispondenza del dente, e anche il dolore continua. Vista la situazione in mattinata il dentista cerca di stimolare la gengiva rigonfia all'interno per permettere la fuoriscita del pus (cosa che nei giorni precedenti è avvenuta in rarissime occasioni e in quantità decisamente irrisorie), prova inoltre a scavare il cemento protettivo con l'aiuto di uno strumento (essendo ancora impossibilitato ad usare il trapano), ma risulta essere ormai talmente duro da necessitare l'intervento di suddetto attrezzo. Mancando ancora tre iniezioni di Penicillina mi dice di terminare la cura e di rivederci sabato nella speranza che il rigonfiamento si riduca e che permetta quindi di intervenire correttamente. Quel che mi chiedo è: vista l'evidente urgenza della situazione, aggravata dai dolori pungenti e permanenti alleviati solo dall'antidolorifico Voltfast, dovrei rivolgermi ad un ospedale? Potrebbe essere in corso una calcificazione?
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Dr. Diego Ruffoni Dentista 10.4k 358 2
Gentilissimo utente, sabato se apre la bocca bene, altrimenti anestesia, la si apre e si risolve i problemi. Nel frattempo lei si alleni allo specchio, nel guadagnare un minimo di apertura.

Dr. Diego Ruffoni
http://www.dott-diego-ruffoni.it/

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio innanzitutto per l'immediata risposta. Nella giornata di ieri sorprendentemente l'ascesso ha spurgato la maggior parte del pus, lasciando solo un lieve gonfiore, il problema ora è che nonostante ciò quando apro la bocca sento un dolore alla mandibola che mi impedisce ancora di aprirla totalmente. Sicuramente domani mi prescriveranno una nuova panoramica, ma almeno per ora è lecito credere che il dente del giudizio abbia influito sulla mandibola? O è una normale ripercussione del fatto che per una settimana non ho mosso per niente la zona? Ad ogni modo la ringrazio ancora e ci tengo a dire che tutta la piattaforma è davvero efficiente e ben organizzata, un esempio di come sia possibile innovare e rivoluzionare un fenomeno personale come la consultazione medica.
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