Metastasi linfonodale di carcinoma solido indifferenziato ad origine incerta

Salve. Mio papà a fine maggio scorso ha cominciato ad avere dolori addominali. poichè un paio di anni prima gli era stato asportato un tumore alla vescica,ha preferito eseguire una tac all'addome che ha evidenziato un aumento delle dimensioni dei linfonodi . la biopsia ha indicato presenza di metastasi linfonodali di carcinoma solido indifferenziato ad origine incerta.Immunoistochimicamente le cellule neoplastiche sono intensamente positive per cheratina 7, cheratina 19 e CD10. Sono invece negative per cheratina 20 e TTF1. i dati riadologici non confermano ipotesi di un'origine renale o pancreatica.Morfologicamente l'aspetto è compatibile con una metastasi di un tumore uroteliale, del tipo che è stato asportato dalla vescica anni fa, ma il profilo immunoistochimico (positività per cheratina 7 e negatività per cheratina 20) non si addice a questa ipotesi. Mio papà aveva iniziato la chemio a fine agosto ma ha dovuto rinunciare perchè da quella data sino ad oggi continua a vomitare tutto ciò che beve o mangia (ha avuto una settimana di ripresa a inizio settembre). Adesso è ricoverato per eseguire una tac che possa evidenziare un eventuale blocco intestinale. Le chiedo se davvero è impossibile determinare l'origine di alcuni tumori e perchè ,nonostante gli organi vitali non sembrano interessati,mio papà sta così male. Dapprima pensavamo che il vomito fosse legato alla chemio ma,a distanza di circa 20 giorni e visto il vomito continuo di liquidi giorno e notte,pensiamo dipenda da altro. So che la mia descrizione è elementare ma non ho con me i referti del caso. Desidererei sapere se stiamo tralasciando degli esami da poter fare o delle terapie che possano aiutare mio papà a stare meglio.Grazie. Stefania
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Stefania,

verosimilmente si tratta di una ripresa di malattia, cioè una recidiva del tumore asportato in passato. Assai probabilmente, stante questo tipo di sintomatologia, vi è un coinvolgimento del peritoneo (ovviamente questo è da accertare e meglio si potrebbe vedere con una RMN dell'addome piuttosto che con la TC). Se così fosse è opportuno intraprendere un nuovo trattamento chemioterapico coadiuvato da ipertermia (vedi sito www.ipertermiaroma.it)

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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dopo
Utente
Utente
caro dottore,la ringrazio per la sua risposta! Mio papà è ancora ricoverato, in attesa di eseguire domani una gastroscopia. I medici che lo stanno seguendo, pensano che il tutto possa partire dal pancreas. Non hanno ancora ripreso la chemio anche perchè mio papà è molto debilitato a causa del vomito. Appena si valuterà quale chemio eseguire,chiederò di prendere in considerazione l'ipertermia come da lei consigliato.
Mio papà aveva già eseguito la gastroscopia a giugno e anche la colonscopia, e ricordo che anche la PET non aveva evidenziato anomalie al pancreas.
E' possibile che ci siano metastasi all'interno dei linfonodi,ma non si rilevi nulla al pancreas? Forse i dottori pensano di vedere qualcosa di nuovo ripetendo l'esame a distanza di circa 3 mesi?
Grazie ancora per la sua disponibilità: è ammirevole che lei pensi a noi la domenica mattina!!!!!!
Le farò sapere come si evolve la situazione.
Grazie.
Stefania
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Stefania,

non mi convince l'ipotesi pancreas. Io ritengo si tratti di una recidiva del tumore pregresso. Fammi sapere.

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
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Utente
Utente
Caro dottore,mio papà ha poi fatto la gatroscopia e si è rilevato un restringimento del duodeno dovuto, credo,a qualche linfonodo ingrossato che pressa quella zona.E' stata fatta uscire la bile che vi si era raccolta e da quel momento sono passati il singhiozzo e il vomito. I dottori vorrebbero posizionare nel duodeno un dilatatore. Stiamo aspettando che ci indichino un ospedale dove eseguire l'intervento in endoscopia. Non ho ancora informazioni sulla chemioterapia che si dovrà affrontare.Le farò sapere.Grazie.
Stefania
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Utente
Utente
Caro dottore,i medici hanno valutato che il restringimento non è tale da riuscire a tenere in posizione il dilatatore e affermano quindi che ci sarebbe il rischio che scivoli via. Messa quindi da parte l'idea di tale intervento,è stata eseguita la chemio con la gemcitabina,che mio papà dovra ripetere tra 1 settimana. Hanno tolto il platino che,in passato,aveva dato problemi di elevata tossicità. Ho chiesto se avessero valutato di associare anche l'ipertermia ma mi è stato risposto che le condizioni del paziente non sono tali da permettere tale terapia. La mia sensazione è che non si vogliano tanto impegnare su un paziente che,a loro modo di vedere,non ha prospettive di guarigione.Tra l'altro,dalle informazioni che ho preso anche sul suo sito,mi è sembrato di capire che non ci sono casi nei quali l'ipertermia vada evitata.O sbaglio?
Grazie ancora per l'attenzione.
Stefania
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