Carcinoma mammella g3

Egr. Dottore,

innanzitutto grazie per il tempo che potrà dedicarmi e per la sua
grande disponibilità a rispondere a chi improvvisamente si trova catapultato nel maremagnum di un male così infido ed oscuro quale il cancro.
Improvvisamente nei giorni scorsi ci è caduta una tegola in testa.
Quello che ai nostri occhi appariva un semplice lipoma da asportare chirurgicamente con tranquillità, in poco tempo si è trasformato in un importante carcinoma infiltrante.
Mia madre, oggi 68 enne, nei giorni scorsi è stata sottoposta ad una "linfoadenopatia ascellare". Il decorso operatorio è risultato regolare e privo di complicanze.
Gli esami ematochimici sono risultati nella norma ad eccezione di un aumento dei valori di gamma GT (88 U/L).
Lo studio dei markes neoplastici (TPA, CEA, AFP, CA 15-3, CA 19-9, CA 125, NSE) ha mostrato solo un lieve aumento del TPA (79, 1 U/L, v. r. + 75).
l'approfondimento radiologico TC torace con m.d.c. ha documentato
"circoscritta, pseudonodulare area di consolidazione in sede basale sinistra in corrispondenza della doccia costovertebale".
L'esame istologico ha rilevato, invece, un carcinoma duttuale infiltrante della mammella G3. Infiltrante massivamente il cellulare adiposo sottocutaneo, il derma, con ulcerazione dell'epidermide e con estesa permeazione neoplastica dei vasi linfatici.
l'indagine immunoistochimica ha rilevato:
Egr: positivo in > il 75% delle cellule neoplatiche
PgR: positivo nel 25-50% delle cellule neoplastiche
Ki67: positivo in < del 25 % delle cellule neoplastiche.
c-erb B2: negativo.

la mammografia e l'eco alla mammella , non ha evidenziato nulla.

Ora...a parer Suo, cosa possiamo fare?
siamo disperati... ci chiediamo come sia possibile che i markes non abbiano rivelato nulla di particolare...
L'esame istologico è attendibile?
Con i dati che Le ho fornito, cosa potrebbe dirmi?

Grazie di cuore, aspetterò con ansia un suo parere e qualche indicazione in merito.

Il Signore possa ricompensarLa per la grande umanità che dimostra.
[#1]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Vediamo di fare un pò di ordine:
- Lei non descrive il tipo di intervento e cosa è stato asportato.
Tuttavia mi pare di capire che sia stato asportato tessuto mammario infiltrante il derma e la cute (espressione di neoplasia localmente avanzata).
- Nessuna meraviglia che i marcatori siano pressochè normali , mentre mi risulta difficile dagli elementi che mi fornisce, che non solo la mammografia e l'ecografia , ma anche l'esame clinico risultassero non significativi per porre il sospetto di neoplasia mammaria
localmente avanzata.
Ci dia qualche ragguaglio ulteriore degli aspetti che ho preso in considerazione e ven volentieri risponderò ai quesiti da Lei posti.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

[#2]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

innazitutto manca il dato relativo al coinvolgimento o meno dei linfonodi ascellari, nonchè se si è trattato di una mastectomia o di una quadrantectomia. Questo cambia la prognosi ed il tipo di atteggiamento terapeutico. Certamente un carcinoma duttale infiltrante G3 con interessamento del tessuto linfatico locale merita le dovute attenzioni. Inoltre a quanto mi sembra di capire manca una stadiazione completa che prevede una TC total boby + cranio con m.d.c ed una scintigrafia ossea. Non desta sorpresa il dato dei markers tumorali. Essi infatti possono non essere positivi anche in presenza di malattia e sono più utili quando in presenza della malattia medesima, prima dell'asportazione chirurgica, sono positivi. Questo perchè a quel punto, normalizzandosi dopo l'intervento, possono fare da spia per una eventuale ripresa di malattia. Se ci fornisce i dati ulteriori potremo fornirle un consiglio più mirato.

Molto cordialmente, un caro saluto

Dr. Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#3]
dopo
Utente
Utente
Egregi Dottori,
Grazie per la tempestività del Vs intervento e delle vostre risposte. Vi chiedo di perdonarmi se nella mia rihiesta non sono stata abbastanza precisa e chiara. Cerco di rispondervi con i dati che ho a disposizione.
Qualche settimana fa a mia madre sono stati asportati linfonodi ascella sx che dall'esame istologico hanno rivelato un carcinoma duttuale infiltrante della mammella scarsamente differenziato (G3( infiltrante massivamente il cellulare adiposo sottocutaneo, il derma, con ulcerazione dell'epidermide e con estesa permeazione neoplastica dei vasi linfatici. La neoplasia -dice il referto istologico- è presente in corrispondenza di uno dei margini laterali di resezione chirurgica. L'intervento credo sia di "linfoadenopatia scellare".
La mammografia e l'eco successive all'intervento non hanno rivelato la presenza di focolai o di metastasi alla mammella. Idem Tac torace con m.d.c.
Domattina eseguiremo una TAC cranio con mdc.
E' necessaria una tac total body? possimao eseguirla subito pur avendo fatto la tac torace pochi giorni fa?
La chemioterapia è indispensabile?
Grazie di cuore
[#4]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Amica,

nell'esame istologico senz'altro è descritta la dimensione della massa tumorale asportata ed è segnalato se ci sono o meno linfonodi coinvolti. La linfadenectomia ascellare però dovrebbe indicare, sempre nell'esame istologico, quanti dei linfonodi asportati sono (eventualmente) coinvolti dalla malattia (questo dato cambia la prognosi e la strategia terapeutica). L'invasione del tessuto adiposo, del derma, l'ulcerazione della cute, l'estesa invasione linfatica, il grado G3 impongono un trattamento chemioterapico sistemico. Tale neoplasia inoltre meriterebbe (se non è già stata eseguita) una mastectomia totale (anche in considerazione del residuo postchirurgico). Poichè è stata eseguita solo Tc torace, si può eseguire ora solo addome e cranio per avere un quadro completo. Necessaria anche una scintigrafia ossea per la stadiazione definitiva.

Se riuscisse ad avere l'esame istologico completo (dettagliato) può trascriverlo per ulteriori dettagli.

Sempre a disposizione, molto cordialmente

Dr. Carlo Pastore
[#5]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Cara Signora,
in relazione al quadro riportatoci su sua madre,
sembra evidente che si tratti di una malattia che appare, fino agli esami fin ora effettuati, una malattia localmente avanzata. Il quadro di infiltrazione cutanea e l'estensione ai tessuti limitrofi impone un trattamento chirurgico non conservativo, e un trattamento adiuvante sistemico con chemioterapia, associato ad un trattamento di radioterapia sulla parete toracica e sulle aree linfonodali infra-sovraclaveari(queste ultime se il numero dei linfonodi positivi appare = o superiore a 4).
Cordialità

Dr.Filippo Alongi

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#6]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dottori,
questi i dati ad oggi in mio possesso.

ESAME ISTOLOGICO
Descrizione macroscopica:
A. Frammento di cute e sottocute focalmente ulcerato delle dimensioni di cm 4,1x1,7x5, comprendente nodulo biancastro lardaceo a margini irregolari (cm 2)che appare giungere in corrispondenza di un margine laterale di resezione chirurgica.
B. Frammento fibroadiposo dal quale si isola 1 linfonodo (max cm 2,1).
La diagnosi dell'esame istologico:
A) Pacchetto linfnodi ascellari: carcinoma duttuale infiltrante della mammella scarsamente differenziato (G3( infiltrante massivamente il cellulare adiposo sottocutaneo, il derma, con ulcerazione dell'epidermide e con estesa permeazione neoplastica dei vasi linfatici. La neoplasia è presente in corrispondenza di uno dei margini laterali di resezione chirurgica.
B) Linfonodo profondo retropettorale: Metastasi massiva linfonodale di carcinoma duttuale infiltrante della mammella con infiltrazione neoplastica dei tessuti lassi perilinfonodali.

L'indagine immunoistochimica ha rilevato:
Egr: positivo in > il 75% delle cellule neoplatiche
PgR: positivo nel 25-50% delle cellule neoplastiche
Ki67: positivo in < del 25 % delle cellule neoplastiche.
c-erb B2: negativo.

Oggi abbiamo effettuato TAC CRANIO che ha dato il seguente esito:
Sistema ventricolare in asse, non dilatato e privo di densità patologica. Non sono evidenti alterarzioni focali della densità encefalica.

Anche l'ETG addome superiore ed inferiore non ha evidenziato alterazioni patologiche.

l'intervento chirurgico effettuato da un esperto, affidabile e rinomato chirurgo toracico è stato così descritto:"Incisione ascellare sinistra. Si apprezza una tumefazione (linfonodi ascellari) che vengono asportati in blocco con tratto di cute del fondo ascellare che si presenta ulcerato".

TC TORACE con mdc: Assenza di tumefazioni mediastiniche. Circoscritta, pseudonodulare area di consolidazione in sede basale sinistra in corrispondenza della doccia costovertebale.

MAMMOGRAFIA BILATERALE: non si rilevano attualmente lesioni di tipo focale o infiltrativo, nè microprecipitati sospetti.

ECOGRAFIA MAMMARIA: lo studio ecotomografico della mammella di dx e di sn ha evidenziato una ghiandola ad ecostruttura consona all'età e alla costituzione della paziente. Non si osservano formazioni occupanti spazio.

Che altro fare oltre alla scientigrafia ossea?
il quadro clinico è strano e preoccupante?

E soprattutto... c'è posssibilità di porvi rimedio?

Grazie... infinite!




[#7]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Amica,

sicuramente è necessario un trattamento chemioterapico sistemico. Inoltre è altresì indicato un trattamento radiante locale. La scintigrafia ossea è il giusto completamento di una stadiazione. IL protocollo di chemioterapia sarà deciso in funzione anche dell'età di mamma e delle comorbilità. Seguirà una ormonoterapia e stretti controlli di follow-up.

Ci tenga aggiornati, se lo ritiene opportuno.

un caro saluto

Carlo Pastore
[#8]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
In assenza di una descrizione dell'intervento eseguito
( alla sua replica è allegato solo l'esame istologico )
è difficile comprendere la strategia adottata per la terapia chirurgica (se con intento radicale o, suppongo,
con intento di "pulizia locale" in corrispondenza dell'ulcerazione cutanea)- Se l'intento perseguito è stato quello di adottare un criterio di pulizia mi risulta arduo comprendere perchè è stato asportato il linfonodo retropettorale . In ogni caso sembra evidente che NON sia stata ottenuta una radicalità chirurgica .
PER IL RESTO CONDIVIDO PIENAMENTE IL PARERE DEI COLLEGHI.
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#9]
dopo
Utente
Utente
La descrizione dell'intervento credo sia questa:
"Incisione ascellare sinistra. Si apprezza una tumefazione (linfonodi ascellari) che vengono asportati in blocco con tratto di cute del fondo ascellare che si presenta ulcerato".
[#10]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Grazie per la precisazione e conferma di quanto avevamo ipotizzato.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#11]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Cara Signora,
rimanendo per me tuttora non chiarissimo il motivo di non avere effettuato un ritrattamento chirurgico più esteso per assicurare una completa radicalità chirurgica, ribadisco la necessità di un trattamento con radioterapia per scongiurare una ripresa loco-regionale di malattia e la assoluta necessità di un trattamento sistemico per sterilizzare "eventuali" micrometastasi occulte. Ormai il carcinoma della mammella è sottoposto a cure che seguono delle linee guida standardizzate, internazionali.
In considerazione del quadro poco chiaro che ci propone, si affidi ad una equipe di oncologi medici e radioterapisti per una corretta scelta della terapia adiuvante, portando in visione agli stessi tutti i documenti in suo possesso sul caso.
Sempre a disposizione per eventuali chiarimenti.
dr. Filippo Alongi
[#12]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,
mia madre è stata operata ai linfonodi solo qualche giorno fa... e prima dell'esame istologico non potevamo immaginare la "gravità" di questo carcinoma. Il chirurgo toracico, credo abbia asportato tutto il pacchetto di linfonodi andando a fondo... Lei pensa che avrebbe dovuto intervenire anche sulla mammella?

[#13]
Oncologo, Medico legale attivo dal 2006 al 2008
Oncologo, Medico legale
Gentile utente

la descrizione dell'exersi chirurgica di recente effettuazione e' stata realizzata in modo esaustivo poiche' riferisce rimozione in toto dei linonodi ascellari risultati positivi senza intervento sulla mammella.
Ritengo che se i colleghi non hano operato la mammella vuol dire che l'istologico imponeva attenzione solo per interessamento linfonodale.
Pertanto attenderei ulteriore monitoraggio del caso clinico.

DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
[#14]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

mi trovo in pieno accordo con il Collega Dr. Alongi. Anche a me non risulta chiarissima la dinamica dell'ultimo intervento ed il perchè di una exeresi esclusivamente linfonodale. Comunque una valutazione di un collega radioterapista ed una chemioterapia adiuvante risultano indispensabili.

Molto cordialmente

Dr. Carlo Pastore
[#15]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,
purtroppo non essendo medico non riesco a descrivere bene l'intervento a cui mia madre è stata sottoposta.
Comunque, siamo partiti da una semplice esportazione di un lipoma infiammato situato proprio nel cavo ascellare... ma poi la realtà che si è presentata al chirurgo è stata ben diversa ed è stata successivamente confermata dall'esame istologico.
Una cosa è certa... i risultati sono abbastanza strani.
Potremmo presupporre un errore nell'esame istologico?

Cordialità
[#16]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
No, non vuol dire che ci sia stato un errore nell'esame istologico. Concordo con la dr.ssa Cirolla che se i chirurghi non sono intervenuti sulla mammella una ragione ci sarà stata , non esclusa quella che NON E' STATO RILEVATO UN TUMORE PRIMITIVO NELLA MAMMELLA dagli esami strumentali (è stata eseguita una RMN ?)
Forse molto semplicemente perchè aveva sede in corrispondenza del prolungamento ascellare (sede dell'ulcerazione) in prossimità dei linfonodi del I livello ascellare.
Questi dubbi potrà soddisfarli riparlando con il chirurgo che sicuramente potrà illustrarLe la strategia che è stata adottata.( una ampia exeresi del QSE
IN CONTINUITa' con il prolungamento ascellare ed il pacchetto ascellare ?).
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#17]
dopo
Utente
Utente
Il chirugo è un ottimo professionista molto scrupoloso ed accurato. Nella mammella non è stato riscontrato nulla (Tc, Eco, Mammografia), anche se l'esame istologico parla di carcinoma infiltrante alla mammella. E' probabile che il tumore avesse sede proprio nel cavo ascellare...? anche in questo caso si parla di tumore alla mammella?

RMN sta per risonanza magnetica? é un esame ancor + approfondito?

GRAZIE
e.. ottima giornata.
[#18]
Oncologo, Medico legale attivo dal 2006 al 2008
Oncologo, Medico legale
Gentile utente

RMN sta per risonanza magnetica e rappresenta un esame altamente specifico nel dipanare dubbi diagnostici per alta sensibilita' e specificita'.
L'esame istologico rappresenta un completamento differenziale e quindi deve sempre accompagnare la diagnostica strumentale.


DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
[#19]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Nessuno discute la tecnica utilizata, nè tantomeno è in discussione l'operatore. Ribadisco che non essendo chiara la dinamica dell'intervento descritta solo il chirurgo potrà fornirci RAGGUAGLI PIù PRECISI.
Ci informi ulteriormente ,se lo desidera.
[#20]
Oncologo, Medico legale attivo dal 2006 al 2008
Oncologo, Medico legale
Gentile utente

la sua situazione clinica depone per K infltrante mammario come refertato da esami strumentali di recente effettuazione che mi lascia qualche dubbio sulla diagnosi differenziale poiche' non ci specifica se duttale o intraduttale nel qual caso cambia la prognosi e soprattutto la possibilita' di valutare se trattasi di tumore del parenchima specifico o di secondarismi.
Certamente una valutazione chirugica potrebbe essere la piu' indicata.

DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
[#21]
dopo
Utente
Utente
"carcinoma duttuale infiltrante della mammella scarsamente differenziato (G3) infiltrante massivamente il cellulare adiposo sottocutaneo, il derma, con ulcerazione dell'epidermide e con estesa permeazione neoplastica dei vasi linfatici. La neoplasia è presente in corrispondenza di uno dei margini laterali di resezione chirurgica". E' questo il risultato dell'istologico. Tuttavia, mi hanno spiegato che si tratta un tumore ectopico, mammario, sviluppatosi però nel cavo ascellare... un caso abbastanza insolito.

SIGH...

Che confusione!!!
Perdonatemi, ma quando si ha a che fare con simili problemi non solo è difficile esprimersi con un linguaggio tecnico, ma anche dare informazioni chiare e coincise.
Grazie di cuore per il vostro contributo!
[#22]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Gentile signora,
forse adesso è tutto più chiaro con i dettagli ulteriori che ha esposto , in base ai quali il trattamento chirurgico locale può essere considerato adeguato se completato da trattamento radioterapico del QSE e prolungamento ascellare sede della neoplasia, ovviamente in associazione al trattamento sistemico cui facevano riferimento i colleghi.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#23]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Gentile signora,
forse adesso è tutto più chiaro con i dettagli ulteriori che ha esposto , in base ai quali il trattamento chirurgico locale può essere considerato adeguato se completato da trattamento radioterapico del QSE e prolungamento ascellare sede della neoplasia, ovviamente in associazione al trattamento sistemico cui facevano riferimento i colleghi.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#24]
dopo
Utente
Utente
Sono indispensabili entrambi?
E' conveniente fare prima la radio?

Buonissima giornata.
[#25]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Cara Signora,
pur emergendo nuovi elementi sul caso di sua madre, molti aspetti rimangono molto dubbi. Probabilmente si tratta di un tumore del parenchima mammario al limite con il cavo ascellare. Se necessaria una chemioterapia, come ipotizzo, la radioterapia è posticipabile entro i sei mesi dalla fine della chirurgia. E'imperativo comunque che la radio, anche se in seconda battuta, sia effettuata sull'intero parenchima mammario residuo e molto probabilmente sulle aree linfonodali limitrofe. Continuare comunque a fare elucubrazioni, in assenza di una valutazione completa della documentazione e del paziente di persona, potrebbe solo creare ulteriori confusioni. Il prima o il dopo di un trattamento è una scelta da effettuare SOLO dopo una attenta analisi degli indici prognostici e del tipo di trattamento adiuvante da scegliere. A questo punto è necessaria una consulenza oncologica con la paziente, magari multidisciplinare, cioè in co-presenza di radioterapista oncologo e oncologo chemioterapista, al fine di decidere all'unisono la tempistica del trattamento adiuvante, che in ogni caso deve iniziare entro le 4-5 settimane dall'intervento chirurgico.
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
[#26]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Concordo pienamente con il dr. Alongi che non ha senso fare ipotesi : una visita collegiale con la "versione" del chirurgo o meglio ancora in presenza di quest'ultimo
potrebbe dirimere i dubbi residui.
Concordo ovviamente anche sulla necessità di estendere il trattamento radioterapico su tutta la mammella anche se la primitività di quest'ultima non fosse dimostrabile..
Potrebbe la nostra utente, se lo desidera, far leggere le nostre repliche all'operatore e farci pervenire le sue osservazioni.
Auguri con cordialità
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#27]
dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore.
I vostri suggerimenti dati con tempestività, passione e grande competenza... sono di grande sollievo e conforto.

Auguri cordiali per il S. Natale.

Vi terrò aggiornati dopo la "seduta plenaria" con tutti gli specilisti.
[#28]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Auguri e naturalmente restiamo in attesa dell'esito dell'incontro collegiale.
[#29]
dopo
Utente
Utente
Preg. mi Dottori,

man mano che si avvicina il giorno in cui mia madre dovrà inziare la chemio, aumenta il senso di smarrimento e di paura. Cosa accadrà? Dopo la chemio ritornerà ad essere la donna sorridente ed amorevole di sempre? Il suo aspetto fisico resterà tale? I suoi capelli? Il cuore reggerrà a tanta aggressività (ha l'aorta dilatata)?
Intanto ieri le hanno posizionato un porth a cath per rendere + agevoli le sedute di chemio. Sembrava un intervento da poco, invece è stato dolorosissimo.
E tra un po' seguiranno altre battaglie.
L'oncologo ha scelto di effettuare 4 cicli di chemio CMF (1°-8° giorno ogni 21 gg) da gennaio ad aprile. poi seguirà la radioterapia e gli esami di routine...
Cosa ne pensate? Saranno sufficienti?
Il quadro clinico-diasgnostico che vi ho descritto nelle precedenti email è sicuramente poco esaustivo, ma è tutto ciò che ad oggi conosciamo.
Restano forti perplessità sui marcatori tumorali (perchè, a parte il TPA, gli altri sono nella norma?) sullo stesso stesso esame istologico tenuto conto che nella genealogia
di mia madre non c'è nessuno che abbia mai avuto familiarità con questo tipo di male.
Altre due domande:
1) Ci sono nuovi protocolli in grado di evitare la caduta dei capelli che in una donna è psicologicamente frustrante?
2) Come si fa a sapere se la terapia sta funzionando o meno?

Grazie!!!!

[#30]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

direi che il quadro descritto impone un trattamento chemioterapico (anzi, a mio avviso, il CMF si presenta come un protocollo piuttosto leggero). Infatti siamo in presenza probabilmente (e non credo ci siano molti dubbi sull'esame istologico) di un carcinoma del prolungamento ascellare della mammella con un pacchetto linfonodale conglobato. Le caratteristiche che depongono per una terapia energica sistemica (con a seguire ovviamente una radioterapia su parete toracica e parenchima mammario residuo) sono il grado di differenziazione delle cellule neoplastiche scarso (G3), l'infiltrazione linfatica e dei tessuti circostanti, la presenza di un nodulo di 2 cm, l'ulcerazione dell'epidermide, la presenza di un linfonodo profondo con sconfinamento extracapsulare della malattia. Non deve avere timore per gli effetti collaterali in relazione alla dilatazione aortica; infatti il protocollo scelto è molto ben tollerato. Per quanto riguarda la caduta dei capelli con il CMF in genere si assiste solo ad un indebolimento dei suddetti senza alopecia completa (sono in commercio delle cuffie refrigerate da indossare durante le infusioni che sembrano minimizzare la caduta dei capelli). Anche l'emesi con tale protocollo è rara. Inoltre esistono ottimi farmaci per il controllo degli effetti collaterali. Una ultima parola la spenderei sul significato ed il valore da attribuire ai marcatori e sui controlli in itinere. I marcatori tumorali sono dei parametri non affidabili al 100% e solamente orientativi. Mentre hanno una grande utilità se positivi (cioè con valori alterati) sono meno utili se negativi. La loro negatività però non sempre corrisponde ad assenza di malattia. Ad esempio in caso di malattia minima residua o di un tumore non secernente, ci si può trovare di fronte a valori dei marcatori non significativi. Il TPA è un marcatore ormai desueto e poco specifico potendosi trovare alterato in moltissime condizioni non oncologiche (ad ex. infiammatorie). I controlli andranno eseguiti al termine dei trattamenti. In questo momento siamo in fase di terapia adiuvante (o precauzionale) e quindi (teoricamente e sperabilmente) in assenza di malattia evidente. I primi controlli peraltro saranno i meno significativi poichè la (eventuale) massa cellulare residua verrà molto abbattuta (e si spera azzerata) dai trattamenti stessi. E' opportuno programmare una griglia di controlli cadenzata con opportuna scrupolosità.
Infine vorrei invitare comunque a gestire questa condizione clinica con la massima tranquillità infondendo coraggio alla mamma.

Molto cordialmente, un grande in bocca al lupo

Dr. Carlo Pastore
[#31]
dopo
Utente
Utente
Grazie dott. Pastore,
la chiarezza della sua risposta è senz'altro frutto di grande competenza e professionalità, oltre che di una componente essenziale per ogni buon medico: l'umanità e la "compassione" (intesa come dal latino "cum patere")!!!
Ancora una domanda: crede che sia opportuno utilizzare un altro protocollo più forte? se si quale?
quale potrebbe essere la percentuale di successo della terapia?

Buonissima domenica
[#32]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Amica,

innanzitutto vorrei ringraziare per gli elogi (probabilmente immeritati). Veniamo al dunque: a mio avviso sarebbe più adeguato uno schema contenente antracicline e taxani. Esistono diversi schemi di questo tipo ed il più "classico" è denominato EC (epirubicina + ciclofosfamide ) e docetaxel. Il tutto somministrato mediante 4 cicli di EC e 4 cicli di docetaxel a seguire. Ogni somministrazione con un intervallo di 21 giorni l'una dall'altra. Ovviamente a seguire radioterapia + ormonoterapia. Tale schema però porterebbe irrimediabilmente alopecia completa (salvo poi i capelli ricrescere senza dubbio alla sospensione) ed un monitoraggio accurato dei parametri ematologici nonchè degli antiemetici.

Un caro saluto, sempre a disposizione

Carlo Pastore
[#33]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Gli elogi per il dr. Pastore sono strameritati !
[#34]
dopo
Utente
Utente
Parole sante... in una fase molto critica, i suggerimenti di tutti i medici che frequentano questo sito mi sono state di grande incoraggiamento.
Grazie a Tutti e soprattutto al dott. Pastore.
[#35]
dopo
Utente
Utente
Ancora un quesito.

Mia madre ha affrontato egregiamnete la chemio... 4 cicli (per ora) di A/C ogni 21 gg. Egregio il contributo dell'oncologo... ora dovrebbe affronatre radio e terapia ormonale... e tutta la routine di esami diagnostici. Per ora abbiamo eseguito solo le analisi del sangue che hanno messo in evidenza un leggero aumento del CA 15.3 (48.4), cosa che le analisi prima dell'intervento non avevano assolutamente evidenziato. In attesa di parlarne con l'oncologo son molto preoccupata. Non è un buon segno... Significa che le cellule anzichè arrestarsi si stanno diffondendo? SIGH... Che ne pensate? come procedere?

Grazie....
[#36]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
No un " leggero" aumento del CA 15.3 non è così specifico da indicare un peggioramento della prognosi sino a dimostrazione contraria.Il suo oncologo glielo ribadirà.
Auguri con cordialità
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#37]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Concordo come sempre con il dr.Catania, sul peso "relativo" dei marcatori tumorali, sopratutto durante il trattamento, poichè il loro aumento può essere legato a componenti non tumorali, talora connesse agli effetti delle terapie stesse.
Adesso diciamo che, finita la chemio, la attende la radioterapia che le peserà solo nel fatto di andare tutti i giorni(dal lun al ven) per almeno 5-6 settimane al centro di radioterapia. Per gli effetti collaterali, difficilmente avrà disturbi se non nella sede di trattamento, con la possibilità di manifestare soprattutto effetti infiammatori cutanei, prevalentemente dalla III settimana di trattamento. Essi si esprimeranno con un eccessivo rossore, talora con uno sfaldamento degli strati cutanei più superficiali in alcune sedi più delicate, come quelle delle pieghe cutanee. In ogni caso, tali effetti avversi non è detto che si verifichino o che si verifichino con questa intensità descritta. Tutto dipende dal profilo genetico di radiosensibilità del tussuto sano della paziente. Mi faccia sapere, se vuole, le dosi e le sedi scelte dal collega oncologo radioterapista
[#38]
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Grazie alla "sponda" del dr.Alongi, aggiungo che a volte anche un aumento marcato che farebbe pensare ad una progressione della malattia, non indica un peggioramento della prognosi se è in corso una chemioterapia .Addirittura in alcuni casi non è da escludere che tale aumento, in realtà sia un "segnale" di risposta alla terapia ( lisi =distruzione di massa cellulare del tumore ).
In questo caso però il marcatore dovrebbe
rientrare verso la norma in tempi medi.
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