Spina calcaneale sull'inserzione del tendine d'achille...

Bongiorno,

mi rivolgo a questo Forum per sottoporre alla vs. attenzione il mio caso.

Ho 36 e ho giocato a calcio a livello agonistico per circa 25 anni senza mai aver subito fortunatamente gravi infortuni di carattere muscolare e/o scheletrico. Da circa un anno e mezzo però soffro di dolori al tendine d'achille sx (fino a giugno 2007 era solo un fastidio) che si manifestano soprattutto durante la pratica sportiva (agonistica fino al giugno 2007 e ora solo amatoriale) tanto da dover sospendere gli allenamenti alla fine del 2007 a causa del dolore al tendine stesso e anche all'infiammazione del nervo sciatico sx provocato, immagino, da una non corretta postura nella corsa durante l'attività sportiva a causa del dolore al tendine.

Mi sono quindi rivolto ad un ortopedico che opera nella mia zona di residenza che mi ha invitato a fare un ecografia al tendine che ha rilevato delle calcificazioni e proposto di fare delle sedute di onde d'urto per "sciogliere" queste formazioni... terapia fatta in 6 sedute ma senza particolari giovamenti.

Una RX effettuata successivamente ha rilevato poi una spina posizionata all'altezza dell'inserzione calcaneale del tendine d'achille e quindi mi sono state prescritte altre terapie con ultrasuoni ad immersione e laserterapia per agire sull'infiammazione ma anche queste sedute (10 per tipo) non sono servite a nulla...

L'ultimo terapia proposta è stata quella di fare delle infiltrazioni locali a base di cortisone ed antinfiammatori ma, poichè è giunta a fine luglio di quest'anno, ho preferito pensarci su visto che questo tipo di terapia potrebbe anche causare delle nuove calcificazioni al tendine in questione.

Ho preferito quindi richiedere un secondo parere ad un altro Medico Ortopedico presso una clinica di Milano che, preso atto della situazione mi ha proposto un nuovo ciclo di onde d'urto da effettuarsi presso un 'istituto che possa garantirne la corretta applicazione, prima di riprendere a correre e ad allenarmi. Inoltre suggerisce l'uso di un tacco interno di un centimetro per scaricare il carico sul tendine, cosa che però sto già utilizzando da giugno.

Entrambi i medici si sono dichiarati poco favorevoli ad un intervento chirurgico affermando che si tratta di una soluzione che non da sufficienti garanzie e risultati positivi, ma finora nemmeno le terapie hanno fornito risultati apprezzabili.

Al momento, immagino grazie al periodo di vacanza appena terminato, all'uso praticamente ininterrotto di calzature aperte sul tallone e "all'aria di mare che fa sempre tanto bene", il dolore al tendine è molto molto ridotto ma temo che appena proverò ad accelerare un pò l'attività sportiva, possa ritornare tutto come qualche mese fa.

Vorrei a questo punto avere un vs. parere medico soprattutto per capire come mai l'intervento chirurgico sia così poco indicato e se devo rassegnarmi a zoppicare x tutta la vita...

Grazie in anticipo a tutti e cordiali saluti.
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Dr. Roberto Leo Ortopedico 3.8k 176
Gentile utente,
il caso e' complesso visto che ben 2 colleghi diversi non sono riusciti a curare la sua situazione infiammatoria locale, che dunque, si deve essere cronicizzata in maniera importante.
Il discorso da fare e' a mio modo di vedere duplice.
1) Perche tale infiammazione si automantiene e non riesce ad essere curata?
A mio giudizio bisogna indagare bene quella che lei descrive come "spina posizionata all'altezza dell'inserzione calcaneale del tendine d'achille". Se tale "spina" fosse accentuata, ci potremmo trovare nelle condizioni del cosiddetto morbo di Haglund che puo ' colpire gli sportivi. Nella pratica sportiva, infatti, in presenza di spina calcaneale posteriore, potrebbe esservi un attrito meccanico tra la spina posteriore del calcagno ed il tendine di achille.
Cio' automantiene una situazione di infiammazione del tendine anche se tale infiammazione viene curata.
Si esegue un Rx ben fatto, si valuta la spina e si giudica se essa sia cosi accentuata da poter essere la responsabile della infiammazione. In tal caso si propone al paziente di rimuoverla.
2) Cura della infiammazione.
Negli atleti la terapia che, a mio modo di vedere, funziona meglio e' il laser ad alta potenza tipo il "neodimio- yag" da ripetere anche per 2 o 3 cicli.
Lei ha fatto tale tipo di laser?
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Esiste infine la possibilita' di operare in presenza di una infiammazione cronica del tendine di achille senza la spina calcaneale posteriore.
I risultati sono buoni nei pazienti che si sono curati bene, senza successo, con il riposo dallo sport ed il laser adeguato per almeno 3 mesi.
Ovviamente nessun chirurgo serio le dara' mai il 100% di probabilita' successo di tale tipo di intervento.
Cordiali saluti.

Dr. Roberto LEO

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per la Sua cortese risposta.
Purtroppo non so dirle se la spina che è stata rilevata dalla RX può essere ricondotta alla patologia che indica Lei perchè i Medici che mi hanno visitato non hanno fatto sicuramente riferimento alla Sindrome di Hauglund ma posso confermarle che sia la spina a "pungere" sul tendine d'achille e questo effetto è accentuato ancor di più durante l'utilizzo di calzature che comprimono il tallone come appunto le scarpe da calcio ed alcune scarpe "da passeggio" (tipo sniker). Non a caso è bastato un mesetto e mezzo di riposo e l'utilizzo di sandali/ciabatte per far quasi scomparire il dolore che si presentava ormai da più di un'anno con forti fitte al momento di effettuare i primi passi dopo essermi alzato da una sedia o dal letto e con dolore invece continuo e molto forte durante una qualsiasi attività sportiva che prevedesse una corsa più o meno intensa...
Per quanto riguarda la terapia laser che ho seguito, il centro medico mi ha specificato che si tratta di "Laser a diodi". Il trattamento è stato eseguito in 10 sedute da 8 minuti cad. effettuate in 2 settimane a metà luglio, accompagnato da altrettante sedute di ultrasuoni ad immersione da 10 min. cad.
Visto che Lei non ha escluso il ricorso all'intervento chirurgico, potrebbe ipotizzare anche che difficoltà o controindicazioni potrebbero esserci e che tempi di recupero sarebbero eventualmente necessari?
grazie 1000 di nuovo e buona serata.
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Dr. Roberto Leo Ortopedico 3.8k 176
Vero! Ho ipotizzato un intervento chirurgico su una diagnosi ipotetica peraltro non confermata da 2 colleghi che la hanno visitata.
Dunque parlare gia' di tempi di recupero mi sembra quantomeno prematuro!
Dipende molto da quanto e' grande questa "protuberanza" o "spina" ossea, qualora venga confermata.
Infatti se fosse piccola si puo' effettuare una tecnica mini-invasiva con conseguente recupero migliore e piu' celere, se fosse grande.....
ma ritengo questa ultima ipotesi difficile in quanto i colleghi la avrebbero sicuramente osservata.
Cordiali saluti.