Il passare del tempo, ma che le componenti elastiche che racchiudono il nucleo liquido nel disco,

Buongiorno. Sono un ragazzo di 25 anni che ha riportato un'ernia discale non espulsa L5 S1. In questo periodo sto praticando terapia conservativa da circa 2 settimane, dopo 5 mesi di sciatalgia alla gamba sinistra. La terapia basata sul metodo mckenzey sembra avere successo, con esercizi da ripetere quotidianamente ogni 60 minuti. La sciatica è molto diminuita e si presenta in maniera consistente solo la mattina nel gluteo e seduto in macchina. Vorrei, se fosse possibile porre un quesito. La mia fiosioterapista afferma che il problema non "guaribile" è rappresentato solo dall'ernia che dovrà disidratarsi con il passare del tempo, ma che le componenti elastiche che racchiudono il nucleo liquido nel disco, con il tempo si riparano. Dato che ho sentito una marea di pareri contrastanti a riguardo, sarei veramente curioso di sapere se è vero che con il tempo il disco si ripara o se resta vulnerabile per sempre e destinato all'intervento chirurgico.
Ringrazio infinitamente per l'eventuale risposta.
Buona giornata Umberto
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Dr. Andrea Seghedoni Neurochirurgo, Medico di medicina manuale, Perfezionato in medicine non convenzionali 229 14
Buon giorno Umberto.

Lei apre un portone con la sua domanda sull'evoluzione del disco intervertebrale rovinato, in quanto esistono diversi pareri contrastanti ed è argomento di acceso dibattito nella comunità scientifica.

Quesllo che è certo, e per risponderle parto da li, è che una ernia discale, per lo piu ancora contenuta come la sua, si preferisce non operarla e si usa l'arma chirurgica solo se una importante terapia conservativa non ha funzionato. Questo perchè un intervento chirurgico, oltre ad esporla ad un rischio, che, seppur basso per il tipo d'intervento, esiste, non riduce la possibilità di una recidiva di ernia a livello locale.
Il disco ha effettivamente capacità di riparazione, piu precisamente dovrei dire che il corpo ha la capacità di ripararsi, magari modificando un attimo la postura e facendo in modo che certe zone del disco siano piu o meno soggette a carichi e quindi si riduca il dolore.

Un saluto

Dr. Andrea Seghedoni,
neurochirurgo
www.andreaseghedoni.com

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Utente
Utente
La ringrazio innanzitutto per la risposta.
Lei usa il termine "ancora contenuta" per delineare l'inevitabile decorso in un'ernia espulsa?
Oltretutto non mi è chiaro se evitando l'intervento di microdiscectomia aumentano o diminuiscono le possibilità di ricaduta. Ho letto in oltre che la parte erniata tende con il tempo a rimpicciolirsi e a disidratarsi, quindi a questo punto non mi è assolutamente chiaro se il tempo giova o aggrava la patologia. (Avendo 25 anni il tempo è una componente non indifferente nei miei pensieri)

Ora sto cercando di prendere contatto con il Prof. Tomei di Varese che a quanto pare sta sperimentando, per le prime volte in Italia ma già da tempo praticate in Germania, tecniche di autotrapianto percutaneo di cellule staminali nel disco per consentirne una guarigione.

Saluti Umberto
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Utente
Utente
Buongiorno.
Dopo 8 mesi circa di sciatica mi è stato abbassato il dolore con un'epidurale di cortisone.
Il neurochirurgo che mi segue afferma che sarò coperto dal dolore per almeno 40 giorni.
Mi è stato consigliato da lui di prendere in considerazione un'intervento con l'inserimento tra l5 e s1 di una gabbietta di titanio. Questo tipo di intervento sarebbe sicuro e risolutivo per un ragazzo di 25 anni? Ma un'ernia al disco può fermare una vita?