Una tac è risultata un'ernia discale

Salve scrivo per conto di un'amica (donna).
In seguito ad una TAC è risultata un'ernia discale tra L4-L5 di circa 5 millimetri. Il tutto è nato in seguito a dolori alla schiena che si propagavano alla gamba destra fino al ginocchio.
Il fisiatra l'ha indirizzata verso una TECAR terapia (già conclusa) e alcuni esercizi per ripristinare la muscolatura addominale. La terapia è servita a ridurre notevolmente il dolore, che però non è passato del tutto.
Recentemente sente poi dei formicolii alla gamba destra e su consiglio del medico di famiglie è andata da un ortopedico che in neanche 10 minuti ha stabilito che praticamente non ha nulla, e che se vuole può fare una ozono terapia, e nulla le è stato detto su come risolvere il problema.
Tra l'altro il medico di famiglia e anche il fisiatra sospettano dei problemi alla deambulazione e forse un arto più lungo dell'altro, questioni che non interessavano a questo ortopedico.
Ora, prima di rivolgersi ad un altro specialista, volevo chiedervi se la cosa deve preoccupare e se c'è il modo di risolvere il problema o se non altro capirne l'origine senza per il momento ricorrere ad un intervento (anche perché l'ernia è abbastanza ridotta).
Mi sembra evidente che ci sia una compressione dei nervi, altrimenti non sentirebbe il formicolio.
grazie
[#1]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Gentile signore
la presenza di disturbi neurologici evidenzia la sofferenza della radice compressa dall'ernia.
Le consiglio vivamente di sottoporre la signorina a terapie con ozono di qualsiasi tipo in quanto questa tipo di trattamenti non ha nessun consenso a livello delle maggiori Associazioni specialistiche ortopediche e neurochirurgiche.
Inoltre il rischio in caso di complicazioni e' assai elevato.
Prima di iniziare qualsiasi terapia mi sembra opportuno che la signorina si faccia visitare in un centro ortopedico di un grande Ospedale dove si esegua con esperienza e professionalita' TUTTA la chirurgia del rachide e non il solo trattamento delle ernie discali, ma gari con il solo ozono./ Tra l'altro sostenere che un paziente non ha nulla e subito dopo proporre un trattamento invasivo come l'insufflazione di ozono lascia molto perplessi.
Cordialita'
Dr. A. Valassina

Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Salve
Innanzitutto grazie per la gentile risposta.
Allora l'ortopedico le ha sconsigliato vivamente la possibilità di un intervento chirurgico dato che a suo dire la situazione non sarebbe così compromessa o a rischio.
Ci sono ulteriori esami per poter capire come è realmente la situazione? Si è già sottoposta ad una TAC e il medico di famiglia le ha sconsigliato per il momento ulteriori radiografie (il fisiatra aveva parlato della possibilità di fare delle radiografie per valutare eventuali problemi alle anche)
Una cosa, lei ha scritto: "le consiglio vivamente di sottoporre"... ma se non ho capito male è un refuso? Voleva dire le "sconsiglio" ?
Comunque ha già preso appuntamento la settimana prossima presso un altro ortopedico (questa volta mi ha chiesto di accompagnarla) e vedrò anch'io di fare delle domande precise per avere delle risposte precise.

Se non si fa nulla c'è il rischio di complicazioni ulteriori? Quali segni o sintomi potrebbero in futuro indicare un peggioramento della situazione?
grazie
[#3]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Esatto. Le chiedo scusa ma il "non " è rimasto nel mouse.
Scrivendo dopo una giornata e notte di lavoro non sempre consente l'accuratezza dovuta. Mi scuso per questo.

La frase va letta infatti come lei ha ben intuito:

"Le consiglio vivamente di NON sottoporre la signorina a terapie con ozono di qualsiasi tipo in quanto questa tipo di trattamenti non ha nessun consenso a livello delle maggiori Associazioni specialistiche ortopediche e neurochirurgiche."

SUl che cosa fare solo il medcico che la segue (e la visita in prima persona) può darle indicazioni adeguate.
In linea generale posso solo dirle che la storia naturale della malattia discale presenta due tipi di evoluzioni prevalenti:
a) la discopatia artrosica = processo degenerativo caraterizzato dalla disidratazione progessiva del disco e dalla comparsa di osteofiti circonferenziali all'articolazione discosomatica come a carico dell epiccole articolari posteriori. In questi casi non si manifestano ernie espulse e la sintomatologia se compare si manifesta in età adulta o senile.
b) l'ernia discale = lesione del disco con espulsione del nucleo polposo lungo la la line di minor resistenza del disco stesso; si manifesta in dischi ancora ricchi di acqua e quindi giovanili e della prima età adulta; rara o assente in età senile.

Per quanto attiene il destino della radice si può schematizzare che il suo destino è strettamente dipendente dal rapporto contenente-contenuto = se anatomicamente il paziente presenta spazi ampi nel canale, nel recesso e nel forame da cui esce la radice la probabilità di un recupero senza intervento chirurgico è molto più alta rispettoa ai casi in cui i diametri di questi spazi anatomici sono ristretti.

Ma ogni valutazione va calibrata caso per caso.

Cordialmente
Dr. A. Valassina
[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Salve
sono stato con lei dal nuovo ortopedico.
Questo ha sconsigliato la ozonoterapia (tra l'altro lavorano nella stessa struttura, ho scoperto dopo ... mah...) e le ha consigliato di indossare un busto (già acquistato) e di continuare con il nuoto e alcuni esercizi fisici e poi di fare un controllo tra un mese circa.

Le ha però prescritto del Lyrica (e della vitamina B12), ora a me sinceramente sembra un po' eccessivo, anche perché ha degli effetti collaterali non trascurabili (nel suo lavoro è importante che abbia la massima concentrazione, e a quel che ho letto può provocare sonnolenza, disturbi alla concentrazione e memoria... e altri analoghi problemi che hanno altri antiepilettici, tra i quali in seguito alla sospensione - un mio parente ha sofferto di parestesie per mesi a seguito di una sospensione di un altro antiepilettico, nel suo caso però curara una forma di epilessia), e tuttora non soffre di particolari dolori, solo un po' di formicolio quando sta a sedere.

La cosa positiva è che non ci sono danni neurologici da fare pensare all'intervento e a suo dire la cosa potrebbe sistemarsi con il busto e un po' di pazienza.

Volevo chiederle.
Se non ha particolari dolori o fastidi, può evitare di prendere il farmaco? Se non ho capito male, non ha alcuna funzione terapeutica, ma solo antidolorifica o comunque sulla sintomatologia.
Le ho consigliato di ricontattare telefonicamente il suo medico per parlarne.

Non capisco perché i medici non diano informazioni sui farmaci che prescrivono, come se fossero zuccherini da ingoiare senza problemi.