Bimbo 3 anni non parla

buon giorno.Sono rumena e mama di 2 maschi uno da 13 anni e un altro di 3 anni.Il picollo che prossimo messe compie 3 anni ancora non parla , dice qualche parola ma algune di loro incomplete.Lui e natto con un parto cesareo,a caminato da solo ,dico io, tardi a 1 anno e 8 mesi,mangia e si veste da solo,socialisa con gli adulti dai picolli non e tanto atrato, con i suoi giocatoli parla nella lingua dei bebe , canta , quando li si chiede di venire viene, ancora ce l'ha il panollino anche di giorno in somma sta bene ,unica cosa che mi preocupa tantisimo e il fatto che non parla come gli atri bimbi de la sua eta e come faceva il fratello a la stessa eta,per cui vorei sappere che cosa devo fare.Grazie mille e scusate caligrafia
[#1]
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta 67 2 20
Gentile Mamma,

Le rispondo volentieri e non si preoccupi per la calligrafia.

Va detto, con i limiti di una consultazione a distanza, che le poche informazioni che abbiamo su Suo figlio, vanno nella direzione di uno sviluppo armonico rispetto l'età di riferimento. Sul piano dell'autonomia, infatti, il piccolo mangia e si veste da solo. Anche il comportamento sociale e di gioco è in linea con i 3 anni: è attivo, gli piace giocare con gli altri bambini e adulti e conosce canzoncine che canta.

Dal racconto, tuttavia, sembra emergere una preoccupazione relativamente al dominio del linguaggio e sembrerebbe riguardare il versante dell' "emissione" delle parole (eloquio) più che quello della "comprensione". Suo figlio, infatti, Le restituisce sempre dei segnali di aver capito le consegne, ad esempio quando Lei fa una richiesta ("quando li si chiede di venire viene") e mostra anche i caratteri di un bambino disponibile e socievole.

Ora, gli studi sullo sviluppo psicologico infantile ci raccontano che i bimbi di questa età dovrebbero avere un vocabolario lessicale ampio e comprensibile anche agli estranei, una parlata "lunga" , fatta talvolta anche di monologhi durante il gioco di finzione (ad esempio quando il bimbo gioca con i mattoncini, che stanno "al posto" delle macchinette).

La mia esperienza mi porta a dirLe che le frasi di questi bambini dovrebbero essere più corrette a livello sintattico, con l' uso appropriato di pronomi e plurali, un modo diverso e più strutturato che va oltre il parlare del bambino piccolo di un anno. Non è più la singola parola (parola frase) che va ad indicare l'azione, ma è un vocabolario sempre più ricco perchè il bimbo vuole sapere di più e si chiede il perchè di tanti oggetti che gli sono intorno. Gli psicologi parlano in tal senso di una "fase esplosiva del vocabolario".

Va anche detto che non esiste una regola che dobbiamo prendere come generale, unanime per tutti i bambini. In tal senso mi sentirei di rassicurarla e di invitarla ad aspettare qualche tempo prima di rivolgersi allo specialista della foniatria o della logopedia.

Con adeguate sollecitazioni, semmai, dovrebbe favorire la parola e il linguaggio del suo bimbo. Ad esempio attraverso la lettura ad alta voce di filastrocche o storie che piacciono al suo bambino. Di solito i bimbi a questa età vanno matti per le canzonicine e vorrebbero sentire continuamente le loro preferite. Lo faccia "contare" a memoria anche con le filastrocche che descrivono i numeri e non si preoccupi se sbaglia le quantità.......... Mi raccomando, faccia in modo di scandire bene le parole quando legge, anche in modo un pò "da bebè", ma sempre ad alta voce e animata.

Infine, ci tengo ad informarLa che il bilinguismo, ovvero la conoscenza e/o uso di due codici linguistici (italiano/rumeno) non è di per sè causa di disturbi della comunicazione nel bambino piccolo.

Rimango a Sua completa disposizione,
cordialmente





Dr.ssa Alessandra VAROTTO
psicologa clinico dinamica indirizzo comunità
Iscritta all'albo Regione Veneto n.7550
www.studiovarotto.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Per primo vorei tanto ringraziare per la risposta velloce che mi avette dato,
vorei poi sappere se per caso il fatto che mio bimbo non va al assilo puo essere la causa de linguagio poco svilupato?
Tuttavia ci tengo a dire che quando si prova a leggere qualche cosa al mio picollino lui sembra di non ascultare anzi adiritura annoiato,cosi come fa quando si trova in proximita dei altri bimbi.
Tante volte penso che puo essere di avere anche io un puo di culpa perche il inizio de la gravidanza(il primo trimestro) non e stato un momento tranquilo , estata piena di nervosismo ,litte di famiglia ,anche un episodio di consumo di alcool,e quest ultimo mi preocupa tanto di non aver agitto nel svilupo del mio bimbo.E vero che gli doctori l'ano tenuto sotto oservazione e non ano rilevato niente di preocupante.
Poi vorei dire anche il fato che mio figlio e multo testardo , or almeno cosi lo vedo io e la mia mama,tante volte sembrerebe che non ce niente di satisfacente per lui ,butta tute le cose anche il cibo che li si da e grida poi comincea parlare nella lingua dei bebe che no lo capisce nesuno , e tante volte quando volle qualcosa ci prende la mano e ci porta li senza dire niente.
Cordiali saluti,
[#3]
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta 67 2 20
Gentile Mamma,

indubbiamente un'accurata anamnesi familiare porterebbe a nuovi elementi di valutazione relativi allo sviluppo del suo bambino.

Chiede anche se il fatto che il bimbo non vada al nido potrebbe influenzare le tappe del linguaggio. Le rispondo con sincerità..indubbiamente l'ambiente nido potrebbe fare la differenza in termini qualitativi, vede oggi i nidi hanno una forte valenza psicoeducativa e sociale. Di norma, sono previste attività strutturate per aree di competenza. Esempio l'area dell'autonomia, dell'igiene personale, la psicomotricità, l'educazione sensoriale, il linguaggio.....

Le riferivo pocanzi della lettura ad alta voce in quanto nei nidi dovrebbero essere presenti degli spazi dedicati a questa attivita, raccolti e ben illuminati dove potersi riunire intorno all'educatore.

Questo dovrebbe essere un momento magico per il bambino, fatto di ambientazioni e di personaggi che prendono forma..la voce è molto importante, come il coinvolgimento dei piccoli.

Il senso di ciò è che il bimbo vive una dimensione effetivamente diversa da quella che potrebbe vivere stando a casa con lei, E' un esperienza che darebbe veramente molto per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del suo bambino

Mi son permessa di aprire questa parentesi perchè l'argomento mi sta molto a cuore; sono stata infatti protagonista di laboratori di lettura animata presso alcuni servizi educativi rivolti all'infanzia della mia città. Sono una volontaria di Nati per Leggere, progetto nazionale di promozione della lettura ad alta voce che coinvolge varie figure professionali, tra cui pediatri di famiglia, bibliotecari, educatori, genitori e nonni.

Cordiali saluti.



[#4]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentile Dottoressa,
vi disturbo ancora perche indubiamente vorei fare quella anamnesi familiare per poter riuscire a fare qualcosa per capire ed aiutare meglio mio bimbo ad integrasi nella colectivita tramite linguagio , dico questo perche nell ultimo periodo a capitato varie volte che gli altri bimbi de la stesa eta quando lo incontravo di chedere come che non parla , e poi vorei arrivare anche io in quell punto di poter avere una ''conversazione'' con mio picollino.
Per queste appena dete vorei sappere che elementi servono per quella anamnesi familiare , e a chi mi devo rivolgere.
P.S. Aproposito di quello che vi avevo racontato nell altra ''lettera'' dell episodio di rabia,aggitazione etc nella gravidanza vorei ancora sappere si a influenzato in qualche modo lo sviluppo dell mio figlio.


Grazie ,
Buona giornata
[#5]
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta 67 2 20
Gentile Mamma,

La inviterei a contattare i servizi socio-sanitari della Sua zona, Unità Operativa Materno-Infantile

Può anche rivolgersi al distretto territoriale e chiedere appuntamento con lo psicologo dell'area evolutiva.

Se fosse della mia zona, La inviterei a rivolgersi al Poliambulatorio dove lavoro.

Codiali saluti
Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

Leggi tutto