Bimbo di 18 mesi che non parla

Gentili dottori, vorrei avere un'opinione da voi. Io sono abbastanza serena, ma le persone intorno a me (nonni, zii, amici) sempre più insistentemente mi fanno notare che mio figlio, 18 mesi, ad oggi non ha ancora iniziato a parlare. Le uniche parole che conosce, e che usa raramente sono mamma, papà e winnie(con cui indica i suoi peluches). A parte questo problema è un bambino molto attivo e sveglio. Ha iniziato a camminare a 10 mesi, mangia tranquillamente da solo utilizzando le sue posatine, è in grado di capire quasi tutto quello che gli diciamo (ad esempio se deve portarci un gioco, stare seduto, mettere in ordine i giochi, cercare oggetti, etc...)Non ha mai avuto problemi nel dormire (messo nel lettino si addormenta solo con qualche carezza per risvegliarsi la mattina seguente), mangia di gusto e a volte è anche troppo curioso del cibo (vuole provare tutto quello che vede nei nostri piatti). Ama giocare sia da solo, sia in compagnia. Raramente, ma veramente raramente lo si sente piangere. Ama la compagnia delle persone ed è tutt'altro che timido. Di solito, se arriva una persona che non conosce, dopo 5 minuti di "ispezione" gli prende la mano e lo porta a giocare con lui. A mio parere, è solo un po' pigro, ma a quanto pare sono l'unica a vederla così. Voi cosa ne pensate? Vi ringrazio in anticipo delle vostre risposte.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora, da come lei lo descrive il suo bambino sembra assolutamente normale per la sua età quanto a sviluppo psicomotorio. Che è la cosa importante. Ci sono bambini che parlano più tardi, senza alcun problema, e non vanno forzati nè va concentrata tutta l'attenzione sul linguaggio, perchè allora sì che il bambino comincerà a sentire la pressione dell'ambiente e ad esserne intimorito. Sembra un bambino con cui è piacevole stare. L'importante è essere in contatto e comunicazione, il linguaggio seguirà. Non forzatelo a parlare, per carità!
Ne parli comunque al suo pediatra, per verificare che non ci siano problemi uditivi, che a volte in bambini molto intelligenti possono sfuggire.

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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Utente
Utente
Gentilissimo dottore,
intanto la ringrazio della sua celere e chiara risposta. Le confermo che è piacevolissimo stare con il mio bambino e che per quanto riguarda la comunicazione (non verbale) è assolutamente in grado di farsi capire e di socializzare. Sono forse più le nonne ad essere preoccupate (pare che sia io che mio marito abbiamo iniziato a parlare intorno ai 7 mesi...). Per quanto riguarda i problemi uditivi ne parlerò sicuramente con il pediatra, anche se da ignorante tenderei ad escluderli, dovrebbe vedere come balla quando sente la musica. Comunque la prossima settimana inizierà l'asilo è probabilmente lo stare con altri bambini lo aiuterà a sbloccare la situazione. Grazie ancora di cuore.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signora: ho letto il suo nuovo consulto https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/167474-bimbo-di-3-anni-e-separazione.html
ma non posso risponderle nella sezione psicologia. Aggiungo pertanto qui la mia risposta, pensando che possa leggerla e che possa esserle utile.

Intanto noto che sono state superate le preoccupazioni per il linguaggio per cui aveva scritto la prima volta.

Ora le preoccupazioni riguardano il suo comportamento alle prese con il grosso cambiamento familiare dovuto alla separazione dei genitori. Già aveva affrontato non molto tempo fa un altro importante cambiamento, la nascita della sorellina, che però era un cambiamento 'positivo', mentre la separazione della famiglia è ovviamente un cambiamento 'negativo'. Ha dovuto quindi affrontare in poco tempo grandi cambiamenti,e quindi un peso notevole per le sue spalle di bambino.

Da come descrive suo figlio, coscienzioso, responsabile, riflessivo (forse troppo), dal fatto che lui chieda spesso se è stato bravo, e dalle altre cose che descrive penso che - come capita spesso ai bambini in occasione della separazione dei genitori- lui possa sentirsi in colpa come se fosse responsabile della vostra separazione. Forse si sente 'cattivo' e cerca di controllarsi (come probabilmente ha fatto nei confronti della sorellina, reprimendo la sua gelosia e vivendola come una colpa).

Mi sembra che lei trovi il giusto modo di consolarlo e aiutarlo ad affrontare questa difficile situazione. Lo tranquillizzi che non è colpa sua quello che è successo, e anche che è normale a volte avere momenti di rabbia e essere gelosi e anche 'cattivi'.
La sua paura sembra quella di essere punito con la perdita dell'amore delle persone, in primo luogo suo e del padre. Più che le parole lo rassicureranno i fatti, se riuscirete a costruire una nuova situazione abbastanza buona al posto di quella vecchia che non lo era più.

Potrebbe essere utile in questo momento una consulenza psicologica agli adulti per aiutare il bambino a superare questo brutto periodo.

Cordialmente
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Utente
Gentile Dottor Benedetti, grazie infinite di avermi voluto rispondere. Le confermo che le mie preoccupazioni per il linguaggio sono un lontano ricordo. Per quanto riguarda il mio attuale problema effettivamente era già nostra intenzione, mia e di mio marito, parlare individualmente con uno psicologo. Spero che riusciremo a trovare un modo per restituire un po' di serenità al piccolo. Come avrà intuito dalle mie parole, mio figlio è un bambino molto sensibile e sicuramente avrà percepito le difficoltà che inevitabilmente una separazione porta, per quanto noi genitori abbiamo fatto tutto il possibile per rendere la cosa il più indolore possibile. Vorrei un consiglio da parte sua. Con mio marito avevamo pensato di dedicare almeno una giornata ai bambini stando tutti e 4 insieme. Magari portandoli al parco o cose del genere. Lei pensa che questo potrebbe aiutarlo ad essere più tranquillo o potrebbe generare in lui confusione. Non vorrei che la cosa alimentasse in lui false speranze peggiorando la situazione. Ed un'ultima domanda puramente pratica. Mio marito è già in cura da uno psicologo. Ci sarebbero problemi se anche io mi rivolgessi allo stesso specialista? Non so se esistono regole deontologiche che vietino la cosa.
Grazie ancora del tempo che mi ha dedicato in più di un'occasione. Il suo supporto e quello di tutti i suoi colleghi è impagabile.
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
gentile signora.
Credo che, visto che non sembrano esserci possibilità di riunificazione, forse è meglio che i bambini s'abituino ai genitori separati e ai loro differenti ambienti, compreso eventuali nuovo compagno/a, ovviamente con sensibilità e discrezione. Dubito che faccia bene ai bambini che i genitori 'fingano' di stare insieme... Se i genitori riescono a gestire e organizzare le cose senza conflitti o quasi, è tutto di guadagnato per i bambini, senza finzioni. In caso di necessità da varie parti anche nelle asl ci sono servizi di mediazione familiare, per dirimere conflitti di affidamento, ecc, senza andare in tribunale.
Quanto all'andare dallo stesso psicologo da cui va già suo marito non è vietato, ma forse può essere meglio rivolgersi a uno nuovo, per evitare anche qui rischi di confusione. Se lo psicologo ha 'in cura' suo marito non è bene che faccia nè una mediazione di coppia con voi nè che prenda 'in cura' anche lei, a mio parere, nè tantomeno che veda il bambino.
Cordialmente