Attacchi d'ansia e corretta terapia

Gentili Dottori,
vi scrivo la presente per avere un vostro parere su come procedere nella cura degli attacchi d'ansia.
Sono un uomo di 36 anni, e da circa 2 anni soffro di crisi d'ansia. Fondamentalmente sono sempre stato un persona sensibile e tendenzialmente ansiosa ma da ragazzo non ho mai avuto crisi con tachicardia, sudorazione etc.
Poi si sono succeduti purtroppo diversi lutti in famiglia negli ultimi 10 anni. Prima è morto mio fratello di tumore. Poi è morta anche mia madre di tumore. Ma sebbene con una grande tristezza nel cuore ho cercato di vivere sereno nel loro ricordo, laureandomi, trovando un buon lavoro ed avendo diverse relazioni con donne che mano mano si sono succedute, senza mai però trovare ancora quella giusta.
Poi è arrivata anche la morte di mio padre, ed allora mi è crollato il mondo addosso, perchè lui rappresentava l'ultimo legame con la mia famiglia ed un riferimento nella vita quotidiana con i suoi consigli.
A questo punto ho iniziato subito a stare male, avevo paura, mi sentivo solo ed ho iniziato ad avere attacchi d'ansia. Avevo paura di morire da solo senza che nessuno mi potesse aiutare.
Mi sono recato da una Psicologa che oltre ad incontri settimanali mi ha consigliato di assumere del Lexotan 10gg al bisogno. Ma per essere sicuro che le crisi non arrivassero lo prendevo in maniera preventiva, ma ciò mi faceva essere poco lucido e non in grado di lavorare.
Quindi mi sono recato da uno Psichiatra che mi ha prescritto del Cipralex (partendo da un dosaggio di 5 mg adesso sono arrivato a 20 mg) e del Frontal (10 gg) quando mi sento particolarmente agitato.
Adesso dopo 2 anni di terapia le crisi si sono drasticamente ridotte, ed il Frontal quasi non lo assumo più, tranne nel caso di attacchi improvvisi.
Attualmente gli attacchi mi vengono sono in caso di 'discontinuità' con la solita vita quotidiana. Quando ci sono delle novità insomma. Ma questo mi crea notevoli problemi soprattutto quando devo effettuare dei viaggi di lavoro perché non riesco più a prendere l'aereo ad esempio. Oppure non riesco neanche più a godermi una gita fuori porta con gli amici. Come posso sbloccare questa situazione? come posso tornare allo stile di vita precedente?
Vi faccio presente che ho anche scoperto di essere ipotiroideo, infatti assumo 75 mg di Eutirox al giorno!
Inoltre ho abbandonato la terapia di sedute con lo Psicologo, perché dopo averne provati un paio, non mi sono trovato bene.
Potreste per favore suggerirmi anche il tipo di Psicologo che devo cercare per risolvere il mio problema?
La terapia va bene o deve essere modificata dopo 2 anni?

vi ringrazio in anticipo delle cortesi risposte che vorrete offrirmi.
Saluti
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

La psicologa se non un medico ha commesso un reato nella prescrizione del farmaco che cita.

Per quanto riguarda il trattamento, potrebbe non essere indicato il tipo di molecola che viene utilizzata ed andrebbe ottimizzata la terapia con una molecola che possa agire in modo differente sulla sua persona.

Il problema e' che la valutazione del trattamento deve avvenire all'inizio in tempi brevi e comunque periodicamente.

Se dopo due anni non ha mai raggiunto un beneficio totale dal trattamento, la valutazione doveva essere di una variazione sia con un altro antidepressivo che con altre molecole, soprattutto dopo aver raggiunto la dose di 20mg di escitalopram.

Per quanto riguarda la benzodiazepina, il suo uso continuativo non ha senso di esistere.
La presenza di quelli che chiama "attacchi" indica un non compenso e richiede una rivalutazione della terapia.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Il fatto che dopo due anni ci siano ancora grossi problemi di evitamento fa propendere per una rivalutazione della terapia farmacologica, e non secondaria, un'associazione con una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Il fatto che dopo due anni ci siano ancora grossi problemi di evitamento fa propendere per una rivalutazione della terapia farmacologica, e non secondaria, un'associazione con una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la rapida risposta.
Chiedo scusa per l'imprecisione, la Psicologa che mi ha visitato all'inizio è anche laureata in Medicina.

Vi volevo chiedere: cosa rende maggiormente idonea nel mio caso una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale rispetto alle altre?

in pratica, lasciando inalterata la fiducia nello Psichiatra dal quale mi recherò per una rivalutazione della terapia, come faccio a trovare lo/la psicologo/a adatta alla mia problematica?

vi ringrazio e saluto
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