Disturbi della sfera sessuale.

Gentili medici.
Molte volte mi avete risposto. Ma rispondete allo stesso tempo a molti, scusate il gioco di parole, e soprattutto mentre a noi appaiono numeri, a voi il nome, quindi per me è facile ricordare i vostri nomi, mentre presumo voi dobbiate consultare un archivio, se c'è, del sito per risalire a noi.
Comunque io soffro di disturbo bipolare di tipo I, come già dissi, sono sotto osservazione per eventuale disturbo dissociativo, non è ancora certo.
Tra i miei disturbi, vi sono anche quelli della sfera sessuale, ovvero cerco rapporti che l'etica ci fa definire: "trasgressivi", ovvero con transessuali, ma amo, anche se non ho mai avuto esperienze dirette, vedere film porno con donne anziane o donne incinte ad esempio. Ora non ho paura di malattie, o meglio, ogni volta che ho rapporti con trans vado dal mio curante, chiamo l'ISS numero verde AIDS e sempre il mio curante mi manda da un infettivologo, essi analizzando il mio rapporto e dopo relativa visita, mi hanno sempre detto che tali rapporti non sono a rischio, chiarisco, nella modalità in cui lo avuti io.
Ora io vi chiedo, rientra nel disturbo più ossessivo-compulsivo questa cosa che nella sfera sessuale secondo voi?
Perchè tali atti, essendo bipolare, mi avvengono in fase euforica, quando sono troppo euforico immotivatamente, esempio la vittoria della mia squadra del cuore a calcio, si può essere felici si, ma non certo da dimenticare tutto e tutti e lasciarsi andare a simili atteggiamenti.
Fatto cio' sopra spiegato, mi subentrano per settimane forti sensi di colpa, subito mi faccio una doccia, e spesso durante il giorno scoppio in lacrime, e ripeto il gesto, compulsivo-rituale mi sembra venga definito tecnicamente, ovvero lavarmi, come a togliermi di dosso un qualcosa materialmente e moralmente sporco.
E' pur vero che quando gli infettivologi mi dicono, che con tali modalità non corro rischi, è come se mi sentissi protetto, ma d'altronde loro che devono fare, loro non sono psichiatri, loro dicono solo in base ad analisi e visite nonchè racconti, la possibilità o meno di contagio, e comunque sempre mi sconsigliano di ripetere tali rapporti per vari motivi, anche esulanti dal campo medico.
Ora voi che ne pensate? Quando il mio psichiatra rientrerà dalle ferie ne parlerò direttamente con lui, nel frattempo domani andrò dal mio curante, che guarda caso anche lui specializzato in psichiatria.
Ma voi, dalla mia narrazione, che consigli mi dareste? Cioè poi secondo voi il mio atteggiamento è ossessivo-compulsivo, o riguarda lka sfera sessuale, o sono strettamente correlate le due cose? La mia terapia è la seguente
Anafranil 75 ore : 8 - 20
Carbonlithium 300 : ore 8 - 14 - 20
Haldol gocce .10 alle 8 - 14 20.
Rivotril gocce: XXV 3 volte al giorno.
Prima la mia terapia era molto più "massiccia" ma so che spesso l'assunzione di più farmaci non vuol dire terapia più forte o meno.
Qualunque sia la vostra risposta vi ringrazio anticipatamente gentili medici psichiatri
Vi porgo i miei cordiali saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Secondo me, appartiene alle caratteristiche del disturbo dell'umore, quindi in fase euforica tende ad avere rapporti sessuali con transessuali spinto dalla maniacalita'.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottor Ruggiero. Lei quindi mi vuole dire che lavorerebbe più sulla stabilizzazione dell'umore? Nel senso, mi faccio io una ipotesi non dico che è quello che voleva dire lei, per esempio un cambio di farmaco? Sostituire il Carbolithium, o addirittura portarlo a 1200 invece che 900 (ipotesi tra l'altro che lo specialista mio sta prendendo in questione, poichè nonostante 900 mi risulti una dose già massiccio il range è sempre tra 0,60 a 0,70).
Ho interpretato così, però se erro mi corregga e soprattutto mi scuso.
Nonostante tutto la ringrazio per essere intervenuto nella mia segnalazione e le porgo, per adesso, cordiali saluti.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Le ho detto solo che appartiene alla caratteristica del suo disturbo, la variazione terapeutica e' un compito di chi la cura.
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