Attacchi psicotici

Buona giornata a tutti voi.
Questa volta chiedo un consulto per problemi di mia moglie. Immagino che direte: che famiglia! Ma a parte l'ironia, mia moglie ha avuto un attacco psicotico acuto nell'aprile dell'anno scorso. Manie di persecuzione, di grandezza, paura che nostra figlia le potesse fare del male, una iperattività accompagnata da ipercineticità sono stati i sintomi che hanno preceduto i 3/4 giorni precedenti all'episodio. A causa di una depressione, assumeva da tempo Sereupin, ma nell'ultimo mese aveva smesso perché riteneva di non averne più bisogno. Senza dirmi niente. Durante l'attacco se l'era presa con me perché pensava che io fossi il diavolo e volessi ucciderla. Io ho cercato di fermarla e le sue urla hanno svegliato nostra figlia di 13 anni, che per fortuna mi è stata ad ascoltare nella concitazione della scena ad ha chiamato aiuti al telefono. Alla fine ho lasciato uscire di casa mia moglie che è andata in cerca di aiuto in un pronto soccorso vicino casa.
Dopo un mese circa di ricovero in psichiatria, ha cominciato una cura che prevedeva mezza cmp di abilify, una cmp e mezzo di sereupin e qualche goccia di En prima di coricarsi che ha smesso dopo ppochi giorni. Le cose sono migliorate, e un mese e mezzo di convalescenza passata a casa dei suoi genitori (non si sentiva sicura a casa) è tornata a casa. A ottobre a smesso Abilify e continuato con il Sereupin. La psichiatra che la segue ha detto che considerava l'episodio più la conseguenza di una serie di fattori che una patologia. Sta di fatto che i primi di gennaio mia moglie è uscita di casa dicendo che voleva prendere un po' d'aria ma poi è andata a casa dei genitori dicendo loro che qui non si sentiva sicura. Oltre a questo, in misura minore, ha fatto ragionamenti poco lucidi. Non un attacco come il precedente, certo, ma una ricaduta. Adesso è ancora a casa dei genitori, sta assumendo 10 gocce di Haldon più una cmp di Sereupin e sta favendo delle sedute di psicoanalisi, spesso cena qui in casa, vorrebbe rientrare a casa gradualmente cominciando a dormire sul divano perché si sentirebbe più sicura dato che ha ancora un po' paura della figlia. Qui sta il punto. Non vorrei qualche reazione che mettesse a repentaglio l'integrita fisica e psicologica di nostra figlia che già ha espresso molte perplessità sul nuovo rientro a casa di sua madre.
Un'altra domanda: vista la ricaduta, non credete difficile imputare le cause a una serie di evenienze? Non sarebbe il caso di prendere in considerazione una patologia?
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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
Gentile utente,
dal suo racconto, è certo che sua moglie soffra di una patologia mentale. Gli eventi esterni possono al massimo rappresentare l'innesco di un 'ordigno' biologico già esistente, ed in molti casi questi disturbi possono esplodere anche in assenza di eventi ambientali di reale rilievo.. L'andamento episodico iniziale del disturbo (anche se va ricordato che la malattia può peggiorare spontaneamente e gli intervalli liberi da sintomi possono farsi sempre più rari e sempre meno del tutto liberi) farebbe propendere per una diagnosi di disturbo bipolare con sintomi psicotici, anche se ovviamente questa ipotesi va confermata. In questo caso, le terapie assunte finora non sono quelle di elezione. Il consiglio è perciò quello di ottenere un nuovo consulto con uno specialista esperto in clinica e farmacoterapia dei disturbi dell'umore.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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Attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile utente,
dalla lettura del racconto da lei effettuato non posso che ritenere corrette le considerazioni effettuate dal collega Dr. Presta.
Vorrei sottolineare che non è pensabile che disturbi come quelli da lei descritti possano semplicemente essere una "reazione" ad eventi contingenti negativi o comunque poco favorevoli.
Consiglierei anch'io una consulenza con uno psichiatra esperto in psicofarmacologia clinica affinchè possa essere formulata diagnosi e, quindi, prescritta una terapia adeguata al caso specifico.

Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo

www.psichiatria-online.it

[#3]
Dr. Gianmaria Zita Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 46
Mi accodo alle dichiarazioni dei miei colleghi.
La patologia di sua moglie sembra essere cosa lievemente più seria di una risposta generica ad un evento stressante. Questo non vuole dire però che sicuramente il sintomo si cronicizzerà. Al giorno d'oggi infatti esistono terapie ottimamente tollerate che possono essere assunte anche per lunghi periodi per evitare ricadute come quelle che lei ha descritto.
Sicuramente, alla luce di questi nuovi fatti, lo specialista che ha in cura sua moglie rivaluterà la terapia in atto.

un cordiale saluto
dott. Gianmaria Zita

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti della cortese attenzione.
Stamattina mia moglie è andata a fare la visita di routine dalla psichiatra che la ha in cura. Nella precedente mi ero dimenticato di specificare che mia moglie si è sottoposta qualche settimana fa ad un consulto da un altro psichiatra che le aveva diagnosticato il disturbo bipolare e avrebbe voluto cambiare la sua attuale cura inserendo il litio al posto di mezza cmp di sereupin e, dopo aver visto le risposte, riadeguare la cura togliendo l'Haldon.
Stamattina l'ha detto alla sua psichiatra, che le ha detto che anche lei le ha diagnosticato un disturno bipolare con attacchi psicotici e che aveva già in mente, tra un po' di tempo, di darle un farmaco (ma non il litio. che secondo lei ha troppi effetti collaterali) con un altro farmaco.
Secondo quello che ho capito dalle vostre risposte, per il disturbo bipolare non esistono farmaci che risolvono il problema. Il futuro di mia moglie sarà quello di essere sempre in cura permanente, giusto?
Considerando che una fonte della sua ansia è la "paura" di nostrta figlia, volevo chiedervi se rientrando a casa, ci sia il pericolo di manifestazioni che potrebbero mettere a reoentaglio l'integrità fisica e psicologica di mia figlia.
Tra una decina di giorni, tra l'altro, avremo io e lei un colloqio di valutazione psicologica familiare. E' un percorso giusto?
Grazie di tutto, buon week end
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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
Gentile utente,
non vi è dubbio che il litio rappresenti in questi casi il farmaco di elezione. Che poi venga tollerato, che funzioni o meno, che sia sufficiente in monoterapia o (credo più probabilmente nel caso di sua moglie) che sia utile una polifarmacia, è ovviamente fatto soggettivo.
Ultima considerazione personale: l'attesa nell'intraprendere la cura corretta è incomprensibile.
Bon week-end
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk
[#6]
Attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile utente,
faccio presente che tutte le linee guida internazionali, in tema di trattamento di disturbo bipolare, riconoscono nel litio il farmaco di prima scelta; aggiungo che (purtroppo) i sali di litio continuano ad essere fortemente stigmatizzati, non solo dai pazienti che dovrebbero assumerli, ma anche dai medici (psichiatri) che li dovrebbero prescrivere e ciò con inevitabili conseguenze sulla corretta gestione del disturbo dell'umore, in una prospettiva sia a breve che a lungo termine.
Concordo nuovamente con l'affermazione dell'amico e collega Dr Presta circa la necessità di attendere prima di introdurre la cura corretta: tale affermazione è, dal punto di vista medico, incomprensibile.

Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo

www.psichiatria-online.it
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimi medici,

scusate se abuso della Vs. pazienza.
Le Vs. risposte mi hanno spinto a parlare personalmente con la psichiatra, aiuto primario della clinica psichiatrica di Ancona, psichiatra e psicologa molto stimata, perché i dubbi erano molti.
La dottoressa mi ha ribadito con gentilezza che si tratta di una forma di disturbo bipolare atipico. Nel senso che non ha le caratteristiche oscillatorie e decise dei cambiamenti di umore del disturbo pilolare vero, ma che secondo lei è una forma leggera che si può tenere sotto controllo senza i sali di litio, sostanza per lei troppo forte come terapia per la malatia di mia moglie. Mi ha detto altresì che sarà una cura lunga e che con tutta probabilità il disturbo non potrà mai scomparire completamente, ma il suo parere è che possa essere tenuto a bada efficacemente con la cura che mia moglie sta facendo.
Vi chiedo: esistono a Vs. parere forme di bipolarismo atipico meno cruente di quelle che generalmente di riscontrano?
Grazie mille e scusate il disturbo

Roberto
[#8]
Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
Gentile utente,
mi dispiace dover contraddire la Collega, ma secondo i criteri classificativi internazionali (DSM-IV-TR, American Psychiatric Association, 2001) la presenza di sintomi psicotici in un disturbo dello spettro bipolare fa comunque fare diagnosi di Disturbo Bipolare I, cioè della forma più importante di questa classe di disturbi dell'umore.
Sappia anche che lo stesso disturbo bipolare di tipo I non sempre si accompagna a sintomi psicotici e che quando questi si presentano siamo di fronte ad una manifestazione ancora più grave di disturbo bipolare I. E che un disturbo di questo tipo non trattato o mal-trattato evolve assai più facilmente in una malattia cronica, nelle quali le oscillazioni dell'umore non sono più chiaramente riconoscibili, mentre prevalgono i temi psicotici associati ad un progressivo 'impoverimento' della qualità di vita, con scadimento delle relazioni inetrpersonali, della capacità socio-lavorativa, dell'armonia della vita familiare.
A Lei ed alla Collega ogni ulteriore considerazione sul caso.
Cari saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk
[#9]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo dottor Presta,
la ringrazio di vero cuore dela sua risposta diretta ed esaustiva.
Vista la situazione, non mi resta che indirizzarmi ad una visita specialistica psichiatrica con un altro psichiatra. Vorrei assolutamente evitare che la situazione di mia moglie degenerasse in una malattia cronica non più curabile.
La ringrazio e le farò sapere il risultato della visita.
Cordiali saluti
Disturbo bipolare

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