E' giusto attribuire tutto all'ansia quando non si trova una causa evidente?

Cercherò di essere il più breve e lineare possibile.Io soffro da 11 anni di disturbi pseudoneurologici uniti ad affaticamento cronico.Gambe pesanti rigidità diffusa alle articolazioni stanchezza mentale a volte estrema mancanza d'iniziativa apatia scarsa libido formicolii e fascicolazioni oltre non sempre per fortuna dolorini diffusi e migranti molto fastidiosi difficoltà d'attenzione anche per le cose più banali.Da quando ho smesso di fumare 1 mese e 20 giorni il quadro è peggiorato sensibilmente.Ho fatto visite neurologiche ma gli esami erano negativi a parte delle piccole iperintensità della sostanza bianca che per scrupolo hanno condotto il neurologo a farmi un esame del liquor cerebrospinale ma risultato tutto in ordine.Questo 6 anni fa oltre ad elettromiografie e test vari tutto a posto.Quindi ho ritenuto inutile continuare un iter diagnostico in quel senso e mi sono affidato allo psichiatra.Il problema che lo psichiatra imputa i miei disturbi esclusivamente a somatizzazioni ansiose ma in questi 11 anni di peripezie mi sorgono moltissimi dubbi riguardo tale diagnosi e vi esporro il perchè.
Che si tratti di uno squilibrio chimico del cervello non c'è alcun dubbio ma non è il fatto che sia ansia che non mi convince per le seguenti esperienze che ho avuto negli anni.
Prima di tutto perchè i sintomi non sono sempre collegati con lo stato d'ansia anzi certe volte non ho proprio un filo d'ansia l'unica sensazione che provo è rincoglionimento totale confusione mentale astenia marcata mancanza d'ideazione e apatia oltre ai sintomi fisici precedentemente descritti.Il quadro corrisponderebbe molto di più a una depressione mascherata.E poi una cosa che ho notato che proprio non collima con l'ansia.Ovvero gli eccitanti in generale mi riattivano mi fanno sentire meglio come il caffè o la redbull e in individui ansiosi non dovrebbe peggiorare la situazione anzichè migliorare?Idem le sigarette che da quando ho smesso ho visto i sorci verdi sono degli eccitanti.Mentre gli ansiolitici mi calmano ma non migliorano assolutamente i sintomi che accuso e se fosse ansia dovrebbe eliminarmeli completamente o quasi.
Un'altra esperienza in passato che da un momento all'altro mi ha tolto tutti i sintomi nel giro di mezzora.È stata l'assunzione di un ecstasy questo accadeva circa 9 anni fa ed è stata un'esperienza singola in una vacanza che non ho ripetuto temendo della pericolosità ma mi ha fatto riflettere sull'origine del mio disturbo dal punto di vista neurale neurotrasmettitoriale.
In questi anni ho assunto degli antidepressivi che effettivamente mi hanno aiutato e da qualche hanno ho completamente smesso con l'uso di cannabis che è l'unica droga della quale ho abusato.Ora per essere il più pulito possibile ho abbandonato anche le sigarette ma con grandissima difficoltà.Non rinuncio invece agli effetti miracolosi della caffeina strano per uno etichettato come ansioso?Invece con il tavor nisba...
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Quale è la sua domanda?

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
Utente
Se é giusto attribuire ogni condizione di malessere non evidenziabile da esami diagnostici all'ansia.Non basterebbe somministrare una dose gagliarda di ansiolitici al malcapitato constatare quale sia il risultato e poi esprimere la diagnosi di ansia?Nel mio caso gli ansiolitici non migliorano il quadro e gli eccitanti anzichè peggiorarlo lo migliorano.Come può essere ansia la mia?O quantomeno è un'ansia strana...
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Utente
Utente
Sarebbe gentile da parte vostra una risposta.Per una delucidazione riguardo un quadro di forte astenia psicofisica con sintomi neurologici quali rigidità articolare formicolii frequenti dolori migranti difficoltà di concentrazione di ideazione e mnemonici.Dopo esami strumentali l'ultimo 6 anni fa quello anche più indicato per disturbi simili ai miei è stata la risonanzaagnetica dell'encefalo dofe sono state trovate delle aspecifiche interensità della sostanza bianca che però non giustificavano il quadro sintomatologico in pieno ma che hanno indotto il neurologo ad effettuare un'esame del liquor.Risultato negativo.Quindi i miei disturbi sono stati imputati all'ansia.Come se fosse la causa di tutto ciò che non è tangibile...
Io sono convito che alla base ci sia uno squilibrio neurotrasmettitoriale e che la parte emotiva sia coinvolta.Però il fatto strano è che gli ansiolitici non influiscono positivamente sui sintomi mentre gli eccitanti aiutano e non poco.Se fosse ansia nel senso comune della parola non dovrebbe essere il contrario?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

quando si parla di disturbi d'ansia includendovi alcuni sintomi riferiti al corpo non significa dire che è dovuto "all'ansia". Il termine psicosomatico, peraltro in disuso perché equivoco, e sostituito spesso con somatoforme, significa sostanzialmente due cose:
a) o la persona presenta i sintomi in una maniera coerente con il suo disturbo d'ansia, e si riconsoce questa modalità rispetto invece ad una persona che lamenta determinati sintomi con le loro limitazioni;
b) o alcuni sintomi sono il risultato di un'attività nervosa che altera la percezione o la soglia di sensibilità periferica, cosicché i detti sintomi sono concomitanti con stati d'ansia, non è che l'ansia li produca, originano dallo stesso "fondo" che si esprime da una parte con l'ansia, dall'altra con i sintomi xyz.
Il caso b) è quello che solitamente si indica con disturbo somatoforme. Il caso a) è la descrizione di uno stato ansioso (ipocondria) più che di sintomi corporei.

L'ansiolitico ha azione diretta e immediata su una parte dei sintomi. L'antidepressivo ha un'azione ritardata che non dipende dal suo effetto "primo", infatti funzionano in ritardo. E poi ci sono anche altri medicinali, non sono gli unici. Comunque i sintomi "psicosomatici" possono migliorare con entrambi i tipi di farmaci, con tempistiche diverse. L'importante è far diagnosi, non far un collage di sintomi, e diagnosticare l'ansia in maniera "positiva", non solo per esclusione.

Vista la sua storia di consulti e il tipo di ragionamenti che propone, la metto in guardia bonariamente su una cosa: i tentativi di autodiagnosi o i ragionamenti su questioni tecniche tipo neurotrasmettitori portano a ritardi diagnostici, errori di impostazione del rapporto con chi deve curarla e un monitoraggio ridondante e fuorviante dei propri sintomi rispetto alle cure che poi si seguono. La conoscenza clinica è questione di formazione ed esperienza, non è la stessa cosa leggere di neurobiologia da articoli, siti o quant'altro, e non è la stessa cosa soprattutto farlo nella veste di interessato, nella veste di medico o in quella di paziente.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Guardi lei ha ragione e per questo mi attengo alla terapia farmacologica con meticolosità.Assumo infatti cymbalta da 60 mg ogni giorno.Però la mia era una constatazione che lei mi ha ben chiarito riguardo al termine ansia.Delle autodiagnosi me ne faccio poco a me l'unica cosa che m'interessa è poter stare bene psicofisicamente.Perchè mi creda a volte è proprio una sofferenza soprattutto dal punto di vista della lucidità e reattività mentale quando sto proprio male posso avere delle amnesie imbarazzanti oltre a far fatica a stare dietro ai discorsi ecc.
Ho solo 29 anni e non vorrei diventare demente o giù di la...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

in questi consulti si coglie una attenzione decisamente amplificata e quindi presumo angosciante rispetto al monitoraggio delle proprie funzioni, questo ad esempio può comportare un giudizio di anomalia rispetto alla normalità, vedi questione memoria. I soggetti con problemi di ipocondria o ossessività ad esempio riferiscono come problemi di memoria la preoccupazione conseguente al fatto che si controllano in maniera angosciata su ogni cosa che ricordano o non ricordano, per cui il "non ricordo" equivale a "amnesia", cosa che ovviamente non è così. E' una frequente forma di ipocondria su funzioni psichiche.
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Utente
Utente
Caro dottore le scrivo perchè sono stremato oggi è arrivato il colpo di grazia.La mia fidanzata stanca dei miei problemi mi ha lasciato.
Ora psicologicamente sono veramente a pezzi perchè penso che una persona con i miei problemi sarà destinata a restare per sempre sola quindi sento quasi che è diventato inutile andare avanti.
Non ne faccio una colpa alla mia ragazza posso capire la difficoltà che ha provato rimanendomi accanto.Però é così più ho mostrato sofferenza e più lei non capiva e più si è allontanata.
Ora io non so più cosa fare so solo che sono senza forze e se piano piano avevo degli sprazzi di ripresa ora mi sento senza futuro senza riferimento per andare avanti.Mi chiedo cosa ho fatto di male per passare queste sofferenze fisiche e mentali?Per bacco ho solo 29 anni
e mi sento un rottame buono per la zuppa...
A parte proseguire diligentemente con la terapia cymbalta 60mg al giorno che mi è stata prescritta crede che forse sia il caso di farmi ricoverare in una casa di cura?
Per i disturbi somatoformi è un'opzione valida il ricovero?È una cosa che non ho mai fatto in tutta la mia vita però magari potrebbe essere un'opzione...
Cosa ne pensa?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

gli eventi della propria vita non sono necessariamente legati ad un unico fattore, né è utile dover per forza trovare una ragione da poter controllare (sono così, perciò mi è successo questo). Le decisioni degli altri sono innanzitutto degli altri, nessuno è immune da eventi come quello di avere delusioni sentimentali, disturbi o non disturbi e con qualsiasi carattere.
Detto questo, la cura per il suo disturbo, se deve essere rivista può esserlo nella sede che Lei ritiene. Tenga presente che l'introduzione di una nuova cura può essere fatta durante un ricovero, ma la valutazione della sua efficacia richiede tempi mediamente più lunghi, quindi lo scopo di un ricovero può essere o quello di tamponare un momento di urgenza, o quello di verificare la tollerabilità di una cura nuova. Entrambe le cose è bene che le valuti uno specialista di riferimento.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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