Affrontare gli attacchi di panico

Gentili medici,
Sono una ragazza di 27 anni, circa 9 anni fa ho avuto il mio primo attacco di panico. Le crisi erano piuttosto violente e solo dopo un paio d'anni, in seguito a terapia farmacologica, sono riuscita a tenerli a bada.Negli anni a seguire ho affrontato molte situazioni che mi hanno fatto riacquistare fiducia in me stessa, ho cambiato città e vita e gli attacchi di panico sono spariti, a parte qualche sporadico episodio.Per motivi di studio viaggio in treno e non ho mai avuto particolari difficoltà, se non un'ansia comunque sopportabile.Dopo la pausa estiva mi ritrovo adesso a dover prendere nuovamente il treno ma quando sono su vengo colta da attacchi di panico, e l'unica cosa che mi tranquillizza è pensare che quella sarà l'ultima volta.Adesso ovviamente ho moltissima paura di viaggiare, di trovarmi in una situazione in cui nessuno può aiutarmi, mi vergogno molto perchè tutti vedono che sto male. Non so se la cosa migliore sia costringermi a viaggiare, sperando che prima o poi passino, oppure lasciar perdere. Ovviamente questa situazione è molto frustrante e condiziona fortemente la mia vita e quella delle persone che mi stanno accanto. Vi chiedo quindi un consiglio al riguardo, qual è il modo migliore di affrontare la situazione?
Vi ringrazio in anticipo per la cortese attenzione
Cordiali saluti
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

nessuno si adagia sugli attacchi di panico, solitamente quando si comincia ad evitare è perché istintivamente si teme l'attacco, senza poterci fare granché. A volte anche dopo anni che non si verificano attacchi si continua ad avere la fobia, per cui certe cose non si provano più. Questo però non sembra il suo caso, perché Lei riferisce attacchi "attivi". Ovviamente non sempre il panico evolve al punto da isolare la persona o fargli interrompere le attività, anche perché più che i singoli attacchi il disturbo è dato dall'evitamento, dalla paura degli attacchi che spinge a non fare più le cose. Non che forzandosi la cosa migliori o non accada, ma è che a volte questa paura prende piede, a volte invece no, per cui gli attacchi sono più compatibili con una normale vita.

Se non è mai stata fatta una diagnosi precisa va fatta, e poi le verranno proposte le opzioni terapeutiche. Il disturbo di panico, ammesso che si tratti di questo e solo di questo, ha terapie piuttosto semplici.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

oltre a quanto già espresso dal collega (necessità di una diagnosi precisa) le consiglio anche di valutare (nelle sedi e con gli specialisti) l'opportunità di trattamenti specifici ed effettivamente risolutori per gli attacchi di panico.

Se lo desidera visiti a tale proposito il sito www.EMDRitalia.it

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Grazie per la Sua risposta.
La diagnosi è stata fatta qualche anno fa, e si tratta di disturbo di panico. Ho seguito una terapia con una psicologa (poco efficace)e ho preso degli psicofarmaci (antidepressivi associati a calmanti), che, in effetti, mi hanno aiutata quanto meno a superare il disturbo fisico. Da qualche anno non li prendo più, fatta eccezione per gli ansiolitici che prendo solo al momento del bisogno.
Quello che mi chiedo è se è giusto forzarmi ad affrontare la situazione che fa scatenare l'attacco oppure no. Ho paura di non riuscire a ritornare alla mia vita normale. Lei ha ragione: a volte la paura prende piede, altre volte no, però adesso mi sento nuovamente in un circolo vizioso. La paura di essere colta da un nuovo attacco è talmente forte da scatenarlo.Per me è una lotta continua, passo dei lunghi periodi relativamente tranquilli, senza attacchi attivi, ma poi, anche a distanza di molti mesi, capita che si verifichi l'attacco, per un qualche motivo a me sconosciuto, e non so più come uscirne. Non sono molto propensa a ricominciare la terapia farmacologica, perchè quando l'ho seguita avevo l'impressione che il mio cervello fosse spento. Esistono dei farmaci più leggeri da prendere in maniera non continuativa? Ultimamente prendo lo Xanax, ma è poco efficace.
Grazie in anticipo, saluti
[#4]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

come già detto anche in altre occasioni le benzodiazepine(xanax e simili) vanno usate con estrema cautela e per brevi periodi.

Perchè non prova a valutare l'ipotesi di un trattamento "radicale"? - come già suggerito visiti il sito che le ho segnalato prima -
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Attualmente ha una posizione paradossale. Conosce una cura che già è stata efficace e la sta evitando.
Chiede di non assumere farmaci in maniera continuativa, ragione per cui finisce per utilizzare ansiolitici al bisogno. In questa maniera non vi è effetto curativo, solo il rischio di usare poi l'ansiolitico in maniera continuativa senza averne benefici reali.
Le terapie per il panico sono disponibili, le terapie con i farmaci antipanico (che non sono gli ansiolitici) per funzionare e garantire anche la protezione dalle ricadute necessitano di un periodi di cura continuativa.

Non c'è motivo per cui non si rivolga nuovamente allo specialista e lo interpelli sulla cura da fare.
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