Antidepressivo e fegato

Salve a tutti,come ho scritto nella richiesta precedente sono un emofilico di 39 anni che ha appena sospeso urgentemente la cura di combinazione di IFN e ribavirina per problemi di depressione : purtroppo il medico che mi seguiva, nonostante fosse stato avvertito all'inizio della terapia, ha sempre sottovalutato i miei problemi di ansia e di una precedente depressione.
In ogni caso, ora mi ritrovo ancora con i problemi di depressione, chi mi stavano portando,durante la cura,vicino al suicidio,così come del resto anche descritto nel foglietto illustrativo dell'IFN.Ora sono in cura con Entact da 10 mg e ansiolitici, che però io uso solamente al bisogno, per evitare una dipendenza da essi.Ho cominciato anche una psicoterapia, ma il problema resta sui farmaci : a lungo andare, cosa mi faranno al fegato tutti questi medicinali ? So che l'Entact,come altri antidepressivi,altera le transaminasi,quindi ricreano i danni al fegato che io ho cercato di eliminare con la cura di IFN.Si consideri poi il fatto che io sono costretto,a causa dei danni articolari da emofilia,a prendere anche molti FANS.Alla fine,pensate che a lungo andare il carico di antidepressivi possa essere lesivo del fegato?Sono inevitabilmente destinato ad una cirrosi senza scampo,o per un ritorno dell'HCV o per i farmaci?Grazie per la risposta,cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Gentile utente,

il trattamento farmacologico si rende necessario per la presenza di sintomi che, comunque, devono essere trattati.
Il trattamento puo' essere protratto per il tempo strettamente necessario per il miglioramento della sintomatologia.
In ogni caso, il danno epatico e' certamente una probabilita' da prendere in considerazione, ma l'utilizzo di farmaci di nuova generazione ne riduce di molto il rischio.
Faccia opportune analisi cliniche per valutare le sue condizioni epatiche durante il trattamento.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
sono completamente d'accordo con i cosnulti dei colleghi precedenti.
Cordialmente

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la risposta : ma l'Entact è uno di questi farmaci di nuova generazione ? E gli ansiolitici per quanto dovrò prenderli ancora ? Certo che una vita passata solo a prendere farmaci per una malattia piuttosto che per un altra non è esaltante, è utile solo alle case farmaceutiche.......cordiali saluti.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
Entact è un farmaco di nuova generazione.
Gli ansiolitici occorrerebbe assumerli per il minor tempo possibile.
Non le rispondo circa l'ultima osservazione in quanto ritengo che il suo obiettivo sia poter stare bene, al di là di ogni eventuale inutile polemica.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
OK,la ringrazio per la risposta. Per quanto riguarda il resto, proprio perchè il mio obiettivo in teoria dovrebbe essere stare bene, l'osservazione che ho fatto io è corretta : vorrei solo sottolineare il fatto che, per stare bene, ho contratto l'epatite C per usare gli emoderivati, e che per curare l'epatite C presa con dei farmaci ho ora la depressione che devo curare con altri farmaci, che non si sa esattamente bene a che cosa mi porteranno. C'è qualcosa o meglio qualcuno che sia in grado di interrompere questa catena che dura ormai da più di venti anni ? Grazie.
Cordiali saluti.
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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 250 4
Gentile Utente,
il trattamento di una sindrome depressiva indotta da IFN è basato possibilmente sull'interruzione di quest'ultimo e sulla somministrazione di una terapia farmacologica antidepressiva. Gli antidepressivi sono compatibili con una insufficienza epatica di qualsiasi origine purchè si utilizzino dosaggi minimi e prodotti di più recente introduzione gravati da minori effetti collaterali. Il farmaco a lei consigliato è senza dubbio uno dei migliori per il suo profilo di tollerabilità e la sua efficacia anche a basse dosi. Sono contrario, come ho già detto in queste pagine in più di un'occasone a somministrazioni prolungate di ansiolitici, che oltre a non avere una valenza terapeutica nel lungo termine. determinano fenomeni di dipendenza, assuefazione, depressione secondaria e disturbi cognitivi (es. deficit della memoria). Il trattamento della depressione, sopratutto delle forme secondarie come la sua, non è assolutamente cronico anche se può impegnare qualche mese, per cui il "circolo vizioso" da lei temuto si interromperà.
Cordiali saluti.

Dr. Claudio Lorenzetti

Dr. Claudio Lorenzetti

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Tenga conto comunque del fatto che l'antidepressivo sta ora cominciando a darmi segni continui di sonnolenza, per cui sono costretto sempre più spesso a cominciare a dormire verso le 10 di sera o anche prima (tra le altre cose, creando così anche dei problemi a digerire, visto che mangiando alle 7 di sera e andando a letto alle 9 la digestione non è sempre delle migliori) : per una persona di 39 anni non è il massimo della vita passare tutte le sere da solo perchè non riesce neanche a prendere l'auto. L'unico antidoto efficace che ho scoperto finora è il caffè : ovviamente, questo mi toglie la sonnolenza dell'antidepressivo, ma mi aumenta l'ansia, per cui l'ansiolitico è nuovamente necessario almeno una o due volte a settimana. Tra le altre cose, ho notato che mi è assolutamente vietato perdere anche una sola ora di sonno, pena il giorno dopo una depressione e un'ansia accentuate.
Come dicevo all'inizio, ora sto osservando altri effetti collaterale : come posso pensare di uscire da una depressione anche indotta se non posso mai distrarmi o svolgere un'attività in modo coerente se non ricorrendo al caffè e quindi tornando in ansia ? Come vede, il circolo vizioso non si è affatto interrotto. Saluti.

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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