Riacutizzazione dell'ansia

Salve gentili dottori, sono una donna di 37 anni con una storia lunga di ansia alle spalle. Soffro di doc con ossesssioni pure. Dopo una ricaduta quest'estate sono attualmente in cura con 20mg di paroxetina die... Ho sempre risposto molto bene alle terapie farmacologiche, ma le ho sempre interrotte dopo pochi mesi perchè non accetto l'idea di assumere antidepressivi, così appena mi sento un pò meglio interrompo la cura.. so di sbagliare e che questo atteggiamento mi espone alle frequenti ricadute, quindi ho deciso di fare "la brava" e continuare la terapia quanto sarà necessario..
Ora veniamo al mio problema, sono alcuni giorni che, in occasione di un forte stress (mio suocero malato terminale) si è manifestata una riacutizzazione dell'ansia, con i soliti sintomi e le solite ossessioni (paura di non guarire, di non rispondere alle terapie, di essere affetta da una grave malattia mentale, di fare del male, di farmi del male...). Ora mi chiedo è normale che nonostante sia in terapia abbia questi sintomi, è la mia fisiologica risposta allo stress o la terapia non è più sufficiente??' Non mi è mai capitato in passato.. Il mio psichiatra è in ferie, sono molto preoccupata, quando torna lo consulterò, intanto attendo una vostra cortese risposta.. Grazie
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

potrebbe essere necessaria una modifica o integrazione anche momentanea; comunque, per fortuna, la terapia non è uno "scudo" contro i problemi e le avversità della vita,

Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

una reazione ansiosa ad un evento stressante non è di per sé anomala, però quando la persona non trova un suo "punto" tra ansia normale e ansia fisiologica, ma vive l'ansia in maniera urgente, significa in genere che la copertura non è completa. Altre volte è necessario che la persona riveda un rapporto con lo stress che è stato condizionato dal disturbo d'ansia, cosicché nessun evento stressante è più "tollerabile", e le vie fisiologiche di sistemazione dell'ansia, di gestione e di risposta, non sono più utilizzate perché "in disuso" a favore della reazione d'allarme, allenata durante le varie fasi del disturbo.

Dice di sapere che ha sbagliato sospendendo le cure più volte, in realtà sul piano pratico non lo sa, altrimenti non farebbe tutte le volte una scelta che le sembra in quel momento sensata. "Esser guarita" è un pensiero che in realtà non è comprensibile rispetto alla sua storia, dopo pochi mesi di cura, per cui questa volta anticipi la gestione delle ricadute con il suo psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie delle celeri risposte... concordo perfettamente dott. Pacini sul fatto di non riuscire a gestire il mio rapporto con lo stress e l'ansia fisiologica in modo sano. E' come se io avessi una costante memoria dei momenti in cui sono stata male che mi fa rivivere sensazioni e dolori passati anche in presenza di stimoli che niente hanno a che fare con la malattia.. So di non essere guarita e di dover fare i conti tutta la vita con questa mia fragilità.. Non accetto di essere "debole" questo mi impedisce di fare una cura come si deve... Il mio psichiatra mi ha sempre indicato di accettare l'ansia e le ossessioni come unico modo per gestirle, ci sono periodi in cui questo mi riesce bene altri no.. Mi sembra di essere un'incapace poichè assumo psicofarmaci, sarà un condizionamento culturale che nonostante sia una persona giovane e di cultura non riesco a superare..
Può un antidepressivo che ha sempre funzionato smettere improvvisamente di fare il suo effetto??? Grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Molti smettono le cure perché si sentono forti, in questo modo ripristinano la propria debolezza anziché difenderla e contrastarla. Perché non di scelta si tratta ma di un disturbo. Accettare le ossessioni e l'ansia patologica direi di no, è impossibile, si subiscono. Dopo che si è avuto un periodo di ansia ed ossessioni però, anche se il grosso se ne va, rimane un'impostazione ormai "imparata" e che è meglio disimparare, per la quale non è tollerabile neanche l'1% dell'ansia originaria, perché rimane una reazione d'allarme. Se questa reazione è incanalata attraverso le vie della rassicurazione, o dell'evitamento, o degli interventi "placebo" il cervello non recupera mai la giusta prospettiva, cioè il rapporto con l'ansia fisiologica, quella che ci deve essere per sollecitare risposte costruttive e suggerire cambiamenti e adattamenti.

Se i disturbi si aggravano o si riproducono attraverso ricadute poi nel tempo possono diventare più resistenti loro, non è che l'antidepressivo non funzioni alla dose in cui funzionava prima, oppure può semplicemente darsi questo: una cura viene provata nell'arco di mesi per decidere che sia stabile (che funzioni in poche settimane, che sia stabile nei mesi), per cui se la interrompe dopo pochi mesi non è chiaro se la sua dose di stabilizzazione sia quella iniziale o maggiore, questo si vede dopo. Potrebbe essere il caso della fase attuale.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie... Attenderò di parlare con il mio medico e se mi proporrà un adeguamento della terapia seguirò le sue prescrizioni.. Inoltre gli parlerò di questa "memoria dell'ansia" e cercherò di seguire i suoi consigli per scardinare questo meccanismo.. Grazie ancora
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