Il mio psicologo dicendomi che stavo meglio mi ha tolto

Salve sono una donna di 32 anni ed è la prima volta che mi trovo a dover chiedere un consulto on-line ma nn sono riuscita ad avere spiegazioni chiare dal medico di famiglia.
in breve cercherò di riassumervi la mia vita da quando avevo 14 anni quando i miei genitori si sono separati, in quanto mio padre da circa 10 anni aveva un altra donna, cmq la separazione da lui è stata tanto dolorosa xchè io in particolar modo ne ero innamorata e poi appena andato via di casa è sparito x 1 anno quasi! successivamente a 16 anni ho subito una violenza da un ragazzo più grande di me ( la cosa è andata che io era una in più della serata, ma io non lo volevo)con il passare del tempo poi ho conosciuto un ragazzo con il quale sono stata fidanzata 9 anni , in tutto questo frattempo però hanno cominciato ha manifestarsi i primi attacchi di panico curati da un neurologo con le gocce di en, xanax cmp fino a che mi sono lasciata con il mio ragazzo e da li tutto è peggiorato! Così il mio medico mi ha consigliato uno psichiatra psicologo dal quale sono in cura dal dicembre 2004 ! Grazie a lui sono riuscita a superare tanti periodi neri, naturalmente sempre accompagnata da farmaci e con sedute settimanali o 2 volte al mese ! Il mio disturbo è depressione ansiosa con personalità bordelline, scusate non sò se è corretta l'espressione ma è un pò difficile esprimersi in termini appropriati, cmq dal febb. 2010 ho cominciato ad assumere xeristar 60 mg e 10 gg di tranquillit mattina e sera fino ad arrivare ai primi di questo mese senza prendere più le gocce e cosi il mio psicologo dicendomi che stavo meglio mi ha tolto di botto xeristar e mi ha prescritto trittico 75 mg cmp 2/3 da prendere la sera in quanto ultimamente non dormivo un bene! Da allora ad oggi è cominciata la mia agonia, si è vero che quando si cambia cura un pò è sempre così ma ne ho cambiate tante ma stavolta è veramente dura! Preso il trittico x la prima volta mercoledi 10 /07 x 4 gg non ho dormito mai ero veramente distrutta la settimana successiva è stato una cosa terribile, ansia estrema, crisi di pianto e attacchi di isteria fino a che il venerdi 15 mi ha ricevuto e mi ha aggiunto 20mg di paroxetina la mattina sempre trittico 2/3 e 12 gocce di tranquillit la sera! quindi ad oggi so 5 gg che prendo la paroxetina e non posso dire che stò meglio quello in cui vi chiedo aiuto o un consulto è x sapere se gli effetti che ho avuto la settimana successiva all'assunzione del trittico possano essere riconducibili al farmaco e se possa essere sempre questo trittico a causarmi un senso forte di affaticamento toracico all'altezza del cuore quando mangio o meglio dire quando provo a mangiare è come se ad ogni boccone la mia pressione si abbassasse tutto insieme tanto da dover lasciar perdere di mangiare x sdraiarmi e questo accade da circa 6 gg! vi prego di aiutarmi a comprendere ciò che mi accade e a cosa sia riconducibile! Già da adesso vogliate scusarmi e grazie infinite!
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,

il Trittico (nome chimico: Trazodone) può causare sensazioni simili a quelle che Lei descrive, sia a causa del Suo effetto sedativo, sia a causa dell'effetto sulla pressione arteriosa, sia perché, come alcuni altri antidepressivi, può dar luogo all'ansia, soprattutto all'inizio della cura, mentre gli effetti terapeutici abbisognano di più tempo. Tuttavia l'effetto ipnotico del Trittico dovrebbe manifestarsi già dalla prima notte. La dose del Trittico che assume potrebbe essere insufficiente per ottenere tale effetto. Un aumento ulteriore della dose potrebbe essere, però, nel Suo caso, mal tollerato, e, se il farmaco è stato prescritto soprattutto a scopo ipnotico, sarebbe da rivalutare con il Suo specialista se vale la pena di assumerlo.

Una causa aggiuntiva delle Sue sensazioni e dell'insonnia potrebbe essere la sospensione non graduale di Xeristar (nome chimico: duloxetina). Essendo il Trittico un farmaco diverso rispetto a Xeristar, non può compensare la brusca mancanza dell'ultimo.

Il Sereupin (nome chimico: paroxetina) è un altro antidepressivo; un po' più simile ma non è equivalente nemmeno questo a Xeristar. Ha un meccanismo d'azione in parte diverso e ha bisogno di tempo per manifestare un effetto antidepressivo.

Perché non valutare con il Suo specialista di tornare temporaneamente a Xeristar, riducendo la sua dose più gradualmente ? E, in generale, fare tutti i passaggi in modo più graduale ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente dottore per la sua pronta risposta, quindi questi disturbi possono essere riconducibili sia al farmaco e alla brusca interruzione dello xeristar, questo vale anche per il problema del forte affanno o affaticamento che provo quando mangio? Inoltre le vorrei chiedere,se puo rispondermi, cosa succede quando un paziente comincia a dubitare o perdere un pò di fiducia nel suo specialista ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Ha cambiato recentemente una terapia, la quale ci mette circa un mese per funzionare a dovere, dopo di che si può stabilire se e quanto beneficio la persona ne trae.
Attualmente quindi la cura è in fase di rodaggio e non è previsto che Lei stia già bene.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore,
ma non sò perchè io l'ho presa veramente male con il trittico, è come se tutti i miei problemi attuali li riconducessi ad esso e non riesco a capire perchè il mio specialista me lo abbia prescritto e abbia insistito nel non interromperlo quando stavo veramente male! Mi sono sentita un pò come una cavia da laboratorio, è come se volesse testare la mia sopportazione dopo che lo chiamavo e gli dicevo che forse era meglio interromperlo in quanto stavo veramente male! Lo sò che quando si cambia cura all'inizio è difficile ma io ne ho cambiate tante e le posso garantire che non è stato mai così, forse qualche giorno ma non così tanto tempo.
Questo mi ha fatto un pò dubitare di lui!
Inoltre volevo chiederle se poteva esserci una relazione al fatto che mi ha prescritto il trittico e che negli ultimi periodi abbusavo di vino ai pasti, era l'unico momento della giornata in cui mi rilassavo!
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Quando si comincia a dubitare o a perdere fiducia nel proprio specialista, questo può ripercuotersi negativamente sul processo terapeutico: i dubbi possono far vivere gli effetti indesiderati più malamente di quanto siano e togliere le speranze degli effetti terapeutici prima del tempo dovuto. E qui sono d'accordo con l'intervento del Dr. Pacini.

Nel contesto della cura farmacologica, piuttosto che mettere la questione sul piano della fiducia nello specialista, che è un piano soggettivo con elementi anche emotivi, bisognerebbe affrontare i problemi su un piano costruttivo: riferirlo la situazione, chiedere a lui le spiegazioni, chiedere di rivalutare o di riconfermare la cura. L'affanno e l'affaticamento nel mentre mangia possono essere legati all'ansia, ma anche agli effetti del Trittico a livello degli organi viscerali ai quali ho accennato prima. E' da escludere però un disturbo preesistente che il farmaco poteva solo aggravare, ad esempio, l'ernia iatale o disturbo della motilità dell'esofago. L'aggravarsi di tali malattie con i farmaci è stato più documentato con altri antidepressivi, e meno con il Trittico, ma, se i sintomi permangono, ma converrebbe indagare: potrà avere senso una visita gastroenterologica.

La questione della fiducia nel Suo Specialista, insorta nel contesto delle cure farmacologiche, nel vostro caso ha dei significati in più , perché con lo stesso specialista Lei segue anche la psicoterapia. La questione della fiducia, che in psicoterapia è sempre un tema importante, poteva trovare nei problemi di questi ultimi giorni solo una occasione per manifestarsi. Dunque, è importante parlare col Suo specialista della fiducia nel senso più ampio e sincero. Da riflettere, assieme con lui, se seguire la farmacoterapia e la psicoterapia con lo stesso specialista, perché a volte le problematiche di una possono compromettere il buon andamento dell'altra. Dall'altra parte, nei quadri con una notevole compenente d'ansia può essere meglio un unico punto di riferimento. Dunque, da discuterlo assieme col Suo specialista.

P.S.
l'alcool può peggiorare le malattie dell'esofago e dello staomaco, alterando anche la loro motilità.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Il perché del cambiamento da xeristar a trittico è oscuro, non ne riferisce un motivo particolare.
Non userei termini come "cavia" che sono offensivi e oltretutto impropri, Lei sta usando farmaci in commercio con chiare indicazioni riportate, non preparati misteriosi.

E' importante che vi sia una definizione della diagnosi di partenza, così è poi chiara la corrispondenza con il tipo di medicinale.

Al momento è semplicemente in attesa del funzionamento di una cura. Ne ha fatte in totale 3, di cui questa è la terza, quindi non direi che ne abbia fatte tantissime.

La ragione per cui ci concentra sul trittico come fonte di tutti i mali è probabilmente perché in presenza del suo malessere, quel che il cervello identifica bene è il farmaco "esterno" mentre il disturbo non lo vede intuitivamente, è frequente che chi ha sintomi di malessere dopo aver iniziato una cura tenda a riportarli per poi però ritenere che siano effetto del medicinale, quando sono invece elementi tipici del disturbo.
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dopo
Utente
Utente
Gentile dott. Pacini,

la ringrazio per la risposta ma come avevo scritto nella mia prima richiesta io ho cominciato la cura con il mio specialista nel dicembre del 2004 e da allora ne ho cambiati tanti di farmaci, ho iniziato con il tavor poi effexor cimbalta, sereupin, elopram , depakin ecc... sempre accompagnati da xanax,en, minias e così via, questo per farle capire che veramente il cambiamento questa volta è stato veramente duro!
Per quanto riguarda il motivo della sostituzione non sò bene neanche io!
Il 6 luglio vado ad un appuntamento con lui dove mi dice che secondo lui stavo meglio ma facevo abuso di alcol, quindi mi sospende lo xeristar 60 mg e mi prescrive trittico 75 mg 1/3.
Dopo 2 gg ho cominciato ad avvertire i primi disturbi fino poi ad arrivare all'ansia estrema, crisi di panico e poi di pianto, rabbia e aggressività e la sensazione di non farcela più, cosi l'ho chiamato e mi ha detto di passare a 2/3 di trittico ma niente fino a quando non ci siamo visti il 15 dove mi ha aggiunto la paroxetina da 20 mg e le gocce di tranquillit!
Ad oggi non posso dire di stare meglio, certo l'ansia estrema è passata ma di disturbi ce ne sono ancora tanti!
Per quanto riguarda l'uso della parola "cavia" si forse è inappropriata ma quando lo chiamavo chiedendogli di ritornare allo xeristar lui mi diceva di pazientare, a me è sembrato come se volesse testare la mia resistenza; lo sò che non è così però in quei momenti ti chiedi perchè nessuno ti ascolta e sopratutto ti chiedi perche mi è stato dato questo farmaco e stò male quando con l'altro andava bene? Perchè non tornare indietro ?
La diagnosi è depressione ansiosa e personalità bordelline , spero di essere stata corretta a scriverlo!
La ringrazio infinitamente!
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
in effetti il Trittico (nome chimico: trazodone) è, fra gli antidepressivi, forse il più usato per compensare i sintomi d'astinenza da alcool. Invece, in associazione con alcool, potenzia gli effetti di questo ultimo, per cui, assumendo questo farmaco, è meglio astenersi dall'alcool.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

farei rivedere la diagnosi, vi sono diversi aspetti, tra cui quel quadro di personalità, l'abuso di alcol che richiamano ad un disturbo dell'umore di tipo bipolare, cosa che peraltro se è stato utilizzato il depakin probabilmente è stata almeno ipotizzata. Questo tipo di quadri rispondono diversamente agli antidepressivi rispetto alle depressioni, ed hanno invece altre categorie di farmaci di prima scelta.

Per quel che riguarda le modalità di cambiare una cura, presumo che il medico attendesse di verificare il funzionamento di quella nuova, cosa che non si può fare nell'immediato.
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