Ma è possibile solo imparare a conviverci e a controllarla

Avrei una domanda un po' ingenua -se così posso chiamarla-...

Sono consapevole che dall'ansia non si può guarire del tutto, ma è possibile solo imparare a conviverci e a controllarla.

Io ho 22 anni e da quando avevo 13 anni, fino al novembre scorso, la mia vita cambiò da "ragazza che stava iniziando la fase adolescenziale" in "ragazza scaraventata contro il suo volere nel mondo degli adulti e delle responsabilità".
Ogni giorno per 8 anni ho fatto le STESSE cose: alzarmi,lavarmi,fare la spesa,fare i servizi,etcetc. Per me era normale fare tutte queste cose. Ogni tanto mi sentivo male e a quel tempo non sapevo il perché. Ma ora sì: era un attacco di panico.

Da novembre a questa parte ho fatto psicoterapia ed ho imparato a comprendere cio' che mi stava succedendo. Ho preso anche il daparox 20mg per alcuni mesi. Adesso com'è cambiata la mia vita? Beh, ho smesso di fare la "mamma di casa" e lascio che i miei genitori assumano i loro ruoli [Non pensate che i miei genitori siano sconsiderati. Mio padre ha lottato per anni con la depressione di mia madre. Ed io ho vissuto con mia zia sino alla sua prematura morte.] Tuttavia, adesso ho davvero paura di affrontare la vita. Mi piacerebbe frequentare un corso di disegno, ma ho paura. Vorrei farmi qualche amicizia, ma ho paura. Vorrei avere un relazione, non parliamone proprio. E pensare a tutto questo che vorrei fare ma non riesco a fare, mi da ansia e paura. Vivo a casa ed esco pochissimo. Anche se sono spronata dalla mia famiglia. A volte tendo anche ad evitare i luoghi in cui mi era venuto in passato un attacco di panico, anche se sono luoghi o posti vicino casa. Ma... un mese fa andai a mangiare fuori (abbastanza lontano da casa) con degli amici di terapia e per la prima volta senza un familiare. Non avevo l'ansia e neanche il pensiero "devo sbrigarmi a tornare a casa". Quando ritornai quella sera ero colma di felicità per aver provato un esperienza, sì, nuova!

Scusate se mi sono divagata. La domanda che vorrei porvi è: Si può trovare un equilibrio con l'ansia e le paure? Secondo voi può riuscirci una ragazza sensibile e spaventata come me?

[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Se Lei ha una diagnosi di disturbo di panico, alcuni mesi di daparox possono aver fatto un buon effetto ma sono troppo pochi per consolidare i risultati e prevenire le ricadute.
Al momento alcuni dei limiti che c'erano prima non sembrano attuali, però ci sono alcuni sintomi di evitamento (evita situazioni che invece le interesserebbero o comunque al pensiero non segue poi l'iniziativa che sarebbe necessaria per realizzare i suoi obiettivi).

Andrebbe quindi rivisto il programma terapeutico rispetto al daparox (perché pochi mesi ?) e la diagnosi esatta per comprendere, una volta eliminati alcuni sintomi, se ciò che rimane faccia parte di una diagnosi oppure semplicemente sia il terreno su cui riprendere anche spontaneamente una propria vita senza più i limiti precedenti.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Il daparox mi aveva aiutata molto. Riuscivo a percorrere molto tragitto da sola, allontanandomi anche da casa. Avevo piu' spirito e coraggio. Visto i risultati, lo psichiatra decise di togliermi il daparox. Dopo alcune settimane ebbi una ricaduta. Così mi fece riprendere il daparox. Adesso ho staccato con il daparox da qualche mese, e non è che mi senta in splendida forma.

Lei mi consiglia di rivedere il piano terapeutico con il mio psichiatra? E' solo che, non vorrei finire per essere dipendente dal farmaco.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

proprio per questo Le dicevo di chiarire su che base si decide di sospendere il daparox dopo poco tempo.

"non vorrei finire per essere dipendente dal farmaco"

Che intende ? Prendendo le cure si può rimanere dipendenti dal farmaco così come lo si era in partenza (per star meglio c'era il farmaco) ma questo significa semplicemente che si può star meglio proseguendo la cura. "Diventare" dipendenti da un farmaco è un concetto che in genere non corrisponde a niente.
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie Dottor Pacini

Con "dipendente dal farmaco" intendo che: non vorrei passare la mia vita a prendere psicofarmaci per stare bene con me stessa.

Ho sospeso il daparox perche' il dottore mi aveva detto: "Vogliamo provare a togliere il daparox?"


Senta Dottore, mi scusi per la domanda che le ruberà del tempo, ma lei cosa pensa dei farmaci omeopatici? Servono davvero?
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"non vorrei passare la mia vita a prendere psicofarmaci per stare bene con me stessa"

Questa possibilità non è determinata dall'iniziare o proseguire nell'assunzione di medicinali, tendenzialmente è ridotta. Ed è una possibilità legata al tipo di malattia di cui Lei soffre e al suo decorso.

"il dottore mi aveva detto: "Vogliamo provare a togliere il daparox?""

Capisco, ma evidentemente era un modo per dire che voleva toglierlo lui, non capisco su che base dopo qualche mese, mediamente è insufficiente, e non è che ci sia un modo per stabilirlo in anticipo, c'è solo una statistica da tener presente.

L'omeopatia non appartiene alla medicina intesa come scienza.
[#6]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie Dottor Pacini,

Cercherò di parlare con il mio medico.


Cordiali Saluti

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