Depressione, problemi di memoria, disturbi del sonno, difficolta' a concentrarsi

Gentile Dottore

E' da un mese che ho iniziato un nuovo lavoro e soffro di problemi di memoria e difficolta' a concentrarmi. Molte volte mi sveglio la notte e ho difficolta' a riprendere sonno. Questo mi provoca sonno durante il giorno. Il lavoro mi piace, quindi non e' questo il problema, ma sto affrontando una situazione personale difficile e a volte non riesco a pensare ad altro. Sul lavoro sono spesso distratta e a momenti e' come se mi si annebbiasse la mente, e ho problemi a ricordare quando mi si danno istruzioni o a concentrarmi quando mi si insegna qualche nuova mansione. Ho tanta paura di perdere il lavoro. Ho avuto periodi depressivi in passato, anche se non diagnosticati (non sono mai stata in cura), periodi in cui tendo ad isolarmi e cadere nello sconforto. Ho anche pensato al suicidio molte volte, anche se non ci ho mai provato. Sono quasi sempre state situationi causate o da problemi sul lavoro o dalla difficolta' di trovare lavoro (prima di trovare questo lavoro ero disoccupata per piu' di un anno). Ma prima d'ora non avevo mai avuti problemi di memoria cosi' gravi. Ora al suicidio non ci penso proprio piu' perche' sono contenta di aver trovato questo lavoro, ma ho pur sempre questi problemi che ho elencato prima.
Ne ho parlato al mio medico di famiglia che mi ha consigliato di fare un esame del sangue per verificate delle eventuali carenze (dovrei avere i risultati in 10 giorni). Oltre questo, mi ha detto che i miei problemi potrebbero essero causati dalla mia timidezza e dalla difficolta' ad aprirmi con gli altri che di conseguenza mi creerebbero problemi a concentrarmi e quindi a ricordare. Io non credo che il problema sia cosi' semplice, anche perche' non mi ritengo cosi' timida. 10 giorni mi sembrano tanti, cosa posso fare nel frattempo per curarmi? non voglio rischiare di perdere il lavoro....
Ci tengo a precisare, che non bevo alcolici, non faccio uso di droghe (mai fatto uso) e non sto prendendo nessun medicinale, a parte le vitamine. Seguo una dieta sana e faccio regolare esercizio fisico.
Quando ero molto piccola, (2-4 anni) avevo la tendenza a soffrire di convulsioni, tant'e' che ero in cura da un neurologo e prendevo regolarmente farmaci per controllare il problema (non so dirle che tipo). Non so dire cosa causava queste convulsioni, mia madre mi ha sempre detto che mi veniva spesso la febbre molto alta (sarebbe questa la causa). Tutto cio' che ricordo d'allora sono le visite periodiche dal neurologo per l'encefalogramma. Nonostante cio' ho sempre vissuto una vita sana e normalissima. Sono sempre stata molto brava nello studio (mi sono laureata all'estero) e nel lavoro.
Aspetto con ansia i vostri consigli.

Grazie.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
con tutti i limiti del parere espresso via internet, posso ipotizzare che Lei stia attraversando un nuovo episodio depressivo, fra cui sintomi possono essere sia l'insonnia, sia il calo di concentrazione. Anche "una situazione personale difficile" (se vuole, può specificarlo meglio) può precipitare un episodio depressivo, soprattutto in una persona con la storia degli episodi precedenti. Ovviamente via internet non si può fare la diagnosi di un disturbo depressivo, e Le consiglierei una visita da uno specialista psichiatra che magari si occupa anche di psicoterapia.

Non si può escludere né le carenze vitaminiche (o del ferro), né l'impatto della stagione (la quale di per sé può rendere difficile il sonno e la concentrazione, soprattutto con la scarsa idratazione), ma escludere un episodio depressivo in corso è importante. I diversi fattori possono anche concomitare.

Lo specialista potrà dirLe se è indicata o meno una terapia farmacologica (ad esempio antidepressiva), ma penso che in ogni modo Lei possa trovare giovamento se decidesse e riuscisse a riferirlo la Sua situazione personale.

P.S. Le convulsioni febbrili nell'età infantile è un fenomeno molto diffuso. Se le crisi convulsive non si sino ripetute nel corso dello sviluppo successivo, è più probabile che non hanno relazione con la Sua attuale situazione, ma sia delle crisi che della terapia anticonvulsivante che assumeva bisognerà riferire allo specialista. A proposito, quale era il nome del farmaco, fino a quale età lo ha assunto ?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore,

No le convulsioni non si sono ripetute nel corso dello sviluppo successivo. Le ho avute solo fino a 4 anni circa. Purtroppo non so proprio dirle che farmaco fosse, mia madre non si ricorda, comunque l'ho assunto sino all'eta' di 6 anni circa, come misura preventiva. Anche mia madre non sa dirmi che cosa avevo di preciso, era questo neurologo che mi aveva in cura che diceva che dovevo prenderle. Poi dato che avevo incominciato a sffrire di mal di testa ricorrenti, un medico amico di famiglia ci consiglio' di farmi smettere immediatamente, e da allora sono stata sempre bene.
si io dallo psichiatra ci andrei ma ho tanta paura di prendere farmaci antidepressivi perche' mi hanno detto che provocano dipendenza e quando smetto la depressione si puo' aggravare. Io vorrei provare la terapia cognitivo-comportamentale (TCC).
Vorrei aggiungere che soffro della sindrome dell'ovaio policistico.

Grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
molte persone associano quasi automaticamente il mestiere dello psichiatra soprattutto agli psicofarmaci, però è sbagliato.

Molte persone tornano dalla visita psichiatrica con la prescrizione di un farmaco che poi non intendono di prendere, ma non osano di dirlo subito alla visita, appunto perché percepiscono il lavoro dello psichiatra soprattutto nello prescrivere i farmaci, e se lui non lo fa, manca anche alla persona la spiegazione del perché ci è andata (e, se la visita è privata, perché ha pagato i soldi), però è un errore. il primo compito dello specialista è la valutazione, ed è il più importante.

Il compito dello psichiatra, come lo speciallista nell'ambito della salute psichica è soprattutto di valutare la Sua situazione, valutare se (nel Suo caso) siamo davvero di fronte ad una malattia depressiva o ad un'altra malattia psichica che necessita di cure o se, viceversa, non è affatto una malattia, non ha bisogno di cure ecc. E solo allora, eventualmente, di dirLe quali cure sarebbero necessarie.

Le cure in psichiatria non sempre sono farmacologiche, ma rispetto agli psicofarmaci, molti stereotipi che li attribuisce la società sono.. appunto solo degli stereotipi (purtroppo molte persone tentano di decidere da sole quando smettere le cure, e se le smettono mentre non si è ancora guariti, la malattia "si fa viva"). Conta non il farmaco ma come viene usato. Comunque, Lei ha il Suo diritto di non accettare la cura farmacologica, e di chiedere di provare le altre strade.
Può decidere di cercare uno psichiatra con un approccio abbastanza ampio.

Sarà importante informare lo specialista che è affetta dalla policistosi ovarica, perché tale condizione può manifestarsi con alterazioni di umore e dunque di essere uno dei fattori del Suo malessere, o/e dietro alla policistosi possono essere alcune cause ormanali che influiscono anche sulla salute psichica. Per questa condizione Lei è seguita da un endocrinologo o da un ginecologo? E' stata accertata tramite l'ecografia? dosaggi ormonali? (quali?) E' stata stabilita la causa? (bisogna tenere presente che si tratta di una "sindrome", dunque di un gruppo di sintomi comuni alle condizioni con le cause diverse). Sono state tentate di cure ? Ovviamente uno psichiatra non può occuparsi da solo della Sindrome dell'Ovaio Policistico, ma quando sono possibili le interdipndenze fra le malattie diverse della stessa persona, è indispensabile la collaborazione fra gli specialisti.

Rispetto alla terapia anticonvulsiva, alcuni farmaci antiepilettici possono indurre le caratteristiche della Sindrome di Ovaio Policistico, che in tal caso avrebbero dovute normalizzarsi con la sospensione. Comunque è da riferire allo psichiatra che La visiterà.

Rispetto alla psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC), può dirlo allo specialista al quale si rivolgerà, però lasciarei a lui di valutare (pure assieme con Lei, ma non Lei a priori) se nel Suo caso è indicato questo tipo di terapia (od un altro). Perché proprio la TCC ?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dott. Gukov.

Per la policistosi ovarica non sto piu' facendo nessuna cura, pero' in passato ho preso il diane per molti anni, dall'eta' di 16/17 sino a circa 31 anni, con inturrezioni di circa 6 mesi ogni tanto. Ho anche preso l'androcur per diversi anni, quando il diane da solo non bastava a farmi passare l'acne. Circa 15 anni fa ho fatto diverse ecografie che avevano confermato la presenza di numerosissime microcisti nell'ovaio destro e poi avevo anche fatto l'esame del ritmo circadiano androgeni e altri esami del sangue (vari TH, e altri dosaggi ormonali, che non ricordo esattamente). I risultati hanno sempre rivelato valori nella norma tranne per una leggera iperprolattinemia, pero' nella mia cartella il medico aveva indicato 'sospetta sindrome dell'ovaio policistico'). Comunque a distanza di circa 2 anni dall'interruzione del diane il mio ciclo si era normalizzato completamente ed mi era sparita anche l'acne. Tuttora non ho sintomi a parte una leggera peluria ai lati delle guance che risolvo dall'estetista, per evitare di prendere ormoni. Non soffro piu' di crampi ma l'unico sintomo della sindrome premestruale che avverto e' il calo dell'umore che peggiora una settimana prima del ciclo, che mi portano a vere e proprie crisi di pianto che a volte non riesco a controllare. Non avevo mai avuto sintomi del genere. Non sono in cura da un ginecologo perche' tanto so che non c'e' una cura effettiva per la policistosi se davvero ce l'ho. E poi non mi va di prendere ormoni perche mi fanno ingrassare.

Come mi suggerisce lei mi rivolgero' ad uno psichiatra che si occupa anche di psicologia, a cui spieghero' che non voglio prendere farmaci se possibile, sperando che possa offrire delle valide alternative adatte al mio caso. La TCC perche' mi sembrava una buona alternativa agli psicofarmaci. E' un tipo di terapia molto diffusa di cui ho sentito molto parlare, e poi mi rendo conto che essendo io una persona molto pessimista e con poca fiducia in me stessa, devo imparare a cambiare certi atteggiamenti e ad eliminare certi pensieri negativi che mi portano a cadere in questi episodi di sconforto. Poi sto sempre aspettando i risultati degli esami del sangue per verificare se ci sono carenze vitaminiche etc.
Il medico ha anche accennato a cambiamenti chimici prodotti nel cervello che potrebbero causare episodi depressivi. Ma basta un semplice esame del sangue per verificare questi cambiamenti chimici?

Grazie mille per il suo aiuto.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Non credo sia l'approccio corretto. Quando va da un medico ne ascolta i consigli. Mettere le mani avanti dicendo che preferisce questo o quel trattamento ha poco senso, e non è nel suo interesse. Non è Lei che deve giudicare se e su quale disturbo una tecnica psicoterapica sia una buona alternativa. Inoltre tenga presente che questa alternativa (la TCC) di solito funziona meglio se combinata con altri strumenti di cura (ad esempio farmacologici). La sua idea del fatto che i farmaci "inducono dipendenza" è un modo di dire che equivale al fatto che ne ha timore. I cambiamenti chimici nel cervello ci sono per forza di cose, essendo un organo a funzionamento chimico, se intende cambiamenti stabili, risulta che il ripetersi di episodi renda questi cambiamenti rigidi, cioè più episodi si hanno e più la depressione si radica. Tutto ciò invece è ostacolato dalle terapie.
Si faccia dare informazioni sugli antidepressivi così come sulla TCC, inutile viaggiare su concetti che la portano fuori strada.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Non tutti i cambiamenti chimici nell'organismo si vedono dagli esami del sangue. In particolare i cambiamenti chimici "nel cervello" si vedono molto meglio dall'osservazione della persona e non dagli altri esami. In questo consiste il mestiere dello psichiatra (e del medico in generale). Gli esami del sangue sono importanti per escludere le problematiche dell'altro genere: ad esempio il malfunzionamento degli altri organi, le carenze o gli eccessi dei minerali e delle vitamine.

Nel Suo caso converrebbe controllare anche il quadro ormonale, vista la storia di iperprolattinemia. Per questo conviene consultare anche un ginecologo (o un endocrinologo), nei confronti dei quali Lei ha lo stesso preconcetto che esprimeva nei confronti degli psichiatri ("..poi non mi va di prendere ormoni..") : Lei sa già che cosa Le diranno e che cosa Le prescriveranno ("..tanto so che.."), ma in realtà non lo può sapere se non fa la visita. Dove Le posso dare ragione è che appunto è importante ".. imparare a cambiare certi atteggiamenti e ad eliminare certi pensieri negativi..", dei quali i Suoi preconcetti nell'ambito medico sono degli esempi.

<<..non mi va di prendere ormoni perche mi fanno ingrassare..>>

L'effetto negativo della pillola sul metabolismo è minore nei farmaci più moderni di questa classe, nei quali il rapporto fra progestinico e l'estrogeno è più a favore dell'ultimo. Tuttavia, la cura della policistosi non è necessariamente con la pillola.

<<..tanto so che non c'e' una cura effettiva per la policistosi..>>

L'ovavio policistico non è una malattia a sé, ma una sindrome: più malattie possono manifestarsi con questo quadro, dunque è importante la diagnosi più esatta. L'iperprolattinemia può essere una delle cause: sarebbe imortante monitorarla nel tempo, scoprirne, a sua volta, l'origine. Scoperte le cause, si può trovare la cura. Per controllare, ad esempio, l'iperprolattinemia, la cura c'è.

Alcuni antidepressivi sono efficaci nell'alleviare il peggioramento dell'umore nella fase Pre-mestruale. Non bisogna sottoprezzare gli psicofarmaci. Qui sono d'accordo con il mio collega, Dorttor Pacini.

Il problema è che prima ci va sempre la diagnosi (dallo psichiatra e dall'endocrinologo), mentre Lei salta nel ragionamento questi passaggi intermedi. E' come leggere subito l'ultima pagina del romanzo.., però, a differenza di un romanzo, la vita si scrive nel mentre si vive.

un saluto,
[#7]
dopo
Utente
Utente
Grazie per l'aiuto,

Seguiro' i vostri consigli. Saluti.
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