Durata terapia c.c.

Buongiorno. Sono seguito da circa due anni e mezzo da uno psichiatra e psicoterapeuta (indirizzo cognitivo-comportamentale). Sin dalle prime sedute chiesi una (eventuale) diagnosi, che non venne fatta in quanto non c'erano elementi necessari e sufficenti per parlare di patologia. Dopo due anni, parlo del mese di aprile 2011, ebbi una "ricaduta", e io stesso proprio perchè non mi sentivo piu in grado da solo di affrontare le situazioni chiesi al terapeuta l'eventualità di avere un supporto farmacologico, almeno un "sintomatico" per "combattere" l'ANSIA. Ansia che si manifestava (e ancora si manifesta) sopratutto nelle interazioni sociali, con risposte fisiche, con miei tentativi seguenti di controllo fisico e paura che queste espressioni fisiche si percepissero dagli altri. Mi venne prescritto allora Inderal 40 mg, da mezza fino ad una cp da prendere mezzora prima della situazione stressante. Mi venne dato per soli 40 gg TRIPT-OH 100mg, due compresse al giorno. Inoltre, forse causa mia non bilanciata alimentazione, Betotal Plus cps e Folina 5 mg (una al giorno). Nessuna diagnosi esplicitamente fatta, terapeuta che parla solo di "ansia".
Ora il problema è questo: dopo due anni e mezzo di psicoterapia, non vorrei generalizzare ( per certe cose ci son stati si miglioramenti), ma tirando le somme le cose non vanno molto meglio rispetto al passato, anzi, certi aspetti negativi e dal mio punto di vista invalidanti si sono cronicizzati; in me si fa piu forte la sensazione che l'ansia "venga dalla mia testa", cioè che ci sia una base biologica che con la sola psicoterapia ( e l attività fisica consigliatami che svolgo regolarmente) non riesca a bloccare.
Ora la domanda (da un milione di euro!) che vi pongo è questa: dopo due anni e mezzo di psicoterapia devo continuare? se si posso ancora essere fiducioso di "migliorare"? Nonostante io continui in certe circostanze ad avere degli attacchi di ansia assurdi, e quindi a star male, devo "farmi bastare" la sola psicoterapia? devo insistere col medico ssulla formulazione di una eventuale diagnosi o sul chiedere l'introduzione di farmaci?
Mi rendo conto che alle domande che vi pongo è forse impossibile rispondermi con precisione, ma dopo questo lungo percorso che però ancora non mi ha dato i risultati sperati, l'entusiasmo e la buona volontà di "lavorare" su di me si sta facendo avanti e perdo fiducia anche nel terapeuta e nella terapia. Grazie in anticipo :)
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
coi limiti del parere espresso via internet e senza conoscere il Suo psichiara,
potrei pensare che, in quanto lui si occupa con Lei della psicoterapia, può essere poco agevole che introduca anche elementi della diagnosi e della eventuale terapia farmacologica (che alla fine è stata comunque introdotta). Il comportamento del Suo terapaeuta presumo che sia stato motivato dall'intenzione di essere coerente con il suo ruolo di psicoterapeuta. Problematico è il fatto che La segue solo lui. Penso, Lei avrebbe bisogno di uno psichiatra che La possa visitare, facendoLe la diagnosi, e seguirLa, dandoLe l'indicazione rispetto alla psicoterapia e riguardo ai farmaci : non al posto del Suo attuale psichiatra psicoterapeuta, ma come una figura complementare e di monitoraggio rispetto a lui. Può essere problematico per la stessa persona assumere sia questi ruoli + quello dello psicoterapeuta.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
Sempre con i limiti del servizio, quindi con il carattere di "semplice parere limitato" che Lei mi puo fornire....
Due anni e mezzo fa circa, quando decisi di affidarmi ad uno specialista, scelsi appositamente la figura dello Pschiatra-Psicoterapeuta, convinto che avesse un approccio completo, sia lo sguardo del medico che può prescrivere farmaci, sia di terapeuta "con la parola". Se ho ben capito invece, sempre con le precauzioni del caso, lei sospetta che questo medico non "svolga contemporaneamente" i due ruoli, quello di psichiatra da una parte e quello di piscoterapeuta dall'altra. Se bene ho compreso, prevale la parte della psicoterapia, e non si capisce bene perchè, non riesce ad ipotizzare una eventuale diagnosi ed eventuale terapia farmacologica (??)
Quindi secondo lei potrebbe (uso il condizionale), giovarmi il parere di una seconda figura, intesa quasi come ua figura "terza", magari solamente Psichiatra, che mi possa visitare (credevo che mi visitasse pure il terapeuta attuale!!), mi faccia una eventuale diagnosi, e indicandomi se, come fare psicoterapia dal mio attuale Psichiatra-Psicoterapeuta e dandomi eventuali farmaci prescritti indipendentemente dallo specialista che mi segue al momento.
Sinceramente, da persona "ignorante" in materia, questo modo di procedere mi sembra un pò strano, quasi contorto!!
La ringrazio moltò per la sua disponibilità e professionalità. A presto. A.M.

Ah, mi è venuta in mente un altra domanda! Come lei dice alla fine una terapia farmacologica è stata introdotta, però allora perchè non mi viene fatta una diagnosi in termini nosografici classici?

Poi non comprendo questa sua affermazione sulla coerenza dello psicoterapeuta:
"Il comportamento del Suo terapaeuta presumo che sia stato motivato dall'intenzione di essere coerente con il suo ruolo di psicoterapeuta."
Di nuovo grazie.
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Utente
Utente
Inoltre potrei avere anche qualche altro parere di qualche altro specialista?? grazie mille...
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
spero che Le possa rispondere anche qualcuno degli altri specialisti sul sito. In ogni modo penso sarebbe il caso di sentire il parere dello stesso specialista che La segue ora e del quale stiamo parlando: quale la diagnosi, se può farla, spiegare meglio i propri metodi di lavoro. In effetti, qui possiamo solo ipotizzare a proposito, attribuendo a lui intenzioni che non ha o la mancanza di intenzioni che invece ha.
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dopo
Utente
Utente
Forse non è la cosa piu carina da dire al terapeuta, potrebbe magari sentire in discussione il suo operato, la sua bravura, la sua professionalità ecc. Però anche io ritengo che, con i dovuti modi e maniere, dopo questi due anni e mezzo, sia NECESSARIO cercare di fare un "punto sulla situazione". E questo in termini di eventuale diagnosi e conseguente terapia/ prognosi. Dopo questo indispensabile passo allora potremmo "dire qualcosa in più".
Un saluto cordiale. A.M.
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Utente
Utente
Scusate di nuovo il mio disturbo, ma è possibile sentire anche qualche altro parere, di qualche altro specialista, sia psichiatra ma magari anche psicologo?? grazie!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

un trattamento psicoterapeutico che abbia un orientamento cognitivo-comportamentale come previsto dal tipo di tecnica utilizzata, e' un trattamento limitato nel tempo che porta a dei risultati entro un certo numero di sedute prestabilito, altrimenti viene interrotto di comune accordo.

La terapia farmacologica prescritta è fondamentalmente una terapia sintomatica e per lo più improntata sull'uso di vitamine, che nel caso specifico non hanno un razionale clinico per la riduzione dei sintomi ansiosi da cui sarebbe affetto.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dott. Ruggiero,
Per quanto riguarda il primo punto, il terapeuta a suo tempo nella prima seduta mi disse che "potevano essere necessari anche un paio d'anni". Gli obiettivi in generale son stati fissati, anche se, come ho poc'anzi detto, non è stato determinato un numero preciso di sedute per arrivare ai risultati.
Da quello che scrive lei, seppur molto vago visti tutti i limiti del servizio, si potrebbe intuire che forse i tempi di questo mio "percorso" rispetto al tipo di terapia (cognitivo-comportamentale) si stanno "dilungando" un po troppo??


Per quanto riguarda il secondo punto mi chiedo: se non c'è una diagnosi "standard" perchè ho una terapia farmacologica? Da ignorante della materia, io credo che si prendano dei farmaci perchè si è "malati" e quindi c'è una diagnosi...

Fra due settimane avrò la seduta con il terapeuta. Come ho già scritto in qualche post precedente, mi sembra il caso porre queste stesse domande al terapeuta stesso. Forse è il caso di riparlare degli obbiettivi, dell eventuale diagnosi, eventuale terapia farmacologica (non esclusivamente sintomatica) o forse anche di mettere in dubbio il fatto che lo stessa psicoterapia stia dando risultati e trarne da entrambe le parti le oppurtune conseguenze.
La ringrazio molto, buon lavoro. A.M.





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