Strana sensazione ricorrente: epilessia?

Buongiorno,
Ho notato che mi capita di avere un'improvvisa sensazione di piacere alla parte bessa dell'addome..E' molto intensa, come un'esplosione.Dura circa2-3secondi e mi lascia intontita per altri 2-3secondi.Poi tutti ritorna come se nulla fosse accaduto. Io non ne sono sicura,ma secondo me è un orgasmo. Mi può capitare anche 10 volte al giorno,ma non proprio tutti i giorni. La cosa particolare è che mi capita in momenti in cui il sesso non centra nulla: mentre studio, mentre mangio, mentre leggo, mentre chiacchiero.Insomma quando sono rilassata. Io vorrei capire se questo fenomeno è patologico e se si tratta di una forma di epilessia. E' una cosa abbastanza imbarazzante. Ho mandato un messaggio simile in psicologia, perchè ho pensato fosse un problema psicologico,ma forse il problema è neurologico.Cosa ne pensate?
Grazie
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Potrebbe essere utile esporre un po' più descrittivamente la situazione in cui le succede ed anche la sua situazione generale attuale. Non sono un epilettologo ma ho avuto una certa esperienza nel campo: non ho mai sentito di attacchi epilettici di questo tipo.
Ho letto i suoi precedenti consulti. Quanto ha scritto fa propendere per un'origine psichica di questi fenomeni, come degli altri cui lei accenna.
Se crede può utilizzare questo spazio - che sarà probabilmente spostato nella sezione di psichiatria, per competenza - per esplorare più approfonditamente la sua situazione e la sua storia evolutiva. Da questa esperienza potrà trarre probabilmente indicazioni sulla sua situazione e sul da farsi, per uscire dal "circolo vizioso" in cui teme di essere entrata.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Grazie per la risposta. Non saprei come descrivere le situazioni in cui mi capita questo fenomeno: sono tranquilla e all'improvviso ho quella strana sensazione.Di solito o sto mangiando o sto studiando.Però mi capita anche quando sono a letto, in auto,sul treno,quando guardo la tv... Insomma in qualsiasi momento.Non c'è un particolare stimolo che lo innesca.E'assolutamente improvviso.Spero di essere stata un po' più precisa.
Riguardo la mia situazione generale,sono in cura da uno psichiatra e assumo risperidone 2 mg.In questo periodo sto abbastanza bene però. Io ho anche pensato che questo fenomeno sia un'allucinazione, in quanto si tratta di una percezione,senza un apparente stimolo che la produce.però non so...
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Lei non dà una descrizione dell'episodio, in effetti, ma accenna agli aspetti generali dei vari episodi. Quindi dà una sua rielaborazione, un suo giudizio, che possiamo solo prendere o lasciare, senza elementi per valutarlo...
Invece è più utile se descrive dei singoli episodi, come li ricorda, il momento, i precedenti, le cose che aveva in mente o che le vengono in mente scrivendo, in modo che possiamo farci noi un giudizio autonomo da poterle dare. Spesso si trova qualcosa cui non aveva pensato...
Inoltre come vive quanto le succede: sensi di colpa, ansia, timore

Ho letto che accennava a scarsa esperienza sessuale, per cui ha difficoltà a definire gli episodi e che riferiva di 'deliri' timore di 'allucinazioni', ecc. Può specificare meglio i motivi per cui è in cura? Inoltre per situazione generale intendo che cosa sta facendo (studio, lavoro), se vive con i genitori o da sè, o con altri, com'è la sua vita. Insomma descrivere sè stessa e magari cose che le vengono in mente della sua storia....
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Provo a descrivere l'ultimo episodio di stamattina:
stavo studiando in cucina.ero concentrata.all'improvviso mi sono sentita strana.allora ho pensato:sta arrivando.Infatti 5 secondi dopo ho sentito una forte senzazione piacevole che dal centro dell'addome si è diffuso verso lo stomaco(ma non fino allo stomaco). la sensazione non è subito forte:cresce, raggiunge un apice e decresce, nel giro di 4-5secondi.Quando raggiunge l'apice chiudo gli occhi e mi sento stordita Mentre decresce, continuo a sentirmi stordita per qualche secondo.Poi tutto torna come se nulla fosse accaduto.
Io vivo ogni episodio con vergogna, soprattutto se mi trovo con altre persone. non ho ansia o timore. tranne quando penso che questo fenomeno sia il sintomo di una malattia.
Io sono in cura da 3anni e mezzo dopo un episodio autolesionistico.Due anni fa ho iniziato ad avere allucinazioni e a parlare da sola tutto il giorno.Il mio psichiatra diceva anche che deliravo.con l'antipsicotico le cose sono migliorate, soprattutto le allucinazioni.
Io frequento l'università.Sono una studentessa fuori sede, per cui dal lunedì al venerdì vivo con le mie coinquiline e nel weekend torno dai miei.La mia vita è molto monotona: studio, vado a lezione, faccio la spesa,vado in palestra. Sono single da 4 anni e senza amici da 12.Conosco molte persone, ma non ho mai nessuno con cui uscire la sera, studiare o chiacchierare.Faccio una vita molto tranquilla e soffro di solutidine
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Ha provato vergogna anche in quest'episodio, che se ho capito bene era sola in cucina?
Perchè prova vergogna? Le persone presenti hanno qualche reazione?
Inoltre può dire qualcosa dei deliri e allucinazioni e atti autolesivi, e del periodo in cui si sono verificati? Era un periodo critico per qualche motivo? Cambiamenti, o altro?
Non dice nulla della situazione familiare. Può accennare se ci sono difficoltà, incomprensioni, ecc? Ricordo male o ha scritto da qualche parte di essere stata adottata?
Che è successo agli amici, da dodici anni'? Ha accennato ad un'esperienza insoddisfacente con il suo ex ragazzo.
Mi sembra che faccia una vita quasi di clausura, se posso dire ( senza alcuna ironia). In che modo si è ritrovata così?
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Sì, provo quasi sempre vergogna, perchè è una sensazione strana, che non posso controllare. Nessuno si è mai accorto di nulla per fortuna.
Autolesionismo: io sono stata5 volte al pronto soccorso per tentato suicidio.L'ultima volta mi hanno ricoverata(ricovero volontario).Non ci sono fattori scatenanti.Mi capita di non avere speranza nel futuro, di essere molto triste, di vedere tutto nero.Così arrivo a gesti come il suicidio.Sono passati3anni e mezzo dall'ultima volta però. mi capita ancora di pensare al suicidio, ma non l'ho più messo im pratica
Deliri: sono di due tipi, persecuzione e rovina. temo che gli sconosciuti vogliano uccidermi. Altre volte invece mi sembra di diventare ogni giorno più povera e di non avere più i soldi per finire l'università.Altre volte mi sembra di non avere futuro se non quello della senza tetto, in quanto non riuscirò mai nè a laurearmi nè a trovare un lavoro.Con il risperidone questi pensieri sono meno intrusivi,ma ci sono sempre.
allucinazioni: sono solo visive.vedo piccoli animali, come gli insetti.oppure delle ombre.Capitano di rado
Molto più spesso mi capita di parlare da sola.Parla con persone che conosco,ma che in quel momento non si trovano con me.Di solito parlo loro di cose tristi, come lutti o malattie gravi (ho molta paura di ammalarmi). A volte parlo per pochi minuti. Altre volte per ore ed ore.
Io sono stata adottata da piccolissima,Non ho alcun ricordo della mia famiglia naturale.Non c'è nessun problema con la mia famiglia adottiva.Sono ciò che ho di più prezioso.
Io non ho molto successo coi ragazzi.Ho avuto un solo ragazzo.Mi misi con lui solo perchè era l'unico ad avermelo chiesto.Non ero minimamente innamorata o attratta.però lo trattavo con molto amore e tenerezza.L'ho mollato dopo 7 mesi perchè mi raccontava solo bugie.
Che fine hanno fatto i miei amici?Beh io in questi 12 anni ho conosciuto molte persone.Però quasi nessuno ha mai voluto essermi amico.Le poche volte che è capitato, sono state amicizie brevi, massimo un anno.Il mio giudizio è che alla gente piaccio all'inizio, però si stancano presto di me...
E' vero faccio una vita di clausura.E' colpa delle mie difficoltà a tenermi stretti degli amici.In facoltà siamo tutti fratelli, ma fuori da quel contesto, nessuno mi considera.Io cerco di farmi avanti mostrandomi disponibile al dialogo, ma non basta.Così resto sola.sempre sola. Anche questo capodanno.Ero a casa coi miei genitori che, alle 21,30, già dormivano. Bel capodanno...Quando i miei moriranno sarò sola e sarà anche peggio...
ho cercato di essere sintetica.spero di essere stata anche chiara
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Noto, non solo nell'ultimo post, che scrive con molta lucidità e chiarezza. Sembra inoltre tenere separati, per così dire, gli aspetti emotivi, che quasi non compaiono nel testo, nè fra le righe. Tranne forse nelle ultime righe, dove appare l'immagine di lei sola in casa a capodanno con i genitori già a dormire. E l'immagine evocata della morte loro e di lei rimasta sola. ....

La clausura di solito è una scelta personale, in realtà. Ma ci si può anche essere costretti, spesso senza accorgersene. Ha presente la Monaca di Monza dei Promessi Sposi?

La sensazione della vergogna fa pensare che lei si senta colpevole, o comunque che si senta osservata e mal giudicata, e che questo la trattenga da qualcosa cui forse vorrebbe lasciarsi andare più liberamente (uscire dalla clausura?).

A volte il suicidio è un tentativo di uscire da un luogo insopportabile, dove non si vedono altre vie d'uscita. Forse ci sono, ma uno non riesce a vederle...

Ha avuto esperienze di psicoterapia?

La sua descrizione dei deliri e delle allucinazioni non mi è molto chiara, invece...
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dopo
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La ringrazio per il complimento.Anche la mia nuova psichiatra pensa che io descriva in modo lucido e consapevole.Il mio psichiatra precedente invece mi considerava una mezza matta.Io non nego di avere dei problemi mentali, però comincio a pensare che lui avesse un po' esagerato.Dottor Benedetti, Lei dice che non le sono chiari i deliri e le allucinazioni, però non saprei spiegarli in altro modo. Si tratta di microzoopsia e di deliri di persecuzione e di rovina.Io quest'estate sono andata a milano in un centro che cura le psicosi giovanili, per avere un secondo parere.I medici mi hanno detto che non sono psicotica e che non soffro di deliri.Diciamo che è difficile credere a delle persone che mi hanno vista un paio di volte rispetto al mio psichiatra che mi conosceva da anni.Infatti alla fine ho deciso di credere a lui e di accettare di essere psicotica. Dico questo per spiegare che forse non so descrivere bene i miei deliri e che lei non è l'unico a non aver capito bene.
Mi è piaciuto il paragone con Gertrude,però è un po'ardito.In fondo io sono libera di uscire di casa quando voglio e con chi voglio.Il problema è che se chiedo agli altri di uscire,loro mi rispondono sempre che non hanno tempo e così sono passati gli anni.
Ho avuto 3psicoterapeuti e da poco sto andando da una quarta.2 psichiatri, una psicologa e l'ultima è una psichiatra
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Non era un complimento, ma un'osservazione 'clinica' per così dire, che contrasta con le cose che dice di se stessa..
Non sono molto convinto che le esperienze che descrive come 'psicotiche', 'deliri' e 'allucinazioni', lo siano veramente. Le microzoopsie (complimenti per il termine tecnico...) sono di solito tipiche degli alcoolisti in fase pre-delirium tremens. Altrimenti forse non sono tali. Il suo 'parlare per ore' con qualcuno 'inesistente' non so se è definibile 'psicotico'. Mi suona strano. Più 'dissociativo', 'istrionico' forse, che francamente psicotico. Ovviamente sono solo ipotesi.
Ho l'impressione che lei sia ferma a metà del guado, per così dire, in una fase che dovrebbe essere, per età, di evoluzione verso l'autonomia e l'allontanamento conseguente dalla famiglia, ma che invece si è bloccata. E' possibile che la situazione di adozione comporti qualche aspetto irrisolto che complica il quadro. Insomma forse è alle prese con una quantità di questioni che però sembrano chiuse vie, 'risolte' con la clausura, che invece non risolve nulla e le lascia i sentimenti depressivi che diceva sopra, con magari i tentativi di 'fuga' irreali associati forse a intenti autopunitivi. Ho l'impressione che anche gli episodi per cui scrive qui siano momenti di 'fuga' in contrasto con qualcosa che invece non vuole lasciarle alcun momento di libertà, in un conflitto con se stessa di vecchia data.
Lei si definisce 'libera': non mi pare. Come Gertrude, può essere libera , o addirittura anche essere la badessa, l'autorità, ma solo nello spazio della clausura. Forse non sono gli amici che mancano, ma lei che in qualche modo li 'deve' rifiutare.
Il tutto forse per evitare qualcosa....
[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Buongiorno,
ho una domanda riguardo la mia psicosi (presunta o reale).Il Mio psichiatra è convinto al 100% che io sia psicotica, mentre altri medici con cui ho parlato sono in disaccordo. Io penso che il mio psichiatra non sia una persona disonesta, che mi dice che sono malata solo per convincermi a curarmi.Lui è un medico molto affermato.Ha tanti pazienti, non credo ricorrerrebbe a "mezzucci". Però è vero anche che altri sono in disaccordo con lui.
Ho un ipotesi per spiegare questa differenza di opinioni: è possibile che i medici che mi conoscono poco non mi ritengano psicotica perchè sono intelligente? Io non sono un genio, però so usare bene la logica.Magari appaio lucida e corente perchè so dire la cosa giusta al momento giusto.
E' un'ipotesi. L'ipotesi del mio psichiatra e che io dissimulo e che bisogna conoscermi bene per capire che sto nascondendo la mia malattia. Non so, a me non sembra di dissimulare. Io sono onesta con i medici.Magari non racconto proprio tutta la verità, però racconto l'80% della verità.Mi sembra una buona percentuale...
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Provi a descrivere le sue esperienza 'psicotiche', non solo come nomi o definizioni, ma un po' più estesamente, l'esperienza, le percezioni, le sensazioni, i pensieri che vengono giudicati 'psicotici', i modi i luoghi le occasioni le situazioni e i momenti in cui si manifestano... Forse potremmo farcene un'idea e darle un parere...
[#12]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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1- io ho paura che in Italia ritorni il regime fascista. In particolare mi sento minacciata dalle persone fasciste.Io però non so chi è fascista e chi no, per cui, quando sono in mezzo alla gente ho paura di trovarmi in compagnia di fascisti che mi tratteranno male,cosi vivo nell'ansia di essere insultata o comunque trattata male.Soprattutto se sono con persone che non conosco.Ho paura di essere aggredita per strada dai fascisti, giorno e notte.Mi sento un bersaglio.Ho paura che ci sarà un colpo di stato e io sarò rispedita in Africa (dove sono nata).mi sento perseguitata dai fascisti. Io non ho difficoltà ad incontrare una persona per volta.Quando sono in gruppo però mi viene l'ansia perchè temo l'effetto "branco".
2- Io non sono benestante, però non mi manca niente.I miei genitori fanno molti sacrifici, hanno un'attività che risente della crisi. Però arriviamo a fine mese. Io però sono diventata avara perchè vivo col terrore che i miei genitori mi dicano che non hanno più soldi per mantenermi all'università, perchè sono diventati poveri.Non spendo mai soldi se non sono veramente costretta a farlo(bollette, libri universitari, affitto, medici...).Io ho sempre paura che i soldi che spendo siano gli ultimi.Io faccio shopping solo se i vestiti che ho vanno cambiati(rotti, stretti, stinti), non per il piacere di comprare qualcosa di carino.
3- io ho superato la metà dei miei studi universitari.Lo so, alla mia età avrei dovuto aver già finito. Mi sono però bloccata con un esame e ho perso tempo.Adesso va molto meglio. Do gli esami con profitto. eppure continuo a pensare che non mi laureerò mai.O per incapacità personale a superare tutti gli esami(ne ho alcuni veramente difficili), o per mancanza di fondi. Così certi giorni mi deprimo pensando al mio futuro da non laureata. Io ho il diploma di maturità scientifica, perciò non ho mai imparato a svolgere un lavoro. Nel futuro mi vedo perciò disoccupata, senza soldi, senza casa, per strada a fare la prostituta.Vorrei morire piuttosto che ridurmi così
4-io sono fissata con le malattie.Io non sono ipocondriaca però. Non corro dal medico al primo dolorino.Non passo in rassegna gli specialisti finche non ne trovo uno che confermi le mie paure. Io ho dei sintomi oggettivi, attribuibili effettivamente a patologie, ma io vivo con l'ansia di essere gravemente malata.Faccio un esempio: l'anno scorso avevo sangue nelle feci e ho temuto di avere il cancro del colon retto. Erano delle banali emorroidi. Finche il medico non mi ha rassicurata io ho creduto di essere i punto di morte. Non dormivo più, non studiavo più. Questo è solo un esempio, ma ce ne sono molti altri. Una volta che vengo rassicurata, ritrovo la serenità
[#13]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Le sue preoccupazioni non mi sembrano così 'psicotiche', o 'deliranti', come aveva detto (se diamo a questo termine il significato di convinzioni profondamente radicate e che resistono a qualsiasi opinione o dimostrazione contraria, e che influenzano il vissuto l'atteggiamento e l'operare della persona: noti che secondo definizioni simili anche i dissidenti rispetto a un gruppo compatto possono apparire 'psicotici') e alcune di esse, tranne forse quella dei fascisti, sono abbastanza diffuse in questo periodo di crisi economica sociale che sembra avere gli effetti di una guerra, in cui le sicurezza abituali sembrano improvvisamente sparite.
Forse però si può notare che alcune fantasie che le vengono, di cadere preda di un branco, di finire a fare la prostituta, ci riportano improvvisamente alla tematica dell'inizio, le sensazioni di tipo apparentemente sessuale, che lei però per così dire 'negava', quasi dissociandosi dalle sue percezioni corporee..
L'ipotesi che si potrebbe fare, - attenzione non è una diagnosi, è solo un'ipotesi da verificare o da scartare - è che lei si porti dietro conflitti irrisolti che mantengono uno stato di ansia che si manifesta in varie forme. Che queste siano 'psicotiche', cioè che comportino una sua incapacità di 'criticarle' e di gestirle e compromettano gravemente il suo adattamento alla realtà, è tutto da vedere. Sintomi 'dissociativi' come potrebbero essere alcuni suoi, possono essere presenti anche in forme 'nevrotiche', invece che psicotiche.
Mi fa uno strano effette, riguardando il suo post precedente, il quadretto di psichiatra e paziente che discutono se uno è psicotico oppure no: è una scena un po' paradossale...
[#14]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Grazie per avermi dato il suo parere.
"Mi fa uno strano effette, riguardando il suo post precedente, il quadretto di psichiatra e paziente che discutono se uno è psicotico oppure no: è una scena un po' paradossale..."
può spiegarmi questo suo commento?Io e il mio psichiatra in realtà discutiamo spesso del mio essere psicotica
[#15]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Allora, in parole povere, 'psicotico' significa 'completamente fuori di testa': difficile di solito ragionare con qualcuno in una simile situazione, al massimo si può cercare di ammansirlo, calmarlo, distrarlo, evitare di scontrarsi, e 'sedarlo', se la situazione diventa ingestibile e pericolosa....
Ora, è vero che molti oggi cercano di cambiare significato alle parole - o di inventarne di nuove - pensando che così cambi anche la realtà, però....
[#16]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Grazie per la spiegazione.
A me non sembra di essere una persona con cui non si può ragionare.Questi in linea generale. Però devo ammettere che non discuto volentieri del fascisti, della mia imminente povertà ecc... perchè chiunque mi dice che sono problemi che non esistono, cose che non si avvereranno mai. Invece per me sono vere quanto è vero che domani sorgerà il sole. Per me è solo divergenza di opinioni, secondo il mio psichiatra sono deliri.
riguardo la sua definizione: "convinzioni profondamente radicate e che resistono a qualsiasi opinione o dimostrazione contraria, e che influenzano il vissuto l'atteggiamento e l'operare della persona"
in un certo senso le mie idee potrebbero anche essere così:nessuno riuscirà mai a convincermi che i fascisti n mi ammazzeranno. e' solo questione di tempo.Anche il mio comportamento è cambiato. Ad esempio non vado alle feste dove c'è tanta gente.
Le racconto una cosa:
6anni fa, non so come, mi sono convinta di soffrire di disturbo dell'identità di genere. Così mi sono documentanta e ho deciso di cambiare sesso. Mi sono messa contro la mia amata famiglia, ho falsificato i test psicologici necessari ad ottenere l'autorizzazione alla terapia ormonale e agli interventi.Ho smesso di studiare, mi sono trasferita in un'altra città(con l'aiuto economico dei miei genitori).Ho completamente stravolto la mia vita.Ho ottenuto l'ok per la terapia ormonale e gli interventi scomodando pure un avvocato. Dopo due anni di testosterone e l'isterectomia, ho improvvisamente deciso di non avere alcuno disturbo e ho abbandonato tutto. Adesso ho un suqlibrio ormonale pazzesco e non posso più avere figli.
Non le sembra sia stato un comportamento da "fuori di testa"? Nessuno è riuscito a fermarmi nel mio intento di cambiare sesso: medici,psicologi, parenti, amici.Nessuno.ad un certo punto sono pure stata ricoverata in psichiatria (per un motivo che non vìcentrava nulla col cambio di sesso).Dopo 7mesi di abilify ho ricominciato a dire di essere una ragazza, a parlare al femminile ecc.. col senno di poi a me sembra di essermi comportata davvero in modo assurdo. Ho provocato dei danni irreversibili al mio corpo.non so nemmeno perchè ho fatto tutto questo.
Che cosa ne pensa?
[#17]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Touché...

Sembra che Lei ora si sia messa a discutere con me, come con il suo psichiatra, però a parti invertite, io dubitando, lei sostenendo di essere 'psicotica', e ora ha portato questa 'prova' del suo poter andare fuori di testa.

Potrei dire allora che anche chi le ha dato l'autorizzazione all'intervento e lo ha fatto è psicotico, o lo era in quel momento. Ma visto che c'è una cultura che ammette questi interventi, anzi quasi li sostiene come un 'diritto' inalienabile, direi che è psicotica questa cultura, anzi molte culture possono essere psicotiche.
Allora sono psicotici quelli che seguono queste culture?
Potrei pensare che ha avuto sfortuna a imbattersi in situazioni simili
[#18]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Gent. dottore,
io non volevo assolutamente esprimere un giudizio negativo sulla disforia di genere e su chi ne soffre. Ho conosciuto casi davvero drammatici, che hanno avuto giovamento dal cambio di sesso.Il giudizio negativo era su di me, che mi sono comportata in modo stupido e illogico. E' come se avessi aggiunto lo zucchero nel campione di urine per simulare il diabete. Io ho simulato una malattia.Ho simulato così bene che nessuno se n'è accorto e io stessa mi credevo realmente malata. Non mi rendevo conto che stavo simulando, giuro. Io non cercavo di attirare l'attenzione delle persone, come nella sindrome di Munchausen.Io non lo so cosa cercavo.Comunque è una cosa che è successa anni fa.Adesso sono una persona diversa, probabilmente grazie alla terapia.Da quando sono stata ricoverata in psichiatria sono diventata un'altra.Quello che temo è di ritornare fuori di testa se smetto la terapia.Ho provato a smettere quest'estate, gradualmente. E' stato un disastro
[#19]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Vedo che è molto 'colta' in psicopatologia.
Trovo questa frase, in un vecchio consulto: " I miei pensieri saranno anche non reali, ma il dolore che ne deriva lo è"
Mi viene da dire che i pensieri non sono mai 'reali', mentre lo sono le azioni.
Il dolore è reale o no? E' un problema forse insolubile. Basta un'aspirina a far passare un dolore lancinante a un dente, a volte addirittura basta un goccio d'acqua (placebo). Il dolore era 'reale' o no?
Le azioni sono reali, e se sono spinte da intenti irrazionali o comunque negativi, le conseguenza possono essere disastrose.
Per questo il problema è come contenere i pensieri, anche i più pazzi o terribili, nel loro spazio (mentale), adatto a pensarli, perchè se invece vengono trasformati in azioni sono guai. Uno può pensare di volare, ma se lo fa, senza mezzi idonei, precipita.
Questo forse è 'psicotico': trasformare i pensieri in azioni, senza adattarli alla realtà.
Questo vuol dire, forse, "essere fuori di testa". Evidentemente in quegli stati 'fuori di testa' letteralmente è la capacità di contenere i pensieri e di non farli dilagare fuori.
Per sostituire quella capacità una volta si usava la camicia di forza, poi i farmaci. Si parlava di 'camicia di forza farmacologica', tempo fa. Il problema è come recuperare quelle capacità, come farle tornare "dentro la testa".

Tornando al dolore, io direi che come i pensieri, non è 'reale', è soggettivo, 'dentro la testa'. I problemi gravi nascono quando cerca sfogo all'esterno della testa, che può essere il mondo esterno ma anche il proprio corpo, come nelle conversioni ( che si chiamano 'isteriche' non per svalutarle,,,) e nelle somatizzazioni. Temo che anche i problemi di 'genere' facciano parte dello stesso ambito.

Di nuovo torniamo alle sue senzazioni corporee dell'inizio. Lei forse ha difficoltà a tenere 'nella testa' le 'cose' che possono stare solo lì, e tende a scaricarle al di fuori.
Chissà perchè tutte quelle 'cose' non trovano modo di essere tenute lì dentro,
Uno psicoanalista inglese, WRBion, chiamava quelle 'cose' "elementi beta", e riteneva che ci fosse una funzione mentale, "funzione alfa" che doveva trasformarli in elementi utilizzabili per pensare (elementi alfa). Come fare a riattivare quella funzione è forse il problema di queste situazioni.
[#20]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Lei ha fatto un discorso un po' complicato. Se non ho capito male il suo consiglio è di tenere i pensieri irrazionali nella testa, senza trasformarli in azioni.
Io sono una vera frana nel tenere i pensieri irrazionali nella testa, perchè non riesco a distinguere un pensiero razionale da uno che non lo è. Ovviamente questo non significa che prendo per vero e reale tutto quello che penso.Però mi capita di fare delle cose prive di logica, figlie di un pensiero irrazionale. Il cambio di sesso è un esempio calzante, ma non è l'unico purtroppo. Io fui ricoverata in psichiatria (ricovero volontario) per un'altra cosa priva di senso.Non avendo voglia di finire una bottiglia di birra, me la sono iniettata in vena. Mentre lo facevo pensavo fosse una cosa priva di conseguenze. Al massimo mi sarei ubiracata. Invece l'indomani avevo un braccione enorme e sono dovuta andare al pronto soccorso. Lì hanno interpretato il gesto come un tentativo di suicidio e mi hanno ricoverata. Il vero problema è che quando racconto questo episodio tutti si stupiscono della sua stupidità.Io invece la stupidità non riesco proprio a vederla. In un certo senso era un esperimento scientifico...
Ritornando al discorso sul pensiero irrazionale, iniettarsi della birra in vena è agli occhi di tutti una cosa decisamente irrazionale, ma non per me.Io potrei fare cose così ogni giorno. Non perchè io sia stupida, ma perchè mi manca il filtro tra pensieri razionali e irrazionali. Io ovviamente, quando racconto l'episodio della birra, dico di aver fatto una cosa stupida, ma non lo penso veramente. Per questo dico che ometto la verità qualche volta con gli psichiatri. Io sono come i daltonici.Il daltonico, anche se sa di esserlo, continua a non riconoscere i colori. Lo stesso vale per me: io so di fare cose irrazionali, ma non riesco ad evitare di farle. La mia strategia è di chiedere a mia madre parere su ogni idea che voglio mettere in pratica. Così evito di fare stupidaggini, ma evito anche di diventare una persona adulta che prende decisioni da sè...
[#21]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Verrebbe da dire che in certi momenti lei perde la capacità di controllo razionale e commette atti 'inconsulti', se non scrivesse anche ora che in realtà in quell'atto non ci vede niente di irrazionale. Quindi non si tratta di momenti. E poi dice che "mi manca il filtro tra pensieri razionali e irrazionali". Un concetto piuttosto profondo: sempre Bion diceva qualcosa di simile, che chiamava però 'schermo' riguardo agli elementi beta che dicevo prima.

Mi domando come non abbia un'altro 'filtro', quello della paura fisica, della paura del dolore di un'iniezione o un intervento chirurgico, che dovrebbero essere 'istintivi'.

Cose simili però le fanno -superando il filtro della paura e del dolore fisico - persone che seguono obbiettivi forti e imperiosi, come chi si dà fuoco per protesta, mi viene in mente. In loro quello scopo supera l'istinto di autoconservazione e autoprotezione. Che abbia anche lei qualche 'scopo', qualche motivazione che le fa trascurare la sua componente fisica, il suo corpo, come se l'avesse "dissociato", direi di nuovo, quasi distaccandosene e non importandosene per niente?
Può darsi che la sopravvalutazione mentale (narcisistica, che forse è in gioco) la porti a sacrificare il suo corpo per un obiettivo 'superiore'? In fondo anche mistici e santi e martiri lo hanno sempre fatto. Il contatto con un essere superiore li ripagava... Erano psicotici? Forse si potrebbe parlare di uno stato mentale 'psicotico' che altera a tal punto i valori di una persona.
Anche le anoressiche in fondo sacrificano il loro corpo e non solo. Certo si può chiamare 'psicotico' anche il loro stato mentale.
Direi che è un uso del termine più psicoanalitico che psichiatrico clinico, forse il suo psichiatra lo usa in questo senso.
Comunque che fra la sua mente e il suo corpo ci sia una particolare difficoltà di 'contatto', direi, e di rispettare i 'diritti' di entrambi, mi sembra evidente.
[#22]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Non so rispondere perchè non ho il filtro dello spirito di sopravvivenza. Anzi, trovo questo un ottimo spunto di riflessione.Grazie. In verità io ho paura.molta paura.Del dolore e della morte. Però ci sono dei periodi che sto così male che quel tipo di dolore(psicologico) supera il dolore fisico. Questo può spiegare i miei tentativi di suicidio.
Non penso di essere narcisista. Le persone narcisiste si amano alla follia.Io invece mi odio alla follia. La mia intelligenza mi piace, è vero. Ne sono orgogliosa. Ma solo quando sono in compagnia di persone meno intelligenti di me. In facoltà ad esempio mi sento sempre la più stupida.
Il mio corpo è un disastro.Infatti i ragazzi non mi filano. Sono a dieta da 4 anni.Invece di dimagrire ingrasso.Ho preso 25kg.Può immaginare quante poche soddisfazioni mi da il mio corpo.Su questo ha perfettamente ragione: del mio corpo non ho cura e non ho amore. L'unica cosa che faccio seriamente per il mio corpo è la dieta.
Ho tutto che non va: labbra troppo carnose, seno troppo grande, pelle troppo scura, capelli troppo ricci. Il mio corpo mi da solo problemi
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Il narcisismo è uno schermo dentro cui uno si rifugia. Uno può credersi il migliore, o il peggiore: "la più stupida" (sempre 'il primo', è, anche se in negativo), ma non per questo si ama. (Narciso si annega perchè vuole 'possedersi', ma questo non è amore, come si vede spesso) .
Si limita a mantenere il suo schermo, qualunque sia, fatto di oro o di sterco.
Il suicidio a volte è il tentativo di liberarsi di quello schermo, di uscire dalla prigione, come se non ci fossero altre uscite. Ma non vedere vie d'uscita non significa che non ce ne siano, a meno che uno non si consideri appunto quello che vede meglio di tutti. Ma in realtà non riesce a vedere.
Comunque "amarsi alla follia" o "odiarsi alla follia", sempre il massimo, è, due facce della stessa medaglia.

Credo che lei sacrifichi il suo corpo, come una vittima offerta a una specie di divinità 'mentale'. Lei forse ha un'estrema paura -come diceva- di questa 'divinità, con cui ha sviluppato forse una specie di sindrome di Stoccolma, sentendola come la sua unica fonte di protezione, che però può farla fuori se non gi serve più..., e l'unico rimedio che vede a volte è sacrificargli il suo corpo, o un pezzo di quello. E' comprensibile che abbia molta paura.
[#24]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Grazie per gli spunti di riflessione.
Volevo dirle un'altra cosa. Io non ho degli amici che frequento con regolarita.Però qualche volta all'anno mi capita di chiaccherare davanti a una tazza di te con qualche vecchia amica.Sul subito sono contenta di avere finalmente qualcuno con cui chiacchierare.Però dopo mi assale la tristezza e i sensi di colpa. Non mi sento così perchè l'Amica se n'è andata e io sono rimasta sola, non mi sento così perchè l'amica mi fa capire che la sua vita e meglio o peggio della mia (per cui io poteri provare invidia o pena). Non lo so perchè mi sento così.Pero vedere amici non è per me un'occasione totalmente piacevole: mi viene da piangere(però non riesco. non piango da 3 anni), sono tesa,ansiosa, non riesco a dormire.
Se invece di incontrare una sola persona, incontro un gruppo, ad esempio a una festa, è anche peggio. Ho così tanta ansia che invento una scusa e alla festa non ci vado proprio.Questi comportamenti non sono in linea col mio carattere, che è sempre stato estroverso. Io ero la regina delle feste.Davo io stessa feste a casa mia.Da 3-4 anni è cambiato tutto.
posso considerare questo cambiamento di abitudini come causato dalla fantomatica psicosi?
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile sig.na,
Guardarsi allo specchio dà sempre un'immagine parziale e deformata di sè, ce ne rendiamo conto con le fotografie o i video, dove spesso restiamo un po' disturbati dall'immagine 'esterna' di noi stessi. Anche l' auto-riflessione (guarda caso è sempre un 'riflettere', come lo specchio...), ha lo stesso effetto parziale e deformante: ci sono parti di noi che non vediamo, per questo se uno vuole conoscere veramente se stesso, o almeno tentare di farlo, c'è bisogno di avere anche immagini esterne, e magari di una guida a confrontarle e muovercisi, perchè il rischio è di ritrovarsi in un labirinto di specchi...
Può darsi che qualcosa del genere succeda negli incontri con persone o gruppi, dove forse le immagini riflesse e rimandate a volte creano labirinti ansiogeni da cui uno cerca di scappare via o di evitare di entrarci.
La parola 'psicosi' penso sia insufficiente a spiegare tutto....
[#26]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Gentile dottore,
lo scorso weekend mi è successa una cosa strana: all'improvviso ho sentito che le persone mi odiavano.Mi spiego meglio. Io ho sempre pensato di piacere poco alla gente, di essere bistrattata, ignorata,sfruttata e non amata.Però sabato scorso sentivo proprio l'odio. Se chiudevo gli occhi vedevo le persone che mi odiavano.Non riuscivo a concentrarmi nello studio perchè sentivo l'odio. Era una sensazione molto spiacevole.Mi sentivo sola e disperata. La mia unica amica mi ha scritto un sms con scritto:come stai? Io l'ho riempita di insulti.Le ho detto che sicuramente aveva in mente un secondo fine e che voleva sfruttarmi come tutti gli altri.Lunedì è passato tutto o almeno ho smesso di sentire l'odio.
Ammetto che non è la prima volta che mi succede di avere strane percezioni. Però questa volta ho coinvolto anche la mia amica.Lei è comprensiva e ha accettato le mie scuse.Però io domenica volevo insultare tutte le persone che ho in rubrica con la speranza di sentirmi meglio.Insomma sarebbe potuto succedere un disastro.Adesso vivo con l'incubo di ricominciare a sentire l'odio della gente, di avere la mente completamente focalizzata in una cosa.Di fare cose stupide e impulsive.
Esiste la possibilità di evitare e tutelarsi dal ripetersi di un simile episodio?
Grazie
[#27]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Lei dice: "sabato scorso sentivo proprio l'odio. Se chiudevo gli occhi vedevo le persone che mi odiavano.Non riuscivo a concentrarmi nello studio perchè sentivo l'odio. Era una sensazione molto spiacevole.Mi sentivo sola e disperata.
....
io domenica volevo insultare tutte le persone che ho in rubrica con la speranza di sentirmi meglio.Insomma sarebbe potuto succedere un disastro.Adesso vivo con l'incubo di ricominciare a sentire l'odio della gente, di avere la mente completamente focalizzata in una cosa.Di fare cose stupide e impulsive."

Già, è vero che sono situazioni in cui può succedere un disastro... Forse sono racconti di questo tipo che fanno dire al suo psichiatra che lei ha una psicosi?

Si può cercare di capire quello che scrive, solo come ipotesi: Io credo che la cosa fondamentale in quello che scrive è che improvvisamente Lei "sentiva l'odio", cioè avvertiva dentro di sè un sentimento, un'emozione, che lei chiama "odio" , che è molto spiacevole, come dice, e la fa sentire sola e disperata.

Può darsi che l'aggiunta "delle persone, della gente" sia un passo successivo, anche se così immediato da non distinguerlo. Forse lei attribuiva l'odio alla gente, alle persone fuori di lei, quasi per liberarsi della sensazione terribile che sentiva dentro di Lei. Per così dire meglio avere nemici esterni, da attaccare, che interni... (come appunto ha fatto con la sua amica e voleva fare con quelli in lista...)

Indubbiamente questo tipo di meccanismo psichico, ipotizzato dalla psicoanalisi, può essere considerato 'psicotico', anche se è abbastanza comune e frequente, ogni volta che qualcuno cerca nemici 'esterni' contro cui sfogare qualcosa, a livello individuale o anche di gruppo. Può essere molto pericoloso e avere gravi conseguenze, per sè e per gli altri.

Un modo per cercare di "evitare" situazioni simili e "tutelarsi" (anche da quello che potrebbe fare se viene travolta completamene da quello stato mentale) credo che sia cercare di affrontare quegli stati d'animo, sentimenti e emozioni per trovargli un posto dove 'custodirli', conoscerli e non farsi dominare. E magari un po' alla volta 'scioglerli' in modo che possano tornare in circolazione, invece che bloccarla nei momenti che descrive, come dei grumi che impediscono il flusso.
Questo si può fare in un lavoro psicoterapeutico che l'accompagni a riprendere contatto con quelle parti di sè, che altrimenti si manifestano in vari modi, ma sempre molto pericolosi per Lei stessa, anche in base alla sua storia.
Cordialmente
[#28]
dopo
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Buongiorno,
mercoledì scorso mi è successa una cosa insolita: sentivo la mia voce dire i miei pensieri. Io cioè non mi limitavo a pensare, ma quello che pensavo lo sentivo.Non con le orecchie, ma con la testa.O meglio, sentivo la mia voce provenire dalla mia testa. Ripeteva in tempo reale i miei pensieri. I pensieri, diciamo, spontanei non li sentivo granchè. Invece sentivo bene gli altri pensieri, tipo se pensavo ad operazioni aritmetiche o al testo di una poesia.Il problema è che questi pensieri amplificati mi disturbavano: non riuscivo nè a concentrarmi nè a rilassarmi.
Per carità,la cosa è durata un giorno, poi basta. Però 20 giorni fa le ho scritto dell'episodio in cui sentivo l'odio. Insomma a me sembra tutto collegato. E' possibile?
Volevo inoltre sapere se questa mia esperienza può corrispondere al fenomeno di "sonorizzazione del pensiero" di cui ho sentito parlare.
Grazie
[#29]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Gentile signora,
Ho l'impressione che sia preoccupata degli episodi che descrive e che stia cercando conferme o meno della sua "fantomatica psicosi", come aveva scritto. Penso che ne sia spaventata, anche se non lo dice: sono episodi che la hanno inquietata, anche se sono durati solo breve tempo. Teme che siano collegati, e forse teme che siano tappe di un'evoluzione negativa. Teme o pensa, non so...
Io non posso saperlo perchè c'è bisogno della visita diretta per valutare lo stato psichico di una persona che da sè non può essere valutato. Più che fare ipotesi, che qui possono essere solo astratte e comunque sempre solo ipotesi, se le sue percezioni possono essere definite sonorizzazione del pensiero o no , mi sembra che avrebbe bisogno di parlare direttamente con uno specialista di sua fiducia. D'altronde l'indicazione a farsi aiutare è già emersa.... Lo ha fatto?
Che sta facendo in questo periodo? Come sono i suoi ritmi quotidiani, la sua vita, i suoi rapporti...?
[#30]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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"teme che siano tappe di un'evoluzione negativa"
Dottore, ha centrato il problema. Io, è vero, sono molto spaventata dalla situazione: la mia migliore amica dice che faccio discorsi senza senso,lo psichiatra si è messo le mani tra i capelli. Poi succedo anche queste cose strane...
Attualmente faccio psicoterapia con uno psichiatra. Mi sto facendo aiutare, non ho mai smesso di farmi aiutare. Il problema è che quando dissi al mio dottore di aver sentito l'odio, lui mi rispose di essere molto preoccupato e mi ha aumentato il risperidone da 2 a 3 mg. Non è un grande aumento, ma io mi sento già un po' più stanca, a causa di quell'aumento. Se lui è preoccupato, lo sono anch'io...
La mia paura è proprio quella di stare sempre peggio. Io ho 27 anni e mi barcameno tra gli psichiatri da 10 anni. Io a volte metto in dubbio di avere dei problemi. Mi sembra che tutto vada bene così com'è e che il mio psichiatra sia un visionario che vede malati ovunque o peggio che mi vuole convincere di essere malata a scopo di lucro.
Oggi no. Oggi penso che ci sia davvero qualcosa che non va in me. C'è chi parla di disturbo borderline, c'è chi parla di psicosi. Non so chi ha ragione, però resta il fatto che io non sono come gli altri. Questo pensiero mi mette paura, tristezza, rabbia e ansia. Poi mi domando: se sono così a 27 anni, come sarò nel futuro? Io ho letto su internet che il disturbo delirante si manifesta intorno ai 40-50ani.Se io sono già così adesso, figuriamoci quando avrò quell'età. Penso sia normale avere paura...
Cosa faccio in questo periodo? Frequento le lezioni all'università, studio, vado in palestra. Le mie giornate sono molto monotone, ma io amo la monotonia. Ho rapporti interpersonali con i miei genitori e mia sorella nei weekend; per il resto sono molto sola. Mi capita di chiacchierate qualche minuto prima e dopo le lezioni e magari scambio due parole con le mie coinquiline, ma proprio poco... La mia vita è sempre la solita: quella di una ragazza single, senza amici(a parte la mia amica di Reggio Emilia, che non incontro mai), che non ha finito l'università e non lavora
[#31]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Certo che è normale aver paura, e anche tristezza, rabbia, ansia... E' particolare che sembra riuscire a far spaventare anche le persone intorno a lei, compreso lo psichiatra, e forse anche noi, qui... Magari questo la fa star meglio, la libera per un po'...
Come va col sintomo per cui aveva scritto qui?
E poi, una cosa che ha solo accennato di sfuggita: lei è stata adottata, e a quanto arguisco da un cenno in un altro consulto, la cosa è evidente a tutti...

PS per non violare limiti e regole di questo sito, le propongo che fissiamo un numero massimo per i post di questa 'tratta'. Direi 10 fra 'domande' sue e 'risposte' mie da questo momento. La nostra è una specie di conversazione esplorativa, che non sostituisce nè il rapporto con lo psichiatra nè la psicoterapia, ovviamente.
[#32]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Veramente io non voglio far star male nessuno... questa cosa che lei dice mi sosprende molto...
Il sintomo di partenza c'è sempre, non 10 volte al giorno ma 2 o 3.
Sì, io sono stata adottata ed è evidente perchè sono di colore (anche se di solito la gente pensa che sono figlia di immigrati).La mia adozione non è il mio argomento preferito, per questo non ne parlo quasi mai.
Sì, effettivamente l'ho disturbata fin troppo. Ha ragione a mettere dei limiti. Siamo anche andati molto fuori tema.
La ringrazio infinitamente per l'attenzione
[#33]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
ll limite che propongo è di dieci post escluso questo. Qualcosa l'ha spaventata? forse il tema dell'adozione non è 'fuori', ma al centro della sua situazione. Evitarlo può essere un aspetto della trappola in cui forse si è trovata... E non ho parlato di star male ma di comunicare, forse, in qualche modo, il suo spavento. Che forse può allontanare alcune persone, ma che può essere una comunicazione importante se lei è alla ricerca di aiuto.
E mi sembra molto normale e umana questa sua reazione. Non volevo spaventarla nè ferirla. Mi scusi se l'ho fatto, involontariamente...
[#34]
dopo
Attivo dal 2011 al 2012
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Non sono ferita. Semplicemente sono sorpresa dal suo dire che faccio star male le persone...
La mia adozione è un argomento tabù, non ne parlo volentieri e non voglio parlarne. E' un argomento di cui si potrebbe parlare per delle ore e che mi fa diventare triste. Non nego che sia importante, ma preferisco veramente evitare
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Ho il dubbio che così facendo lei giri intorno al problema-tabù che forse condiziona tutto il resto della sua vità. Evitare un problema spesso è l'origine di conseguenze psicopatologiche, almeno secondo alcune visioni psicoanalitiche dello sviluppo e della psicopatologia.
Penso che farebbe bene a prepararsi ad affrontarlo, invece che evitarlo. Non tanto, o soltanto, qui, ma nella sua psicoterapia.
Non per cercare colpe e colpevoli, ma per trovare il posto giusto per le 'cose', che altrimenti restano in mezzo e ingombrano il cammino.
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