Difficoltà emotive e di comprensione.

Sto seguendo una psicoterapia psicoanalitica da quasi due anni.
Ho forti difficoltà a (re)inserirmi nella vita. Infatti ora esco dalla mia stanza di rado, non lavoro e non frequento nessuno.
Vedo e sento un vuoto enorme dentro di me. Come se non fossi mai esistita e come se non esistessi ora.

Ovviamente, grazie alla terapia, ho avuto modo di prendere sempre più coscienza dei miei problemi. E mi sono chiesta quale potesse essere l’origine di certe situazioni.

Penso alla mia famiglia e inizio a riflettere e comprendere certi meccanismi.
Soprattutto penso a mio padre.
Penso a lui perché, ora, lo ritengo la causa (involontaria) di tante cose.
Ripenso al passato, a cose a cui prima non avevo badato, ritenendole parte della mia normalità.

Siamo sempre stati una famiglia molto chiusa. A poco a poco, non abbiamo più frequentato né parenti né amici.
Mio padre ha sempre affrontato il lavoro con ansia e antipatia, ed ha sempre trasmesso in casa questa sua avversione.
Ricordo ora certi suoi periodi di paranoia, o momenti di particolare tristezza. O altri piccoli episodi che lo rendono, ora, ai miei occhi, una figura angosciante.
Ha sempre vissuto grazie alla fusione con mia madre finché, qualche anno fa, uno dei suoi momenti-strani prima, e un problema di salute di mia madre poi, hanno fatto cambiare le cose.

Ora, mio padre, è da poco andato in pensione.
L’assenza di conoscenze e di attività esterne, lo porta a stare praticamente sempre a casa. E ciò evidenzia le sue incapacità di gestire se stesso, e le sue difficoltà di comunicazione. Sembra sempre a disagio, negli spazi della casa e con gli altri suoi occupanti (me e mia madre).
Mia madre non lo sopporta più. Io neppure, perché mi sembra di avere un estraneo per casa, e ciò mi porta a restare ancora di più serrata nella mia stanza.
Ho anche tentato di andarmene, a causa sua, ma i miei problemi non mi permettono di essere indipendente.

Il problema non è che ci siano, appunto, problemi. Ma il fatto che lui non li riconosca.
Se siamo soli nella stessa stanza e dobbiamo co-esistere per tot minuti, c’è silenzio e c’è disagio. Io lo sento e sento che lo prova anche lui, perché non sa come manovrarsi. Ma lui, quando si discute su queste difficoltà di comunicazione, sembra non esserne conscio.
Mia madre gli ha detto chiaramente che il loro matrimonio non esiste, non essendo una coppia ormai da anni. E lui è caduto dal pero, perché non vedeva, tra loro, nessun problema.
Quando si cerca di discutere seriamente, ed io lo faccio con una fatica enorme, il tutto risulta inutile. Sembra di parlare a vuoto, perché lui non afferra il punto della questione. A volte si offende e non ritiene che certi suoi modi di affrontare la vita possano essere stati problematici.

La domanda è questa: è possibile questa incapacità di comprensione? Non-comprensione di avvertire disagio (sia quello provato, che quello provocato). Non-comprensione di esserci fisicamente o materialmente, ma non emotivamente. E cose così.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
questa domanda non dovrebbe essere argomento della sua psicoterapia psicoanalitica?

Come mai sente il bisogno di avere una comunicazione differente dalla sua psicoterapia?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Sì. Sono argomenti da trattare durante le sedute. Lo farò e sto cercando di farlo.
Fatico a comunicare e parlare normalmente. Per raccontare o rivivere ciò che provo od ho provato. E' parte del mio problema.
Ma sento che, almeno da questo punto di vista, la situazione sta migliorando.

Ho avuto solo bisogno di un riscontro immediato. Ora. Perchè non posso parlarne con nessun altro. E perchè, vista la pausa natalizia, dovrò aspettare alcuni giorni. Che in questo momento possono sembrare minuti o anni, allo stesso tempo.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Facendo in questo modo tenta un approccio terapeutico virtuale che non e' consentito dal sito ne' dalla attuale legislazione vigente in Italia.

Le pause dalla terapia hanno esse stesse uno scopo terapeutico per imparare a gestire le attese verso i nuovi incontri.