Una grande paura

Salve, sono un ragazzo di 25 anni. Circa due anni fa ho cominciato a soffrire di disturbi di ansia e ho avuto anche 2 attacchi di panico. Sono stato in cura da uno specialista per circa un anno prendendo sereupin e depas. Devo dire che con quella cura sono stato benissimo e l'ho finita ad agosto 2011 (un mese dopo che mi sono laureato). Il medico mi disse che molto probabilmente non avrei più avuto bisogno di cure. Ho ritenuto giusto fare questa premessa prima di esporvi il problema attuale. Infatti è dal mese di novembre che ho cominciato ad avere dei disturbi strani. Non so come spiegarlo ma è come se la vicinanza con le persone mi dia fastidio. I visi in particolare mi provocano sensazioni strane,sia maschili che femminili e anche di bambini (anche se visti in tv). In particolare l'ho notato di più su uomini e bambini. Non so, spesso sono preso dalla voglia di avvicinarmi a loro, come se li volessi baciare,ma a volte è una sensazione che proprio non riesco a spiegarmi. Premetto che sono stato sempre etero e sono attualmente fidanzato. Ho una grande paura di questa cosa che mi succede, inoltre è indifferente se sono conoscenti, parenti o estranei...La cosa più brutta è che non so spiegarlo bene..meglio di così non so farlo. In tutto questo, penso inoltre di risoffrire dei miei disturbi di ansia, anche perchè adesso ho iniziato a studiare di nuovo (specializzazione). E' ovvio che da questi consulti non posso pretendere chissà cosa, ma vi chiedo un consiglio,se magari sono sempre disturbi legati all'ansia ecc...Oppure non so, forse sono sbalzi ormonali?? Vi prego datemi qualche consiglio. Per completezza, vi informo che prendo lansoprazolo da almeno 4 anni per disturbi di reflusso gastrico.Grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
verosimilmente si tratta dei disturbi della sfera psichica, non semplicemente dei disturbi ormonali. In passato (ad esempio nel corso dell'episodio di malessere precedente) non Le è mai capitati vissuti simili o anche semplicemente che la vicinanza delle persone Le dia fastidio? Quello che descrive succede di più in certi ambienti o situazioni ? (ad esempio, nei luoghi più affollati ? nei luoghi chiusi ?). L'ansia che sperimentava in passato e gli attacchi di panico aveva alcuni stimoli o contesti scatenanti ?

In ogni modo, bisogna considerare una visita specialistica psichiatrica diretta. Lo specialista dal quale Lei è stato prima era uno psichiatra?

Dr. Alex Aleksey Gukov

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta. Allora, in passato mai sofferto di questo sintomo, è del tutto nuovo per me. Succede sia in ambienti chiusi che aperti. E' più forte se le persone sono vicine. L'ansia che ho sperimentato in passato non aveva stimoli o contesti particolari,ma con la cura dello specialista (neurologo) avevo completamente risolto. Per i due mesi dopo la fine della cura stavo ancora benissimo,ma come dicevo da novembre, oltre all'ansia ed ad un attacco di panico (lieve) avuto nel periodo di natale, mi è spuntato questo nuovo sintomo che mi fa stare veramente male (ho paura di essere diventato pazzo...)Grazie.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Di solito chi ha paura di diventare "pazzo" non lo diventa :) Invece la "paura di diventare pazzo" può essere di per sé un sintomo, ad esempio della sfera dei disturbi d'ansia, e, così come anche il "fastidio da vicinanza delle persone", entrambi possono essere delle paure specifiche, patologiche e apparentemente immotivate, ovvero, nel linguaggio "tecnico", le "fobie specifiche" (cioè quelle che hanno un oggetto specifico) che sono dei disturbi particolari della sfera d'ansia e possono coesistere con "l'ansia generalizzata" (senza stimoli specifici).

Non sto facendo una diagnosi, ,ma si tratta di una mia ipotesi, coi limiti del consulto via internet, che Lei può riferire allo specialista che La visiterà.

La contradditorietà dei sentimenti ("spesso sono preso dalla voglia di avvicinarmi a loro, come se li volessi baciare", però nel contempo "come se la vicinanza con le persone mi dia fastidio") può essere caratteristica delle "fobie", che spesso traggono origine da un conflitto interno, un conflitto che da esse è nascosto, mascherato e che può anche non avere niente a che fare con i sintomi manifesti che non sempre bisogna interpretare letteralmente.

Anche l'ansia generalizzata (senza un motivo e un contesto specifico), che Lei sperimentava prima, può trarre origine da una conflittualità interna, ma nella forma ancora più irriconoscibile, e l'evoluzione in una "fobia" è possibile come la manifestazione di maggiore slatentizzazzione di questa conflittualità.

In presenza di queste mie ipotesi mi sento di dirLe che molto probabilmente il ripristino della terapia farmacologica che Lei seguiva può essere di beneficio, ma il limitarsi a questa non è il modo più corretto di affrontare il problema, ovvero non escludo che Lei possa giovare anche di psicoterapia, la quale ritengo un metodo più radicale nei casi di "fobie", mentre l'associazione di farmaco-terapia + psicoterapia dimostra i risultati migliori.

Per valutare tutto quanto (la diagnosi, le cure), Le consiglio di rivolgersi non ad uno neurologo (con tutto il rispetto verso i neurologi), ma ad uno psichiatra. Senza incorrere negli stereotipi (!) che associano gli psichiatri solo con la cura dei "pazzi". Con la "pazzia" il Suo problema può non avere niente a che vedere.
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