Il gusto della vita

Buongiorno egregi dottori

la diagnosi fattami è: lieve (ma ventennale)distimia accompagnata da tensione psicofisica;
cura: dopo 13 mesi di 10mg di entact, ora sto assumendo da 3 mesi 5 mg di entact da proseguire per circa altri 12 mesi.

I miei dubbi nascono dal fatto che anche se mi sento un pò meno giù e un pò meno nervoso (prima mi arrabbiavo più facilmente) e come se mi sentissi un pò vuoto dentro, cioè è come se le mie emozioni sia negative ma purtoppo anche quuel positive fossero "offuscate" dal farmaco.
Paradossalmente mi sento in sostanza più sereno di prima ma è come se avessi perso del piacere, del gusto nell' assaporare la vita.

E' l'effeto del farmaco ?

Ringrazio tanto per le eventuali delucidazioni.
Cordialità


ps: in passato ho fatto psicoterapia cognitivo comportamentale ma non ripeterò più l'esperienza perchè ne sono uscito "devastato" psicologicamente; in pratica la psicologa affermava delle cose su di me sulle quali io ero in totale disaccordo,
ed alle mie continue richieste di chiarirmi e spiegarmi le sue affermazioni le rispondeva solo che le cose stavno il quel modo e che dovevo fidarmi di lei
[#1]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile utente,

Provi con una psicoterapia diversa, ad es. ad indirizzo psicoanalitico, junghiano possibilmente o freudiano, o gestaltico. La distmia è una variazione del tono dell'umore che ovviamente provoca un disagio psicologico, a volte intenso, a volte meno. Non è poi così sconosciuta in campo psicoterapeutico.
Lei ha bisogno di uno psicoterapeuta che la comprenda, non che la giudichi, o che aggiunga benzina sul fuoco. Tuttavia, pur lontano per formazione da una terapia cognitivo-comportamentale, la considero efficace, se ben condotta, e non ritengo che essa sia così devastante come lei mi dice. Quindi dovrebbe esserre incappato in uno specialista piuttosto maldestro.
Sono comunque dell'avviso che lei abbia bisogno di una psicoterapia diversa. Ormai a questa non crede più.
Provi e mi saprà dire.

Auguri e saluti cordiali.

[#2]
Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22 3
Gentile utente, ritengo che alcuni antidepressivi possano dare a chi li assume questa sensazione di apparente distacco emotivo che lei descrive.
E' anche vero che non sappiamo se la stessa sensazione le sia stata procurata in passato anche da altri farmaci antidepressivi e con quali dosaggi (lei assume oggi una dose molto bassa di entact).

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

www.cesidea.it
info@cesidea.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
Grazie per le risposte che ho ricevuto.

Se mi è possibile vorrei aggiungere che prima di iniziare la cura con l'entact ero sicuramente teso ma non mi sembra che avessi (o forse non ne avevo la consapevolezza) una leggerissima forma di bruxismo;
adesso, soprattutto al risveglio al mattino, se ci faccio caso mi accorgo di avere come le mascelle contratte, mi sto chiedendo se paradossalmente questo possa essere un effetto indesiderato del farmaco che sto assumendo.

Non dovrebbe l'entact diminuire la mia tensione psico/fisica invece di aumentarla generando un live forma di bruxismo ?

Cordiali saluti
[#4]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente, è sempre molto difficile accettare la necessità di assumere farmaci per periodi lunghi, specialmente se questi farmaci agiscono sulla psiche; sotto sotto c'è l'idea che uno dovrebbe "farcela da solo", con un po' di buona volontà, un viaggio, ecc.Razionalmente si sa che non è così, però l'inconscio lavora lo stesso...
Una psicoterapia potrebbe essere utile, purché fatta con una persona dalla quale si senta capito e supportato. Il bruxismo, per fortuna lieve nel suo caso, può indicare una tensione nervosa che si scarica in questo modo.Ipotesi: di giorno le emozioni sono soffocate e di notte l'emotività repressa si "scarica" con un sintomo fisico.
Assolverei comunque il povero Escitalopram, non è lui il colpevole.
Saluti

Franca Scapellato

[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
Grazie !
Grazie per le vostre egregie rispote.

Non vorrei approfittare della vostra cortesia ma poichè il dubbio riguarda la cosa più bella del mondo, vorrei domandarvi:

il mio medico di famiglia mi ha detto di stare tranquillo
ma poichè io sto assumendo l' entact da 16 mesi e allo stesso tempo vorrei un figlio,
mi domando continuamente se anche il "padre" deve o meno interrompere la cura antidepressiva per il bene del futuro nascituro !

Quanto tempo, in linea di massima, bisognerà aspettare per tentare la fecondazione ? ( nel caso in cui sia preferibile che io devo sospendere il farmaco! )

Cordiali saluti e grazie ancora
[#6]
dopo
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
mi scuso per l'ulteriore disturbo

ho fatto presente al mio psichiatra che desidererei interrompere la cura a causa della sensazione di distacco emotivo che ho descritto sopra;
gli ho detto che preferisco magari essere un pochino più nervoso ma assaporare la vita in maniera vera e naturale e non con questo senso di "offuscamento delle sensazioni".

Non so se non ricordo perfettamente come mi sentivo prima di iniziare la cura ( che tral'altro pensavo non avessi bisogno di farmaci ) ma se oggi mi chiedessero se sto meglio adesso o prima della cura, penso proprio che direi che tirando le somme stavo meglio prima ( avevo anche più voglia di uscire, cosa che ora faccio molto meno di prima ).

Lo specialista mi ha detto che devo continuare così, ma confesso che se non sapessi che non bisogna interrompere da soli questo tipo di cure, io avrei già smesso da un pò.

Vorrei allora chiedervi, gentili Dottori, per vostra esperienza, voi quando vi trovate in un caso come il mio, in linea di massima, meditate la sospensione del farmaco o in ogni caso no !

Probabilmente mi sbaglio, ma io da tempo ho iniziato a pensare che il farmaco, paradossalmente, mi ha "un pò spento" !
[#7]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
è fuori discussione che la possbilità di interrompere il farmaco è una scelta che lei ha e che può esercitare.
Il consiglio che le posso dare, sulla base di analogie cliniche peraltro non generalizzabili in modo assoluto, è di discutere in modo sincero e approfondito con lo Psichiatra di fiducia tutte le eventuali strategie di trattamento dichiarando i suoi dubbi, le sue aspettative ed i suoi progetti.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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