Forte sensazione di angoscia e relativa cura

buongiorno, volevo esporre il mio problema; da qualche anno soffro di attacchi di panico che mi hanno preso principalmente lo stomaco e tachicardia..questi attacchi son quasi scomparsi grazie ad una psicoterapia. da settembre, periodo seguente alla morte di mia nonna, a causa di una tumore (giugno), in cui sono stata sempre con lei anche per gli ultimi 10 giorni di vita in ospedale..giorni veramente molto angoscianti e fortemente dolorosi, ho iniziato a riavere prima attacchi di ansia e da circa un mese mi viene una sensazione fortissima di angoscia che mi fa essere molto agitata e spaventata soprattutto perchè mi colpiscono pensieri molto brutti tipo "sono stanca di vivere - nn ho emozioni - inutile fare ...tanto nn sono felice" e mi viene tipo una fitta al cuore. oltre a riprendere da novembre la psicoterapia mi sono rivolta anche ad uno psichiatra. Entrambi mi hanno detto che nn si tratta di depressione (anche se io tendo sempre a dire che son depressa) perchè non seguo i punti su cui si basa la depressione..infatti preciso che lavoro - faccio palestra- mi sono riscritta da poco a pallavvolo (mia grande passione!)....ma dicono che si tratta di forte ansia con sfondo conseguente depressivo. mi ha prescritto 15 punture di samyr la mattina + mezza pastiglia di serpax 15 ml la mattina e mezza il pomeriggio + il mag2. la cura la sto facendo da esattamente una settimana...diciamo che ho notato un piccolissimo miglioramento anche quella brutta sensazione che nn mi fa sorridere viene spesso a trovarmi. unico punto negativo è la mezza pastiglia di serpax del pomeriggio che mi fa provare uno stato confusionale e di conseguenza agitazione con attacco di panico. il dott. ha detto di provare a prendere solo la mattina anche se è un pò poco...io pensavo che l'alternativa poteva essere prenderla la sera.

dopo questa lunga spiegazione volevo chiedere 2 cose principalmente:
questa forte angoscia può essere causata realmente dall'ansia?
a me nn so perchè (forse semplicemente perchè sono ignorante in materia)riesce difficile associare ansia a angoscia e nn a depressione.

la cura come le sembra?
il dott. ha detto che nn è un caso grave..ma io nn sto bene..e la paura maggiore e di nn riuscire più a v edere il sereno..a soli 24 anni..dice che ci son buone possibilità di guarire?

grazie per l'attenzione!
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Gentile Utente, angoscia ed ansia sono, in un certo senso, due facce della stessa medaglia. La transizione dall'una all'altra è, entro certi limiti, questione di intensità. Venendo al Suo caso specifico potrebbesi essersi determinata una incomprensione tra la risposta del Suo medico di fiducia e quanto da Lei recepito. Appare, infatti, evidente che alcuni dei sintomi che Lei riferisce possano ascriversi all'area dei Disturbi dell'Umore di Tipo Depressivo. Anche in questo caso, però, la presenza di Sintomi depressivi, non necessariamente sancisce l'esistenza di una Sindrome Depressiva, che si caratterizza, appunto per la compresenza di un corollario di sintomi che coprono vari ambiti (relazioni sociali, sentimenti, ecc.). Data la concomitanza dei sintomi con gli eventi di vita che Lei riferisce attendibilmente la Sua potrebbe essere una "normale" reazione ansioso-depressiva al lutto della morte di Sua nonna. Figura a cui Lei, mi sembra di capire, era fortemente legata. Quindi la Sua condizione attuale potrebbe ricondursi ad una Sindrome da Lutto, che normalmente dovrebbe evolversi nell'arco di alcuni mesi (generalmente entro sei mesi o al più tardi un anno). Per quanto riguarda la terapia prescrittaLe: la scelta operata dal Suo medico di fiducia fa ricorso ad un farmaco (il Samyr) dalle blande proprietà antidepressive (adenometionina) ed un ansiolitico. Tale terapia mi sembra adeguata in caso di una reazione ansiosa a sfondo depressivo (diagnosi formulata dai colleghi). Ovviamente nulla toglie che stante una adeguata rivalutazione clinica (mediante visita medica) tale terapia possa essere integrata con la prescrizione di un farmaco antidepressivo, magari anche a fronte di una eventuale complicazione legata alla non rielaborazione del Suo lutto. In ogni caso tenga presente che la Sua reazione appare assolutamente normale, in funzione della morte di una persona per Lei importante, quindi non va assolutisticamente vissuta come una condizione a vicolo chiuso, con il tempo che Le sarà necessario (in funzione delle Sue caratteristiche di legame e personalità) e dell'efficacia dei Suoi supporti, Lei presumibilmente potrà riuscire a risolvere l'attuale vissuto di "assenza di un futuro".

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

[#2]
dopo
Attivo dal 2006 al 2009
Ex utente
ringrazio per la sua risposta.

confermo che il legame con mia nonna era molto intenso; in lei vedevo una seconda mamma. Aggiungo che ho notato che da quando è apparsa questa sesazione di angoscia non riesco più ad andare al cimitero a trovarla e nemmeno riesco a pensarla..ogni volta che mi viene in mente mi si chiude lo stomaco e sento come un nodo..tipo un accumulo di dolore intenso che è fermo li e non mi permette di riuscire a pensarla. Anche nei sogni lei mi appare sempre malata o cmq nel sogno so che dovrà morire o è morta...nn riesco a sognarla bella e serena.

dove faccio psicoterapia stiamo lavorando non tanto diciamo sul lutto di mia nonna quanto su me stessa, nel senso che la psicoterapeuta dice che questa angoscia può essere dovuta anche dal passaggio dall'adolescenza all'età adulta con conseguente "paura" di prendere decisioni da parte mia soprattutto in ambito lavorativo e affettivo (ho acquistato casa e andrò a convivere a breve)

volevo aggiungere che lo psichiatra ha affermato che nn ha voluto prescrivermi un anti-depressivo diciamo forte perchè secondo lui andava ad agire un pò in senso negativo sulla situazione in riferimento all'ansia.

il mio principale problema è che "mi sento malata" e alterno momenti in cui sento di potercela fare tranquillamente e sto bene a momenti in cui vedo tutto nero e ho paura.



[#3]
Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
E' normale sentirsi malati quando si ha l'impressione di non riuscire più a fare le cose con la stessa "sveltezza" di sempre. Come è anche normale, in situazioni del genere, alternare momenti di fiducia e momenti di scoramento, con conseguente oscillazione del tono dell'umore.
La scelta di somministrare un farmaco non può prescindere da un'accurata visita medica, per cui se il collega psichiatra ha deciso di non utilizzare un antidepressivo, presumo che in atto alla visita non abbia riscontrato parametri clinici, che ne consigliassero l'utilizzo.
Ovviamente, come sempre in medicina, nulla è definitivo e può anche essere che ad un ulteriore controllo possa decidere di apportare delle modifiche alla terapia che Le ha prescritto.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
[#4]
dopo
Attivo dal 2006 al 2009
Ex utente
le posso dire che trovo molto "piacevole" il fatto di poter sentire altre opinioni di esperti e in questo caso della sua.

come ho già detto oggi è esattamente una settimana che seguo la cura...quanto tempo ci vuole in genere per poter sentire dei benefici o cmq dei miglioramenti?

la mezza pastiglia di serpax del pomeriggio invece di non prenderla posso prenderla la sera?

dice che mi devo "fidare" per il momento di questa cura o meglio sentire altre opinioni subito ora.

questo malessere porta anche a nn fidarsi mai del tutto a ciò che viene detto...forse a causa dell'insicurezza o meglio del voler sentirsi meglio al più presto. :D
[#5]
Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Andiamo per ordine:
a) sentire delle opinioni certo è piacevole, l'importante è avere sempre presente che si tratta solo di opinioni. Ovvero nessun consulto a distanza può essere sostitutivo di una regolare visita medica. Questo perché a distanza vengono a mancare tutta una serie di segnali non verbali (o semeiologici) che sono fondamentali per l'appropiatezza della diagnosi.

d) qualunque cura a base di antidepressivi agisce in certo qual senso in periferia. Ovvero il meccanismo d'azione dei farmaci antidepressivi comporta a livello periferico (extracellulare) un aumento della disponibilità di alcuni neurotrasmettitori (a seconda del farmaco utilizzato serotonina, noradrenalina e dopamina uno da solo anche due o più assieme). Questo si traduce in un aumento della scarica di una catena neuronale. Questo a sua volta si traduce a livello intracellulare in una modifica della trasduzione proteica. Questo a sua volta determina una serie di modificazioni che portano alla secrezione (ovvero ad un aumento della secrezione) del BDNF; che è un "ormone" che favorisce il trofismo cerebrale.
Tutto ciò fa s^ che tra l'inizio di una farmacoterapia con farmaci antidepressivi o similia (Samyr) e la manifestazione dei primi effetti sul tono dell'umore possano passare anche fino a tre mesi.
Generalmente, qualche minima variazione l'ho sempre vista comparire dopo circa una quindicina di giorni, ma la piena efficacia si arrriva a raggiungerla non prima di tre mesi.

c) per quanto riguarda il Serpax, teoricamente dovrebbe essere indifferente, però come sopraddetto, in assenza di riscontri clinici diretti penso che sarebbe più utile se Lei si confrontasse sugli aspetti specifici della terapia con i medici che al momento l'hanno in cura.

Cordiali Saluti

Gabriele Tonelli

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