Curare colon irritabile e eiaculazione precoce con paroxetina

Buongiorno,

Son un ragazzo di circa 31 anni che soffre da circa 7 di colon irritabile nella forma di costipazione e ventre gonfio,non nella forma diarroica.

Inoltre, sin dai primi rapporti sessuali ho sempre sofferto di eiaculazione precoce essendo una persona tendenzialmente ansiosa.
Nell'ultimo anno ho avuto modo di combattere il problema dell'eiaculazione precoce attraverso l'utilizzo del priligy che su di me ha funzionato perfettamente.

Quello per cui vi scrivo è il seguente quesito, il farmaco da me utilizzato è il priligy, dapoxetina. Questo farmaco, su di me, sgonfia completamente l'intestino quasi indipendentemente da cio che mangio, anche mangiando e bevendo il peggio per chi soffre di IBS, mi rende più socievole e felice, mi risolve inoltre il problema dell'eiaculazione precoce, come scrivevo poco sopra, e mi da una forte lucidità mentale di concentrazione, memoria e analisi che ho sempre avuto e stavo perdendo negli ultimi anni per via del colon irritabile. In poche parole risolve i problemi peggiori della mia esistenza in questo periodo.

Il problema connesso alla dapoxetina e ad un suo uso continuativo è evidentemente il costo (nel caso del generico sarebbe sostenibile), ma aldilà di quello mi chiedo, che differenza reale, chimica intendo, esiste fra un farmaco come la paroxetina (che ha come effetti collaterali entrambi quelli che mi interessano, ossia ritardo del riflesso eiaculatorio e aumento della motilità intestinale e probabilmente in maniera anche più marcata rispetto alla dapoxetina) ed uno come la dapoxetina? In fondo la dapoxetina è stata creata inizialmente come farmaco antidepressivo e l'unica evidente differenza è che a quanto pare gli effetti della dapoxetina rimangono in circolo per poco tempo, riducendone gli effetti collaterali negativi (quali nausea e insonnia) mentre quelli della paroxetina forniscono una copertura permanente.

Quel che maggiormente mi spaventa da un inizio di cura permamente con la paroxetina (magari in compresse da 20mg) è la difficoltà che tanti raccontano nell'interrompere la cura, negli effetti collaterali negativi molto maggiori (quali nausea ed insonnia), nelle crisi di astinenza e negli effetti di rebaund. Io al momento non ho sintomi depressivi e non vorrei entrare in una spirale di questo tipo o di farmaco-dipendenza per aver utilizzato dei farmaci antidepressivi al solo scopo di sfruttarne gli effetti collaterali.

Vi chiedo quindi, è meglio un uso di dapoxetina a giorni alternati(che per me è già sufficiente) o un uso giornaliero di paroxetina anche solo nella formulazione di 20mg?
Sopratutto, con un uso continuativo con le modalità suddette di dapoxetina potrei sempre essere in grado di interrompere o mi potrei trovare nella stessa situazione della paroxetina che a quanto pare crea grosse difficoltà di interruzione della cura?

Cordiali saluti,

Alessandro
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
vorrei premettere subito che non condivido l'approccio alle cure mediche come qualcosa che sei libero di maneggiare tu da solo, potendo autonomamente interrompere o riprenderli, e anche la visione della cura che segue come qualcosa che utilizza "solo per i suoi effetti collaterali" la vedo come minimizzante le Sue problematiche.

Il colon irritabile e l'eiaculazione precoce sono da considerare come le malattie (meno drammatiche rispetto a parecchie altre, ma comunque senza minimizzare). Quelli che sono gli effetti collaterali o terapeutici di un farmaco dipende dallo scopo del suo utilizzo. E dunque, nel Suo caso, gli effetti che sfruttiamo della dapoxetina o, eventualmente, della paroxetina, sono da considerarsi come terapeutici e non come collaterali.

Tutte le medicine vanno assunte o interrotte con le modalità e su decisione concordate con il medico curante o, meglio con lo specialista curante per il problema specifico. Molte esperienze dei sintomi d'astinenza, di rebound dopo la sospensione degli antidepressivi sono dovute alla tendenza delle persone a fare quello che vogliono, di non voler sentirsi vincolate o di non volere ammettere di avere una malattia, e dunque di non consultare lo specialista, decidendo invece autonomamente. Questo è scorretto. La Paroxetina, per farne un esempio, è un farmaco che, fra gli SSRI, ha forse i maggiori effetti collaterali durante l'assunzione e durante la sospensione, ma tali problematiche sono molto minori se gestite con l'aiuto di uno specialista.

Dopo ciò, non è detto che nel Suo caso dal punto di vista proprio dell'efficacia clinica la paroxetina sia equivalente alla dapoxetina, perché in genere tutti gli SSRI possono avere anche gli effetti collaterali negativi nella sfera sessuale, inoltre la paroxetina in particolare può contribuire invece che alleviare alla stipsi, e proprio in questi punti, la differenza fra i livelli fluttuanti e quelli costanti del farmaco SSRI può fare la differenza.

Ma eviterei di guardare sulla Sua attuale terapia come su qualcosa che può gestire con una assoluta "libertà", perché le Sue malattie sono sempre le malattie, ed il Suo attuale farmaco è sempre un farmaco. Non è la "dipendenza da farmaco", ma è l'uso corretto del farmaco. Per cui, sia per risolvere il Suo dilemma della scelta del farmaco, sia per monitorare la terapia prescritta (e le sue modalità: dose, frequenza assunzioni), sia infine (ma molto importante) per valutare l'opportunità dei mezzi anche non farmacologici e per monitorare l'evoluzione del quadro clinico, è importante che Lei si faccia seguire da uno specialista, il quale nel caso di queste problematiche è uno psichiatra. Altrimenti, senza uno sguardo sull'evoluzione del problema, rischia di proseguire ad aver bisogno della stessa dapoxetina per tempi indeterminati, e allora è sì una dipendenza dal farmaco.

un saluto anche a Lei

Dr. Alex Aleksey Gukov

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