Storia personale, diagnosi, e informaxion sertralina

  permettetevi di ringraziarvi innanzitutto per l ottimo servizio che svolgete e per la disponibilita nel fornirre risposte.Quindi Grazie.Ho 24 anni e sono cresciuto in una famiglia  in i mie genitori hanno sperimentato dei  lutti irrisolti, entrambi  hanno perso  una figura genitoriale all etá di sei anni, portandoli a diventare persone molto ansiose e  iper protettive nei miei confronti.Tra i  7 e 11 anni ho subito tre ablazioni per un wolf parkinson white che hanno contribuito ad accrescere il senso di ansia  e di fragilitá del mio corpo continuamente rimandatomi dall interazione con i miei( "anche un raffreddore poteva essermi fatale").Nell' adolescenza, nonostante sia stato vittima di bullismo,sono stato un ragazzo che si è messo sempre in gioco,un po ansioso, che ha fatto teatro, esperienze di lavoro all estero, sport, suonato, insomma ho sempre mantenuto un contesto sociale,di interessi molto ricco. Trasferitomi in un altra citta per studiare all 'universita ho iniziato a soffrire di ansia generalizzata e  attacchi di panico che mi hanno rafforzato in me l'idea di una fragilita interiore e fisica . A seguito di questi stati di ansia generalizzata e volendo  una risposta  immediata al mio problema mi recai da uno psichiatra del mio paese che mi propose una terapia con zooloft dopo avermi diagnosticato dei sintomi depressivi su base ansiosa. Mi consigliò inoltre di iniziare anche un percorso terapeutico  da affiancare al trattamento farmacologico per poter lavorare su questi aspetti di fragilita del mio carattere. Cosi ho contattato uno psichiatra/psicoteapeuta ( che ad oggi tut'ora mi segue "a periodi " dopo aver concluso un percorso di tre anni) che dopo due mesi di terapia concluse che se fosse stato per lui avrebbe aspetttato prima di prescrivermi qualche farmaco.Iniziata pero la terapia farmacologica decisi di portarla avanti ( sempre seguito da uno specialista) e dopo 9 mesi tolsi la molecola.Sono stato bene fino a settembre quando dopo la fine dell universita, la laurea,la fine di una lunga relazione e convivenza, le scarse prospettive lavorative e le preoccupazioni per il futuro, in un periodo storico in cui ce ne sono poche e che però una persons come me è incline a cercare, ho riiniziato a soffrire di forti stati d ansia e attacchi di panico in cui ogni piccolo stimolo o preoccupazione era tale da scatenarmi uno stato d'ansia eccessivo con ripercussioni anche fisiche, come dermatiti da stress, cosi dopo aver provato a superare questa cosa da solo, in accordo con lo specialista che mi segue ho iniziato a riprendere lo zooloft a dosaggio di 50mg da circa due settimane. Arrivo ai miei quesiti:noto che  ho dei tremori alla mano e mi chiedevo se fossero un effetto collaterale e se potevo avere anche un vostro parere della situazione alla luce un minimo della  mia storia di vita, e se qualcuno ha da suggerire qualche approccio terapeutico breve  che potrebbe fare nel mio caso ( ho sentito parlare di terapie basate sull'empowerment).
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

ha già posto la domanda in un'altro post ed ha ricevuto risposta.

La presenza di possibili effetti collaterali è da considerarsi nella norma nel primo periodo di assunzione ed in ogni caso qualsiasi sintomo collaterale va segnalato al suo psichiatra prescrittore.

Per ciò che attiene agli approcci ed alle psicoterapie, mi pare che vi siano delle contraddizioni interne tra lo psicoterapeuta che non le avrebbe prescritto il farmaco eppure a quanto pare le è stato di aiuto mentre ad oggi ha praticato una psicoterapia che sembra non averle fornito strumenti validi per fronteggiare le situazioni stressanti.

Allo stato attuale,"farmaco si o farmaco no" non mi appare come l'approccio giusto per poter comprendere effettivamente la sua diagnosi, sia perchè il trattamento precedente per 9 mesi (e forse sottodosato) non è stato protratto per i tempi necessari sia perchè 3 anni di psicoterapia avrebbe dovuto dare risposte differenti.

Oggi, la sua richiesta è anche per un cambio di psicoterapia.

Mi pare che ci sia una certa confusione che va riportata alla normalità prima di intraprendere qualsiasi altro discorso terapeutico.

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dopo
Utente
Utente
innanzitutto grazie per aver risposto.
Mi permetto di chiarire alcuni punti.
non mi sono spiegato bene.

1- per fretta di avere una soluzione veloce al problema ansia mi sono rivolto ad uno psichiatra del mio paese (che è un posto diverso da quello nel quale mi sono trasferito a studiare).

2- questo psichiatra mi ha prescritto la molecola che accompagnatadalla psicoterapia( che hio iniziato nella città dove mi sono trasferito) ha avuto un effetto.

3- sono stato per un anno e mezzo senza assumere niente e a SEGUITO DI UNA SERIE DI EVENTI ESTERNI E SCATENANTI si sono ripresentati questi stati di ansia acuta.

4.-"Allo stato attuale,"farmaco si o farmaco no" non mi appare come l'approccio giusto per poter comprendere effettivamente la sua diagnosi," ho speso i 3000 caratteri proprio per concentrarmi nel restituire una storia e un senso che adnasse oltre il sintomo e sinceramente mi aspettavo una risposta "differente".NON MI INTERESSAVA UNA SUA DIAGNOSI DA PSICHIATRA, ma un parere su tutta la situazione che tenesse conto anche della "storia".

5-"Mi pare che ci sia una certa confusione che va riportata alla normalità prima di intraprendere qualsiasi altro discorso terapeutico." .questa affermazione credo di non averla capita sarei grato se la spiegasse.


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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Era tutto chiaro, ma non si ricostruisce una storia sulla base di un racconto storico che, tra l'altro è nel dominio di conoscenze dei suoi curanti.

Attualmente, l'utilizzo di farmaco per soli 9 mesi non è da considerarsi pratica corretta ed anche il nuovo inserimento di farmaco appare come tale sulla reminescenza del funzionamento precedente mentre mi pare di capire che non vi siano presupposti di corretta diagnosi e, pertanto, anche una rivalutazione preventiva consentirebbe di valutare anche un percorso terapeutico più appropriato.


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