Eritrofobia

Ho un problema che oramai mi affligge da15 anni
>circa: mi succede di
>arrossire e di provare un senso di calore che mi fa stare male. Questo
>malessere si presenta nelle situazioni più disparate come incontrare un
>conoscente per strada oppure dover parlare in pubblico, parlare con qualcuno
>in
>casa, oppure stare al centro dell'attenzione per qualsiasi motivo... insomma
>il fenomeno si presenta con molta facilità nelle diverse realtà
>della mia vita quotidiana. Tutto ciò mi fa star male soprattutto perchè non
>riesco a controllarmi e anche perchè molto spesso vengo deriso da chi
assiste
>alla
>mia involontaria reazione.
>
>Il volto inizia ad "infuocarsi" e inizio a sudare.
>Tengo a precisare però che non vuol dire che in tutte le circostanze della
>mia vita tendo ad arrossire, anzi rispetto al passato credo di essere
riuscito
>a
>controllare maggiormente lo scatenarsi improvviso di queste emozioni
>"patologiche".
>
>Sistematicamente quando si presenta l'incontrollabile reazione "vado nel
>pallone".
>
>Inoltre la paura di arrossire o, volendo utilizzare il termine appropriato,
>l'eritrofobia è diventato il mio chiodo fisso.
>La paura di trovarmi nella situazione di incontrollabilità, del calore che
>divampa sul mio viso e tutto ciò senza avere una spiegazione logica mi fa
>star male.
>
>
>Secondo voi, è possibile risolvere questo malessere? Ho provato a seguire
>psicoterapie brevi ma devo essere sincero non ho risolto il problema...
>Nel web ho letto che molte persone hanno risolto con psicofarmaci
(Citalopra,
>paroxetica ecc): è necessario prenderli a vita? Hanno molti effetti
>collaterali? Inoltre io soffro da un anno e mezzo di piastrinopenia
autoimmune
>idiopatica. Dopo aver assunto per un anno cortisone attualmente la situazione
è
>migliorata e quindi i medici hanno ritenuto di sospendere la terapia
steroidea.
>Gli psicofarmaci possono essere assunti o creano interferenza con le
piastrine?
>
grazie
>
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
Una eventuale terapia farmacologica può contribuire, nella maggior parte dei casi, a minimizzare o risolvere completamente un problema del genere. La terapia ha un inizio e una fine, non va assunta a vita. Gli effetti collaterali possono variare da un farmaco all'altro, ma generalmente si tratta di terapie ben tollerate. Lo specialista valuterà il suo caso e le indicherà un farmaco compatibile con la sua patologia di base.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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