Suicidio

Gent.mi medici psichiatri,
ho richiesto un consulto su questo tema qualche tempo fa e ho la visita specialistica il 4 agosto 2013. La mia ASL di appartenenza non mi ha dato altra disponibilità.
Comunque io intendevo utilizzare questo spazio per una considerazione: la mission di voi medici è quella di curare malattie e salvare vite umane e quindi anche la cura di pensieri che possono poi portare al suicidio fa parte del vostro lavoro.
Io però sto male da tanti anni, ho fatto e sto facendo varie cure farmacologiche, speso circa 10-12.000 Euro in psicoterapie, senza risultati apprezzabili. Va sempre peggio. L'ultima diagnosi è distimia.
Quindi io mi chiedo che senso ha dover continuare a vivere per stare male, perché non farla finita ed entrare definitivamente nel non-essere dove non esiste il dolore in quanto si diventa ciò che si era prima di nascere: nulla.
Perché è sbagliato il suicidio, perché accanirsi con terapie farmacologiche che hanno pesanti effetti collaterali, psicoterapie inconcludenti ?
Il futuro per me non sarà che una lenta agonia; non ho un lavoro, non ho un'istruzione e sono di peso alla mia famiglia.
Grazie per la Vostra gentile risposta e buon lavoro.
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Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 233 6
Non si tratta di catalogare il suicidio come giusto o sbagliato, noi medici, in particolare noi psichiatri, non dobbiamo dare giudizi morali, ma aiutare le persone a stare meglio.
Il suicidio è visto come una via d'uscita, un ultimo disperato tentativo per non soffrire più.
Preferirebbe vivere meglio, godersi la vita, ridere, essere felice, avere amici e persone a cui volere bene o morire non avere più tutto ciò.
Dobbiamo lottare, impegnarci, a volte soffrire anche molto per cercare la nostra felicità personale, il nostro benessere. Io sono sicuro che è sempre possibile farlo, basta trovare il modo giusto.

Dott. Marco Paolemili
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
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