Possibilità di cura per paziente che rifiuta l'aiuto

Buonasera, scrivo per avere delle indicazioni riguardo a una situazione "anomala": un mio parente presenta, da circa 2 anni, un comportamento chiaramente dettato da un fortissimo disagio interiore che, sebbene sia sempre esistito, lo ha ora portato alla più completa chiusura (abbandono della propria casa e del coniuge, vita isolata e monotona). E' un uomo di mezza età estremamente introverso, e che sicuramente necessita di un intervento di tipo psichiatrico. Nonostante i tentativi di suo fratello, per quanto timidi (dal momento che questi ha con il malato pochissima confidenza, malgrado la loro strettisima parentela) di consigliargli uno specialista, e quelli ripetuti di sua moglie di avviare qualunque tipo di dialogo, sembra non voler essere aiutato e vive isolato e lontano da tutti.
Vediamo la sua condizione peggiorare giorno dopo giorno (ha smesso persino di salutare), e ci chiediamo in che modo sia possibile agire per sbloccare la sua situazione. In quanto familiari, vorremmo provare ad alleviare il suo profondissimo disagio interiore, ma la sua chiusura e i rapporti abbastanza distaccati e formali (dovuti soprattutto alla forte introversione) non ci permettono di essere espliciti e insistere (anche perché la persona, se particolarmente stimolata, facilmente va incontro a forte rabbia, che manifesta con urla disperate per poi chiudersi nuovamente, e se possibile più di prima, nel più assoluto mutismo).
Senza soffermarmi su numerose altre caratteristiche del comportamento del soggetto, che senza ombra di dubbio ha urgente bisogno di aiuto, vi chiedo gentilmente in che modo le norme in materia potrebbero aiutarci ad aiutarlo, date le particolari circostanze.
Vi ringrazio moltissimo e aspetto con ansia una vostra risposta.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Gentile utente
purtroppo questa è una situazione molto frequente. La normativa vigente prevede il Trattamento Sanitario Obbligatorio, che in pratica viene adottato solo in situazioni di pericolosità concreta per sè o per gli altri.
In assenza di collaborazione da parte del malato (o supposto tale) sarebbe opportuno che i familiari più stretti consultassero uno psichiatra, del servizio pubblico o anche privato, per poter arrivare ad una diagnosi di probabilità e,sulla base di questa, farsi consigliare quale possa essere il miglior atteggiamento da tenere.
Già questo primo passo potrebbe essere di buona utilità.
Cordiali saluti

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

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dopo
Utente
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La ringrazio molto per l'aiuto, seguiremo il suo consiglio.
Cordiali saluti