Ansia farmacoresistente?

Gentili dottori
soffro di panico ed ansia da 15 anni con i quali mi sono sempre curata con elopram con risultati a dir poco ottimi. Sono un soggetto fobico e ansioso (come mio padre)-4 mesi fa, a seguito di una recidiva (inacerbata forse da problemi effettivi nella mia sfera privata) ho riscontrato l'iefficacia totale dell'elopram, che mi ha buttato nel panico. Per la prima volta mi sono rivolta ad uno specialista (psichiatra) che mi ha prescritto cymbalta 120 . I sintomi ansiosi si sono attutiti ma non scomparsi del tutto. Il problema sono stati gli effetti collaterali:Sonno e appetito sono scomparsi al punto tale da non dormire piu e non mangiare (ho perso 7 chili) per 2 mesi alchè la pshichiatra ha dedotto che il farmaco, agente sulla noradrenalina, fosse troppo attivante per me ed è tornata ad un farmaco agente solo sulla serotonina, lo zoloft da 100. Il passaggio è stato immediato: sospensione immediata di cymblata e assunzione immediata di zoloft da 100. Sono 4 giorno adesso ma sono terribilmente a terra. Non mi hanno mai spaventato gli effetti collaterali (so benissimo quanto han bisogno di tempo questi farmaci per fare effetto) ma stavolta non riesco a controllarmi. Ho un mal di testa pauroso da 4 giorni , una notevole derealizzazione e un fastidiosissimo sintomo che mi fa credere di non riuscire a respirare: è come una fissazione (in realtà respispiro piu che ottimamente) che non mi fa dormire e mi fa sentire le pulsazioni del cuore al livello dello stomaco e dell'addome.. Vorrei farvi alcune domande perchè al momento la mia psichiatra è in ferie. Secondo voi questi sintomi sono riconducibili alla sospensione del cymbalta o all'assunzione di zoloft? Passeranno? Come mai il magico elopram ha smesso di funzionare.....ho paura che la mia ansia e le mie fobie stiano diventando farmacoresistenti...ho paura di scoprire che non ci sono rimedi per me. Ho paura di perdere il lavoro per causa del mio male. Lo zoloft è utile nel disturbo da ansia e attacco di panico con forte componente ipocondriaca? sAREI felice se mi diceste un vostro parere. gRAZIE
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Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Medico di base, Perfezionato in medicine non convenzionali, Psicoterapeuta 1.7k 52
Gentile utente,
il cambiamentodi terapia pone spesso dei problemidi adattamento ai nuovi stimoli che tuttavia dovrebbero andare attenuandosi nell'arco degli otto-dieci giorni.
Non è infrequente che in lunghi periodi di tempo i farmaci possano diminuire di efficacia,anche talvolta per il subentrare di eventi esterni che modificano l'assetto psichico del soggetto.Tuttavia ritengo che le possibilità di formulare una terapia idonea ed efficace in una situazione caratterizzata da sintomi ansiosi sussista .Eventualmente ,se non già effettuato,valuti assieme al suo specialista curante la possibilità di affiancare ai farmaci anche un approccio psicoterapico.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Gentile dottore, grazie per la risposta. In effetti ho omesso di dirle che sono anche in psicoterapia. Ritengo che essa mi stia giovando sotto certi aspetti ma per quanto riguarda l'ansia non tanto...d'altro canto non è una contraddizione affermare che i problemi ansiosi derivano da squilibri chimici dei neurotrasmettitori e poi invece affidarsi ad una cura di tipo psicologico?alla base del probema, mi pare di aver capito, c'è un problema organico.La maggior parte delle mie crisi sono capitate senza motivo, nei periodo migliori della mia vita. sono rassegnata, so che non guariro mai. Il mostro non andra piu via, ma sarebbe gia tanto sapere di riuscire a poter almeno lavorare..solo quello. Oggi sto un po' meglio, i sintomi sono attenuati, spero che questo farmaco mi aiuti. Ho un'immensa paura che smetta di funzionare anche lui.....sarebbe la fine.
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Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Medico di base, Perfezionato in medicine non convenzionali, Psicoterapeuta 1.7k 52
Gentile utente,
contrariamente a quanto spesso si sente dire non vi è alcuna cotraddizione fra una psicoterapia e una cura farmacologica.Il nostro cervello è una ghiandola che può funzionare in due direzioni,vale a dire può trasformare sostanze chimiche in emozioni e viceversa.
L'esempio è molto semplificato,ma utile per farle compredere come i due approcci possano integrarsi e interagire in maniera positiva fra di loro,anche se ognuno richiede i suoi tempi.Tempi che spesso non coincidono con il (giusto) desiderio del paziente di migliorare quanto prima la propria situazione.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Gentile dottore la ringrazio per la risposta. Vorrei porle un'altra questione. Non so se la sede è adatta ma ho provato a scrivere nella sezione pneumologia dove purtroppo la pubblicazione di quesiti al momento risulta impossibile-. Come accennato in precedenza, tra i sintomi dei miei stati ansiosi ricorre una difficoltà di respirazione che si è manifestata in precedenza con debolezza dei movimenti toracici, oppressione allo sterno, dolore alle scapole. Sono sempre stata rassicurata che questi sintomi fossero di natura psicosomatica. Ma non ne sono convinta perchè ad oggi mi sento piuttosto serena e tranquilla, ilche significa che i farmaci antidepressivi stan facendo il loro corso. Allora come mai i sintomi sulla respirazione persitono? Mi sembrano piuttosto aggravati, dal momento che si è aggiunta una tosse (sporadica e lievissima) ed un senso di ostruzione alla gola, soprattutto di notte. Purtroppo, essedo un soggetto fobico ed ipocondriaco i miei stati di allarme scattano, e al momento mi risulta impossibile recarmi dai miei medici di fiducia a causa delle ferie. In attesa del loro ritorno gradirei, se non la disturbo ulteriormente, avere un suo parere su tale questione. Grazie!!
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Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Medico di base, Perfezionato in medicine non convenzionali, Psicoterapeuta 1.7k 52
Gentile utente,
la sintomatologia respiratoria da lei riferita può riconoscere numerose motivazioni che possono essere discriminate solamente con una visita dal vivo.Penso pertanto che sia consigliabile rivolgersi al suo medico di famiglia per un controllo diretto.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani
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