Come essere riabilitati

Buonasera gentilissimi Dottori.
Posto in questa sezione perchè mi sembra la più idonea.
La mia storia clinica la potete facilmente reperire nella sezione di psichiatria.
La riassumo brevemente.
Dopo il servizio militare caddi in uno stato depressivo che venne curato con triciclici e tanta buona volontà da parte mia.
Da allora sono entrato in una spirale di male e di dolore che non riesco ancor oggi a perdonarmi.Sì, perdonarmi. Perdonare a me stesso di aver lasciato senza combattere ad altri la facoltà di esprimersi e di "clinicizzare" la mia situazione.
Da allora ho conosciuto due donne che non hanno fatto altro che aumentare la rabbia verso me stesso. Ora sono giunto ad una conclusione; probabilmente non sono malato di alcun ché ma faccio ormai parte di una spirale che mi grava addosso e non mi permette di guardarmi e vedermi come normale.
Attualmente sono in cura presso il cps della mia zona e assumo un antidepressivo più una benzodiazepina e all'occorrenza (quasi tutti i giorni oramai) una compressa di zolpidem per favorire il sonno.
La diagnosi è di disturbo bipolare nas.
Sono qui per chiedere se esiste una via legale per poter essere riabilitato e per poter rendere nulle tutte quelle diagnosi e ricoveri(volontari ma indispensabili per la mia situazione famigliare di allora) spinto dalla UMANA disperazione.
Vorrei anche poter intraprendere un percorso di disassuefazione dai farmaci che mi vengono somministrati a spese del servizio sanitario nazionale ma non in un reparto di psichiatria.
A conti fatti credo che si possa dare a una persona la possibilità di ricominciare e soprattutto cancellare in maniera indelebile le vicende che io definisco spaventose e che naturalmente mi turbano e mi deprimono. Ho usato volutamente le parole "turbano e deprimono" perchè qualunque persona "normale" le avrebbe usate e si sentirebbe così difronte ad anni di incertezze.
Quale può essere la strada da intraprendere? Con chi devo comunicare? E' il caso che faccia fare ad un bravo avvocato?
Vi ringrazio anticipatamente e vi auguro una buona serata.
P.S. non nego che durante tutti questi anni io stesso sia riuscito con l'aiuto degli psichiatri ad addomesticarmi e a credere di essere veramente malato, ma sono più che sicuro che non è così. Rivoglio la mia vita senza macchia alcuna (sempre che si possano definire macchie) e senza cartella alcuna che certifichi che ho una instabilità mentale o psicosi o altro nel quale io non mi riconosco.
Di nuovo grazie.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente

Una malattia psichiatrica non è un marchio che deve essere cancellato.

È una malattia come tutte le altre.

Il suo pregiudizio è frutto del suo malessere e non accettazione della malattia.

Se vuole può non seguire più i programmi terapeutici proposti nella sua piena e libera scelta, considerando le possibili conseguenze.

La cartella clinica è un atto ufficiale che non può essere cancellato per la sua "redenzione".

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
La ringrazio gentilissimo Dr. Ruggiero per la solerzia della risposta.
Mi spiace però dover constatare e dichiarare che in tutti questi anni ho capito che la malattia psichiatrica non è al pari di un'altra malattia e non viene assolutamente considerata pari dalla stragrande maggioranza delle persone che non ne sono (o non lo dichiarano) affetti anzi siamo ben lontani dal concetto di accettazione da parte della società a tali malattie.
Detto questo Lei dice che le cartelle cliniche sono atti ufficiali. Ma anche gli atti ufficiali possono essere non corretti o addirittura completamente sbagliati.
Lei poi confonde quello che è un desiderio di giustizia con una redenzione. Bé io la redenzione non l'aspetto certo qui in terra e non certo da degli uomini identici a me.
Dico giustizia perchè anche in piccole cose quotidiane tali diagnosi pesano e pesano parecchio. porto un esempio: vengo coinvolto in un incidente d'auto dove le autorità mi sottopongono a visita e si constata che stavo guidando sotto l'effetto di benzodiazepine, come crede che mi potrei districare dalla situazione? Del resto stavo magari andando al lavoro. Questo è solo un esempio ma ce ne sarebbero altri tipo fatti che possono accadere per strada come la lavoro stesso .
Ma veniamo al sodo e cerchiamo di salvare il salvabile. Esiste un programma ospedaliero o di day hospital o altro che mi possa aiutare a dormire senza quelle maledette benzodiazepine e che mi disintossichino dagli antidepressivi?
Se sì che passi dovrei intraprendere, a chi mi dovrei rivolgere.
Cominciamo almeno da questo.
Grazie
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
L'esempio non è calzante perchè "sotto effetto di benzodiazepine" vuol dire un uso delle stesse a scopo non terapeutico.

I programmi terapeutici esistono e si differenziano da paziente a paziente, deve solo chiedere ai suoi curanti se sono per lei applicabili.

Comunque, lei ha un pregiudizio sulla sua stessa malattia che, fino a prova contraria, è esistente e corretta.
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