Depressione, ansia, cause trentennali. Quali strada intraprendere?

Salve dottori, scrivo per mia madre, 49 anni, sposata da 30, 3 figli, casalinga.
Dagli altri consulti ai quali forse potete accedere, potrete farvi un''idea anamnestica di mia madre, un breve riassunto può essere che è un soggetto iperteso, con sindrome cardiaca di WPW, assume i seguenti farmaci: Triatec 10 mg, Norvasc 5 mg, Seloken 100mg, Xanax gocce. Il Seloken lo assume da qualche mese, ed anche lo Xanax, Triatec e Norvasc da diversi anni ormai, ha assunto nel tempo, con trattamenti lunghi e dosi quantomeno "fai da te" l''Ansiolin fino a qualche mese fa.
I farmaci ipertensivi e cardiaci sono stati confermati dai diversi dai cardiologi, Xanax dal medico curante, a seguito di insistenti telefonate di mia madre dove chiedeva "qualcosa per calmarsi". Sul Seloken io personalmente nutro dei dubbi, da quando lo assume, mia madre appare fiacca, con la pressione sempre ai minimi accettabili (60/100) e battiti sulla media dei 60/minuto. Attualmente si sta sottoponendo a degli accertamenti per una ciste "sporca" rilevatale al rene un mese fa ad visita gastroenterologica che le ha rilevato un ansia generale somatizzata, sindrome di colon irritabile.
Fatte queste dovute premesse, devo dire che mia madre non conduce una vita felice; ha subito e tutt''ora vive, trattamenti coniugali non all''altezza, tradimenti, svilimenti continui, abbassamento indotto dell''autostima, violenza psicologica e nel passato anche fisica. Il tutto senza soluzione di continuità, da 30 anni. Da qualche mese a questa parte, è passata dal trentennale modo di resistere a tutto questo (non so come), all''accusare qualsiasi minima cosa. E'' sempre triste, non riesce a stare in gruppo, a guidare l''auto, a stare in auto se guida un altro, a stare da sola in casa, a farsi attrarre da qualcosa. E'' refrattaria agli stimoli, seppur cosciente (ripete spesso di non sapere perché sta così, che non si spiega questo crollo, e che vuole star bene). Sempre pronta e attenta però, alle quotidianità della casa, e ai suoi doveri, a cui non viene mai meno, si tratti anche solo di cucinare, fare il bucato, ricordare le scadenze delle tasse etc. Solo perché sta facendo altri tipi di diagnosi (cisti renale da meglio analizzare), si è rimandata un po'' questa situazione psicologica, ma penso sia giunto il momento di agire senza più rimandi.
Vorrei sapere, qual è la strada giusta da prendere e a quale medico affidarla; uno psicologo psicoterapeuta? O uno psichiatra, anch''esso psicoterapeuta? Per credenza diffusa, vorrei che mia madre prendesse psicofarmaci, solo se veramente necessari. In fondo mia madre è stata sempre sana e forte, ma conduce da troppo una vita infelice.
Ultima domanda, Ansiolin e Xanax sono farmaci indicati per cure brevi e di potenziale forte dipendenza (bugiardino); può, l''uso sconsiderato e prolungato di questi farmaci aver peggiorato, se non la situazione e le cause, i sintomi odierni?
Grazie. Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Attualmente sua madre non assume un trattamento specifico per la riferita depressione.

Prima di tutto la situazione andrebbe inquadrata da uno specialista in psichiatria che potrà decidere se prescrivere trattamenti adatti a seguito della diagnosi che ne potrà scaturire dalla visita.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve,
volevo aggiornare questo post dicendovi che mia madre ha effettuato qualche mese fa, esattamente il 4 Giugno, una visita specialistica con un Neuropsichiatra della Clinica Neurologica della II Università di Napoli.

Il referto dice 'stato depressivo-ansioso con episodi fobici.
La cura prescritta è stata Lorans 10 gocce ore 8 - 20; Haldol 2mg 4 gocce ore 8 - 20; Cipralex 20 mg 1 cp dopo pranzo per i primi 7 giorni poi 1 cp intera.

La visita, durata quasi un'ora e mezzo, è stata caratterizzata da lungo dialogo tra mia madre ed il medico, momenti dove il malessere interiore ha prevalso sul contegno, portando alle lacrime e allo sfogo mia mamma che eventualmente non ce la faceva più a trattenere tanta negatività. Ripercorrendo gli anni e i trascorsi poco felici tesi fino al presente il medico l'ha accompagnata nel giungere alla conclusione che attualmente lei soffre per una vita insoddisfacente. Che fa da troppo. Mia madre, nella sua semplicità, poca conoscenza, incolpevole ignoranza e frivola ruralità domestica, pur non comprendendo a pieno le parole del medico è sembrata decisa a star meglio, qualunque fossero state le difficoltà. Consigli del medico ad uscire di più, a creare una rete di contatti, di amicizie, di distrazioni, di momenti dedicati a sé stessa, si sono sprecati. Il medico consigliava anche a mia madre di sostituire le vuotezze e la mancanza di appigli positivi cercandoli in una realtà che non fosse solo: faccende domestiche, vita di clausura, assenza di relazioni al di fuori del nucleo familiare.

La seconda visita, effettuata il 2 Luglio scorso, ha sostituito la vecchia cura, rendendola questa di seguito: Lorans gocce 10 gcc ore 8 - 20; Levopraid gocce 10 gocce ore 8-20; Cipralex 20mg 1/2 cp ore 8 e 1/2 cp ore 14; Depaikin mg cp / cp ore 8 - 20; Zaroxyl gocce 5 gcc prima di andare a letto, per l'insonnia.

Il medico ha trovato mia madre nella seconda visita leggermente migliorata, con la scomparsa degli episodi fobici invece riportati nel primo colloquio. Per esempio una forte suggestione, di cui mia madre riportava i sintomi, fino a trasportare le sue paure nella realtà, nello specifico ad esempio, a causa della visione di un telefilm cruento trasmesso in TV settimanalmente, lei era solita associare delle immagini violente, delittuose, alle normali situazioni quotidiane,rimanendo spaventata. Ha anche cercato di seguire i consigli del medico per quanto riguarda il cercare distrazioni e momenti piacevoli, fuori dall'ambito domestico. Ricordo però che questa cosa non è semplice perché mia madre si trova in una situazione matrimoniale come già detto non soddisfacente, dove il rapporto di amore e di affetto si è sostituito ad un più che logorante rapporto di convenienza, abitudine, e rassegnazione.

Seguendo però la cura e i consigli del medico mia madre è migliorata visibilmente, e tutti ce ne siamo accorti. E' tornata ad occuparsi delle sue cose gestendo come sempre ha fatto la routine familiare. Sembrava, e sembra tutt'ora, tranne qualche ombra, esserci lasciata tutto alle spalle.

Ora avrebbe la visita di controllo agli inizi di Settembre. Ieri però è successo che mia madre avesse la pressione alta mentre oggi molto bassa, fino a rischiare uno svenimento, accusando i soliti sintomi :vertigini, sensazione di testa vuota,
instabilità e capogiri, annebbiamento della vista, debolezza, senso di affaticamento costante, nausea improvvisa, sensazione di aria nella pancia, sudore freddo e brividi, cute pallida. E' successo così anche qualche mese fa quando dopo diversi giorni di pressione alta/bassa si è andata sempre più incupendo nell'anima ed è iniziato tutto.

Se penso che tutto potrebbe tornare come qualche mese fa, mi sento male, mi viene da abbattermi. Sono stati brutti momenti per lei, e per me nel vederla così è stato difficile da accettare. La mia paura è che mia madre essendosi pian piano di nuovo rinchiusa nella sua vecchia routine di piccola fiammiferaia della casa ma annullandosi come persona bisognosa di distrazioni e cose positive, possa tornare a stare male.

Cordiali saluti e scusatemi per la mia prolissità.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto