Da cosa sono dovuti gli attacchi d'ansia?

buongiorno,
ho 43 anni e sono da anni che convivo con la paroxetina per via di attacchi d'ansia/panico che 8 anni fa mi sono venuti a far visita dopo uno svenimento. Sono in cura con uno psichiatra e uno psicologo nel tentativo di guarire ma non ho mai capito alcune cose che mi sono sempre state spiegate in modo vago. Gli ultimi due anni sotto la paroxetina sono andato bene ma poi con il parere medico sono sceso (5 gocce daparot) e qualche mese dopo sono tornato al punto di partenza. Adesso sono tornato a 10 gocce e sto avendo un bel po di effetti collaterali (sonno, stanchezza ansia) ma il medico mi ha tranquillizato dicendo che è la prima fase e poi come in passato tornerò a posto.
La mia domanda è questa: Non esiste qualche esame per vedere cosa non funziona o cosa ho carente per capire da cosa nasce tutto questo?
Lo stress mi consuma la serotonina?
I neuro trasmettitori sono la causa di tutto?
L'assurdo è che a volte mi torna l'ansia proprio in un momento bello frenando la mia vita e facendomi sentire diverso e debole.
Ho chiesto se serve a qualcosa fare l'esame della serotonina e mi hanno detto di no. E' vero?
Grazie
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Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 233 6
Non esiste un esame di laboratorio per capire cosa non funzioni e non è possibile vederlo neanche attraverso una risonanza magnetica del cervello, che è una specie di radiografia molto accurata di quest'organo. Quello che non va, è così piccolo che non può essere visto normalmente. Il problema risiede non tanto nella carenza di serotonina, ma in un utilizzo non ottimale dei neuroni di questo neurotrasmettitore. Quando la serotonina, attraverso dei recettori specifici, si lega al neurone, in questo cominciano una cascata di eventi chimici che lo fanno comportare in un certo modo. Il problema sta qui, non in quanta serotonina ci sia, ma in come essa stimola il neurone.

Dott. Marco Paolemili
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
www.mens-sana.biz

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ma allora il farmaco che prendo e cioè la paroxetina perché funziona? Ho capito che serve per far riutilizzare la serotonina che verrebbe scartata..
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
La paroxetina spesso funziona perchè agisce sulla serotonina prolungandone l'effetto e questa è una delle terapie possibili per un disturbo che ha, però, diverse cause. Le risposte che ha avuto sono state vaghe perchè la conoscenza delle vere cause di molti disturbi, sia del cervello che degli altri organi, è ancora incompleta.
Se lei è sottoposto a stress prolungato (importante seppur per moltissimi disturbi umani) svilupperà panico se ha una predisposizione familiare o sua in tal senso, diversamente potrà sviluppare malattie dermatologiche, ipertensione, gastrite ed altri disturbi. In base a questo ed ha ricerche sull'albero genealogico sappiamo che verosimilmente uno dei fattori causali, una delle cause, è una predisposizione genetica (nei parenti il disturbo può anche essere lieve, non diagnosticato, diagnosticato - ai tempi - come labirintite, colon irritabile, ipertensione episodica con tachicardia, etc etc., quindi non sempre è facile individuarlo).
Il secondo fattore, dicevamo, è lo stress, uno stress importante e prolungato non agisce in una dimensione "psicologica" ma impatta il nostro organismo in toto (corpo, mente, "psiche"). Con uno stress MOLTO elevato quasi chiunque può reagire col panico, con stress gravi ma non acuti, moderati o comunque non estremi (e spesso nel momento in cui lo stress ci dà una pausa) sviluppano panico soprattutto i soggetti predisposti.
Un alterato funzionamento della serotonina, una ipersensibilità dei centri cerebrali noradrenergici di "allarme", una eccitazione inopportuna dei centri del "soffocamento" (Klein, mi sembra di ricordare) possono essere tra le cause o concause del panico. O almeno le vie attraverso le quali la crisi si manifesta.

Il disturbo poi va curato a seconda del suo decorso, a breve termine se si manifesta per un periodo determinato che poi si esaurisce; in maniera intermittente (3-4 e più mesi per volta) se si presenta periodicamente (ad esempio in primavera) o sporadicamente (una volta ogni tot anni spesso in concomitanza con periodi di stress). Infine in alcuni di noi il disturbo ha un decorso protratto che, con brevi intervalli, prosegue per molti anni. In ognuna di queste 3 diverse possibili situazioni la terapia sembra efficace, non solo a controllare i sintomi ma anche a migliorare il nostro stato di salute futuro: facciamo un esempio, un trentenne che si cura efficacemente dopo 10 o 20 anni starà meglio, avrà meno ricadute e meno evitamento di chi non si è curato o si è curato male (sembra una massima da Catalano ma se ci pensa ha una sua valenza).

Diciamo in conclusione che non conosciamo ancora l'esatto motivo che causa il panico (unico e sufficiente, se esiste... è più facile che concomitino più meccanismi), conosciamo però le vie che scatenano i sintomi, il suo decorso e le cure che possono imbrigliarlo. Non è poco.

Le auguro benessere stabile (ma si curi)


molto cordialmente

PS: infine Lei mi sembra incline a differenziare troppo nettamente l'effetto di farmaci e quello della psicoterapia, l'effetto dei medicinali - a volte più grossolano ma più rapido - si basa su modificazioni dell'attività neuronale (non ascolti chi dice che tutti i farmaci danneggiano i neuroni, al contrario paroxetina e la grande maggioranza degli "antidepressivi" - chiamati così forse più per marketing, in realtà ottimi antiansia ed "antipanico", sembrano aiutare la crescita dei neuroni, tutt'altro che danni) e l'effetto della psicoterapia hanno in comune un'attività "plastica" sui nostri neuroni... se lei fra un giorno ricorderà qualcosa di questo nostro colloquio su Medicitalia, vuol dire che modifiche si sono realizzate nei suoi neuroni (un demente grave, con i neuroni danneggiati, ricorderebbe invece ben poco). Anche la "psicologia" ha alla base l'attività del nostro cervello, la nostra psiche non risiede in una i-Cloud ma nel nostro cervello.
Le due terapie, quindi, hanno entrambe possibilità di curare efficacemente e lo specialista dovrebbe saperle proporre, conoscendo la sua storia, la strategia o le strategie più vantaggiose per Lei.




Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

[#4]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
PS mi perdoni la risposta prolissa ma ha... scoperchiato una specie di vaso di Pandora :)


[#5]
dopo
Utente
Utente
Dr. Mario Savino, la ringrazio della risposta.
Finalmente ho capito se pur in maniera generale di cosa soffro.
Io sono in cura da anni con la paroxetina e quando scendo di gocce perché per mesi sto bene ritorno a soffrirne. Mi chiederà perché voglio scendere.. Non è una questione che se prendo delle gocce mi sento "malato" anche se sarebbe più bello non prenderle ma perché mi inibisce la sfera sessuale.
Sicuramente ho subito da quando avevo 20 forti stress che mi hanno causato sempre problemi di ansia e la cura me l'hanno prescritta verso i 30 anni. Da qui ho sempre seguito psicoterapie, cambiando a volte psicologo vedendo gli scarsi risultati.
Ora, dopo che i sintomi sono riemersi (andavo avanti da mesi a 5 gocce) il medico mi ha prescritto 10 gocce di Daparox e sto andando da una psicoterapeuta che utilizza EMDR per provare a ridurre i sintomi.
Non so se è efficace anche perché ho paura a volte di "svegliare" qualcosa che nell'inconscio magari è la che "dorme"...
Non mi sento ancora a posto e non so se è perché sono solo all'inizio della terapia (18 gg) o perché mi alzerà la dose. Diciamo che continuo a "controllare" come sto provocandomi ansie.

Comunque mi è stato utile perché a volte si semplifica con il fatto che devo produrre più serotonina e quindi mangiare cibi che la favoriscono ecc

Grazie ancora
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