Qualche domanda tecnica sulle visite specialistiche e sulle terapie.

Dottori buongiorno e buona giornata di festa.
Mi permetto di fare qualche domanda, in merito alle visite ed alle terapie date al paziente, cercherò di essere sintetico:

1) normalmente, come avviene una visita e quanto tempo prende? Ci sono standard da seguire oppure ognuno gestisce la visita come meglio crede? Avendo cambiato psichiatra da poco, ho notato molte differenze tra i due, direi completamente diversi. Vorrei capire se sono io abituato al vecchio approccio o meno.

2) il nuovo psichiatra, mi ha fatto passare da paroxetina a sertralina (per ansia e DAP, con ciò che ne consegue in termini di svogliatezza ed abbassamento dell'umore). Sono al 26* giorno di sertralina, non sento nessun cambiamento. Un minimo penso avrei dovuto sentirlo... Nella sfera sessuale, tra l'altro, ho notato che con altri SSRI avevo problemi a raggiungere l'orgasmo, con la sertralina ciò non accade. Anzi, avendo comunque una vita sessuale normale, da quando ho fatto lo switch ho già avuto per due volte, delle polluzioni notturne. Si potrebbe già dire che il farmaco non va bene o che la dose non è terapeutica?

3) test del citocromo p450: il nuovo psichiatra vuole farmi fare questo test intorno a metà mese (quindi dopo circa 40 giorni di nuova cura). Io, personalmente, la trovo una perdita di tempo farlo tra 15 giorni, quindi perdita di tempo intesa nel fatto che io vorrei già farlo sin d'ora, perché attendere altri 15 giorni, poi una settimana per l'esito, prendendo un farmaco che non mi da benefici, la trovo una cosa strana e perderei tempo prendendo qualcosa che non mi da benefici anziché cambiare. A tal proposito, il test è un test valido oppure "lascia il tempo che trova"?

Ringrazio e saluto con cordialità.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

1) una visita in forma di colloquio, che comprende comunicazione e osservazione, e naturalmente anche possibile partecipazione di altre persone (es. familiari)

2) No, dipende dalla dose. In 4 settimane un trattamento di solito dà i primi segni, ma se non funziona non dà niente ovviamente. Se la dose è bassa (non la specifica) non si prevede che funzioni, per definizione (dose bassa significa questo). Il passaggio è avvenuto perché ? (non funzionava la paroxetina presumo).

3) Test del citocromo p450 in che senso ? Dosaggio del medicinale nel sangue o test genetico ?


Evidentemente però a monte di tutto questo c'è il fatto che il medico non la deve aver convinta, altrimenti non si spiegano tutti questi dubbi per un semplice cambiamento di cura e proposta di approfondimento. Che cos'è fondamentalmente che non le torna ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
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Utente
Utente
Buonasera Dr. Pacini, esattamente così.

1) A monte, non mi convince. Io, da fine aprile, causa trasferimento del vecchio curante, mi sono affidato a questo specialista.
La prima visita, non è stato altro che un monologo da parte mia (per me colloquio significa anche dialogo), senza cambio della cura in atto che, avevo subito detto, non stava datando buoni risultati. Tra l'altro, non ha fatto partecipare la mia compagna (cosa che avveniva, se non sempre, spesso, col vecchio curante. Anzi, ha espressamente chiesto che andassi da solo in studio (tra l'altro io, attualmente, faccio fatica a prendere l'auto causa ansia), quindi essere accompagnato, almeno nei primi tempi, mi dava e da più sicurezza. Le successive visite sono stati altri monologhi, da circa 60 minuti l'uno, per altre 3 sedute (circa una alla settimana). Lo psichiatra, che fa anche psicoterapia a livello di TA di Schultz e non cognitivo-comportamentale (ma non abbiamo iniziato ancora a fare TA), affronta il discorso farmacologico negli ultimi 5 minuti. Questo non capisco, cioè il parlare sempre io e, pur dicendo le mie perplessità a livello farmacologico, visto che sono io in prima persona a prendere i farmaci, non comprende il mio malessere e dice di continuare con la terapia assegnatami.

2) prima di prendere la sertralina, 50mg/giorno, prendevo la paroxetina, 30mg/giorno. Inoltre mi ha cambiato ansiolitico, passando da Lexotan, 6-7,5 mg/giorno a più riprese, con compresse da 1,5mg, a prazene 10mg/giorno. Il passaggio c'è stato perché non trovavo benefici nella paroxetina. Non trovo benefici, attualmente dopo 26 giorni di totale switch (passato da paroxetina a sertralina dall'oggi al domani), con la sertralina. Fino a pochi giorni fa avevo ancora vertigini, dovute probabilmente al cambio SSRI. Non disturbo nemmeno lo psichiatra, per dirgli che le cose non cambiano (la prossima visita è prevista il 10 giugno), perché le due volte che ho chiamato l'ho sentito piuttosto scocciato, anche se collaborativo.

3) dosaggio del medicinale nel sangue, per valutare se io sia un veloce metabolizzatore o meno. Mi scuso se ho sbagliato a dire "test del citocromo p450", mi sembrava di aver letto qualcosa del genere in internet. Comunque, mi ha detto che si tratta di un prelievo di sangue fatto dopo circa 4 dall'assunzione giornaliera della sertralina.

Fondamentalmente non mi torna se sono io che non comprendo i metodi dello psichiatra oppure se è lui che non comprende i miei bisogni. Tra l'altro, in sede di ultima visita 7 giorni fa, mi disse che mi avrebbe inviato il contatto di uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Sto ancora aspettando. Sono, pertanto, in dubbio se chiedere o meno un secondo parere psichiatrico, visto che non trovo alcun beneficio a livello farmacologico e penso, forse sbagliando, che prima di iniziare una nuova terapia cognitivo-comportamentale, mi dovrei prima stabilizzare farmacologicamente. Forse sbaglio, ma ripeto, dopo 26 giorni un minimissimo cambiamento lo dovrei provare, invece nulla.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
1). Rispetto alle modalità mie e dei colleghi che ho visto, è in effetti strano. Ma non è la prima volta che sento una descrizione così di una visita.

2) e 3) il dosaggio nel sangue, che non si fa abitualmente, anche perché non tutti i laboratori lo fanno, è cosa utile. Però su una dose di 50 mg non ha senso. Dopo 26 giorni non è detto che stia già meglio, ma a 50 mg ancora di meno è detto che accada. Stiamo parlando di tempi di latenza a dosi terapeutiche, non a dosi basse (che mediamente non funzionano mai).



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dopo
Utente
Utente
Dr. Pacini, dottori che leggete, alla fine mi sono rivolto ad un altro psichiatra. Mi ha gia' cambiato la molecola, anche perche' sono al 30° giorno di sertralina a 50mg e ancora niente. Ha ritenuto opportuno fare uno "switch" diretto, come e' successo tra la paroxetina e la sertralina, e passero' a cipralex, inizialmente a 5mg per poi, presumo, aumentare pian piano la dose, senza quindi provare ad aumentare la sertralina ad una dose maggiore.
Questo medico normalmente non fa il controllo del dosaggio nel sangue. In questa fase, che ha ritenuto "acuta", non parlera' di psicoterapia. Dice che prima dobbiamo sistemare la situazione a livello farmacologico, in un secondo momento faremo anche quella.
Per l'ansiolitico, mi ha detto di proseguire con prazepam 10 mg la mattina, ma aggiungendomi anche 0,25 di alprazolam x 2 (pomeriggio e sera).
Spero che tutto andra' per il meglio, terro' aggiornati.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"anche perche' sono al 30° giorno di sertralina a 50mg e ancora niente. "

Questo avevamo detto che non voleva dire niente comunque.

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dopo
Utente
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Buongiorno Dr. Pacini,

"Dopo 26 giorni non è detto che stia già meglio, ma a 50 mg ancora di meno è detto che accada".

Infatti lo psichiatra che mi ha visitato ieri, in base alle terapie farmacologiche avute in passato, in base ai sintomi ed al mio stato attuale, ha deciso di cambiare molecola e, pur dicendomi che 50mg di sertralina forse non erano sufficienti, ha inteso procedere in questo senso.
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