Irritabilità e spossatezza

Gentili dottori,

Vi scrivo in quanto accuso nuovamente alcuni sintomi che provai circa 3 anni fa (vedasi richiesta consulto precedente), che anche se fortunatamente di minore intensità, mi disturbano in modo significativo.

Una sera di 20 giorni fa avvertii delle fitte alla tempia destra per pochi secondi.
Quella sera stessa, per la prima volta dopo tanto tempo, dormii nuovamente male, ovvero interrompendo il sonno e risvegliandomi poi presto al mattino senza richiudere occhio.

Ne conseguì un senso di spossatezza e irritabilità che mi impediva di vivere serenamente - non riuscivo a svolgere nessuna attività, neanche la lettura, in quanto mi sentivo nervoso.
A questo a volte si univa una senso di tensione alla testa e occasionalmente mal di schiena.

Poi, ritrovandomi in posti affollati o ampi ho sperimentato nuovamente una sorta di attacco di panico, anche se meno forti rispetto a 3 anni fa.

Inoltre, spesso al pomeriggio, specie dopo un sonno di circa un'ora o oltre, mi risvegliavo piuttosto nervoso.

Ho notato che tutto questo è coinciso con l'arrivo del caldo (che quest'anno si è di fatto concretizzato solo verso i primi di agosto).
Inoltre, circa 2 settimane prima ebbi una gastroenterite che mi spossò molto.

Come si può notare dai consulti richiesti, ho spesso problemi anche di tipo intestinale, probabilmente dovuto a un colon irritato, ma non so davvero da dove cominciare per risolvere una volta per tutte questi problemi, in quanto non riesco a capire se si tratti di un problema che parte dall'intestino o una somatizzazione dovuta a un problema psichico.

Fino a tutto giugno scorso, in particolare in quel mese, stavo decisamente bene in quanto non avvertivo neanche i sintomi intestinali, se non lievemente. Addirittura avevo un sonno ristoratore che al mattino mi faceva sentire energico e pieno di voglia di fare, e durante la giornata ero sereno e calmo. - Come è possibile un cambio così repentino?
Sono davvero sfiduciato e confido in un vostro parere e indirizzamento.

Grazie anticipatamente
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Fino ad ora che cure ha provato ? E che diagnosi ha ricevuto ?

Dr.Matteo Pacini
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[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve,

Al momento non ho seguito cure effettive, di tipo farmacologico, in quanto su suggerimento di un amico psicoterapeuta provai a fare un percorso senza farmaci, basato su un cambio di stile di vita, cercando per quanto possibile di allontanare stress e imparare a reagire diversamente, unito a un cambio di alimentazione ed eventualmente coadiuvato da una integrazione fitoterapica.

Preferii iniziare in questo modo, ovvero evitando i farmaci, soprattutto per comprendere meglio quanto mi stesse accadendo, temendo appunto che i farmaci intervenendo sui sintomi avrebbero annebbiato le possibili cause psicologiche soggiacenti.

E devo dire che sebbene il cammino sia stato lungo e all'inizio abbia sofferto molto, gradualmente, in questi 3 anni, i sintomi sono scemati di molto (oserei dire del 90%) e la qualità di vita migliorata, se non fosse per i sinotmi intestinali che, in modo altalenante, sono stati sempre presenti.

Di fatti ora ero determinato a fare solamente una visita da un gastroenteologo, ma il ritorno di questi sintomi maggiormente connessi alla sfera psichica mi riportano daccapo :( e io non ne posso davvero più.
Diciamo che a seguito di stress, magari dopo una semplice influenza, mi è già capitato di risentirmi così (magari un pò meno di così), solo che durava solo pochi giorni. Stavolta sono ormai 3 settimane, e mi sembra di tornare nell'incubo.
Non riesco a fare nulla, a programmare la mia vita, eppure di progetti ne avrei!
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Questi cambiamenti non costituiscono in sé un intervento terapeutico su un disturbo, la psicoterapia consiste nell'applicazione di tecniche psicologiche, non nel semplice evitamento dello stress (che chiunque se potesse farebbe) o nel cercare una reazione diversa (nessuno sceglie come reagire).

Pertanto, direi di farsi fare un inquadramento psichiatrico e vedere cosa le indicazione come eventuale terapia, che sia farmacologica o meno.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Possibile, eppure in questo modo ero riuscito a migliorare, e di molto.

L'idea dei farmaci mi spaventa un pò.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

L'idea dei farmaci la spaventa perché i problemi "cerebrali" non si vedono, altrimenti prende una medicina perché si sta male o anche stando bene per evitare di star male sarebbe tutto fuorché una prospettiva spaventevole.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Sono d'accordo su questo.
Solamente, mi spaventa l'idea di diventare dipendente per lungo tempo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
"diventare dipendente per lungo tempo"

Quest'espressione riflette appunto questa "non-idea" del farmaco per i problemi cerebrali (psichici).
Se non è una medicina, è qualcosa di malefico.
Dipendenti per lungo tempo è una conseguenza di un disturbo, non di un medicinale. Chi si deve curare per tutta la vita lo deve fare per star bene, e a causa della malattia, non stando male e per colpa del medicinale.