Eroina fumata

Salve e grazie anzitutto per tutto quanto fate per ognuno di noi.
Chiedo consulto per mia sorella 24 anni: mi ha confidato che fuma eroina, lei dice, da un anno una volta a settimana. Mi ha detto anche che arbitrariamente assume metadone ricevuto da compagni ai quali lo danno al SerT. Negli anni precedenti (non so se tutt’ora) ha fatto uso di cannabis.
So che l’eroina produce danni celebrali che alterno affetti, cognizione (ditemi se sbaglio)
Ora che sono un po’ più cosciente, noto freddezza nei sentimenti e noto particolarmente bugie molto frequenti in situazioni più e meno banali e con tutti (me, miei genitori)
Ho il dubbio che fumi eroina da più di un anno e con maggiore frequenza. Lei dice che ha tutto sotto controllo, che non è niente di grave, che vuole smettere. non vuole sentirne di medici psicologi, comunità. Ce la farà da sola. Io non ci credo.
non vuole neanche il mio aiuto, a volte ne parliamo ma se faccio qualche domanda in più si arrabbia molto.
Le condizioni esterne non sono d’aiuto: lei per ora non lavora e non dimostra di non avere voglia o stimoli di lavorare. le amicizie (senza pregiudizi) sembrano negative (anche gli amici fumano eroina e cannabis). Tutto mi sembra un circolo vizioso.

Anche se tutto ciò che dice non è vero, io penso che il fatto che lei mi abbia detto fuma eroina, e vuole smettere, è un dato positivo (è cosi?)

Purtroppo ho pareri negativi del SerT di zona (sempre senza pregiudizio) piò diventare luogo di facile incontro tra compagni per scambiarsi metadone. rischia di essere “dispensatore” di metadone e basta, poi assunto arbitrariamente quindi senza efficacia terapeutica.
A riguardo delle comunità io sarei favorevole (escludendo una nota comunità di cui c’è grande pubblicità in rete ma si tratterebbe solo di scopo di lucro senza scrupoli) so di comunità in cui si sono ottenuti buoni risultati (comunità cristiane in cui si fa anche un cammino spirituale, morale, di vita pratica, scusate se parlo anche di questo aspetto in questa sede ma credo molto in Dio e sia in me stessa e intorno a me ho visto i benefici delle conversioni).. ma mia sorella in questo momento non credo che voglia andarci, ed io non posso portarcela con la forza.

mi scuso se mi sono dilungata, e riassumo quanto desidererei sapere:
- se è vero solo 1 anno 1 volta a settimana è in tempo per uscirne davvero sola?
- esiste “una via di mezzo” che non è il SerT (per evitare situazioni negative sopra spiegate) né la comunità? Ad esempio una terapia seguita da uno specialista? Chi è lo specialista in questo caso? Psicologo, Psichiatra, Neurologo? (scusate l’ignoranza)
- essendo difficile o lento il distacco da “cattive amicizie”, frequentarle quanto può incidere negativamente anche dopo un inizio di terapia? E che succede se in contemp alla terapia fuma eroina? Aggrava più severamente la sua salute?
- farmaci per le terapie da tossicodipendenza sono metadone/oppiacei? O anche altri farmaci? e che durata hanno le terapie?

Vi ringrazio di cuore.
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
<< - se è vero solo 1 anno 1 volta a settimana è in tempo per uscirne davvero sola? >>

- Non è detto che sia in tempo per uscirne da sola. Bisogna conoscere la persona da vicino, dal vivo, ma sia da quello che Lei riferisce, sia in generale in tanti casi, uscirne da sola è poco realistico.

<< - esiste “una via di mezzo” che non è il SerT (per evitare situazioni negative sopra spiegate) né la comunità? Ad esempio una terapia seguita da uno specialista? Chi è lo specialista in questo caso? Psicologo, Psichiatra, Neurologo? >>

- Il problema prima di tutto non è la via, ma la motivazione della Sua sorella. Non sembra che la Sua sorella abbia una grande motivazione di uscirne, nonostante che lo dice, e allora non c'è alcuna via. Prima di tutto si lavora sulla motivazione. La Sua sorella, però, mi sembra di essere nelle condizioni sociali nelle quali non ha gli stimoli per avere la motivazione: viene mantenuta economicamente senza che debba lavorare, addirittura le droghe è probabile che qualcuno condivide con lei senza che lei debba pagare. Che motivazione può avere per uscirne ? Nella situazione attuale è importante:
- mantenere il contatto con lei, perché lei Le ha dato comunque la sua fiducia, ed è molto importante non perdere la sua fiducia; forse Lei man mano riuscirà a motivare di più la Sua sorella
- valutare se l'atteggiamento della famiglia è ottimale dal punto di vista della responsabilizzazione, senza entrare nel discorso di droga
- le "cattive" amicizie non spariranno se la Sua sorella ha solo quelle; pur rimanendo le "cattive" amicizie, se la persona inizia a conoscere anche le altre persone (che diventano per lei significative, oggetti di rispetto, di amore, di apprendimento, o che sono una guida), allora queste nuove conoscenze possono progressivamente dominare quelle cattive; la Sua sorella ha interessi ? hobby ? voi avete interessi in comune ? la Sua sorella sarebbe interessata a conoscere gli amici di Lei ? (ma ai Suoi amici non bisogna svelare quello che la Sua sorella ha confidato solo a Lei).

La situazione è comunque molto difficile. La tossicodipendenza non è una malattia che si può curare contro la volontà della persona (si può provare, ma se la persona non ha la motivazione, i tentativi sono invani). Tuttavia, la motivazione dipende molto dal contesto sociale e familiare: spesso il fenomeno stesso della tossicodipendenza ha le radici nelle relazioni con la famiglia, nell'atteggiamento e nelle malattie degli altri membri della famiglia. Ad esempio, una famiglia che non si interessa di te, nella quale non ci sono le vere relazioni, nella quale la persona non si sente capita - la persona più facilmente può preferire la strada di tossicodipendenza. "Sentirsi capita" non nel senso di essere permesso tutto, ma nel senso che i bisogni fondamentali (di amore, di protezione, di avere una propria identità, ecc.) possano essere riconosciuti. Così, una persona può sentirsi "abbandonata per la sua strada" e di dover "arrangiarsi" sia quando il contesto è viziante (dà soldi, non chiede niente in cambio), sia quando è repressivo (imponendo alla persona certe scelte nel percorso di studi ad esempio, o nella scelta del fidanzato): in entrambi casi la persona non è capita. ... Ho cercato di fare alcuni esempi in generale, non stavo parlando della vostra famiglia. Ma non è da escludere che nella vostra famiglia in generale qualcosa non va.. non solo la sorella, e se lo si riuscirà a individuare, potrebbe essere importante.

Un'altra cosa importante:
nel mentre la Sua sorella non è ancora abbastanza motivata,
è possibile che abbia senso che si rivolga Lei stessa ad uno specialista adatto, assieme con il quale sarebbe possibile almeno monitorare la situazione indirettamente (tramite quello che riferisce Lei), studiare un progetto di intervento.

Chi può essere questo specialista ?

Secondo me, uno specialista del SerT. Se il problema è dell'ambiente (nel senso dei tossicodipendenti che frequentano il SerT), ma non della qualità di lavoro del personale del SerT, allora anziché la sorella, può venire appunto Lei stessa. Se non vuole esporsi, può provare all'inizio anche solo tefefonare; ma gli operatori del SerT sono comunque obbligati a mantenere l'anonimato di chi si rivolge a loro. Quello che è importante, sapranno indirizzarLa. Lei può spiegare che cercate una strada alternativa.

Oltre ai SerT e oltre alle Comunità, esistono anche le organizzazioni sociali nelle città. Anche molte queste organizzazioni sono state fondate da sacerdoti, ma senza ostentare lo stile di vita religioso, semplicemente come un'opera sociale.

Una di tali organizzazioni è la rete dei "Centri di Solidarietà"- CEIS (può cercarli anche in internet), ma ci sono anche gli altre: a secondo della zona d'Italia.

Ci sono anche le Comunità che funzionano bene e che non sono religiose.

Ma il percorso in una Comunità richiede un alto grado di motivazione (quello che la Sua sorella non ha ancora) e spesso comunque anche un lavoro preparatorio farmacologico.

Al SerT potrebbero darLe una panoramica più ampia delle possibilità nella vostra zona.

La "via di mezzo" talvolta può aver senso come un approccio iniziale, per avvicinarsi almeno agli operatori che potranno capire e valutare il caso assieme con la Sua sorella, iniziare un percorso preliminare.. Ma più avanti, se la persona riesce ad essere motivata, allora si collaborerà con il SerT, si valuterà la terapia farmacologica adatta, un eventuale percorso in Comunità ecc. (perché in realtà, nelle varie fasi, potrà esserci bisogno di tutto questo).

Se una persona non è motivata, allora ovviamente anche il contesto del SerT comporta i rischi che Lei ha notato, ma se la persona sarà motivata, allora è più immune da questi rischi.

Un percorso con uno specialista (psichiatra, neurologo) in maniera privata ve lo sconsiglio, perché in questo caso ci vuole un alto grado di motivazione, e se questa motivazione non c'è, allora si rischia non risolvere il problema, ma aggiungere alle dipendenze già presenti ancora le altre (dai farmaci). I farmaci spesso sono essenziali, ma la persona tossicodipendente spesso sono un'arma a doppio taglio, e ci vuole molta attenzione.

Uno specialista privato Psicologo-psicoterapeuta che non prescrive i farmaci potrebbe forse giovare di più in questa fase, ma se la Sua sorella non vuole sentire neanche degli psicologi, e andrà solo per farLe un favore, allora non funzionerà.

<< - essendo difficile o lento il distacco da “cattive amicizie”, frequentarle quanto può incidere negativamente anche dopo un inizio di terapia? E che succede se in contempo alla terapia fuma eroina? Aggrava più severamente la sua salute? >>

- A queste domande in parte Le ho già risposto. Comunque, non è possibile controllare la persona a 100%. Se c'è bisogno di un tale controllo, allora la persona non si sta curando di propria volontà. In ogi caso, una volta Lei si rivolge al SerT, e se loro saranno d'accordo di parlare con Lei, può fare a loro anche queste domande.

<<- farmaci per le terapie da tossicodipendenza sono metadone/oppiacei? O anche altri farmaci? e che durata hanno le terapie?>>

- Questi sono i farmaci principali, ma ci sono vari tipi di oppiacei. Le terapie di questo tipo hanno una durata variabile, a secondo del caso.

Dr. Alex Aleksey Gukov

Allergia ai farmaci

Allergia ai farmaci: quali sono le reazioni avverse in seguito alla somministrazione di un farmaco? Tipologie di medicinali a rischio, prevenzione e diagnosi.

Leggi tutto