Perplessità circa le diagnosi

Buongiorno. Nel corso degli ultimi 8 anni sono stata diagnosticata da vari terapeuti con depressione, DOC, sindrome di asperger, disturbo schizoide e disturbo schizoaffettivo. Attualmente sono seguita da una psicologa e da una psichiatra, sto prendendo da qualche settimana Olanzapina e Citalopram. Quando parlo con le mie figure professionali di riferimento, tendono a diventare molto elusive quando si tratta di chiarirmi la natura dei miei problemi da un punto di vista diagnostico. Dicono che ho molti tratti di diversi disturbi, ma io vorrei prendere consapevolezza, leggendo magari libri in merito, e vorrei potermi informare. Non è che ho bisogno di "un'etichetta", è solo che qualcosa mi impedisce di vivere da molti anni e vorrei sapere se potrò superarlo, e come, sentendo magari anche le esperienze di altri che hanno avuto a che fare con problemi simili ai miei. Ma non riesco a identificare quello che ho con la coerenza che mi sarebbe necessaria per farlo. Tutti questi disturbi possono insieme coesistere? E un'ultima domanda: per i sintomi positivi della schizofrenia con cui ho avuto a che fare(deliri), sono stata diagnosticata con il disturbo schizoaffettivo. Ma i sintomi per i quali sono stata diagnosticata con disturbo schizoide, non potrebbero essere invece i sintomi negativi della schizofrenia? la mia diagnosi più recente è stata appunto di disturbo schizoide e schizoaffettivo. Possono coesistere queste due cose? So che l'insorgenza della schizofrenia, per le donne, è la stessa di quella che ho, e mi chiedo quindi come sia possibile determinare con certezza che quanto ho vissuto non sia piuttosto l'insorgenza della schizofrenia.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
La diagnosi è caratteristica di chi la visita direttamente.

Di fatto ha una diagnosi piuttosto precisa che riguarda l'andamento della patologia ed ha un trattamento farmacologico che è compatibile con la diagnosi.

Resta da capire se la tendenza a voler puntualizzare sulla diagnosi, cercando di includerla in una precisa dicitura, non possa appartenere alla malattia stessa.

Del resto, ha due figure di riferimento che, teoricamente, dovrebbero darle nozioni sulla malattia senza la necessità di leggere libri o altro.

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Utente
Utente
Gentile Dottore, la ringrazio della risposta tempestiva. E' possibile che la mia necessità di puntualizzare sulla diagnosi sia inerente ai miei stessi disturbi, ma quello che io vorrei trovare, leggendo, non sono solo informazioni, ma anche persone che vivono o hanno vissuto problematiche simili alle mie; di questo modo, posso avere degli esempi (forse) più positivi di quello che io mi fornisco da me, e che forse mi farebbero sentire meno sola di quanto non sia. Le mie figure di riferimento non parlano volentieri della mia diagnosi o dei miei disturbi, non riesco a capire perché, ma sembra che vogliano "proteggermi", sviando il discorso ogni volta che ne tiro fuori gli aspetti "tecnici".
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gli aspetti tecnici della patologia non dovrebbero essere di sua pertinenza, questo può essere il motivo di ciò che lei percepisce come un evitamento.

Diverso è il discorso sul bisogno di affrontare in modo comunitario il disturbo per cui i suoi curanti possono eventualmente indirizzarla verso specifici percorsi di trattamento.
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dopo
Utente
Utente
Capisco..bene, la ringrazio molto della sua risposta.
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